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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da vincent29264

  1. Eh, solo una e vado via.

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    1. vincent29264

      vincent29264

      Il punto non è il tempo ma dove la metterà tutta quanta O.o

    2. (Guarda 3 altre risposte questo aggiornamento di stato)

  2. Non si pensa mai così tanto alla propria felicità come quando se ne soffre la mancanza!
     

     

     

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  3. La Cina come non la vedrò mai....

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  4. La cultura dell’etica del lavoro, della performance, porta a vantarci di dormire poco, di mangiare in fretta, di portarsi il lavoro a casa e cose del genere. Ma questa è davvero una virtù? La salute e la serenità non dovrebbe avere la priorità in una vita felice? E ancora: siamo sicuri che chi lavora tanto lavori davvero bene? 

     

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  5. Che la sofferenza sia stata utile è per me solo un’affermazione legittima a posteriori. Quando tutto è finito. E quando è successo proprio questo: che lil nuovo giorno contenga elementi che consentano di dare un senso a ciò che è capitato.


     

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  6. Se vendono queste "ciofeche" è perché c'è qualcuno che le compra....

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  7. Immaginiamo che scoprissimo che un Dio ci stesse prendendo per il culo. Malgrado il nostro immenso desiderio di vita, siamo condannati a morte fin dalla nascita, i nostri sogni e desideri sono sempre mille miglia lontani rispetto alle condizioni reali, e la maggior parte di noi non ha neanche il minimo indispensabile per una sopravvivenza dignitosa…

    In uno scenario del genere avremmo sempre la possibilità di cavarcela discretamente, se decidessimo tutti di imboccarci l’un l’altro, su tutti i piani di sogni e bi-sogni.

    Le conclusioni sarebbero esattamente le stesse dettate dalla fede in un Dio dell’Amore che ci spronasse alla carità reciproca per entrare nel Regno dei Cieli.

    Dunque?

    Gandhi diceva che Dio viene all’affamato sotto forma di un pezzo di pane. Quel pezzo di pane qualcuno deve averglielo dato, all’affamato.

    Possiamo immaginare che il Dio avviene esattamente in funzione di ciò che noi facciamo, per noi stessi e per gli altri?

     

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  10. Buongiorno carissimo 

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  12. Buon mercoledì un abbraccio 

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  13. Un saluto al volo!

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  15. Indispensabile se ci sono molti ospiti.

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  16. DIVERTITEVI

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  17. I nuovi colori

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  18. BUON MERCOLEDI'

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  19. Accenno di sole per la nuova settimana.

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  20. Ma, all’inizio, c’era del dolore. Un dolore forte e lancinante.
 Succedeva quando l’uomo o la donna che avevamo amato ci lasciava. Senza peraltro capire perché.
C’era dolore dell’anima. Forte, lancinante. Come quando la società e il mercato sembravano dirci: non c’è spazio per questo. E noi avevamo in cuore desideri e sogni che sembravano la vita.

    C’era dolore. E il dolore stesso ci spingeva a uscire, a salire qualche gradino della scala. Se non volevi morire, finire schiacciato sotto un peso insopportabile.

    Il dolore è dolore, non c’è santi…
Il dolore del corpo assorbe le forze, il dolore dell’anima esaurisce le energie della vitalità: la fiducia, la speranza, la gioia di vivere. Entrambi possono uccidere.

    Ma il dolore è anche una reazione vitale e mette in moto le risorse estreme, quelle fondamentali. E superare la prova del dolore rende più forti, più coraggiosi, alla fine, più umani.

    Il dolore diventò nostro amico. Come le nostre imperfezioni.
Avevamo coltivato sogni, li avevamo coltivati con cura. Avevamo immaginato scenari in cui i nostri sogni avrebbero danzato. C’era il dolore. Il dolore di constatare che le cose non stavano in quel modo.

    Noi diventammo esperti del dolore. Del dolore dell’anima.
Il dolore c’insegnò la via della vita.
    Smettemmo di pensarci in continuazione, non appena recuperavamo un po’ di fiato. Ci affidammo a una provvidenza misteriosa, che ci offriva intelligenza sulla nostra vita. Fummo capaci di ammettere ciò che sapevamo da tempo ma che non riuscivamo a confessare: che, così, non eravamo felici. E che dunque la felicità la dovevamo cercare altrove.
 E quando uscivamo da quei territori oscuri, da quei viaggi nell’oltretomba, e quando riuscivamo a intravedere i nuovi orizzonti nel territorio aperto, allora finivamo perfino per benedire il dolore che ci aveva visitato. E cominciava la vita. Un’altra volta.

    Magda era stata lasciata. L’amore della sua vita sembrava perduto. Si era allontanato, perché? Si sentiva deprivata dei suoi sogni, risucchiata da una sorta di mulinello che la portava a fondo. Tentò di resistere, di contrastare la spinta, di lottare contro la corrente. Non voleva provare quei sentimenti dolorosi. No, non voleva sentire. Poi si rassegnò. Accettò di patire. E si lasciò attraversare dall’ondata amara. Passò un tempo senza data. E non morì. Si ritrovò ancora viva, alla fine della pena.

    Non era morta. E ora che se ne rendeva conto, gli orizzonti della vita erano nuovi. Il richiamo del desiderio era fresco e genuino. Il suo cuore si era allargato. E poteva fare, con maggiore libertà, quello che voleva.

    Il dolore non l’aveva resa cinica. Al contrario, era stata come lavata da incrostazioni illusorie, e si ritrovava fresca e più giovane ad ascoltare il richiamo di quella prospettiva straordinaria che aveva a portata di mano. 

    Lo so. Certe cose si possono dire solo dopo.
 Prima appaiono prive di senso.
A meno che tu non abbia una persona in cui credere. Qualcuno che tu supponi le abbia vissute.
Allora le sue parole incontreranno una corda dentro di te che vibra come se sapesse in negativo – curiosamente, una sorta di sapere anche nell’ignoranza. 

     

     

     

     

     

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  21. BUON WEEK END 

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  22. Ricordo quando il cellulare era semplicemente una comodità.

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  24. Monastero di Roussanou, Meteora, Grecia

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  25. PER QUEST'ANNO PUO' BASTARE.

    AUGURI A TUTTI!!!

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