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Aggiornamenti di stato pubblicati da raffaello115

  1. Azalee dal mio giardino!

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    1. londoncalling6

      londoncalling6

      che bei colori!

  2. Un tramonto da casa mia, un tramonto australiano! Per te, amica mia!

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    1. deboraberna

      deboraberna

      bellissimo caro, grazie ❤️

  3. Tanti saluti da... (la foto ti dice da dove) 

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    1. lullabyblue0

      lullabyblue0

      nooo che bello è il mio sogno venire in australia! 

  4. Kooralbyn si trova abbastanza nell'interno. E' abbastanza lontana dal mare per poterne percepire il sentore, tuttavia non è poi troppo all'interno: c'è ancora una bella vegetazione.

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    1. fleurdelys00

      fleurdelys00

      bellissima!

  5. Dal balcone di casa...

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    1. elisa2807

      elisa2807

      Immagine bellissima

  6. VIA DELLA CAPPONCINA... E magari anche Via del Rossellino, Poggio Gherardo... I fiorentini sapranno già che sto nominando alcune strade che dalla periferia orientale di Firenze conducono verso la collina ove sorge Settignano.
    I nomi di quelle strade rivestono per me un significato profondo, ancestrale, mitico...
    Per me che abitavo al Guarlone, poco lontano da quelle strade, quei nomi mi suggeriscono emozioni lontane. Dalla discesa della Capponcina si scendeva giù con quei carretti con i cuscinetti a sfera... E poi... E poi c'era la domenica, e il babbo ci portava a fare una bella passeggiata, "per respirare l'aria buona" diceva lui. E aveva ragione. E allora la domenica dopo mangiato si partiva da via del Guarlone per fare la passeggiata fino a Settignano, assieme alla mamma, all'Eleonora, a Leonardo... E quasi sempre c'era anche la nonna, con Fernando. Durante il percorso in salita ascoltavo le partite, alla radiolina, sempre in attesa degl'interventi dei radiocronisti, il famoso "Scusa Ameri, qui è Ciotti dall'Olimpico, la Fiorentina è passata in vantaggio..."
    Dovevo avere all'epoca 8 o 9 anni, ma quella fu una consuetudine che andò avanti per tanti anni. Sono dovuti però trascorrere un paio di decenni per scoprire che quel mondo magico di stradine strette e circondate da giardini di ville signorili, popolate da ulivi, avevano affascinato tanti altri ben prima di me, a cominciare da Michelangelo, che proprio qui fu messo a balia dal babbo, e lui "poppava", non solo il latte, ma anche la scultura dal seno della sua balia. Ma forse ancor prima, quando a nacque a Settignano quella schiera di scalpellini destinati a diventare scultori e architetti di gran livello: Desiderio e Geri da Settignano, Antonio e Bernardo Gambarelli, Francesco di SImone Ferrucci... E poi ancora in seguito, con Ruggero Panerai e soprattuto Telemaco Signorini, che a Settignano andarono a realizzare alcune delle loro più belle tele... Ma anche letterati come Niccolò Tommaseo e Gabriele D'Annunzio hanno in qualche modo legato il proprio nome a Settignano.
    Michelangelo aveva grande stima degli scalpellini settignanesi: ne ebbe parecchi al fianco quando edificava il Cupolone di San Pietro. Pare che non si fidasse che di loro...
    Oggi vorrei tanto essere a Firenze e godermi una passeggiata su per la Capponcina, a respirare aria buona assieme a te, Babbo... In questa mattina d'inizio autunno...

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  7. un'immagine dal balcone di casa (Robertson, Queensland)

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  8.  

  9. ...a volte non ci sono, o meglio ci sono ma ho la mente altrove, tra i ricordi, tra le stelle, in un pentagramma musicale, in una vita drammatica con una porta di uscita troppo piccola.

    Guardo, sento, piango, magari scrivo... Dunque sì, ci sono!
    Eppure guardo senza vedere, sento senza percepire più dolore, scrivo sì, ma tra le pagine del cielo oppure sulla sabbia. Dunque non ci sono.

