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ODE A UN LIBRO QUALSIASI
Ombre che camminano nella folla diradata del mattino, quasi pellegrini inconsapevoli sotto il cielo grigio illuminato da campane a festa.
Pochi angeli vegliano per le strade, qualcuno di loro potrebbe anche essersi assopito tra i tanti riti pagani che accompagnano questi giorni di scomposta armonia…
Forse potrebbe essere il giorno ideale per tornare tra le pagine di quel libro che sporge dalla scaffale, quasi a ricordarmi un messaggio del tempo, scritto di mio pugno al margine di una pagina. I petali di un narciso, disseccatosi all’inizio del terzo capitolo, svanita l’originaria freschezza, mi ricordano la storia che fioriva tra le pagine confondendosi con la mia storia: la ricordo fiorire tra le pagine abbracciando silenzi infiniti, correndo libera tra paragrafo e paragrafo talora straripando dalle righe ove sogliono disporsi ordinati i pensieri in forma di parole.Il tempo è maestro nell’insegnarci la disciplina dello spirito, ma finisce spesso con l’affievolire l’innato senso di libertà di quando si è giovani; l’esperienza regala saggezza, ma finisce poi col rassegnare i ricordi nelle mani dell’indifferenza… e allora, quando iniziano a indurirsi quegl’istinti sepolti da anni di sconfitte e prevaricazioni… ecco che un libro può ricordarci chi eravamo, donde venivamo e dove andavamo. Molto più di uno smartphone un libro può contenere infiniti gigabytes d’immagini depositatesi in un qualche angolo della memoria o di un’intima solitudine.
Più che un blocco di pagine rilegate e numerate in sequenza è in un libro che si ritrovano antiche sensazioni e se ne scoprono talvolta di nuove: vi si leggono la firma, la data e il luogo d’acquisto del libro… si ritrova un’annotazione al margine che ben può essere la propria o anche quella di un precedente proprietario. Magari si può iniziare a leggere proprio da dove si era lasciato, a mo’ di occasionale segnalibro, un biglietto usato della metropolitana, o altro titolo di viaggio, e di lì riprendere il cammino interrotto, utilizzando la fantasia come vettore, magari stingendo gli antichi sogni evaporatisi nel tempo per edificarne di nuovi, altrettanto folli, altrettanto inutili e anacronistici quanto lo furono i precedenti.
Ma ne sarà valsa comunque la pena.Raffaello115
Firenze, 25 dicembre 2015
Foto di Enrico Fontanelli
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bellissima questa foto. Fa sognare donando un senso di pace incredibile
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raffaello115 ha aggiunto una reazione
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