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UN'ANNUNCIAZIONE... SENZA ANGELOOgni volta che mi avvicino a questo capolavoro... C'e' sempre in me un certo timore riverenziale. Magari dipendera' dal suo autore, Antonello da Messina, un artista del quale non si sa abbastanza. O forse dipende dall'enorme letteratura fiorita attorno a questo quadro, o forse e' proprio lei, quella Vergine che mi guarda con quello sguardo enigmatico dove un velo di tristezza, va a fondersi nei suoi occhi assieme alla sua umilta' e fede.Antonello lo dipinse presumibilmente verso il 1476. Tutti noi abbiamo visto infinite rappresentazioni dell'Annunciazione. A Firenze l'anno iniziava proprio il giorno dell'Annunciazione, il 25 di marzo. L'anno iniziava per i fiorentini nel momento in cui la Madonna diceva "SI'" al piano di salvezza di Dio Padre. Ma fino a questo quadro tutti i pittori avevano sempre dipinto la Madonna da un lato e l'Angelo annunziante dall'altro. Antonello elimina invece l'Angelo. La Madonna sta guardando verso lo spettatore, anzi, verso l'angelo. L'angelo e' dunque al di fuori del quadro, spettatore come noi, assiste al momento fatale nel quale questa donna sta per proferire il fatidico SI che cambiera' il destino di tutta l'umanita'.Al di la' di tutto quel che e' stato scritto a proposito di questo dipinto, credo che la cosa migliore da fare sia quella di porsi davanti a questa donna cercando di immaginare la Fede del suo possessore che vi si inginocchiava davanti... Una Fede sicuramente maggiore di quella che anima i credenti nostri contemporanei, una Fede assoluta... Una Fede che questa Madonna sembra voler confermare con quel gesto, fermo eppur pacato, della sua mano destra.
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UNA STONEHENGE IN MEZZO AL PACIFICOC'e' uno strano monumento situato nell'Isola di Tonga, e' il cosiddetto "Trilite di Tongatapu", conosciuto localmente anche come "Haamonga-A-Mui"Il trilite si compone di due grossi pilastri di calcare corallino eretti verticalmente a 3,8 metri di distanza l'uno dall’altro, sormontati da una terza grossa pietra posta a mo' di architrave per un'altezza totale 5,20 metri dal suolo.Una tradizione locale racconta che questo trilite fu innalzato verso il 1200 d.C. da Tuitatui, undicesimo re di Tonga. Sempre secondo la stessa tradizione rappresenterebbe i tre figli del re, due maschi e due femmine, che nelle sue intenzioni avrebbero dovuto essere uniti tra loro da un sentimento forte e indistruttibile.Al di la' della leggenda e' comunque interessante notare come l’asse della lastra posta a coronamento sia astronomicamente orientata. Si tratterebbe dunque di un osservatorio astronomico, una specie di Stonehenge in versione semplificata... Attribuire conoscenze astronomiche agli abitanti di Tonga mi pare assolutamente corretto. Al pari della Nuova Caledonia, dell'Arcipelago di Vanuatu, Samoa, Fiji, anche Tonga era stata colonizzata da quella civilta' che gli studiosi chiamano convenzionalmente "Lapita", una civilta' di grandi navigatori capaci di veleggiare per migliaia e migliaia di chilometri e che conoscevano quindi la posizione delle stelle.Ma devo dire anche che mi piace l'idea che un sovrano di queste terre lontane si preoccupasse dell'unita' fra i suoi tre figli. Credo che questa fosse anche la preoccupazione di mio padre. Anche lui aveva due figli maschi e una femmina. A proposito... Te ne sei andato quasi un mese fa, babbo, e il vuoto che hai lasciato in me è ancora insopportabile...
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Solitudini che si sfioranonel respiro soffocato del silenzioe tra gli occhi una luna a mezzogiorno...Poi, tra angeli viaggiatorisenza etichetta ne' convenzioni,un incontro occasionale in aeroportoE con un nuovo incenso in gola ripartire... Ripartire tra siderali imperi,o forse solo ritornare.Ritornare ai luoghi, ritornare nel tempo...Scritto a Doha, Qatar. 11 ottobre 2022Raffaello
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Me sigue buscando el silencio: ya lo oigo deshojando las latitudes que le dieron amparo a mis ideales. Eran ideales de luz, de alturas y de titànicas luchas interiores.Luego fueron corolas marchitas de dìas que pudieron ser y no se dieron, imàgenes que fuéronse edulcorando en los alambiques del tiempo...Y ahora que se caigan de las jacarandas las ùltimas flores mojadas de polvo y de celestiales lluvias... te volveré a encontrar...Cosmogònica soledad, tibia alfombra metropolitana de dìas que se fueron...