    Mi commuovo ascoltando una sonata di Schubert o un blues di BB King, davanti a una scultura di Donatello, o passeggiando tra le rovine archeologiche di una città appena dissepolta, ed è allora che sento contrarsi in me questo cuore ancora molliccio di sangue e di sensazioni.

    Poi la guerra in Ucraina, mia sorella che non mi parla più, i continui  litigi con mia moglie, le elezioni nel mio paese, e i sogni di cartone di questo paese in cui vivo oramai da 9 nove anni, come un corpo estraneo, come un metallo che fatica a legarsi con gli altri. E poi i ricordi, ricordi che, quando si arriva a 59 anni cominciano a essere tanti e a volte occorre fare una cernita. Certo, ho ancora una memoria di ferro, milioni di gigabytes per immagazzinare ricordi, anche se qualcuno preferirei ignorarlo.

    Eppure, ancora vivo! In fondo sono una persona frugale: mi basta un libro, un blocchetto con una penna nel caso che voglia scrivere qualcosa, e un tramonto davanti al quale inginocchiarmi e recitare la mia panteistica passione verso metempsicotiche lontananze di luce...

    Raffaello

     

    (Nelle foto, la spiaggia di Broadbeach)

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  10. MAL DI TASMANIA
    L'anno scorso di questi tempi stavamo preparando le valige per la Tasmania.
    Dicono che quando uno visita l'Africa e poi torna al proprio paese inizia a soffrire di mal d'Africa.
    Quando visitai il Kenya non ebbi a soffrire tale malessere.
    Il "mal di Tasmania" invece mi ha veramente colpito. La Tasmania è uno dei luoghi più belli che mi sia mai capitato di visitare...

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  11. Negli ultimi anni della sua vita Manet dipinse molti fiori, sia nei giardini che nei vasi o in bicchieri d'acqua.

    Manet è uno di quegli artisti che durante la sua vita non ebbe bisogno di vendere i suoi quadri per sopravvivere. Essendo benestante non aveva avuto questo tipo di preoccupazione. A lui sarebbe bastato diventare famoso, accettato al Salon d'Art di Parigi, acclamato come un grande pittore, quale in realtà egli era... Ma il successo, un successo peraltro moderato, gli arrivò  quando era oramai ultracinquantenne e per di più già con qualche problema di vista.

    Ecco allora come le corolle di questi fiori non sono analiticamente descritte: sembrano piuttosto delle macchie. Manet, i fiori li vedeva oramai così...

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  12. Esattamente un anno fa scrivevo questi versi...
     
    MEMORIE
    Decadi di sentieri ne hanno edulcorato il ricordo:
    sono le memorie.
    Giungono inevitabili
    come sempre succede
    in questi tempi di bilanci e rendiconti,
    non tutti esprimibili con numerali.
    Semplici memorie a scavalcare questi inverni australi:
    ancora se ne avverte il retrogusto
    quando piovono orizzontali
    verso un futuro con il fiato corto.
    Nient'altro che memorie,
    forgiate dai sogni
    e setacciàte poi in una clessidra,
    là, dove c'è ancora qualcosa da sognare,
    qualcosa da ghermire,
    ... e tanto da rimembrare
     
    Robertson, Queensland.
    27 Dicembre 2020
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    La foto è stata scattata a Oatlands (in Tasmania) il mese scorso

