- Uomo
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- Lecce (LE)
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Una persona è un mistero. Anche quando ti gira per casa, anche quando la frequenti da tempo. Non puoi rinchiuderla in una definizione. Non puoi incorniciarla. Perché la perdi.
– Una finestra! – disse.
– Una finestra? – chiesi.
– La chiamo la buccia del mondo…
– La buccia del mondo…?
– Quello che vedi è la buccia. Una persona la incontri se incontri la sua anima. Si dice così in quasi tutte le lingue…
– Incontrare l’anima di un altro…
– Questo è possibile se la buccia del mondo diventa una finestra. Può succedere.
Mi rendevo conto del significato della metafora che Pietro stava mettendo in campo.Sapevo che la buccia del mondo poteva nascondere e impedire l’incontro. Oppure poteva diventare una finestra per accedere e accogliere l’anima di un altro.
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Buon inizio settimana ragazzi
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Una persona è un mistero. Anche quando ti gira per casa, anche quando la frequenti da tempo. Non puoi rinchiuderla in una definizione. Non puoi incorniciarla. Perché la perdi.
– Una finestra! – disse.
– Una finestra? – chiesi.
– La chiamo la buccia del mondo…
– La buccia del mondo…?
– Quello che vedi è la buccia. Una persona la incontri se incontri la sua anima. Si dice così in quasi tutte le lingue…
– Incontrare l’anima di un altro…
– Questo è possibile se la buccia del mondo diventa una finestra. Può succedere.
Mi rendevo conto del significato della metafora che Pietro stava mettendo in campo.Sapevo che la buccia del mondo poteva nascondere e impedire l’incontro. Oppure poteva diventare una finestra per accedere e accogliere l’anima di un altro.
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Ciao Mauri, piacere di conoscerti... bella casa quella nell'immagine da copertina , sei un architetto?
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sono io, solo e soltanto io con un mare di difetti, pochi pregi e tanta voglia di lavorare e di sentirmi vivo, poi............... Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere ... Mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io, vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate ...!!! Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io...!!! Ognuno ha la propria storia! E solo allora mi potrai giudicare!
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Ciao Mauri, piacere di conoscerti... bella casa quella nell'immagine da copertina , sei un architetto?
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Ogni volta che provo gli abiti neri, mi piace molto ascoltare questa traccia! mi aiuta nella scelta! ve la ricordate?
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La delicatezza di questa canzone mi sorprende semrpe!
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Un film della vita
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini.
Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse.
E forse è proprio quello che devono fare.
Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà.
La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere.
“La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film.
Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi.
La realtà dunque non è quell’oggetto che la macchina fotografica cerca di cogliere, ma è il film che le nostre inquadrature costruiscono.
Le “nostre” vuol dire le mie e quelle degli altri.
E abbiamo perfino scoperto che anche l’osservatore non è così inerte e passivo come si poteva pensare nell’era dell’innocenza. La sua percezione lavora segretamente alla costruzione del suo proprio film.
Scoprire questo è entrare di colpo nel mondo dell’arte. -
Ogni primavera suscita una qualche forma di slancio nel cuore. La natura ci ha dato gli esempi e le metafore per le stagioni della vita. Immersi nell’evoluzione delle cose noi cantiamo il miracolo della giovinezza. E speriamo che si riproduca nello spirito quello che un tempo conoscemmo con il corpo.
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Un film della vita
Una volta mi bastava leggere tre quotidiani al giorno per avere la certezza, o quasi, di essere in contatto con la realtà. Oggi è piuttosto diverso. Sono disincantata. C’è tanta televisione, tanto internet, tante immagini.
Nell’epoca ingenua le immagini dovevano mostrare la realtà, poi hanno finito per chiarire che mostravano innanzitutto se stesse.
E forse è proprio quello che devono fare.
Alla fine dobbiamo liberarci dall’idea che le immagini, ma anche le parole, mostrino qualcosa che si chiama realtà. Le nostre parole (e le nostre immagini) non mostrano: costruiscono la nostra realtà.
La vecchia “realtà” è diventata “la cosa”. Ed è come se “la cosa” fosse lì, perennemente disponibile a mettersi in posa per noi. Apparentemente sotto la nostra direzione – poi è da vedere.
“La cosa” è una miriade di comparse disponibili alla lavorazione del nostro film.
Rovesciamento: non viviamo più nel mondo delle cose: tendiamo a vivere nel film costruito da noi.
La realtà dunque non è quell’oggetto che la macchina fotografica cerca di cogliere, ma è il film che le nostre inquadrature costruiscono.
Le “nostre” vuol dire le mie e quelle degli altri.
E abbiamo perfino scoperto che anche l’osservatore non è così inerte e passivo come si poteva pensare nell’era dell’innocenza. La sua percezione lavora segretamente alla costruzione del suo proprio film.
Scoprire questo è entrare di colpo nel mondo dell’arte.