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Oggi non c'è sole intorno a me
Salvami risplendi e scaldami
Voglio il sole
Cerco nuova luce nella confusione di un guaglioneE oggi è come ieri
Ma forse è un'impressione frutto della mente di un guaglione
Sarà che non c'è il sole
Sarà che tutto sembra resti uguale
Sarà quel che sarà sono preso male
Ma nessuno chiama e non so chi chiamare
Cerco di schiodarmi e penso solo a quello che ho da fare
Uh Gesù Gesù
Sono io la vittima dei demoni che tornano e che vengono a tirarmi giù
I miei cattivi pensieri che mi aspettano braccano
Parlano e parlano
Dove sono I raggi che scaldavano un guaglione?
Neffa "Aspettando il sole"-
Hai assolutamente ragione, la cosa più impegnativa per me è non lasciarmi comandare dalle mie emozioni, ma ci sto lavorando
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londoncalling6 ha aggiunto una reazione
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Passato fuso col presente chiude gli occhi al futuro
Quando il passato riesce a infestare la capacità di pensiero, si crea un meccanismo di continuo paragone col presente, ad esempio come non potrà mai essere come vent’anni fa, vuoi per cause di forza maggiore come per la dipartita di persone care, o più semplicemente perchè le cose mutano, cambiano come le stagioni, fanno cadere le foglie dagli alberi per poi farli ritornare floridi e con fiori bellissimi e frutti ancor più buoni, vedi i ciliegi. Ma allora, cos’è che fa inceppare il meccanismo della naturale maturazione e l’accettazione del progresso e quindi il conseguente avanzare del tempo e della vita? Forse la paura di lasciarsi indietro gli altri? La paura di fare errori e la conseguente ansia del poter rimediare? La paura di invecchiare e quindi di morire e quindi sostanzialmente della fine, la fine del tempo…Non ne sono sicura, queste domande che mi pongo mi fanno friggere il cervello, so che la risposta sta nel vivere, bisogna vivere il presente, senza pensare al passato, ciò che è stato non torna, anche questo secondo appena passato è andato e non bisogna pensare al futuro con troppe pretese, pianificando ogni attimo o ogni prospettiva perchè potrebbero cambiare le carte in tavola da un momento all’altro lasciandoci in mano un pugno di sabbia. L’unica cosa che penso di voler fare è solo ciò che mi sembra rispettoso per le mie scelte del momento senza danneggiare il prossimo cercando di imparare dagli errori passati e non sperando troppo nel futuro, perchè procrastinare non serve a nulla.
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Il corvo
Era una cupa mezzanotte e mentre stanco meditavo
Su bizzarri volumi di un sapere remoto,
Mentre, il capo reclino, mi ero quasi assopito,
D'improvviso udii bussare leggermente alla porta.
"C'è qualcuno" mi dissi " che bussa alla mia porta
Solo questo e nulla più. "
Ah, ricordo chiaramente quel dicembre desolato,
Dalle braci morenti scorgevo i fantasmi al suolo.
Bramavo il giorno e invano domandavo ai miei libri
Un sollievo al dolore per la perduta Lenore,
La rara radiosa fanciulla che gli angeli chiamano Lenore
E che nessuno, qui, chiamerà mai più.
E al serico, triste, incerto fruscio delle purpuree tende
Rabbrividivo, colmo di assurdi tenori inauditi,
Ebbene ripetessi, per acquietare i battiti del cuore:
"È qualcuno alla porta, che chiede di entrare,
Qualcuno attardato, che mi chiede di entrare.
Ecco: è questo e nulla più"
Poi mi feci coraggio e senza più esitare
"Signore, " dissi "o Signora, vi prego, perdonatemi,
Ma ero un po' assopito ed il vostro lieve tocco,
Il vostro così debole bussare mi ha fatto dubitare
Di avervi veramente udito". Qui spalancai la porta:
C'erano solo tenebre e nulla più. "
Nelle tenebre a lungo, gli occhi fissi in profondo,
Stupefatto, impaurito sognai sogni che mai
Si era osato sognare: ma nessuno violò
Quel silenzio e soltanto una voce, la mia,
Bisbigliò la parola "Lenore" e un eco rispose:
"Lenore". Solo quello e nulla più.
Rientrai nella mia stanza, l'anima che bruciava.
Ma ben presto, di nuovo, si udì battere fuori,
E più forte di prima. "Certo" dissi "è qualcosa
Proprio alla mia finestra: esplorerò il mistero,
Renderò pace al cuore, esplorerò il mistero.
Ma è solo il vento, nulla più. "
Allora spalancai le imposte e sbattendo le ali
Entrò un Corvo maestoso dei santi tempi antichi
Che non fece un inchino, né si fermò un istante.
E con aria di dame o di gran gentiluomo
Si appollaiò su un busto di Palladie sulla porta
Si posò, si sedette, e nulla più.
Poi quell'uccello d'ebano, col suo austero decoro,
Indusse ad un sorriso le mie fantasie meste,
"Perché" dissi "rasata sia la tua cresta, un vile
Non sei, orrido, antico Corvo venuto da notturne rive.
Qual è il tuo nome nobile sulle plutonie rive? "
Disse il Corvo: "Mai più".
Ma quel corvo posato solitario sul placido busto,
Come se tutta l'anima versasse in quelle parole,
Altro non disse, immobile, senza agitare piuma,
Finché non mormorai: "Altri amici di già sono volati via:
Lui se ne andrà domani, volando con le mie speranze"
Allora disse il Corvo: "Mai più".
