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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da elvis06081994

  1. Noi credevamo che tutto partisse dalla mente, da dentro, dall'interno.

    
Lasciavamo crescere le idee come i contadini le piante.

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  2.  

  3. Si infrangono per ricominciare 

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  4. In epoca ingenua il valore lo vedevo nelle cose, che erano belle e buone e desiderabili già da sé. Poi è venuta l’epoca in cui il valore del mondo sembrava venir divorato dai mostri segreti del tempo. Il momento in cui ci si sente orfani: il divino è morto e ci ha abbandonato. Il mondo è disincantato. 

Uscire dalla desolazione è stato nello stesso tempo il farsi strada dell’idea che il valore non sia qualcosa di già dato, ma che vada “messo” nella pasta oggettiva del mondo, o vada “educato” da essa: il valore come risultato della cura (che la cultura sia in qualche modo coltura). 

E mi è sembrato che si aprisse un’epoca di seconda innocenza. 

Un’età più consapevole. Mi siedo a considerare nella riflessione prima di gettarmi (o lasciarmi trascinare) nell’azione. Affinché si creino all’interno le condizioni che consentono di “proiettare” valore sulle cose. Che si crei dentro l’immagine buona, che si giri dentro il film giusto in maniera che l’azione diventi non solo sensata, ma anche bella! 

Un’età più leggera. Capace ogni giorno di ripartire. Ripartire da qui, dall’orto di casa. Per avventurarsi nel mondo con la fiducia di chi va a cercar fortuna. E a scoprire. E... costruire. Quasi rinascere ogni giorno - ma senza abbandonare il filo conduttore che lega tra loro gli episodi del passato. Lasciar cadere il retaggio pesante e viscoso del passato, alleggerirmi, senza dimenticare però l’orientamento che mi ha animato da sempre. 

Un’età intenzionalmente più positiva. Che riesce a prendere i tempi come ricchi di infinite possibilità, opportunità, occasioni, quale che sia il primo impatto. Perché il primo impatto è sempre l’immagine del presente visto con gli occhi del passato (uno sguardo che genera un destino di decadenza: in ogni tempo i “vecchi” hanno detto che “ai loro tempi” tutto era migliore). 

Un’età che accoglie dai tempi l’appello all’interiorità e alla cura di sé non per infognarsi in sterile narcisismo che si avvita su se stesso, ma per coltivare il sano narcisismo che rinnova lo sguardo in vista di un’azione positiva e felice. 

Ed ecco che là dove lo sguardo moralistico vede solo degrado e scuote la testa, io voglio vedere opportunità di crescita ed evoluzione. 

Come nell’incertezza, nel fluire di ogni cosa, nel carattere effimero delle conquiste, nella relativa mancanza di rifugi garantiti e durevoli… 

     

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  5. una tira l'altra

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  6. Unica

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  7. ...

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  8.  

    Liberare la malinconia dal destino di tristezza sterile a cui la si condanna. Liberarla e farne una fonte d’ispirazione. La più bella musica jazz cosa sarebbe senza malinconia? La malinconia va suonata, cantata forse, espressa in una maniera straordinaria. 

    E diventa ricchezza della vita, allargamento del cuore, abbandono grandioso al mistero dell’esistenza.

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  9. Per sempre

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  10.  

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  11.  

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  12. ...

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  13.  

  14. Ciao qwerty, piacere di conoscerti. Nuovo nella community?

  15. Ciao a voi ...

    Bene, siamo a fine giugno, la mascherina all'aperto ce l'hanno fatta togliere, "Sit laus domino", si può dire che un certo spiraglio si comincia vedere per il futuro.

    Domani andrò al mare di mattina presto, sono indeciso, devo portare la muta da sub per immersioni oppure una mazza da baseball; forse le porterò tutte e due, le meduse e le mosche cavalline sono di stagione, no? xD

    A presto

  16. Il tempo passa in fretta e ti ruba quello hai...o.O

     

  17. Siamo formichine, d’accordo, che però hanno costruito in una parte di mondo un ambiente vivibile e fornito di potenti strumenti. Siamo un po’ indietro come crescita interiore, le emozioni, i sentimenti, l’atteggiamento creativo e pacificamente costruttivo. Ma non si può non rimanere sbalorditi da ciò che siamo riusciti a costruire.
    Adesso ci rendiamo conto che questa nostra foga costruttiva deve tenere conto delle esigenze del pianeta e forse pensare a trasmigrazioni nel cosmo se continuiamo a moltiplicarci in questo modo. È la Grande Avventura Umana. Stiamo puntando a diventare quegli Dei che abbiamo immaginato fin dalla notte dei tempi. Noi, proprio noi, piccoli uomini, difettosi e zoppicanti.
    Ognuno di noi migliora se stesso (o ci prova) ogni giorno. Ma siamo tutti insieme, anche se ci scanniamo tra noi. Siamo legati tutti quanti da un comune destino. E un po’ per volta impareremo a convivere, collaborare, rispettarci, condividere. Lo faremo perché il contrario è la catastrofe. Ne saremo obbligati. Le nostre piccole storie buone verranno scavalcate dalle potenti storie reali, e saremo noi ad allargare la mente per ospitare la complessità del reale.

     

     

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  18. Giorni infiniti

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  19. Foto :  A . Prokh

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  20. Potrei chiamarlo “la musica della vita” o “lo charme del tempo”. 

    

Immagino che sia qualcosa di vivo, che ama sostare dietro la buccia delle cose, diventando in tal modo l’oscuro oggetto del desiderio. Ciò che muove irresistibile il cuore e rende perfetti gesti del tutto naturali. 



    Sì, vorrei entrare in contatto col segreto che anima ogni cosa, con quel di più che dà senso alla poesia. 

    

Senza passare per rituali esoterici, e pratiche occulte. 

    

Ci vorrei arrivare con i miei occhi, con le mie orecchie, con le mie mani, con la mia pelle, con la mia capacità di sentire. 



    Senza uscire dalla vita quotidiana, dai gesti semplici, di ogni giorno, dalle parole che uso con gli amici, dai movimenti delle braccia, dal camminare tranquilla, dall’entusiasmo infantile. 
Dal gioco ispirato alla gioia di essere al mondo. 

    

Innamorata dei contorni delle cose, dei colori del tempo, del fruscio del vento e dello sciabordio delle acque. 



    Trepidante quando ascolto il suono delle parole umane, le inflessioni emotive del discorso, quando vedo quella luce in occhi da cerbiatta, e sentire che tutto è vivo sotto le mie mani.

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  21. Ci sono luoghi che non abbandonerai mai. Tornare è come l'abbraccio di un caro amico. 

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  22. Gli Illiri furono i primi ad entrare nell'età del ferro,verso il 1100 a.C. e quindi si trattava di una civiltà molto evoluta. Le loro conquiste e la loro forza si debbono anche all'uso di un metallo rivoluzionario per l'epoca.

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  23. 👍👍👍👍👍👍👍👍B| 👋

  24.  

  25.