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REB e ALE (1)
ghostnick013 gennaio 2019Senza categoria
Credo sia passato poco più di un mese da quando ti sei presentato qui a casa con le sfere vibranti dopo una lite furiosa con Amelia.
Ovviamente avete fatto pace, e tutto sembra tornato alla normalità.
Sembra solo, perché sono le 2 di notte e sei fuori dal cancello di casa attaccato al campanello visibilmente alterato e in uno stato pietoso.
Molto controvoglia mi alzo per aprirti prima che qualcuno chiami i carabinieri per quanto stai strepitando. Non sei ancora entrato che l’odore sgradevole di alcool e fumo ti precede. Mi sbagliavo, non sei in uno stato pietoso sei oltre.
Entri e ti accasci letteralmente sul divano.
Incurante del fatto che sia notte fonda e che stessi dormendo hai la faccia tosta di chiedermi un tea caldo e di poter fare una doccia.
“ Mi ha detto Dany che posso stare qui temporaneamente… se a te non da problemi”.
Certo che me ne da. Lui è via per altri due mesi, esattamente il tempo necessario alla tua partenza,visto che siete amici e colleghi e vi date il cambio sulla piattaforma.
“Ne parliamo domani,quando sarai lucido e con un odore migliore addosso. Sono stanca e torno a dormire. Ti lascio un cuscino e due coperte per il divano. Non ti azzardare a bere,fumare e sporcare.
Notte”
Torno finalmente a letto, so di essere stata maleducata ma pur da sbronzo non hai mai tolto gli occhi dalla scollatura del top,coperto appena da un golfino leggero.
Sento lo scroscio della doccia e poco dopo sento il tuo russare pesante. Ti sei addormentato.
Impietosa la sveglia suona alla solita ora,sono assonnata ma devo alzarmi. Mi infilo in doccia velocemente, tu sei ancora sul divano nel mondo dei sogni.
Per abitudine non chiudo nemmeno la porta a chiave, mi svesto e mi metto sotto il getto bollente dell’acqua… rilasso i muscoli del collo e della schiena,mi godo i flussi differenziati del soffione che creano un effetto idromassaggio… mi sento decisamente meglio.
Presa completamente da questo momento privato di relax non mi sono nemmeno accorta che sei entrato e ti sei seduto sul wc,dove avevo appoggiato l’accappatoio… che adesso tieni sulle tue ginocchia mentre mi guardi sciacquar via il bagnoschiuma con gesti lenti.
Apro le ante e mi accorgo di te. Resto a metà con le gocce che scivolano sulla pelle,il vapore che si dissolve intorno a me. Istintivamente retrocedo un passo e usando un’anta come paravento ti chiedo di passarmi l’accappatoio.
“Perché’ non lo vieni a prendere ?”
Ti sto odiando. Ho dormito pochissimo per colpa tua,mi stai facendo fare tardi al lavoro e hai il coraggio di fare lo stupido…
“Dammi immediatamente il mio accappatoio o mentre esco porto fuori anche la tua borsa”
“Ma come siamo suscettibili.”… Conosco quel tono, ma non ti do soddisfazione,nessuna risposta che dia il via alle nostre schermaglie.
Cazzo mi sto congelando,è tardi e tu fai il deficiente… altro che suscettibile,vorrei uscire dalla doccia e darti uno schiaffo ma non ho nemmeno un telo a portata di mano.
Finalmente ti alzi e con l’accappatoio aperto ti avvicini. Con una piroetta mi ci infilo al volo e lo chiudo. Ma tu non molli la presa, anzi con un gesto fluido accompagni il mio nella chiusura,soffermandoti all’altezza del seno. Non hai mai fatto mistero di quanto ti piaccia il mio décolleté, una quarta piena,ma tonica e ben modellata. Più di una volta ti sei lasciato andare a battute ambigue o hai cercato un modo “casuale” di sfiorarlo.
Stavolta non è casuale. Mi hai praticamente bloccata in un abbraccio che si è fermato lì.
Lentamente fai scorrere il dorso della mano sul cotone che la separa dalla mia pelle. Ne segui la forma fino al capezzolo che nel frattempo si è inturgidito e oltrepassi il bordo dell’accappatoio prendendolo tra le dita e giocherellandoci.
” Reb hai due tette che mi mandano fuori di testa” mi dici con voce roca mentre infli nello scollo anche l’altra mano. Adesso sono appoggiata a te,sento in basso che ti stai eccitando mentre le tue mani percorrono ogni centimetro del mio seno.