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LE STAGIONI DEL CANTOIn una morsa d'acciaio rovented'estate ancora si canta,si canta e di sogno s'ammantala malinconia che giunge silente.E ancora si canta in autunnoquando Pomona bacia Vertumno.Si getta altra legna sul fuocoper ravvivare il canto invernalee sciogliere questa luna di salequando il canto si fa più fioco.Dice il poeta che "è subito sera".Proprio ora che è già primavera.Robertson - Queensland - 25 Settembre 2022Raffaello
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Mistico, scarno, essenziale, bellissimo questo presepe del pittore pistoiese Pietro Bugiani che lo dipinse nel 1928.Si tratta di una Natività ispirata a Masaccio, Angelico, Domenico Veneziano e ai maestri fiorentini del XV secolo, ma Bugiani, allora giovanissimo artista, la reinterpreta in maniera molto personale, ambientandola in quella splendida vallata che è la Val di Bure, appena fuori dal città di Pistoia.Auguro a tutti un Buon Natale.
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IN UN CERCHIO DI POESIASi chiude la nottein un cerchio di poesia:ed esce dallo specchio una voce,insensata glossolaliatimidamente proferitatra le pagine di una notte qualsiasiin questo sogno australeche si perde e si moltiplica nel tempo.Si bruciano o si dimenticano i versisi accarezza il destino... e si chiude la nottein un cerchio di poesia.Voci che si rincorronodentro a uno specchioe armonie che ritornano:tornano anarchiche,sparse, imprevedibili,tornano con l'aroma,intenso e inconfondibiledell'incenso acreche invita al raccoglimento.Potrei svegliarmi all'albacon un canto nuovo tra le labbra,ma In questa nottesto davvero facendo faticaa devastare i versiche ho composto.Ma prima devo chiudere la nottein un cerchio di poesia.Solo così rinasceranno i sogni,solo così torneranno alla memoriale oceaniche onde di quand'era giovane il silenzio...Robertson -Queensland - 25 novembre 2017versi e fotografia di Raffaello
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BUONA PASQUA D'AUTORE...Con un gesto semplice e solenne: il piede sinistro appoggiato sul sepolcro ove giaceva, un uomo dichiara di aver sconfitto la morte. Intorno a lui una chiara luce mattinale: gli alberi alla sua sinistra sono rigogliosi, mentre quelli alla sua destra sono spogli e secchi, a simboleggiare un'umanità che sarà giudicata e che alcuni di noi rimarranno nella morte, altri nella vita.Intorno a lui dormono profondamente i soldati incaricati di vigilare sul sepolcro. Tra loro, il secondo da sinistra è il pittore stesso, Pietro di Benedetto dei Franceschi, colui che gli storici dell'arte chiamano Piero della Francesca.Con l'ausilio di Piero auguro a tutti voi, amici di Virgilio People, una serena e felice Pasqua di Resurrezione.
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AL RISVEGLIO
Galleggio nel risveglio
e nel sogno che ho sognato mi ristoro:
l’onirico e il ricordo intrecciati
ti hanno per un poco riesumato
dal torbido silenzio
dove ancora in vita
lentamente ti vidi scivolare.
Dietro i vetri appannati del silenzio
ti ho rivisto, babbo:
fumavi il tuo toscano.
Avrei voluto parlarti,
chiederti come stai…
Ma mi sfuggivano le parole,
dileguandosi tra i tanti ricordi
che ancora a te mi legano;
e un luccichio di sensazioni
pareva trattenermi…
Poi nel buio della stanza
ho aperto gli occhi,
e l’odore intenso del tuo toscano
ancora per un poco
ad accompagnarmi nel risveglio.
Raffaello
Robertson Qld 05 luglio 2023 -
E' tornata a fiorire l'orchidea nel mio giardino. E' arrivata qui spontaneamente: nessuno l'aveva chiamata, nessuno l'aveva mai piantata. E' arrivata e si è installata in un vecchio tronco cavo. Fiorisce un po' quando le pare: a volte ogni tre anni, a volte con minor frequenza. Ma ogni volta è uno spettacolo!
