- Uomo
- 29 anni
- Perugia (PG)
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Ultima Visita
Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da elvis06081994
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Mi ha detto che il richiamo della Natura per lei è soprattutto desiderio di naturalezza. Coltiva un sentire limpido che prende le distanze con grazia dalle complicazioni sentimentali e dalle turbolenze emotive. Ha un’anima che scorre con modestia e tanta dignità tra le vicende dei giorni. Afferma di camminare nella direzione dei sogni, pensando che è la vita stessa che chiama da quella parte. Ha fiducia ma con gli occhi spalancanti e attenti. Sembra fragile, ma a parlarle con lei anche solo un po’ ho sentito una forza interiore tanto incrollabile quanto tranquilla. Quando mi guardava negli occhi mi sentivo scrutata nell’intimo.
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Ercole era venerato il 12 agosto e aveva gli epiteti di Invitto, Vincitore, Custode. Spesso il culto era associato a fonti e specchi d'acqua.
Virgilio, nel libro VIII dell'Eneide fa arrivare Enea a Pallanteo, dove regna il re Evandro, che sta celebrando un rito in onore di Ercole. Dopo il banchetto seguito alla cerimonia, il re racconta a Enea le origini di quel rito. Ercole, di ritorno dalla Spagna con la mandria dei buoi catturati da Gerione, fa sosta nel Lazio, a quel tempo infestato dal mostruoso Caco, che ruba la mandria di Ercole e la nasconde nel suo antro; l'eroe, irato, lo scopre e lo uccide. Gli abitanti del luogo, grati per essere stati liberati dal flagello, gli dedicano un rito, testimoniato ancora ai tempi di Virgilio dall'Ara massima di Ercole Invitto, situata nel Foro boario, da cui partivano i cortei trionfali.
Per la tradizione romana l'officio di questo culto, l'unico di derivazione non romana accolto da Romolo, era attribuito ai membri della Gens Potitia, una delle famiglie patrizie più antiche di Roma,[2] fino a che Appio Claudio Cieco vi avrebbe rinunciato, e per questo sarebbe sato punito con la cecità e l'estinzione della famiglia.[3]
Poiché Ercole fu il primo mortale che riuscì a diventare dio, nei sarcofagi romani sono frequenti le raffigurazioni delle "dodici fatiche", quale simbolo delle prove che deve affrontare il defunto per raggiungere l'immortalità
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STRESS CHE STRESS
Se non ti stressa ...non ci interessa..
Lo stress fa' parte della nostra vita .
Ma se una cosa ci stressa perché ci interessa...e porta significato alla nostra vita .
Dobbiamo imparare a gestire lo stress,come?
Prima di tutto BISOGNA ACCETTARLO,e farci domande sul perché c è,cosa vuole farmi capire?
È più importante OCCUPARCI che PREOCCUPARCI.
Poi dobbiamo fermarci e pensare A COSA ABBIAMO, e essere GRATI per ciò che abbiamo!
ESSERE POSITIVI
Alcuni sintomi sono .Perdita di appetito o voracità nelp mangiare ,tensione cervicale e digrignamento dei denti,mal di testa, tachicardia,pressione arteriosa che si alza, stanchezza fisica e mentale.La NATURA CI SOCCORRE.
La Passiflora Complex ,Biancospino,ibisco ,ulivo utile per il rilassamento ,ansia ,durante il giorno .
https://is.gd/WiVIuq
Alla sera , Tea_Sana Relax con Valeriana, Melissa,Camomila,Luppolo
Vit.B6
https://is.gd/3QZI7VIn più anche la Melatonina ci aiuta a calmare i pensieri che non ci fanno dormire.
Dormire e Dormire bene è importante!
https://is.gd/t5ECjt
Anche gli olii essenziali ci possono aiutare.
La Lavanda,Arancio e Mandarino, vanno veicolati con una crema e spalmati dove abbiamo tensioni.
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STRESS CHE STRESS
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Se non ti stressa ...non ci interessa..
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Poi dobbiamo fermarci e pensare A COSA ABBIAMO, e essere GRATI per ciò che abbiamo!
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Noi ci parlavamo, ancora, la sera, affacciati alla finestra, sui giardini del quartiere, mentre la città trapassava dal tempo del lavoro e quello della casa. E tu dicevi spesso che non c’era tempo, nella giornata, per pensare a se stessi, alla propria vita, ai sogni, ai desideri… eri sempre preso da una qualche forma di compito che ti derivava dalla situazione.
E mi dicevi: ma tu, ma tu, dove?
E rimanevi così, a guardare dietro le mie spalle. E scuotevi il capo, e ripetevi: dove? -
OGGI VOGLIO PROPORVI QUESTA PREGHIERA INDIANA E' BELLISSIMA:
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Ercole era venerato il 12 agosto e aveva gli epiteti di Invitto, Vincitore, Custode. Spesso il culto era associato a fonti e specchi d'acqua.
Virgilio, nel libro VIII dell'Eneide fa arrivare Enea a Pallanteo, dove regna il re Evandro, che sta celebrando un rito in onore di Ercole. Dopo il banchetto seguito alla cerimonia, il re racconta a Enea le origini di quel rito. Ercole, di ritorno dalla Spagna con la mandria dei buoi catturati da Gerione, fa sosta nel Lazio, a quel tempo infestato dal mostruoso Caco, che ruba la mandria di Ercole e la nasconde nel suo antro; l'eroe, irato, lo scopre e lo uccide. Gli abitanti del luogo, grati per essere stati liberati dal flagello, gli dedicano un rito, testimoniato ancora ai tempi di Virgilio dall'Ara massima di Ercole Invitto, situata nel Foro boario, da cui partivano i cortei trionfali.
Per la tradizione romana l'officio di questo culto, l'unico di derivazione non romana accolto da Romolo, era attribuito ai membri della Gens Potitia, una delle famiglie patrizie più antiche di Roma,[2] fino a che Appio Claudio Cieco vi avrebbe rinunciato, e per questo sarebbe sato punito con la cecità e l'estinzione della famiglia.[3]
Poiché Ercole fu il primo mortale che riuscì a diventare dio, nei sarcofagi romani sono frequenti le raffigurazioni delle "dodici fatiche", quale simbolo delle prove che deve affrontare il defunto per raggiungere l'immortalità
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Giorno di sole!!! Mamma mia da quanto tempo non sentivo questa parola, ogni giorno c'è una tempesta.
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Ciao, profilo interessante, prova a pubblicare di più. Sono cose che possono influire nella vita quotidiana di chiunque.
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinova la paura!Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.