Museo della Biodiversità e della Cultura delle Cascate di Tequendama, Colombia.
Ex Hotel abbandonato, come si nota dalla foto (prima di essere ristrutturato), che si prestava a tante storie di fantasmi.

 “Il fiume e l’oceano”
 poesia di Kahil Gibran 
“𝐃𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐫𝐞
𝐈𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐭𝐫𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚.
𝐀 𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨
𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨,
𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢𝐜𝐢, 𝐥𝐞 𝐦𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐧𝐞,
𝐢𝐥 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐭𝐮𝐨𝐬𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐨
𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐥𝐞 𝐞 𝐯𝐢𝐥𝐥𝐚𝐠𝐠𝐢.
𝐄 𝐯𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐚 𝐬𝐞' 𝐮𝐧 𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐬i' 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞
𝐜𝐡𝐞 𝐚 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐥𝐮𝐢 𝐩𝐮o' 𝐬𝐨𝐥𝐨
𝐬𝐩𝐚𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞.
𝐌𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜’è 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐦𝐨𝐝𝐨.
𝐈𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐮o' 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨.
𝐍𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐨 𝐩𝐮𝐨' 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨.
𝐓𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 è 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚.
𝐈𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚
𝐞 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨.
𝐒𝐨𝐥𝐨 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨
𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐧𝐮𝐢𝐫𝐚'
𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞' 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐬𝐚𝐩𝐫𝐚'
𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐬𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨
𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐨𝐜𝐞𝐚𝐧𝐨.”

la felicità è fatta di piccoli momenti condivisi..

Goodmorning folks!

buona sera!

Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte. 
- Edgar Allan Poe
 

L'Arte della Conversazione, 1963
RENÈ MAGRITTE
( ovvero quella splendida sensazione che si prova parlando con alcune, rare persone )

Anche lei non scherzava a voce e interpretazione. 
 

There's only one answer that matters
Even if your heart has been shattered
Whatever you want, whatever you are after
Love is still the answer
Love is still the answer
 
 

"Anche se la finestra è la stessa, non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose: la veduta dipende dallo sguardo." (Alda Merini)

ehm...serena notte!

Come tutti mi sento un po’ imbranata di fronte al cambiamento, ma preferisco l’avventura dell’apprendere alla nostalgia del passato.
 
 

Mi trovo, come tutti, invischiata in schemi d’interpretazione e comportamento che vengono dal passato. Ma sento il bisogno di esser io e di aprirmi una strada autonoma e sensata. Dotata di valore. Valore sentito.

Le prediche che vengono dal passato mi sembrano prigioni. 
Catone il Censore non è tra i miei idoli. 

La guida, allora, è dentro: il sogno e la consapevolezza. E la coscienza.  

E la necessità (e il desiderio) di esplorare, tentare, scommettere. 
Per la gioia di essere al mondo.

C’è chi studia il mondo – e io gliene sono grata. E c’è chi studia se stesso - e io sono di questi.

Io credo nella vita che va avanti. E faccio la mia parte. Senza ascoltare prediche.
 
 

 

L’anima non è sempre con me. Ma spesso mi visita nei miei soliloqui. 
E so che quando parlo con lei io parlo con tutti.
 
 
 
   
 
 

L’aeroplano vola nel pomeriggio svogliato; e non dà l’impressione di voler atterrare: certo, scende d’un po’, ma (subito!) riprende la quota. Allora, io guardo laggiù, nel fondo: sotto al cielo, tra il verde e le colline, ci sono due uomini in piedi, con indosso impermeabili chiari, benché non guizzi nemmeno una pulce assetata di pioggia.
Sono professionisti, quei due: fanno il sopralluogo del campo là in fondo, inclinato a piombo sul lago. Ieri, il campo garriva del mais alto ormai già maturo. Oggi, invece, eccola lì, la terra: ridotta a creta arsa, a mondo non ancora in uso: a niente, cioè.
Fermi in piedi dentro lo spazio d’abisso, i due hanno intorno illimitato silenzio, e bisbigliano senza suoni.
Quei due non possono neanche più captare l’aereo volante.
D’un tratto, salta fuori un cellulare, uno dei due mi chiama: - È una soffitta del tempo - mi dice - Non credo che decideremo d’uscirne -.