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NEL SOGNO (al babbo)Dall'alto di un sogno,nel cuore svuotato,appeso a una notte senza lunail tuo sogno mi è apparso.Ti alzi dal letto,lo sguardo nel vuoto,poi d'improvvisoun inaspettato baglioret'illumina gli occhi:ti guardo e mi sorridi.Mi riconosci e mi parli,cancellando in un istantele nebbie maligneche la ragione ottundono.E' solo un istante,e come il tuo toscanoche tra le dita si va spegnendo,così il tuo sguardonel vuoto si affievolisce.Perduto nel vuoto lo sguardonon sai più chi sono ..."Babbo! Mi senti?"Ma già ritorna la nottenel tuo vuoto miraree al tuo mondo di miti senili,d' inafferrabili nebbiee colori oramai spenti,ritorni in silenzio,babbo...Robertson (Queensland - Australia) - 10 febbraio 2022=====================Nella foto: Ritratto di Vecchio con il nipote (1490 circa).Domenico Ghirlandaio.Musée du Louvre - Paris
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BENVENUTI NELLA VALLE INCANTATA (Huon Valley Tasmania)Geeveston, Franklyn, Woodstock, Cygnet, Huonville... Sono solo alcuni dei centri abitati, di modestissime dimensioni, ma di grande suggestione, disseminati lungo la valle incantata... Ah no! Non si chiama così: il suo nome è Huon Valley, ma per me quella è davvero una valle incantata... Non vi troverete città d'arte o centri di particolare interesse artistico o architettonico (salvo magari qualche casa o qualche edificio di fine '800) ma un paesaggio variegato di un verde intenso in ogni sua sfumatura... e poi fiori: fiori ovunque, fiori nei giardini, ma anche sul ciglio della strada, fiori che crescono spontaneamente, fiori comuni anche alle nostre latitudini, come gli iris, le rose e le ginestre, ma anche fiori che non avevo mai visto prima...Durante il giorno vi capiterà spesso di vedere questi paesaggi sotto la pioggia, in un cielo plumbeo, ma con un po' di fortuna quelle stesse giornate possono anche diventare all'improvviso assolate e moderatamente tiepide.Poi, una mattina di metà novembre, quindi nel bel mezzo della primavera, Geeveston si è risvegliata circondata dalla neve...
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Frammenti di musicale poesiainvenni in uno scrigno sonoroadagiatosi in forma di aragostalungo la Baia di Sydney,e udii le piú intense sinfonie risuonar nel ventotra cornacchie e aquile di marevolando a teatro sui rilievi di Tweed Heads.Mi mancavano le parole:lasciai allora che infiorescenze silvestrimi sbocciassero addosso, sulla camicia,poiché crescono spontanee e senza preavvisole piú belle canzoni.Andai poi a scavare i pensieri piú profonditra naufragi urbani e campi di croci a perdita d'occhiocon il cuore gonfio di lutti e di perdite.Poi un giorno ti trovai disegnatatra carte obliate e versi sparsinella polvere di un cassetto... e tornai a cercarti!RaffaelloRobertson - Queensland - 4 ottobre 2013Foto scattata tre anni fa, a Beerwah, Queensland
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SAMHAIN'S NIGHT FROM THE OTHER HEMISPHEREIt was Samhain's night, it was a Celtic dream speaking my same language, because sometimes no one sings better than an ancient silence, and there's no better fellow than an angel dipping in the acqueous crystal of an unexpected moon.It was Samhain's night, and I saw some of its northern atmospheres walking straight in through a Queensland's storms, because its wrong compass always marked toward south, toward Tasmanian lands.It was Samhain's night: I saw a vagabond sitting on a huge stone. Someone heard him whispering a song. It's not clear language was it. Everybody knew it would have been his very last song: "It was Samhain's night".It was Samhain's night and the vagabond poet would have soon faded away. His song generated a thick darkness that would have soon swallowed him and his songs.It was Samhain's night, but I was still looking for the evening, even though the evening wads already closing its invisible eyes to the dusk and the night had fallen already. Sad eyes nostalgically looking toward east, toward Toowoomba or Warwick...It was Samhain's night and Tasmanian's shore was still far away. Nonetheless there was always a new shade every time he started a new refrain of that same song.It was Samhain's night, and a silence, every kind of silence started overlapping the wind song far in the distance...RaffaelloBrisbane - 30th November 2016
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