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Mi sveglio, è giornata di sole su questa parte di mondo.
La primavera mi mette voglia di fare. E cerco, come ogni mattina, il sorriso dell’operosità.
Vedo i problemi e le domande che hanno fatto di recente capolino. Rifiuto l’opzione: fermate il treno che devo risolvere! Scelgo quell’altra: strada facendo! I problemi si affrontano continuando a camminare. Le cose da chiarire, da dargli senso, affiorano in progress – come si dice.
Devo solo tenere il ritmo giusto, il mio. Un giusto ritmo di marcia è "il mio". Quello in cui non mi smarrisco, non mi perdo. A volte è un po’ come quando si è in coda sulla tangenziale, ma ci si muove. Fin ché la strada si libera…
Per me importante è dare un senso, inventare un senso, ripulire il senso, rinnovare la sua vitalità. E poi guardare nel mondo con un approccio creativo. Sfuggire alla proposta di demonizzarlo. Trovare la bellezza che racchiude e che lo raccoglie. Intravedere le strade possibili, le opportunità illuminate dalla bellezza. Sondare fin dove l’impossibile evapora di fronte al sorriso dell’operosità.
La primavera... con questa voglia di fare. -
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Oscar Wilde, La storia di Narciso
Quando Narciso morì, accorsero le Oreadi – le ninfe del bosco – e videro il lago trasformato da una pozza di acqua dolce in una brocca di lacrime salate."Perchè piangi?" domandarono le Oreadi."Piango per Narciso" disse il lago."Non ci stupisce che tu pianga per Narciso" soggiunsero. "Infatti, mentre noi tutte lo abbiamo sempre rincorso per il bosco,tu eri l’unico ad avere la possibilità di contemplare da vicino la sua bellezza""Ma Narciso era bello?" domandò il lago."Chi altri meglio di te potrebbe saperlo?" risposero, sorprese, le Oreadi. "In fin dei conti, era sulle tue sponde che Narciso si sporgeva tutti i giorni."Il lago rimase per un po’ in silenzio. Infine disse:"Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso perchè, tutte le volte che lui si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza." -
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Io mi sono detta: il desiderio è come il movimento delle piante verso il fiore, e verso il frutto. Il desiderio sa di te più di quanto le scienze del corpo e dell’anima sanno. Io mi sono detta: è folle, è un’altra logica, ma prendi sul serio il desiderio. Il desiderio che ti abita. Il desiderio che sa chi sei e che cosa vuoi essere. E credi. Pazzamente, follemente, credi che il tuo desiderio è parte di te e di quel viaggio che tu sei. Il desiderio è la rotta tracciata nel tuo essere. Il desiderio non si misura sulle cose che sono lì, attorno a te. Il desiderio dice qual è il mondo in cui tu puoi essere vero fino in fondo. Prendilo sul serio. Non lasciare che il tuo desiderio sia condannato all’ombra delle case della città che t’incombe addosso. Il tuo desiderio è il leader della tua vita. Seguilo. E credi.
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Lo slancio è la dimensione piena della vita bambina.
Nel linguaggio si può dire: Wow!
Nell’amore è la danza, la poesia.
Qui, con te, è questa intensità inenarrabile, di cui soltanto gli angeli e le farfalle possono sentire il penetrante sussurrare.
Lo slancio è anche il luogo in cui cessano le regole del linguaggio e la sintassi balzella tra i cespugli di rosmarino.
È la fonte di tutte le licenze poetiche della storia.
È anche il luogo in cui puoi dire: ti amo!, senza chiederti se ha senso, o che conseguenze possa avere.
Lo slancio è la cifra incontrovertibile della libertà.
È la gioia di essere allo stato puro.
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