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    Dell'Album South Australia

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    Dell'Album South Australia

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    Dell'Album South Australia

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    Dell'Album South Australia

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    Dell'Album South Australia

  6. Il medico mi ha detto che quattro birre corrispondono ad un pasto. Io ne prendo cinque perché mi piace bere una birra mentre mangio

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  7. Né più né meno...

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  8. Una canzone romantica di questo duo australiano... E di romanticismo ce n'è bisogno di questi tempi...

  9. E' tornata a fiorire l'orchidea nel mio giardino. E' arrivata qui spontaneamente: nessuno l'aveva chiamata, nessuno l'aveva mai piantata. E' arrivata e si è installata in un vecchio tronco cavo. Fiorisce un po' quando le pare: a volte ogni tre anni, a volte con minor frequenza. Ma ogni volta è uno spettacolo!

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  10.  

  11. Un cocktail per quando si ha qualcosa di più della semplice sete...

     

     

  12. LE STAGIONI DEL CANTO
     
    In una morsa d'acciaio rovente
    d'estate ancora si canta,
    si canta e di sogno s'ammanta
    la malinconia che giunge silente.
    E ancora si canta in autunno
    quando Pomona bacia Vertumno.
    Si getta altra legna sul fuoco
    per ravvivare il canto invernale
    e sciogliere questa luna di sale
    quando il canto si fa più fioco.
    Dice il poeta che "è subito sera".
    Proprio ora che è già primavera.
     
    Robertson - Queensland - 25 Settembre 2022
    Raffaello

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  13. Solitudini che si sfiorano
    nel respiro soffocato del silenzio
    e tra gli occhi una luna a mezzogiorno...
    Poi, tra angeli viaggiatori
    senza etichetta ne' convenzioni,
    un incontro occasionale in aeroporto
    E con un nuovo incenso in gola ripartire
    ... Ripartire tra siderali imperi,
    o forse solo ritornare.
    Ritornare ai luoghi, ritornare nel tempo...
     
    Scritto a Doha, Qatar. 11 ottobre 2022
    Raffaello
  14. Sera su Sandy Bay (Hobart)

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  15. SAMHAIN'S NIGHT FROM THE OTHER HEMISPHERE
    It was Samhain's night, it was a Celtic dream speaking my same language, because sometimes no one sings better than an ancient silence, and there's no better fellow than an angel dipping in the acqueous crystal of an unexpected moon.
    It was Samhain's night, and I saw some of its northern atmospheres walking straight in through a Queensland's storms, because its wrong compass always marked toward south, toward Tasmanian lands.
    It was Samhain's night: I saw a vagabond sitting on a huge stone. Someone heard him whispering a song. It's not clear language was it. Everybody knew it would have been his very last song: "It was Samhain's night".
    It was Samhain's night and the vagabond poet would have soon faded away. His song generated a thick darkness that would have soon swallowed him and his songs.
    It was Samhain's night, but I was still looking for the evening, even though the evening wads already closing its invisible eyes to the dusk and the night had fallen already. Sad eyes nostalgically looking toward east, toward Toowoomba or Warwick...
    It was Samhain's night and Tasmanian's shore was still far away. Nonetheless there was always a new shade every time he started a new refrain of that same song.
    It was Samhain's night, and a silence, every kind of silence started overlapping the wind song far in the distance...
    Raffaello
    Brisbane - 30th November 2016
  16. Non solo la Firenze di Piazza SS. Annunziata o del Campanile di Giotto. Non solo il Battistero o San Miniato... Io amo anche la Firenze minore, quella degli "omini" di Rosai curvi sotto l'autunno o sotto un'ancestrale stanchezza, quegli "omini" che lentamente si muovono su Via San Leonardo...

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  17. Me sigue buscando el silencio: ya lo oigo deshojando las latitudes que le dieron amparo a mis ideales. Eran ideales de luz, de alturas y de titànicas luchas interiores.
    Luego fueron corolas marchitas de dìas que pudieron ser y no se dieron, imàgenes que fuéronse edulcorando en los alambiques del tiempo...
    Y ahora que se caigan de las jacarandas las ùltimas flores mojadas de polvo y de celestiales lluvias... te volveré a encontrar...Cosmogònica soledad, tibia alfombra metropolitana de dìas que se fueron...