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  13. ATTO DI FEDE
    Perché non è vero che tutti i sogni muoiono all'alba: alcuni riescono a sopravvivere persino alla prima doccia del mattino e ci accompagnano poi per il resto della giornata.
    Perché per me ci sono parole come "Eguaglianza" e "Solidarietà" che resteranno sempre vigenti, anche in un mondo che vuole abolirle.
    Perché la bellezza della prosa di Julio Cortàzar, o nella sinfonica poesia de "La Grande" di Schubert dimostrano come anche l'essere umano possa con il suo genio avvicinarsi alla potenza creativa di un tramonto nel Queensland o di una fioritura di Zygocactus in un autunno australe.
    Perché l'amicizia è un sentimento talmente genuino che può fiorire a qualsiasi latitudine...
    Perché se mi sono sposato a cinquant'anni significa che ho ancora qualche aspettativa in questo mondo di luci acrome e di sepolcri imbiancati.
    Perché non è detto che un affresco, sbiadito dal tempo e dall'umana incuria, non celi dietro alle sue pennellate, poesie di silenzi e di resurrezioni.
    Perché il domani non è che una forma immediata di metempsicosi applicata all'alternarsi del giorno e della notte.
    Perché anche il Giorno e la Notte si alternano tra le pieghe delle nostre vite e ci accompagnano silenziosi come in una lunga processione di speranze.
    Perché in un legno appena sbozzato dall'artista può già "in nuce" palpitare tutta l'enorme gamma di sentimenti dall'umano al divino...
    Perché io lo so che una frase non andrebbe mai cominciata con la parola "perché"(a meno che non si tratti di una frase interrogativa), ma oramai sono talmente disabituato a seguire le regole, a rispettare le frontiere e ad adeguarmi al comune pensare, che posso anche permettermi d'infrangere qualche regola innocente e con tutta la mia testardaggine continuare ad andare a caccia di idee, di arcobaleni e di unicorni in questo mio odeporico pellegrinare nell'onirico che fu e in quello che sarà.
    Perché io ci sono ancora: con tutti i miei difetti, con tutte le mie debolezze, con tutti i miei sogni inalbeggiati. Ci sono ancora. E amo. O almeno ci provo.
     