So che non dovrei ma resto lì ferma a godere di quel contatto.
Fin dal nostro primo incontro è scattata tra noi un’attrazione magnetica,ed è incredibile come nessuno dei rispettivi compagni ci abbia fatto caso.
”E se continuassimo da un’altra parte?”
“Non posso… devo andare”… Il tuo massaggio sta producendo i suoi effetti,più che a lavorare vorrei tornare in camera da letto con te e lasciarmi accarezzare come stai facendo ora.
Mentre con una mano tieni un seno,con l’altra inizi a scendere lungo i fianchi,giochi con le ultime gocce d’acqua rimaste sulla pancia,fai scorrere i polpastrelli come una piuma provocandomi un brivido. Mi appoggio ancora di più a te…. mi lascio andare a un sospiro di piacere. Ti voglio. Qui, subito. Al diavolo il ritardo,al diavolo il lavoro…. si dice che ciò che trascuri se lo scopa qualcun altro,e io voglio scoparti,adesso.
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REB E ALE (3)
ghostnick025 gennaio 2019Senza categoria
Vorrei. Lo sai.
Sai anche che adesso invece andrò al lavoro insoddisfatta, pensando alla sensazione di sentire le tue mani su di me.
La giornata scivola via e finalmente arrivo a casa. Non sono ancora entrata che dal cancello sento la voce di Amelia un paio di toni sopra alla tua. E non smette nemmeno quando entro, anzi mi rimprovera di averti dato ospitalità. Non ho voglia dopo una giornata di lavoro di sentire le vostre voci alterate e le scopate fatte o non fatte (dipende da chi tra i due sta parlando) che vi rinfacciate a vicenda, così senza che nemmeno ve ne accorgiate esco di nuovo in cerca di un po’ di tranquillità.
Al mio rientro Amelia se ne è andata e tu sei sul divano con un bicchiere di rhum in mano.
” Mi ha detto che vuole chiedere il divorzio”
La notizia mi spiazza ma non mi stupisce, immaginavo che prima o poi ci sareste arrivati, ma non pensavo certo così presto.
“Mi dispiace”. Mi siedo sul divano accanto a te senza sapere bene cosa dire o cosa fare. Alla fine sei tu a rompere il silenzio.
“Reb mi faresti uno dei tuoi massaggi alla schiena ?”
Mi sembra una buona idea, credo tu abbia bisogno di metabolizzare questa litigata, e di calmarti un pochino.
Mi cambio velocemente infilandomi una delle tante camicie di Dany. Mi piace usare le sue camicie quando vado a dormire, mi sembra di averlo vicino anche quando non c’è.
“Wow… massaggio in camicia e perizoma!”
”Ma stavolta non puoi nemmeno guardare visto che devi metterti a pancia sotto”.
Ti sfili la maglietta e ti sdrai. Lascio cadere alcune gocce di olio tiepido e profumato sulla tua schiena e inizio a massaggiarla partendo dal basso verso le spalle, con movimenti lenti ma costanti. Non stacco mai le mani da te, se non per aggiungere qualche goccia d’olio. Percorro la schiena, la tua spina dorsale, risalgo verso le spalle, ti massaggio il collo.. sento la tensione della tua muscolatura sotto le mie dita che pian piano si allenta fino a scomparire quasi del tutto.
Mi piace il contatto con la tua pelle, mi piace seguire le linee che disegnano i muscoli allenati senza però essere eccessivi. Avrei finito, ma mi soffermo a fare qualche passaggio delicato
Il tuo sospiro di soddisfazione mi fa capire che gradisci.
Mi sposto, e mi metto a cavalcioni sopra la tua schiena.
”Che fai?”
”shhhhh” mi chino a bisbigliartelo all’orecchio. Con la coda dell’occhio guardi nella scollatura della camicia,i primi due bottoni sono aperti e sotto non ho reggiseno. “Reb mi vuoi far morire?”
”Assolutamente no”…. ma non mi sposto,anzi proseguo a lambirti l’orecchio con la punta della lingua. Mi sollevo e inizio a disegnare sulla tua schiena con le unghie, non sono graffi,ma dei grattini leggeri che ti danno i brividi. Gioco con i tuoi capelli,ti faccio il solletico con i miei mentre ti bacio sulla nuca.