Trasalii al silenzio interrotto da un dire tanto esatto,
"Parole" mi dissi "che sono la sua scorta sottratta
A un padrone braccato dal Disastro, perseguitato
Finché un solo ritornello non ebbe i suoi canti,
Un ritornello cupo, i canti funebri della sua speranza:
Mai, mai più".
Rasserenando ancora il Corvo le mie fantasie,
Sospinsi verso di lui, verso quel busto e la porta,
Una poltrona dove affondai tra fantasie diverse,
Pensando cosa mai l'infausto uccello del tempo antico.
Cosa mai quel sinistro, infausto e torvo anomale antico
Potesse voler dire gracchiando "Mai più".
Sedevo in congetture senza dire parola
All'uccello i cui occhi di fuoco mi ardevano in cuore;
Cercavo di capire, chino il capo sul velluto
Dei cuscini dove assidua la lampada occhieggiava,
Sul viola del velluto dove la lampada luceva
E che purtroppo Lei non premerà mai più.
Parve più densa l'aria, profumata da un occulto
Turibolo, oscillato da leggeri serafini
Tintinnanti sul tappeto. "Infelice" esclamai "Dio ti manda
Un nepente dagli angeli a lenire il ricordo di Lei,
Dunque bevilo e dimentica la perduta tua Lenore! "
Disse il Corvo "Mai più".
"Profeta, figlio del male e tuttavia profeta, se uccello
Tu sei o demonio, se il maligno" io dissi "ti manda
O la tempesta, desolato ma indomito su una deserta landa
Incantata, in questa casa inseguita dall'Onore,
Io ti imploro, c'è un balsamo, dimmi, un balsamo in Galaad? "
Disse il Corvo: "Mai più".
"Profeta, figlio del male e tuttavia profeta, se uccello
Tu sei o demonio, per il Cielo che si china su noi,
Per il Dio che entrambi adoriamo, dì a quest'anima afflitta
Se nell'Eden lontano riavrà quella santa fanciulla,
La rara raggiante fanciulla che gli angeli chiamano Lenore".
Disse il Corvo: "Mai più".
"Siano queste parole d'addio" alzandomi gridai
"uccello o creatura del male, ritorna alla tempesta,
Alle plutonie rive e non lasciare una sola piuma in segno
Della tua menzogna. Intatta lascia la mia solitudine,
Togli il becco dal mio cuore e la tua figura dalla porta"
Disse il Corvo: "Mai più".
E quel Corvo senza un volo siede ancora, siede ancora
Sul pallido busto di Pallade sulla mia porta.
E sembrano i suoi occhi quelli di un diavolo sognante
E la luce della lampada getta a terra la sua ombra.
E l'anima mia dall'ombra che galleggia sul pavimento
Non si solleverà "Mai più" mai più.-
Adoro!
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emozioni-sparse ha aggiunto una reazione
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Anche lui nei live è una bomba!!! L'ho sentito fare un tributo a Bob è impressionate sembra lui!
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wow!
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emozioni-sparse ha aggiunto una reazione
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Frankie HI-NRG MC Quelli che ben pensano
Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi
A far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo
Il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile
La posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere
E non far partecipare nessun altro
Nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro
Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili
Perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibiliSono tanti, arroganti coi più deboli
Zerbini coi potenti, sono replicanti
Sono tutti identici, guardali
Stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere
Come lucertole s'arrampicano
E se poi perdon la coda la ricomprano
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno
Spendono, spandono e sono quel che hannoSono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglioE come le supposte abitano in blisters full-optional
Con cani oltre i 120 decibel e nani manco fosse Disneyland
Vivono col timore di poter sembrare poveri
Quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano, poi lo comprano
In costante escalation col vicino costruiscono
Parton dal pratino e vanno fino in cielo
Han più parabole sul tetto che San Marco nel VangeloSono quelli che di sabato lavano automobili
Che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli
Medi come i ceti cui appartengono
Terra-terra come i missili cui assomiglianoTiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano
E poi s'impastano su un albero
Nasi bianchi come Fruit of the Loom
Che diventano più rossi d'un livello di DoomSono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglioOgnun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica
Mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano
Altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero
Mani lisce come olio di ricino
Mani che brandisco Manganelli, che Farciscono Gioielli
Che si alzano alle spalle dei Fratelli
Quelli che la notte non si può girare più
Quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan La TV
Che fanno i boss, che compra Class
Che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di Plastica
Che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara
Ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera
Quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna neraSono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio -
Sembra che tutto perda senso in questo giorno orrendo! Nebbia nera nella mente che ti annienta dentro!
Il tuo encefalo necrotizzato spurga dalle cavità del teschio e dentro una voce che ti sta mentendo!
Dice che va tutto bene e la salvezza è vicina!
Ombre nere sopra il bus delle 6 di mattina!
E finalmente quando pensi sia finita
Ti riportano a 'sta morte apparente che voi chiamate vita!Tratto da : Cane - DSA COMMANDO
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Menù di Pasqua!
Antipasti:
Panissa condita
Tortino di zucchine con salsa di pesto
Primo:
Ravioli di carne al ragù
Secondo:
Coniglio alla ligure
Dolce:
Apriremo le uova
Cosa ne pensate?