    Raffaello
     
    Robertson - Queensland - 18 maggio 2019

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  14. ASSENZA: SOSTANTIVO FEMMINILE.
    Che cosa è l'assenza? L'assenza è un qualcosa o un qualcuno che non c'è, è una mancanza di qualcosa. L'assenza è una presenza in negativo.
    Eppure è proprio in assenza di quel qualcuno o di quel qualcosa che ci rendiamo conto di quanto sia importante che sia presente.
    Se in un giorno d'estate, si apre il frigorifero alla disperata ricerca di una birra che possa alleviare la nostra sete... E' allora che rendiamo conto di quanto sarebbe stato bello averne una da stappare lì al momento.
    Se in un certo momento sentiamo il bisogno di parlare con un amico o un congiunto a cui volevamo bene e che è passato a miglior vita... è allora che ci rendiamo conto di quanto era importante per noi la sua presenza.
    Per tacere poi di quei casi in cui ci troviamo a registrare tristemente l'assenza, magari anche solo temporanea, della persona amata...
    Si può insomma affermare che è proprio grazie a questo concetto negativo, l'assenza, che riusciamo ad apprezzare maggiormente la presenza. Un po' come memoria e oblio vanno spesso insieme, così succede anche per la presenza e per l'assenza...
    Qui sotto vi propongo una poesia di Nazim Hikmet, poeta turco, che ci parla dell'assenza.
    L'ASSENZA E' UN PONTE FRA NOI
    L’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferro
    martella il mio viso martella
    ne sono stordito
    corro via l’assenza m’insegue
    non posso sfuggirle
    le gambe si piegano cado
    l’assenza non è tempo né strada
    l’assenza è un ponte tra noi
    più sottile di un capello più affilato di una spada
    più sottile di un capello più affilato di una spada
    l’assenza è un ponte tra noi
    anche quando
    di fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano.
    - Nazim Hikmet -
  15. Mi piace leggere. Sono sempre stato un lettore compulsivo. Fin da bambino... Leggo soprattutto libri di storia dell'arte, di storia, di archeologia, ma anche di letteratura, sia essa narrativa, poesia o teatro. Leggo anche filosofia, saggistica... Insomma... Leggo tanto e di tutto! (Un po' meno i libri a carattere scientifico).
    Amo leggere, ma soprattutto amo leggere quei libri che "mi leggono". Sì, poiché con i libri si può instaurare un rapporto bidirezionale: io li leggo, ma a volte anche loro leggono me, magari mi giudicano pure: mi leggono dentro e mi costringono a pensare, a mettermi in gioco... Penso per esempio a certe opere teatrali di Ibsen, a certe poesie di Machado o di Charles Cros, penso alla prosa elegante e raffinata di Bufalino, così diversa da quella più asciutta ma comunque efficace di Svevo... Eppure entrambi mi hanno in qualche modo "costretto" a tornare a sfogliare le loro pagine, magari per cercare di carpirvi un qualcosa che mi era sfuggito la volta precedente...
    E ché dire poi della musica? Ascoltando Serrat può capitare anche di ritrovarsi in musica i versi di Machado, e allora diventa una conversazione a tre: la poesia, la musica e io... Ma ci sono musiche anche senza parole, musiche nelle quali la lirica è composta unicamente di note musicali disposte magistralmente sul pentagramma: è il caso della Sinfonia "La Grande" di Schubert, oppure di certe composizioni di Thelonious Monk... Oppure a volte la musica è sì accompagnata dalle parole, ma magari le parole non sono importanti, a volte basta l'atmosfera che la musica riesce a creare, come il blues per esempio, e allora le parole si possono anche ascoltare ma di certo passano in secondo piano...
    E poi ci sono quelle opere d'arte che mi parlano, che mi sfidano, che a volte mi paiono talmente impenetrabili che quasi sembra stiano prendendosi gioco di me: mi sfidano a osservarle, a carpirne i segreti, e mi invitano a tornare a guardarle, ad analizzarle, ad andare a informarmi sui libri... Già! I libri! Ero proprio partito da quelli! E così alla fine succede che tutto si mischia insieme: i libri, la poesia che si trova coglie in un concerto per pianoforte di Rachmaninov o in una tela di Giorgione, al pari di una poesia di Quasimodo. E poi... Quale personaggio più poetico del generale Aureliano Buendìa in Cent'anni di Solitudine? C'è la melodia di Silvio Rodriguez sempe carica di significati e di impegno politico e la melodia delle linee che si intersecano in un'architettura brunelleschiana, come nella Cappella dei Pazzi, per esempio... I libri mi parlano della Valle dei templi di Agrigento e delle saghe finlandesi del Kalevala, delle atmosfere dei romanzi di Turgenev e della filosofia di Seneca...
    Passano gli anni e la vista non è più quella di un tempo. "E un vedo nemmen'un prete sulla neve!" Direbbe la mamma nel suo bellissimo eloquio fiorentino... Lo so, ci vedo poco oramai, ma continuo a leggere. E quando non potrò più leggere... Allora mi limiterò a osservare quello che la natura ha da offrirmi. Ma di certo lo farò sulla scorta di tutte le mie letture...

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  16. "Ma il mio destino è vivere
    balenando in burrasca"
    - Vincenzo Cardarelli -
    BALENANDO FUGGIASCO
    Scrivere, scrivere ancora! Scrivere forse la poesia più solenne, magari sognarla tra l'alba di Tweed Heads e le voci di Terranora. Scrivere versi a colori e madrigali di sabbia, tra l'asfalto e nei ricordi, scrivere di comete o delusioni, scrivere sempre.
    Magari ci sarà sempre una raffica improvvisa a sparpagliare i versi sotto il divano, in riva al fiume o tra i cespugli, ma in ogni caso sarò ancora qui, a scrivere qualcosa di nuovo, qualcosa d'incerto, di silenzioso, fugace, effimero.. Magari con un colore, un accento o una rima che richiami in vita qualcuno dei vetusti silenzi che volarono via e ancora dagli archivi del ricordo riaffiorano: forse una voce, alteratasi negli anni, forse un battito d'ali leggero, o un libro di versi letto in gioventù...
    Il libro, il treno e l'alba sono tre parole innocenti: parole che non suscitano quasi mai emozioni violente nella folla, non seminano rivoluzioni, ne' vendono morte, ma quando mi giungono tutte e tre assieme... mi aprono autostrade in mezzo al cuore, e mi viaggiano affilate sui binari dell'immaginazione inabissandosi tra incerte sensazioni. E allora... Allora non mi resta altro che scrivere, scrivere sempre e comunque: scrivere tra le note dei treni di Duke Ellington, o tra i chiaroscuri marmorei di Desiderio da Settignano. Ho imparato a scrivere tra le cosmiche ragnatele di internet così come tra le allucinate visioni di Escher.
    Con gli anni ho imparato che l'alba può raggiungerti comunque a qualsiasi latitudine, con solennità diverse ma sempre potenti. E ancora con gli anni (o forse attraverso gli anni) ho imparato a leggere i libri senza libri, e ho imparato a salire sui treni in corsa, anche se non tutti i treni scivolano sui binari.
    Perché ho scoperto che il mio destino è vivere, balenando fuggiasco.
     