“ Reb…” Il tuo scatto è davvero improvviso e mi sbilancia,mi ha fatto scivolare accanto a te e nel giro di qualche secondo hai aperto il resto della camicia tuffando il viso sul mio seno. Lo baci mentre con tutte e due le mani lo manipoli in modo deciso. Poi ti concentri su uno,inizi a succhiare il capezzolo,a morderlo dolcemente,a stuzzicarlo con la lingua… l’altro invece lo tieni tra le dita continuando a spremerlo fino a diventare irto e sensibile.
Mi prendi per la vita e mi fai scivolare sotto di te. Continui a baciarmi per qualche istante,poi sollevi il viso e mi guardi negli occhi “Reb?”
“Si”…. inizi a scendere pian piano,mi baci fino all’ombelico,risali,rifai il percorso disegnandolo con la lingua e prosegui arrivando all’elastico del perizoma. Lo scosti appena e mi baci su tutta la pancia,seguendolo da destra a sinistra….. fai x sfilarmelo ma ti fermo.
“Ale vorresti vedere che effetto fa lo zenzero?”
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lo sò che non c'entra nulla...ma mi hai fatto venire voglia di rileggere Bukowski...
Aspetto con ansia la prossima puntata!
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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effettivamente sono due generi un po'diversi…
la prossima puntata sarà a breve!
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scompaiomatorno ha aggiunto una reazione
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si, sono assolutamente diversi...ma ho sempre associato a Buk il racconto breve..e leggendo questo testo invitabilmente ci ho ripensato.
Attendo il seguito!
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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REB E ALE (4)
ghostnick027 gennaio 2019Senza categoria
Sollevi lo sguardo e mi fissi interrogativo. So quanto te ne ha parlato Dany e so anche quanto tu lo voglia provare, penso non ti sembri vero servito così su un piatto d’argento dopo le sfuriate di Amelia.
”Davvero lo faresti?”
“Si… se ti va”
“Reb … pensi davvero possa dirti di no?”
Vado in cucina e sbuccio velocemente due o tre rizomi trasformandoli in bastoncini da una quindicina di centimetri. Lo zenzero mi piace davvero tanto, e mentre lo sbuccio mi succhio un pezzettino di rizoma,in barba al pizzicchio che mi lascia in bocca.
Torno da te. La sola idea di provare questa nuova trasgressione ti ha provocato uno stato di eccitazione più che visibile, che non ti preoccupi nemmeno di nascondere.
”Reb direi che qualcos’altro potrebbe prendere il posto di quel bastoncino che ti stai succhiando”….
Appoggio il mio stick di zenzero e ti spingo sul letto, seduto contro la testiera. Resto di fronte a te, appoggiata sulle ginocchia, ti guardo negli occhi mentre con la bocca cerco la tua.
Le tue mani percorrono la mia schiena fino a fermarsi sul sedere. Giochi con il bordo della brasiliana, lo percorri fino ad arrivare all’inguine,lo oltrepassi arrivando in mezzo alle gambe,sposti l’elastico e sento le tue dita dentro di me. Con la altra mano ancora appoggiata al sedere mi spingi con forza verso il tuo petto trattenendomi contro di te. Continui a penetrarmi con le dita portandomi quasi al limite,rallenti,smetti di trattenermi.
“Lo zenzero. Voglio infilartelo dentro, voglio sentirti gemere per il resto della notte”…
“Non avere fretta Ale”… dalle tue labbra inizio a scendere lungo la gola,tanti piccoli baci uno accanto all’altro,proseguo sul tuo petto fermandomi a disegnare il contorno dei capezzoli con la punta della lingua e poi riprendo arrivando fino all’ombelico. Mi fermo di nuovo ad assaggiare la tua pelle. Inizi ad avere un respiro affannoso e i movimenti del tuo bacino tradiscono la tua impazienza. Resto dove sono. Ti bacio. Inizio a scendere di nuovo. Sei teso…
Sono arrivata all’elastico dei boxer. Senza smettere di alternare baci e piccoli colpi di lingua li abbasso. Il tuo respiro quasi si blocca mentre inizi a passare una mano nei miei capelli.
Mi fermo. Prendo un bastoncino di zenzero e me lo passo sulle labbra come fosse un rossetto, lo stringo leggermente fino a sentirne il succo sulla lingua.
