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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da beautifullmind0

  1. Ricordando  il Sahara - 1978 tornando da Touggourt

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  2.  

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  3. lo avevo promesso uno è finito

    buona domenica dal Su-47 berkut aquila reale

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  4. ecco il secondo terminato

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  5. un saluto a un grande interprete

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  6. oggi è scomparso un altro grande del nostro cinema teatro tv

    R.I.P.

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  7. LA VERA STORIA DI NIGHTMARE

     

    Chi di voi non ha mai visto almeno uno dei tanti film di Nightmare? Li ricordate a memoria o quasi, vero? 

     

    Quello che molti non sanno però, è la vera storia che ha ispirato il film portato nelle sale cinematografiche da Wes Craven nel 1984. Il regista infatti ebbe l'idea basandosi su una storia di cronaca letta sul Los Angeles Time. 

     

    L’articolo parlava di una famiglia che scappata dai campi di sterminio in Cambogia, era riuscita a raggiungere gli Stati Uniti d’America dove finalmente aveva trovato serenità e sicurezza. 

     

    Questo momento idilliaco però non durò molto, in quanto improvvisamente il figlio più giovane fu colpito da una strana malattia, praticamente ogni volta che si addormentava faceva sogni molto inquietanti. 

     

    Il ragazzo raccontò ai suoi genitori di avere molta paura perché nel sonno una strana creatura gli dava la caccia, aggiungendo inoltre che non avrebbe più dormito in quanto temeva per la propria vita. 

     

    Dopo due giorni però, cedendo alla stanchezza si addormentò, per tutto il pomeriggio e la sera non accadde nulla, il giovane dormì serenamente e i genitori speranzosi, pensarono che i disturbi del figlio fossero finiti, ma non fu così.

     

    Nel cuore della notte sentirono il ragazzo urlare, quando si precipitarono nella stanza, lo videro dimenarsi nel letto come se stesse combattendo contro qualcosa, cercarono di svegliarlo, di parlargli, ma inutilmente, e proprio come lo stesso giovane temeva e aveva confidato ai genitori, morì nel bel mezzo di un incubo. 

     

    Da questa vera e triste storia di cronaca, nacque l’incubo chiamato Freddy Kruger, il terrificante e spietato serial killer dei sogni.

     

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  8. LA MALEDIZIONE DEL COLONNELLO BUCK 

     

    Questa è la storia di Jonathan Buck, colonnello nordista veterano della guerra d’indipendenza, nonché uno dei fondatori della cittadina di Bucksport nel Maine, e reso famoso da una maledizione pronunciata da una donna condannata a morte sul rogo per stregoneria. 

     

    Il colonnello Buck, persona importante e facoltosa, aveva una cameriera molto carina e siccome era noto per avere un debole per le belle donne, non passò molto prima che tra i due nascesse qualcosa. 

     

    Tutto procedeva in modo tranquillo, l’amore sembrava avere la meglio, sino quando però la donna rimase incinta e mise alla luce un bambino deforme, a questo punto il colonnello non volendone sapere e troncando la relazione, la cacciò via di casa assieme al figlio. 

     

    La donna nel corso degli anni continuò a far pressione su Buck affinché si assumesse le sue responsabilità di padre, ma il colonnello stanco di queste pressioni e delle critiche pubbliche mossegli dalla donna, mise in giro una voce, sostenendo che in realtà fosse una strega. 

     

    Nel giro di poco tempo questa stupida diceria, messa in giro per giustificare la sua insensibilità, divenne qualcosa di più, divenne credenza, tanto che un giorno i cittadini inferociti condussero la donna dinanzi al colonnello per sottoporla a giudizio.

     

    Buck non aspettava altro e senza pensarci molto emise la sua sentenza di morte e come se non bastasse, obbligando il figlio ad assistere al barbaro spettacolo. 

     

    La donna prima di essere giustiziata, lanciò una maledizione, urlando al colonnello che avrebbe portato con se il marchio di quell’ingiustizia per l’eternità ma mentre bruciava, una gamba staccandosi dal corpo e rotolando fuori dal rogo, fermò la sua corsa proprio vicino al figlio che impietrito, assisteva a quello spettacolo disumano. Il ragazzo afferrato la gamba della madre scappò via e da allora nessuno lo rivide più. 

     

    Nel 1795 il colonnello Buck morì, quella triste storia sembrava ormai lontana e le parole pronunciate dalla donna arse con lei, sino a quando una strana forma apparve sulla lapide del colonnello, forma che a ben vederla, sembrava proprio una gamba di donna. 

     

    A quel punto i cittadini, increduli e intimoriti, cominciarono a ricordare quanto accaduto durante il rogo e come a volersi pulire la coscienza, lavarono subito la lapide ma inutilmente, l’immagine “naturale” non andò via. 

     

    I nipoti di Buck nel 1852 decisero di frantumarla e sostituirla, ma l’immagine della gamba riapparve anche sulla nuova lapide, dove ancora oggi, ricorda la triste storia di una povera ragazza derubata della vita e dei suoi sogni di madre dal crudele colonnello.