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  18. Frammenti di musicale poesia
    invenni in uno scrigno sonoro
    adagiatosi in forma di aragosta
    lungo la Baia di Sydney,
    e udii le piú intense sinfonie risuonar nel vento
    tra cornacchie e aquile di mare
    volando a teatro sui rilievi di Tweed Heads.
    Mi mancavano le parole:
    lasciai allora che infiorescenze silvestri
    mi sbocciassero addosso, sulla camicia,
    poiché crescono spontanee e senza preavviso
    le piú belle canzoni.
     
    Andai poi a scavare i pensieri piú profondi
    tra naufragi urbani e campi di croci a perdita d'occhio
    con il cuore gonfio di lutti e di perdite.
    Poi un giorno ti trovai disegnata
    tra carte obliate e versi sparsi
    nella polvere di un cassetto
    ... e tornai a cercarti!
     
    Raffaello
     
    Robertson - Queensland - 4 ottobre 2013
     
    Foto scattata tre anni fa, a Beerwah, Queensland

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  19. Scrivo a memoria, anche se la memoria pare a volte dimenticarsi di me. Scrivo a memoria perchè ho ancora qualche soffio leggero di silenzio che si innesta tra le pieghe della notte. E allora chiudo gli occhi e scrivo. Scrivo a memoria...

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  20. MAL DI TASMANIA
    L'anno scorso di questi tempi stavamo preparando le valige per la Tasmania.
    Dicono che quando uno visita l'Africa e poi torna al proprio paese inizia a soffrire di mal d'Africa.
    Quando visitai il Kenya non ebbi a soffrire tale malessere.
    Il "mal di Tasmania" invece mi ha veramente colpito. La Tasmania è uno dei luoghi più belli che mi sia mai capitato di visitare...

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  21. VIA DELLA CAPPONCINA... E magari anche Via del Rossellino, Poggio Gherardo... I fiorentini sapranno già che sto nominando alcune strade che dalla periferia orientale di Firenze conducono verso la collina ove sorge Settignano.
    I nomi di quelle strade rivestono per me un significato profondo, ancestrale, mitico...
    Per me che abitavo al Guarlone, poco lontano da quelle strade, quei nomi mi suggeriscono emozioni lontane. Dalla discesa della Capponcina si scendeva giù con quei carretti con i cuscinetti a sfera... E poi... E poi c'era la domenica, e il babbo ci portava a fare una bella passeggiata, "per respirare l'aria buona" diceva lui. E aveva ragione. E allora la domenica dopo mangiato si partiva da via del Guarlone per fare la passeggiata fino a Settignano, assieme alla mamma, all'Eleonora, a Leonardo... E quasi sempre c'era anche la nonna, con Fernando. Durante il percorso in salita ascoltavo le partite, alla radiolina, sempre in attesa degl'interventi dei radiocronisti, il famoso "Scusa Ameri, qui è Ciotti dall'Olimpico, la Fiorentina è passata in vantaggio..."
    Dovevo avere all'epoca 8 o 9 anni, ma quella fu una consuetudine che andò avanti per tanti anni. Sono dovuti però trascorrere un paio di decenni per scoprire che quel mondo magico di stradine strette e circondate da giardini di ville signorili, popolate da ulivi, avevano affascinato tanti altri ben prima di me, a cominciare da Michelangelo, che proprio qui fu messo a balia dal babbo, e lui "poppava", non solo il latte, ma anche la scultura dal seno della sua balia. Ma forse ancor prima, quando a nacque a Settignano quella schiera di scalpellini destinati a diventare scultori e architetti di gran livello: Desiderio e Geri da Settignano, Antonio e Bernardo Gambarelli, Francesco di SImone Ferrucci... E poi ancora in seguito, con Ruggero Panerai e soprattuto Telemaco Signorini, che a Settignano andarono a realizzare alcune delle loro più belle tele... Ma anche letterati come Niccolò Tommaseo e Gabriele D'Annunzio hanno in qualche modo legato il proprio nome a Settignano.
    Michelangelo aveva grande stima degli scalpellini settignanesi: ne ebbe parecchi al fianco quando edificava il Cupolone di San Pietro. Pare che non si fidasse che di loro...
    Oggi vorrei tanto essere a Firenze e godermi una passeggiata su per la Capponcina, a respirare aria buona assieme a te, Babbo... In questa mattina d'inizio autunno...

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  22. Negli ultimi anni della sua vita Manet dipinse molti fiori, sia nei giardini che nei vasi o in bicchieri d'acqua.