Tu sei fermo,con gli occhi chiusi. Stai aspettando la mia bocca. Ti accontento. Con movimenti lenti ma decisi,con le labbra,con la lingua…. i tuoi gemiti si alternano ai sospiri…. “Reb….” la tua voce roca sembra riuscire a dire solo quello. Mi dedico alla parte più delicata, stringo delicatamente con le labbra,sento il tuo sapore con la lingua…..
Il succo dello zenzero che ho sulle labbra entra in contatto con te, pizzica e provoca un leggero bruciore facendo aumentare la tua eccitazione e portandola a un livello che ti travolge.
L’orgasmo è come una marea, ti scuote fin nel profondo lasciandoti ansimante e appagato.
Torno accanto a te. Mi sorridi, e io mi lascio avvolgere dal tuo abbraccio. Siamo l’immagine perfetta della trasgressione dove nessuno dei due è al proprio posto. Ma per questa notte va bene così.
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Who would have thought that you could hurt me?
The way you've done it
So deliberate, so determinedSince you have been gone
I bite my nails for days and hours
And question my own questions on and onTell me now, tell me now
Why you're so far away
When I'm still so closeYou don't even know the meaning of the words 'I'm sorry'
You said you would love me until you die
And as far as I know, you're still alive, babyYou don't even know the meaning of the words 'I'm sorry'
I'm starting to believe it should be illegal to deceive a woman's heart -
LA CONFESSIONE
Sono passate appena due settimane da quando tu e Amelia avete litigato. Eravate qui,su questo divano,lei furiosa e ferita a darti del porco,tu con lo sguardo basso e pentito a dire che era solo un gioco… giusto per dare un brivido al vostro rapporto di coppia,e che no,non lo avresti fatto più.
E invece lo hai fatto di nuovo.
Stavolta Amelia ti ha cacciato di casa e tu sei di nuovo qui,sullo stesso divano a dire che era solo un gioco e che Amelia è esagerata…. stavolta però non hai lo sguardo pentito. Hai la stessa espressione dei bambini che non capiscono perché li stai rimproverando. Mi fai quasi tenerezza,ma non te lo dico. È giusto che ti maceri un po’ nell’incertezza del futuro. Più tardi sentirò Amelia,non credo voglia lasciarti davvero,ti ama troppo. Anche se per arrivare a cacciarti devi aver combinato qualcosa di grosso.
Dal divano parli parli parli… ti ascolto una parola si e dieci no, non mi interessa cosa ti piace fare a letto. E poi non mi sembra educato toccare certi argomenti con la moglie del tuo migliore amico.
Tra poco sarà a casa,e seppur dispiaciuto per gli eventi sarà felice di bere un whisky in tua compagnia guardando la partita.
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Un bel flash intrigante. Brava
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CHI LA FA L’ASPETTI 2parte
Mi prendi per mano e mi fai cambiare stanza.
Siamo usciti dalla camera da letto ma il continuo fermarti e farmi girare di qualche passo insieme alla benda sugli occhi ha dato il colpo di grazia al mio senso dell’orientamento.
“Arrivo” mi dici lasciandomi di nuovo.
Pochi istanti e prendi le mie mani,sento il contatto con qualcosa di liscio e freddo,un altro nastro di seta. Lo fai passare intorno ai polsi e poi sollevandomi leggermente i polsi ti sento dire soddisfatto “ecco fatto”.
Provo a girarmi verso la tua voce ma sono bloccata.
“Cosa hai fatto?” “Ho pensato che la tua insolenza merita un piccolo castigo… al momento sei affrancata alla balaustra della scala”.
“Ma sei scemo? Tua mamma meritava di vedere in funzione il tutto altro che insolenza…. però forse adesso non toccherà più i cassetti”.
Silenzio.
“Ci sei?”
“Eccome” mi sento rispondere mentre nello stesso momento mi arriva un leggero colpo sul sedere.
“Ma stai usando il frustino! Giuro che se non mi sleghi e non la pianti poi ti frusto io. Ma per davvero”
Un altro colpo. Appena spostato rispetto a prima, e un po’ più forte.
“Riflettevo che i pantaloni della tuta attutiscono i colpi,e quindi invalidano la punizione….”
“Non sei Mr.Gray,e io non sono da punire”….
Con un gesto perfino delicato li abbassi quel tanto che basta a mettere in mostra il mio sedere… non faccio in tempo a protestare che mi arriva un colpo,seguito subito da un altro vicino e da un terzo ancora spostato….