    Banora Hills - New South Wales
     
    15 marzo 2015, all'alba

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  17. Un giovane dal volto un po' malinconico ci mostra una freccia. Una freccia con la quale vuol forse mostrare il suo cuore ferito d'amore...

    E' la grande arte di uno dei massimi pittori veneziani, e non solo: Giorgio Barbarella da Castelfranco Veneto, conosciuto come Giorgione, che lo dipinse nel primo decennio del XVI secolo.

    La tela, autentico capolavoro di pittura tonale, si trova al Kunsthistoriches di Vienna.

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  18. Amica mia! Spero che tu stia bene... Spero che i sogni giungano a visitarti più o meno regolarmente; spero che al mattino tu possa mescolare con il cucchiaino i sogni nel caffè, e di nuova luce addolcire la tua giornata...

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  19. RONDINE FERITA

    Attardata tra nebbie autunnali e spiagge d’inverno

    inerte giacevi vicino alla panchina, nel parco,

    con l’ala spezzata e un sogno infranto.

    Ti presi con me, ti portai a casa, ed ebbi cura di te

    affinché tu fossi il mio respiro di velluto sul cuscino.

     

    Robertson - Queensland - 16 settembre 2023

    Raffaello

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  20. A volte mi prende un po' la nostalgia per Firenze, la mia splendida città. Credo che sia normale, dopo dieci anni in Australia. E allora, vado a cercarmi qualche bella immagine fiorentina, e scrivo. Scrivo magari pensando a un'amica lontana, un'amica virtuale, ma non per questo meno vera...
    Buona notte, sarettalunetta!
     
    CONCERTO METAFISICO
    Ancora voci verso sera:
    voci solenni e voci sommesse.
    E poi silenzi interrotti dal passo veloce
    sul selciato ancora umido...
    Passi che si cercano a pelo d’acqua:
    volti e memorie che s'incrociano
    forse nel tempo, talora nello spazio
    e in quest'armistizio di colori
    s'insinua il ricordo di un concerto,
    forse un quartetto d'archi inconclusi.
    Poi il tramonto, il pubblico che applaude
    e i musicisti che s'inchinano, ringraziano
    e se ne vanno senza concedere il bis,
    lasciando sulla scena
    le sedie vuote e gli spartiti.
     
    Robertson 13 Giugno 2021

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  21. Per una buona notte a tutti gli amici di Virgilio People...

     

  22. Solo i meno giovani possono ricordare questa canzone... Io ero un ragazzino, ma la ricordo con piacere...

  23. CHIMERE
    Cresciute nella macchia, tra oniriche visioni, talora sopraffatte dai loro stessi vagheggiamenti, sorgono quasi senza sforzo
    ...le chimere.
    Perfide, ingenue compagne di una vita, mi hanno condotto dal ghiaccio bollente della malinconia in penombra fino all'elisir del sogno
    ...le chimere
    Le chimere hanno ancora oggi materia ellenica e un linguaggio universale. Ripercorrono i miti, s'incendiano e si ricompongono in perenne fermento tra distruzione e creazione, tra Eros e Psiche, tra Artemide e Atteone, tra l'oggi e il sempre...le chimere.
    Rare volte due chimere s'incontrano, ma può succedere. Anzi, è già successo.

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  24. Ieri sera, il cielo dal balcone di casa.

    Robertson - Australia

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