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Alla fine anche le parole, usate e riusate per descrivere sempre le stesse situazioni, gli stessi massacri, le facce dei morti e i pianti dei sopravvissuti mi parevano aver perso ogni loro significato. Tutte mi suonavano ormai come cocci rotti. In quelle condizioni era naturale essere depresso, come è naturale che lo sia per chiunque abbia ancora un’idea di quel che la vita potrebbe essere e non è. La depressione diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni. Non c’è più niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi. Raramente l’umanità è stata, come in questi tempi, priva di figure portanti, di personaggi luce. Dov’è un grande filosofo, un grande pittore, un grande scrittore, un grande scultore? I pochi che vengono in mente sono soprattutto fenomeni di pubblicità e di marketing. La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano ai mediocri, grazie proprio alla democrazia, diventata ormai un’aberrazione dell’idea originale quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta e poi... di andarci davvero, andarci di persona, magari a morire. Oggi, per i più, democrazia vuol dire andare ogni quattro o cinque anni a mettere una croce su un pezzo di carta ed eleggere qualcuno che, proprio perché deve piacere a tanti, ha necessariamente da essere medio, mediocre e banale come sono sempre tutte le maggioranze. Se mai ci fosse una persona eccezionale, qualcuno con delle idee fuori del comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto. Il voto dei più non lo avrebbe mai. E l’arte, quella scorciatoia alla percezione di grandezza? Anche lei non aiuta più la gente a capire l’essenza delle cose. La musica sembra ormai fatta per arrivare alle orecchie, non all’anima;
------------------------------------------------------------------- Tiziano Terzani ----------------- Un indovino mi disse
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Running through my head secretly
The shout of the boys in the factory
I'll ring you on the telephone silently
Like blood, like wine in the darkroom scene
Darkroom sceneA letter once composed
Seven years long
And as tall as a tree
Written on the wall efficient
EfficiencyResurrect, as a feeling, on my window,
Of a past reunion
Resurrect as a feeling on my window
Of a past reunion
Mission of a picture like the city and the air we breatheThe air we breathe
The air we breathe
She stood beside me once again
I knew her face
We met before in the street
Recalling all the children dancing at our feet
Their dancing feet
Dancing feet -
Torture comes and torture goes
Knights who’d give you anything
They bear the cross of Coeur de Leon
Salvation for the mirror blind