Non sono dolorosi ma così vicini rendono la pelle sensibilissima e la sensazione di bruciore è davvero forte.
“Adesso piantala! Ti urlo contro con la voce tremante”
Mi sta venendo da piangere per il nervoso.
Al volo capisci di aver oltrepassato il segno del gioco,mi sleghi,togli la benda e mi abbracci accarezzandomi i capelli.
“Scusa… mi dispiace… davvero.. mi sono fatto prendere la mano… non pensavo di ferirti ….”
Mi lascio cullare e coccolare dal tuo abbraccio. Adoro quando mi stringi e respiro il tuo profumo…
“Ok,è passato”.
Mi dai un bacio leggero e sorridi.
Ti prendo la mano e ti porto in camera.
”Adesso ti devi far perdonare….” ti sussurro all’orecchio iniziando a sbottonarti la camicia….
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RITORNO
ghostnick09 febbraio 2019Senza categoria
Sono in piedi, mi hai detto di chiudere gli occhi e aspettare.
Ho sentito qualcosa di freddo e liscio chiudermi gli occhi. E’ una delle mie sciarpe di seta, la riconosco dal profumo. La fai passare intorno agli occhi e la annodi bene sulla nuca facendo attenzione a non tirare i capelli perché sai quanto mi fa arrabbiare.
Resto immobile, non ti vedo ma ti percepisco, sento che non sei lontano da me. Quasi come a conferma mi abbracci da dietro scostando i capelli dal collo. Sento il tuo respiro caldo sulla pelle mentre fai scorrere un dito tra il collo e la spalla, poi un bacio leggero dietro l’orecchio, talmente vicino da sembrare soffiato dentro. Mi da un brivido leggero e tu mi stringi appena di più.
Dall’orecchio scendi piano lungo il collo fino alla clavicola, e mentre lo fai, sento le tue mani che iniziano a sbottonare la mia camicetta. Lentamente, tra un bacio, un respiro, un bottone la apri tutta e posi le mani sui miei seni. Fai scorrere le dita sul pizzo leggero, segui il contorno delle coppe e percorri le spalline fino ad arrivare sulle spalle, le abbassi e mi accarezzi con tocco leggero.
Mi sfili la camicia, un brivido mi corre lungo la schiena al contatto della seta sulla pelle. Segui la mia spina dorsale con la punta delle dita provocandomi un altro brivido, e mentre risali verso il collo ti fermi alla chiusura del reggiseno e lo slacci lasciandolo cadere.
Fai tutto con deliberata calma, senza parlare, e questo, unito al fatto di non poter vedere rende tutto più indefinito e dilatato nel tempo.
Scendi di nuovo. Slacci la lampo della gonna che scivola a terra. Resto solo con il perizoma di pizzo color lavanda, quello che dici sempre intonarsi perfettamente con la mia carnagione.
“Torno subito” mi sussurri all’orecchio. Sento che ti allontani e poco dopo sento di nuovo la tua presenza, stai facendo qualcosa, ma il leggero rumore che fai non è abbastanza perché io riesca a dargli una forma.
Sei tornato dietro di me. Tutto questo silenzio e l’attesa di qualcosa che non so mi logorano.
Poi un lampo bianco oltrepassa la benda, una fitta improvvisa che mi fa sussultare e retrocedere di un passo perdendo quasi l’equilibrio mentre mi appoggio al tuo petto. “Shhhhhh…” mi bisbigli nell’orecchio…
E’ ghiaccio quello che hai appoggiato sui capezzoli per alcuni secondi facendoli diventare irti e duri, ed è sempre ghiaccio quello con cui adesso fai disegni astratti sul mio seno lasciando che piccole gocce scivolino giù lungo la pancia. Li fai scivolare lungo le coppe, intorno ai capezzoli, sulle punte e poi scendi piano verso la pancia. La mia pelle reagisce passando dai brividi di freddo alla sensazione di bruciare. Aderisco ancora di più a te, appoggiando la testa sulla tua spalla.
Mi prendi le mani, le sollevi dietro il tuo collo come in un abbraccio. Fai scivolare le mani lungo i fianchi, arrivi al perizoma e lo sfili. Sono nuda contro di te, completamente in balia delle tue mani che stanno facendo divampare il mio desiderio. Accarezzi l’interno coscia, risali, sento le tue dita farsi strada ed entrare dentro di me… gemo, escono per rientrare lentamente. Sono un lago di desiderio. Spingo indietro il bacino in un chiaro messaggio che tu ignori.
