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Ed è di nuovo dicembre, le fiabe prendono vita...
Arriva dicembre... Tempo di mandarini e atmosfera
... Vesti l'albero di Natale, nascondi sotto di esso
tutte le ansie e le lamentele, metti la tua musica
preferita, ed inizia a ballare …
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C’è una figura de I Ching – Il Seguire – che esercita su di me una certa attrazione. Seguire è un po’ l’arte di navigare con la vita, lasciarsi guidare, lasciarsi portare. Ma non in maniera passiva e da vittima.
È forse un modo di procedere che, tutto sommato, richiede meno sforzo. Non è una lotta contro qualcosa. È un andare attivamente dietro i segnali che trovi tra le cose, negli eventi, nella vita – per dirla con una parola generica.
Apparentemente il “seguire” è una rinuncia. Rinuncia a qualcosa che nella nostra cultura ha un certo apprezzamento: la volontà di imporre al destino le proprie decisioni, i propri progetti, la realizzazione dei propri obiettivi.
Ma è un’apparenza.
Di fatto è un modo di procedere che sceglie la linea di minore resistenza. Un po’ come fa l’acqua nel seguire la pendenza, colmando ogni avvallamento, e continuando a scorrere verso il mare. Evitando lo scontro, colloca la propria energia nelle circostanze della vita, in uno scenario di alleanza e di sinergia.
Io non sono una conoscitrice del mondo e del mercato. Non saprei dare dei consigli di sostanza a chi vuole sfondare in un certo campo, o vincere in borsa. Non saprei proprio da dove cominciare se mi chiedessi come fare a diventare miliardaria.
Ho imparato un po’ a gestire il mio umore, a rigenerare le energie, a ritrovare l’innocenza, la meraviglia, il gusto per le cose che faccio, ogni giorno. Si tratta del proprio benessere? Certo che sto bene. Il mio corpo è ancora giovane e le mie giornate scorrono nella gioia.
Queste cose hanno acquistato la precedenza rispetto agli obiettivi di successo sul mercato. Solo dopo essermi occupata di queste cose, mi metto a lavorare per ottenere dei risultati materiali: i mezzi per continuare l’avventura.
Non è certo un modello per la vita d’azienda.Però – a stare a quel che sento e quel che vedo – c’è da chiedersi se il dinamismo dell’azienda oggi non sia compromesso almeno un po’ dallo stato di salute, fisica e mentale, delle persone che ne subiscono la tirannia. E forse, la tirannia della disciplina d’azienda, scaturisce dalla volontà di imporre (al mercato, ai dipendenti…) i proprio obiettivi, le proprie strategie, i propri modelli di organizzazione…
Ci sono alternative? -
C’è una figura de I Ching – Il Seguire – che esercita su di me una certa attrazione. Seguire è un po’ l’arte di navigare con la vita, lasciarsi guidare, lasciarsi portare. Ma non in maniera passiva e da vittima.
È forse un modo di procedere che, tutto sommato, richiede meno sforzo. Non è una lotta contro qualcosa. È un andare attivamente dietro i segnali che trovi tra le cose, negli eventi, nella vita – per dirla con una parola generica.
Apparentemente il “seguire” è una rinuncia. Rinuncia a qualcosa che nella nostra cultura ha un certo apprezzamento: la volontà di imporre al destino le proprie decisioni, i propri progetti, la realizzazione dei propri obiettivi.
Ma è un’apparenza.
Di fatto è un modo di procedere che sceglie la linea di minore resistenza. Un po’ come fa l’acqua nel seguire la pendenza, colmando ogni avvallamento, e continuando a scorrere verso il mare. Evitando lo scontro, colloca la propria energia nelle circostanze della vita, in uno scenario di alleanza e di sinergia.
Io non sono una conoscitrice del mondo e del mercato. Non saprei dare dei consigli di sostanza a chi vuole sfondare in un certo campo, o vincere in borsa. Non saprei proprio da dove cominciare se mi chiedessi come fare a diventare miliardaria.
Ho imparato un po’ a gestire il mio umore, a rigenerare le energie, a ritrovare l’innocenza, la meraviglia, il gusto per le cose che faccio, ogni giorno. Si tratta del proprio benessere? Certo che sto bene. Il mio corpo è ancora giovane e le mie giornate scorrono nella gioia.
Queste cose hanno acquistato la precedenza rispetto agli obiettivi di successo sul mercato. Solo dopo essermi occupata di queste cose, mi metto a lavorare per ottenere dei risultati materiali: i mezzi per continuare l’avventura.
Non è certo un modello per la vita d’azienda.Però – a stare a quel che sento e quel che vedo – c’è da chiedersi se il dinamismo dell’azienda oggi non sia compromesso almeno un po’ dallo stato di salute, fisica e mentale, delle persone che ne subiscono la tirannia. E forse, la tirannia della disciplina d’azienda, scaturisce dalla volontà di imporre (al mercato, ai dipendenti…) i proprio obiettivi, le proprie strategie, i propri modelli di organizzazione…
Ci sono alternative? -
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Una volta mi sono resa conto con straordinaria lucidità di quanto mi piaccia l’improvvisazione.
Sì, d’accordo, l’improvvisazione che funziona presuppone ore e ore di esercitazione. Ma vive anche e soprattutto di un’altra cosa, che è la splendida vitalità del flusso creativo, dell’energia follemente slanciata che ti attraversa in quel momento. E più o meno ho pensato: ecco, è così che voglio vivere sempre. Questa è arte. Questa è vita. Di meno è noia.
Sognavo un vita di tipo improvvisazione jazz. E quando mi sveglio, al mattino, quando salto giù dal letto, beh, in quel momento ciò che bramo di più, è ritrovare quello stesso stato d’animo, quel favoloso atteggiamento interiore.
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✨Che la presenza di persone che
rendono felice la tua giornata sia
sempre nella tua vita. ✨
Tempi felici ,con la speranza che
tu raccolga bellissime storie e
ricordi sotto questo cielo✨
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verissimo.................
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