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Spiagge umide,
serrande chiuse e bar vuoti,
piove da due giorni a Lugano.Pioveva davvero anche quella sera a Lugano, io ero alla guida, tu scavalcavi i sedili anteriori facendo attenzione all’abito da sera.
Ti spingevi fino all’abitacolo posteriore per fermare una bottiglia di Cordon Rouge che sbatteva nel retro del bagagliaio.
– ci sono danni? –
– no mio capitano… –
Poi ti eri fermata li come fossi viaggiatrice su un auto nobile ed io il tuo chauffeur. Mi mancava solo il berretto e prendevi di già a scherzare chiamandomi Ambrogio.
Non avevi mai viaggiato da quella prospettiva, neppure sopra la scema immaginazione di un cliché.
Io poi ho preso a chiamarti Marchesa ed abbassavo il retrovisore verso le tue gambe imprigionate da una rete scura; incominciavi così a intrattenere con il tuo desiderio, accavallandole, cercando in ogni minuto successivo di controllare il più possibile la tua impazienza…
In seguito, la macchina parcheggiava ad un angolo, i fari accessi e la pioggia torrenziale che suonava sul telaio.
Perché non andammo più al teatro quella sera Rebecca?
Pioveva forte quella sera a Lugano.
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L'amore che parla di sé in un bello sguardo
la percezione in cui mi perdo
è l'oltre mare di un assurdo 'sì'
L'amore che arriva con movenze lente
qui sotto gli occhi della gente
mi parla con voce tremante...
Sì... Illudendo, lusingando
Incantando e come danzando
afferra le mani
Sì... affrettando, ansimando, provocando
e tutto abbreviando, come adorando
Ti amo tanto e ti sento arrossendo e impallidendo,
quasi morendo, sì...
L'amore che trafigge me
lascia che dica:
"Non so cos'è, non lo so mica, ma credo in te, dolce nemica... Sì...."
(Paolo Conte)
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Gli acrobati
Ora è tempo per quella peripezia
quando ti gridai: “ti prendo”
e tu, in un'improvvisa staccata
senza rete e senza pubblico
ti lasciasti andare
in quel volo ribelle
afferrandoti stretta a me
in un volteggio così deciso.
Il nostro spettacolo ora è aperto
ha scelto di unirci
in questo fremito acrobatico
dove, su altalene legate al cielo
dondoliamo e volteggiamo
nel perfetto contrappeso
di desiderio e d’amplesso.
Legati a queste vite parallele
dove avvertiamo in continuazione
un’oscillazione emotiva
sappiamo un'altra volta ancora
che potremmo tentare
un nuovo salto mortale
con la certezza di non precipitare mai
già indubbi a liberarci
nelle nostre peripezie passionali.
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...forse non dovrei lasciarmi prendere così...
...forse non potrei promettere di più...
Sembrava non mancasse nulla nella mia vita, eppure continuo in ogni istante a ricercarti....
In alcuni momenti credo di essere inopportuno, in altri forse che sto un po' esagerando...
Provo a cercare un 'perché', ma poi finisco sempre per trascurarlo....
Sento di volere di più, ma ho paura che potremmo farlo...
Sento di volertelo dire, ma ho paura di perdere qualcosa...
Ho voglia di chiudere gli occhi e perdermi ancora nel tuo bacio...
Ho voglia di te senza dovermi spiegare del perché...
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...raccontami quali sono i tuoi peggior difetti, voglio vedere quanto riesco ad amarli....
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Strano come delle volte avvertiamo di piú l'importanza della presenza quando ne viviamo la sua assenza....
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Sentire che puoi colmare quel leggero senso di solitudine quotidiana in un'esistenza....
...e sentirsi comunque, sempre, anche nel profondo di una giornata di lungo silenzio...
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Sono forse medesime le sensazioni, le mie e le tue.
Una luce bluette illumina il trionfo.
Un leggero vento, di un temporale eluso, soffia sui tuoi capelli quieti.
La folla accresce ogni possibile disillusione.
Su una nota provo ad inseguire con lo sguardo le tue sfumature.
Ricerco una logica a questo desiderio sconfinato, ma senza riuscire a comprenderla.
Sento la presenza della tua anima ancora più forte ora che sei a pochi passi da me.
Le nostre anime quasi si sfiorano… le nostre anime si circoscrivono nella piazza...
forse loro hanno avuto la possibilità di accarezzarsi…
di sentirsi, di stringersi…. di perdersi…
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“…peccato che non mi ricordo dei sogni perché credo che in tutte queste notti tu stai accompagnando i miei...”