Le togli. Le porti alle mie labbra e io con la finta innocenza che tanto ti fa eccitare ci gioco con la punta della lingua per poi trattenerle e succhiarle. Il tuo respiro ha cambiato intensità e anche il tuo desiderio si fa sempre più evidente. L’unico rumore della stanza sono i nostri sospiri.
Mi volti dolcemente e mi baci il naso, la bocca, il collo e poi inizi a scendere, ti soffermi su un capezzolo, lo inumidisci e lo succhi voglioso poi la tua discesa continua….l’essere privata della vista amplifica ogni sensazione che ricevo rendendo il mio desiderio di te quasi insopportabile. Affondo le mani nei tuoi capelli nel momento in cui sento il tocco della tua lingua tra le mie cosce, rapido e profondo.
Inarco la schiena in un gemito che non riesco a controllare e così facendo mi avvicini ancora di più alla tua bocca fino a farmi esplodere in un orgasmo che mi lascia tremante e sfinita, con i sensi stravolti dal desiderio poi appagato così intensamente.
Mi abbracci e mi sfili la sciarpa. Mi metti addosso la tua camicia con un gesto protettivo, la abbottoni baciandomi dolcemente, mentre in un sussurro a fil di labbra ti sento dire “Mi sei mancata”.
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sembra un racconto vissuto, complimenti
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bellissimo.
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ghostnick0 e franky19dgl0 ha aggiunto una reazione
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Vi ringrazio! Sono contenta vi sia piaciuto e ancor di più sono contenta di esser riuscita a trasmettere delle emozioni.
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franky19dgl0 e beautifullmind0 ha aggiunto una reazione
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Ciao e .......buona festa delle donne
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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Già..quando senti il buco allo stomaco
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Esattamente quell’attimo
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altomororicco ha aggiunto una reazione
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Fantastica la sensualità femminile!!!!
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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Incantevole
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Da una collaborazione con un vecchio amico, il racconto dello ZENZERO DI NATALE riscritto a 2 tastiere.
Rebecca Barr e Marcus L. Nolde
Le ruote del carrello hanno toccato la pista; tutto vibra! Atterraggio un poco brusco, ma niente di che: mi è capitato di peggio. L’aereo decelera, rulla sul cemento… siamo quasi fermi. Il pilota si dirige al terminal. Si accendono le luci, possiamo togliere le cinture. Il portellone si apre, scendiamo dalla scaletta, ci accoglie l’aria del tropico, dolce e calda. Siamo arrivati,finalmente! Siamo tornati a calpestare con le suole delle nostre scarpe la terra di questa che ormai chiamiamo la nostra isola, il nostro esclusivo rifugio, dove noi due ci rintaniamo quando possiamo concederci qualcosa in più del solito e troppo breve fine settimana; un piccolo angolo di paradiso affacciato sull‘oceano, circondato da morbide sabbie bianche e imponenti rocce nere. So che cosa mi aspetta, e di questo ne sono felice: faremo lunghe camminate tra la vegetazione selvaggia, come ragazzini incoscienti ci lanceremo dagli scogli e nuoteremo coraggiosamente in queste acque in compagnia di pesci predatori, per poi tornare, la sera, nella nostra casa, una piccola deliziosa costruzione ricoperta per intero di calce bianca, e che dall’alto di un poggio brullo e assolato guarda verso il blu dell’oceano... Passiamo il controllo passaporti, nulla da dichiarare, a parte il fatto di essere felici di trovarci di nuovo qui. Poi il controllo bagagli; una rapida occhiata da parte dell’addetto della dogana, il quale ci dice che è tutto a posto. Ci allontaniamo per andare subito nell’ufficio dell‘autonoleggio. Compiliamo il modulo, ritiriamo le chiavi e ci dirigiamo nel parcheggio in cerca della nostra piccola autovettura fuoristrada che abbiamo prenotato... Non prendiamo subito la direzione di casa: prima un veloce salto al mercato; il frigorifero è vuoto e lo dobbiamo per forza riempire, non possiamo rimanere digiuni. Qualche negozietto di specialità alimentari del luogo, la mescita dei vini, spezie, frutta, verdura… ecco, ora abbiamo tutto quello che ci serve, e forse anche di più!L’auto è carica; possiamo partire... Una