     

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  9. - Dove vai?

    - A una festa.

    - Ti pare il caso?

    - Perché?

    - Come perché? Perché c'è Godzilla.

    - Chi?

    - Godzilla.

    - Non ho presente.

    - Non hai presente la creatura che ha devastato mezza città?

    - Ah, ho capito, te dici il mostro spaventoso. Scusa, l'avevo rimosso.

    - Ha spazzato via un bel pezzo della nostra metropoli. Centinaia di migliaia di morti.

    - Probabilmente è perché non faccio più la solita strada per andare in centro, adesso passo per dove stava una volta Blockbuster, hai presente? Vicino al Compro Oro?

    - Sì.

    - Ecco, passo di lì. Magari non l'ho notato per quello.

    - È una lucertola alta centocinquanta metri.

    - Va be', hanno pure fatto un sacco di rotonde nuove se è per questo, mo non è che posso star lì a segnarmi tutte le modifiche del piano regolatore. Ho una vita.

    - Ecco, proprio per questo è il caso che tu non vada a sta festa.

    - Perché?

    - Godzilla.

    - Ah già, m'ero scordato. Va be', però son pure passati tre mesi.

    - In che senso?

    - Nel senso che son tre mesi che sto Godzilla ci passeggia sopra, non è che adesso possiamo cambiare vita per una cosa così.

    - Questa è proprio il tipo di cosa per cui dobbiamo cambiarla la vita.

    - Accomodati. Io non voglio rinunciare alle mie abitudini e ai miei svaghi solo perché c'è un rettile atomico che polverizza gli edifici. Rettile di cui per altro ho sempre e solo sentito parlare.

    - Cosa intendi?

    - Che, a essere sinceri, io sto Godzilla l'ho visto alla TV e basta. Le macerie, la devastazione, la coda che sferza i carri armati. Personalmente non ho mai avuto il piacere di trovarmici faccia a faccia.

    - Probabilmente non saresti qui se avessi avuto il piacere.

    - Dimmi una persona che conosciamo che ha visto Godzilla.

    - Il signor Pozzobon.

    - Il signor Pozzobon si inventerebbe qualsiasi cosa per attaccare bottone.

    - È morto.

    - Oh dio, e come è successo?

    - Una lucertola di centocinquanta metri lo ha calpestato.

    - Un'altra?

    - La stessa, idiota! Godzilla! È morto perché Godzilla gli ha livellato il soggiorno con lui dentro e ha raso al suolo il resto della sua casa.

    - La casa del signor Pozzobon era vecchia, magari è crollata da sola.

    - L'ha ucciso Godzilla.

    - Non abbiamo prove che sia stato proprio…

    - Le sue ultime parole sono state “mio dio Godzilla! È Godzilla!”

    - Ma che ne sai, magari aveva qualcosa già di suo. Delle patologie pregresse.

    - Dici prima di finire al centro di una gigantesca impronta tridattile?

    - Magari soffriva di cuore ed è quello che l'ha ammazzato.

    - Magari sei un coglione ed è quello che ti tiene in vita.

    - Ma poi non l'avevamo ucciso sto Godzilla? Non gli avevamo tirato contro le cose… le testate nucleari?

    - Sì, ma l'hanno solo spinto un po' lontano dal centro città, verso il quartiere spagnolo e quello francese.

    - E allora sticazzi, dai! Stanno a otto fermate d'autobus da qua. Non è mica zona nostra.

    - Sempre città è.

    - Va be', ammettiamo che ci sia questo Godzilla e che stia distruggendo una prozione della cerchia urbana. Io sono tranquillo.

    - Perché?

    - Come perché? Non sono mica asiatico.

    - Scusa?

    - Ma dai, da che mondo è mondo, Godzilla attacca solo giapponesi e al massimo coreani se sbaglia lo svincolo. Io sono caucasico, io non lo becco Godzilla, è una questione biologica, di stopposità della carne. L'ha detto pure il telegiornale.

    - No, veramente s'è detto che magari all'inizio pigliava più facilmente gli asiatici, ma adesso non fa distinzioni.

    - Ah no?

    - Ieri ha vaporizzato un ragazzino.

    - Un ragazzino di Osaka?

    - Un ragazzino italiano.

    - Ah. Va be', cose che capitano. Ma non possiamo farci intimidire così facilmente.

    - Dici da una lucertola di centocinquanta metri?

    - Eh no! Se noi abbiamo paura, Godzilla vince.

    - Se noi abbiamo paura, sopravviviamo. È così che la razza umana ha campato per millenni, con la paura. Non comportandosi come dei cazzoni irresponsabili. Da quand'è che non vogliamo più avere paura? Tutto l'anno la meniamo con le paure più stronze e irrazionali, ci ricamiamo sopra odio e paranoie di ogni tipo, e quando finalmente c'è qualcosa di serio, che vale la pena odiare e per cui essere paranoici, tu te ne vai a ballare?