    Manet è uno di quegli artisti che durante la sua vita non ebbe bisogno di vendere i suoi quadri per sopravvivere. Essendo benestante non aveva avuto questo tipo di preoccupazione. A lui sarebbe bastato diventare famoso, accettato al Salon d'Art di Parigi, acclamato come un grande pittore, quale in realtà egli era... Ma il successo, un successo peraltro moderato, gli arrivò  quando era oramai ultracinquantenne e per di più già con qualche problema di vista.

    Ecco allora come le corolle di questi fiori non sono analiticamente descritte: sembrano piuttosto delle macchie. Manet, i fiori li vedeva oramai così...

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  23. ...a volte non ci sono, o meglio ci sono ma ho la mente altrove, tra i ricordi, tra le stelle, in un pentagramma musicale, in una vita drammatica con una porta di uscita troppo piccola.

    Guardo, sento, piango, magari scrivo... Dunque sì, ci sono!
    Eppure guardo senza vedere, sento senza percepire più dolore, scrivo sì, ma tra le pagine del cielo oppure sulla sabbia. Dunque non ci sono.

    Mi commuovo ascoltando una sonata di Schubert o un blues di BB King, davanti a una scultura di Donatello, o passeggiando tra le rovine archeologiche di una città appena dissepolta, ed è allora che sento contrarsi in me questo cuore ancora molliccio di sangue e di sensazioni.

    Poi la guerra in Ucraina, mia sorella che non mi parla più, i continui  litigi con mia moglie, le elezioni nel mio paese, e i sogni di cartone di questo paese in cui vivo oramai da 9 nove anni, come un corpo estraneo, come un metallo che fatica a legarsi con gli altri. E poi i ricordi, ricordi che, quando si arriva a 59 anni cominciano a essere tanti e a volte occorre fare una cernita. Certo, ho ancora una memoria di ferro, milioni di gigabytes per immagazzinare ricordi, anche se qualcuno preferirei ignorarlo.

    Eppure, ancora vivo! In fondo sono una persona frugale: mi basta un libro, un blocchetto con una penna nel caso che voglia scrivere qualcosa, e un tramonto davanti al quale inginocchiarmi e recitare la mia panteistica passione verso metempsicotiche lontananze di luce...

    Raffaello

     

    (Nelle foto, la spiaggia di Broadbeach)

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  24. LE STAGIONI DEL CANTO
    In una morsa d'acciaio rovente
    d'estate ancora si canta,
    si canta e di sogno s'ammanta
    la malinconia che giunge silente.
    E ancora si canta in autunno
    quando Pomona bacia Vertumno.
    Si getta altra legna sul fuoco
    per ravvivare il canto invernale
    e sciogliere questa luna di sale
    quando il canto si fa più fioco.
    Dice il poeta che "è subito sera".
    Proprio ora che è già primavera.
    Robertson - Queensland - 25 Settembre 2022
    Raffaello
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  25.  
    Forse sono io babbo che non ti lascio riposare in pace...
    Sono io che non mi do pace per non averti potuto dare nemmeno un ultimo abbraccio...
    E' trascorso un mese dal tuo ultimo respiro. E da allora non ho mai smesso di pensarti. E credo che continuerò a pensarti per tutti i mesi che verranno.
    La tua voce, la tua ironia, il tuo esempio... La tua figura forte, forte nel fisico e nella personalità. Anche nel tuo declino sei stato per me il babbo di sempre, colui che rimarrà per sempre in me.
    A te dedico questa canzone, Old and Wise... Lo so, magari mi risponderai... "So'na sega io icchè dihano! E hantan forestiero!" Se vuoi te la traduco, questa notte quando mi apparirai in sogno. Ti aspetto. E ti aspetterò sempre...
    As far as my eyes can see
    There are shadows approaching me
    And to those I left behind
    I wanted you to know
    You've always shared my deepest thoughts
    You follow where I go
    And oh, when I'm old and wise
    Bitter words mean little to me
    Autumn winds will blow right through me
    And someday in the midst of time
    When they asked me if I knew you
    I'd smile and say you were a friend of mine
    And the sadness would be lifted from my eyes
    Oh, when I'm old and wise
    As far as my eyes can see
    There are shadows surrounding me
    And to those I leave behind
    I want you all to know
    You've always shared my darkest hours
    I'll miss you when I go
    And oh, when I'm old and wise
    Heavy words that tossed and blew me
    Like autumn winds will blow right through me
    And someday in the midst of time
    When they ask you if you knew me
    Remember that you were a friend of mine
    As the final curtain falls before my eyes
    Oh when I'm old and wise
    As far as my eyes can see...