ventina di minuti di marcia tra strade strette e tortuose, e arriviamo nel nostro eremo felice. Troviamo tutto in ordine e pulito; chi ci cura la casa ha fatto proprio un bel lavoro! Non resta che disfare le valigie. Io ne approfitto subito per togliermi gli abiti civili e diventare una selvaggia, pochi sono i centimetri di stoffa che mi lascio addosso... Siamo in veranda, un paio di bicchieri di vino, peccato che non sia fresco al punto giusto, ma si sa, siamo appena arrivati, ci vuole tempo. Lui mi passa la sua sigaretta, mi chiede se voglio fare un tiro, rinuncio. Lui si alza, rientra in casa, lo sento armeggiare. Dopo un paio di minuti sento le note di Insensatez e poi la voce di Astrud Gilberto, una musica e un canto fantastici, che fanno sognare. Il sole sta calando, a queste latitudini il buioarriva presto... Lui ritorna per godersi gli ultimi istanti di questo tramonto dalle mille luci infuocate. Terminiamo di bere, termina anche la musica; è ora di rientrare, di darsi da fare... Vado in cucina, lui mi raggiunge. Gli dico che per cena avremo pesce: pesce spada allo zenzero, e gli chiedo di aiutarmi. Mentre io mi occupo delle verdure lui si dedica a togliere la buccia ai rizomi dello zenzero. Un sorriso strano è comparso sul suo volto; lo guardo incuriosita. Lui nel frattempo ha terminato di sbucciare una delle radici, e modellandola con il coltellino ne ha ricavato un bastoncino della lunghezza di dieci centimetri. Lo solleva in modo che io lo veda. Gli chiedo che cosa sta facendo, se gli sembra il caso di dedicarsi alla scultura; non immaginavo che vi fosse in lui una vena d’artista; sorrido. Poi lo invito a sbrigarsi perché c’è ancora molto da fare; e che andando avanti di questo passorischiamo di cenare a notte inoltrata. Pare che lui non se ne preoccupi, anzi, mi propone di sospendere per un momento l’attività intorno ai fornelli e mi assicura, mentre mi mostra ancora la radice dello zenzero, che rimarrò piacevolmente sorpresa. È tardi ma sto al gioco, e lo lascio fare. Mi mette le mani sulle spalle e con una leggera pressione mi costringe a voltarmi. Lo vedo mentre dal cassetto prende un tovagliolo, lo arrotola creando una specie di bandana. Me lo appoggia sugli occhi e con un nodo stretto lo legaintorno al mio capo... Sono cieca! Non vedo più nulla!, mi dico, e all’improvviso mi viene da ridere; per tutta risposta lui mi dà un pizzicotto sul sedere e mi invita a rimanere seria… È in piedi, dietro di me. Avverto il suo respiro caldo sul mio collo. Mi sposta i capelli, mi dà un bacio, fascorrere le suemani. Trova il fiocco che chiude il bikini e lo slaccia. Poi la sua mano scende, mi abbassa lo slip...Shhh… mi intima di fare silenzio, e nel mentre fa scorrere qualcosa di misterioso, freddo e umido, lungo la mia coscia. Temo qualcuno dei suoi stupidi scherzi e cerco di spostarmi, ma non riesco: mi blocca col suopeso contro il tavolo... l’oggetto freddo e viscido prosegue il suo viaggio lungo l’interno della mia gamba, disegnando ghirigori senza senso. Poi sento che sale, lui si muove più verso l’alto e al centro, e con esso inizia in maniera sfacciata a esplorare il mio inguine. Lo alza, lo abbassa, lo spinge… ancora non riesco a capire cosa diavolo sia e soprattutto cosa lui abbia in mente di fare... Sto per perdere la calma. Faccio per togliermi da questa posizione e levarmi la benda che ho davanti agli occhi; ma lui non me lo permette, mi anticipa, e senza dire nulla, infila dentro di me l’oggetto misterioso. Non avevo previsto una simile mossa, ho un sussulto. Un brivido mi percorre tutto il corpo, l’oggetto è davvero freddo, ghiacciato… l’oggetto? Ecco cos’è: il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino!… Mi chiede che cosa provo. È freddo, ho solo la forza di rispondere. Lui mi invita ad aspettare, ad avere ancora un attimo di pazienza… Mentre lo muove dentro quella che di me è la parte più intima e segreta, inizio a sentire una specie diprurigine... dopo pochi secondi diventa bruciore e… Oddio! Mi sto bagnando. Lo stimolo aumenta, non fa male, è una sensazione strana, che ha come conseguenza che io continui a bagnarmi… un pungolo nella carne, un misto di tormento e passione. Più mi bagno e più sento che dentro qualcosa mi morde, pizzica;e ciò non fa che aumentare la mia eccitazione. Sono un lago dalle onde gonfie e increspate dal vento, un fiumeimpetuoso dai mille vortici. Sto letteralmente colando, le mie ginocchia tremano, le mie gambe, mi pare abbiano preso la consistenza di un budino. Vacillo… Mi sento di continuo sul