    - Non è ballare. È esprimermi artisticamente attraverso la danza e Benny Benassi.

    - È provato che quella creatura mostruosa avverte le vibrazioni del terreno provocate per esempio, non lo so, da un impianto stereo gigantesco. Vi troverà e vi spazzerà via e poi si farà strada per il resto della città lasciando dietro di sé una scia di lutto e devastazione!

    - …

    - …

    - Posso dirti una cosa?

    - Cosa?

    - Secondo me tu di questa faccenda di Godzilla ne stai facendo un po' una malattia.

  10. Benvenuto Fra! :) mi ricordi un personaggio dello spettacolo, ma non mi viene in mente chi

  11. Sai Ellie, anni fa ho visitato il Parco di Bomarzo, la cosa che ricordo meglio è la sensazione stranissima che ho provato nella torre storta. Fa quasi stare male. Hai mai visitato questo Parco?

  12. Da un po' di tempo ho deciso anch'io, come tante altre persone e come @fleurdelys00, che è giunta l'ora di dare tregua alla Terra. Tra le altre cose, sto facendo degli acquisti mirati, l'ultimo dei quali sono i sacchetti per il freezer riutilizzabili e resistenti. Cerco una foto e la metto nei commenti. C'è qualcuno che li sta già usando? Se sì, come vi state trovando? 

  13. Ehi Nebbia! Ho visto solo ora che tiri con l'arco. Com'è? Ho sempre desiderato provare questo sport, lo consigli? 

  14. Ehi Nebbia! Ho visto solo ora che tiri con l'arco. Com'è? Ho sempre desiderato provare questo sport, lo consigli? 

  15. la prossima sfida sarà.....................

    ...........

    ...........

    preparare i fonzies in casa!

    Ci riuscirò?

  16. Ma dimmi un po', Gianni, il mare di Pisa com'è? Non l'ho mai visto

    ps come stai? Buon pomeriggio!

  17. Secondo me potrebbe piacerti Lefotochehannofattounepoca, un profilo IG dove vengono pubblicate foto che hanno fatto la storia. Alcune sono molto particolari, altre non le conoscevo, altre ancora sono impossibili da dimenticare. La cosa ancora più bella è che viene spiegata la foto. Aggiornami ;) 

  18. Da un po' di tempo ho deciso anch'io, come tante altre persone e come @fleurdelys00, che è giunta l'ora di dare tregua alla Terra. Tra le altre cose, sto facendo degli acquisti mirati, l'ultimo dei quali sono i sacchetti per il freezer riutilizzabili e resistenti. Cerco una foto e la metto nei commenti. C'è qualcuno che li sta già usando? Se sì, come vi state trovando? 

  19. E BUONA DOMENICA

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  20. Questa foto è stata scattata nel 1992 in Georgia durante un raduno del Ku Klux Klan, il bambino come potete vedere indossava l'abito tipico del movimento razzista americano, eppure non ebbe alcun problema ad avvicinarsi e giocare con lo scudo di un poliziotto di colore. 

     

    Questa immagine fa tornare alla mente una frase di Mandela: "Nessuno nasce odiando un altro per il colore della sua pelle, la sua storia o la sua religione. Le persone debbono imparare ad odiare, e se possono imparare ad odiare può essere loro insegnato anche ad amare, perché per la natura umana l’amore è un sentimento più naturale dell’odio"

     

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  21. Chi non ha mai giocato al calcio balilla quando era piccolo/a? Per me è stato uno dei giochi preferiti quando uscivo con la compagnia e ho sempre desiderato averne uno a casa, ma dove metterlo? ho quindi pensato di farne un tavolo, pensavo di coprirlo e scoprirlo con qualcosa, così posso usarlo come, appunto, tavolo e quando voglio posso giocarci. Ma già vedo le gambe di tutti i commensali piene di lividi a causa delle stecche. Voi avete delle idee?

     

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  22. Chi non ha mai giocato al calcio balilla quando era piccolo/a? Per me è stato uno dei giochi preferiti quando uscivo con la compagnia e ho sempre desiderato averne uno a casa, ma dove metterlo? ho quindi pensato di farne un tavolo, pensavo di coprirlo e scoprirlo con qualcosa, così posso usarlo come, appunto, tavolo e quando voglio posso giocarci. Ma già vedo le gambe di tutti i commensali piene di lividi a causa delle stecche. Voi avete delle idee?

     

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  23. Chi non ha mai giocato al calcio balilla quando era piccolo/a? Per me è stato uno dei giochi preferiti quando uscivo con la compagnia e ho sempre desiderato averne uno a casa, ma dove metterlo? ho quindi pensato di farne un tavolo, pensavo di coprirlo e scoprirlo con qualcosa, così posso usarlo come, appunto, tavolo e quando voglio posso giocarci. Ma già vedo le gambe di tutti i commensali piene di lividi a causa delle stecche. Voi avete delle idee?

     

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  24. la prossima sfida sarà.....................

    ...........

    ...........

    preparare i fonzies in casa!

    Ci riuscirò?