punto di venire senza però che questo accada... Sento la sua voce, ma le sue parole mi arrivano come se risalissero dal fondo di un pozzo, da una distanza immensa, confuse; tutto mi vortica intorno; e un delirio dei sensi... Toglie il bastoncino e lo passa sul mio clitoride che inizia furiosamente a pizzicare provocando un‘altra ondata di eccitazione fuori controllo. Fatico a reggermi in piedi. So solo che voglio venire ma non vengo. Mi sto bagnando come non mi era mai successo... Poi, all’improvviso,smette, maledetto… mi lasciainsoddisfatta, ansimante, e con gli occhi ancora bendati. Restaappoggiato a me per impedirmi di muovermi... Il bruciore inizia a scemare, non però la mia voglia insoddisfatta... Mi toglie la benda,mi fa voltare, e dopo avermi dato un bacio mi dice che non possiamo proseguire: c’è la cena da preparare. Sorride, e mentre con aria malandrina mi fa vedere un altro rizoma di zenzeroancora da sbucciare e mi dice che seguiteremo dopo cena... Stordita, sono stordita… aspetterò… più tardi, dopo cena.
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assolutamente, anche se ci sarà sempre chi non capirà neppure una parola
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altomororicco ha aggiunto una reazione
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https://mysecretescape.myblog.it/2018/12/26/lo-zenzero-di-natale/
e questo invece è il racconto che ha dato il via a tutto. Era piaciuto molto e lo riposto per i nuovi arrivati sul mio profilo e nel mio blog 😊
e anche se è stato scritto a Natale lo zenzero va sempre bene 😁
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No non mi avevi detto che ti era piaciuto!
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beautifullmind0 ha aggiunto una reazione
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allora rimedio subito! bellissimo! Brava Reb!
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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https://mysecretescape.myblog.it/2019/02/25/scintille/
Per circa tre settimane non riuscirò a postare altri racconti e sarò molto meno presente
Questo nuovo racconto è più un incipit che un racconto vero e proprio, è un’immagine in cui ci si può ritrovare e che lascia spazio stavolta alla vostra di immaginazione.....
chiudete gli occhi e immaginate.
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ci mancherai!
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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https://mysecretescape.myblog.it/2019/03/12/ritrovarsi-reb-e-ale-5/
sul blog il nuovo racconto
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https://mysecretescape.myblog.it/2019/03/28/salle-de-bain/
non e’ un mio racconto ma di @pierreroche
una dedica che ho apprezzato tantissimo
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Dopo diverse peripezie la pagina Fb dedicata ai racconti ha preso la sua veste definitiva. Nel link il nome corretto per accedere. :)
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Vivere così senza pietà
senza chiedersi perché
come il falco e la rugiada
e non dubitare mai
Non avere alcuna proprietà
rinnegare l'anima
come i sassi e i fili d'erbanon avere identità
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
perduti antichi eroi
noi due che al binario ci diciamo addio
Non volere mai la verità
ottenere l'aldilà
navigare senza vento
migliorare con l'età
C'è un amore che non muore mai
più lontano degli dei a sapervelo spiegare
che filosofo sarei
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
falliti antichi eroi
noi due che al binario salutiamo
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
innamorati eroi
noi due che al binario ci diciamo addio
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere, lo sai
Noi ci siamo amati
divertiti
pervertiti
dimenati
spaventati
rovinati
licenziati, lo saprai
Noi ci siamo persi
ritrovati
poi bucati
c'è un amore che mi lacera la carne
ed ancora tu lo sai
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
c'è un amore che mi brucia nelle vene
e che non si spegne mai
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere, lo sai_Baustelle-
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klaus55bs e ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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È bellissima,anche se la mia preferita resta Le rane
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fleurdelys00 e gero124 ha aggiunto una reazione
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