Attività di reputazione

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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da sweetlovelylips per l'aggiornamento : Credimi, la cultura del risentimento porta alla morta rigidità dell’inverno. La cultu   
    Credimi, la cultura del risentimento porta alla morta rigidità dell’inverno.
    La cultura del desiderio è primavera!
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da melissa2407 per l'aggiornamento : Tu sai com’è la luna, in queste sere di primavera. Sussulti inspiegabili alterano la   
    Tu sai com’è la luna, in queste sere di primavera. Sussulti inspiegabili alterano la lucidità della mente. Si è trascinati per sentieri stravaganti, quasi foglia in balia del vento. E che importa non avere più saldamente in mano il timone della nostra barca? Ci abbandoniamo alla deriva con la follia di un gusto ipnotico inaspettato. E sembra la promessa di una felicità indicibile. La nostra lingua è diventata lingua di poeti. Potremmo danzare la notte in endecasillabi sciolti. 
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da melissa2407 per l'aggiornamento : Tu sai com’è la luna, in queste sere di primavera. Sussulti inspiegabili alterano la   
    Tu sai com’è la luna, in queste sere di primavera. Sussulti inspiegabili alterano la lucidità della mente. Si è trascinati per sentieri stravaganti, quasi foglia in balia del vento. E che importa non avere più saldamente in mano il timone della nostra barca? Ci abbandoniamo alla deriva con la follia di un gusto ipnotico inaspettato. E sembra la promessa di una felicità indicibile. La nostra lingua è diventata lingua di poeti. Potremmo danzare la notte in endecasillabi sciolti. 
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vit   
    Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vita i pori del mio corpo. Le idee si allargano. I movimenti diventano più cadenzati, più lenti, forse. Ma molto più intensi. 
    Mi vedo stupida alla scrivania – ora che conosco il pensiero all’aperto.
     
    Amare è annaffiare nel bosco, ancora morto, i fiori della primavera.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da glamoursnob per l'aggiornamento : L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose”   
    L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose” è legato spesso a quel filo conduttore arguto e brillante che lega l’una alle altre le vicende meravigliose della nostra quotidianità. Noi siamo per noi stessi l’arguta Sherazade.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da robertolinck per l'aggiornamento : 
Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei s   
    
Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei sogni. Una doccia sotto la cascata di acqua  fresca che toglie via le incrostazioni cavillose. Nudi e fiduciosi nel gioco di dare una forma bella alla nostra storia. E di goderne nell’intimo. Di goderne nell’abbondanza. Di goderne nella fantasia.

    E continuare a lavarsi ogni giorno, perché il cammino accumula polvere sulle nostre membra, e il sudore ve l’appiccica.
 Non innamorarsi della nostra polvere, non sostare troppo nella nostalgia dei ricordi che essa porta con sé.
 Lavarsi periodicamente, per ritrovare l’innocenza della voglia di vivere.

    Ed è in quell’alba della vitalità che fiorisce una forma di intelligenza che non si sperpera nel collezionare le ragioni che spiegano i nostri problemi, ma, piuttosto, inventa espedienti per aprire sentieri nuovi nel bosco. Perché nulla vale, sul piano pratico, come l’acutezza ingegnosa di escogitare le favole che ci daranno i doni magici per raggiungere la meta, conquistare il nostro regno, rendendo il viaggio avventuroso e succulento.

    Che venga la nostra primavera.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Mi piace alzarmi presto al mattino e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire   
    Mi piace alzarmi presto al mattino e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire gli occhi dei sogni più belli che accompagnano il mio viaggio. 

Pellegrina della bellezza, e del sentire. Sospesa – come piace a me – in questa dimensione da cui partono scorribande per le pianure del mondo. 

Fluido lo schermo della mente, le immagini vi scorrono danzando: non ci stanno neanche tutte. Sembra tutto altrove eppure i piedi sono a terra. 

Una grande voglia di dire, di raccontare. Di inventare la mia storia impastando la terra con la fantasia, nel momento stesso in cui le cose accadono. 


    Non mi manca il passato, non ho nostalgia di qualcosa che avrei perso. Scorro via col presente verso un altrove, che è già dentro di me. Tremo di emozione davanti al possibile e ho fiducia nelle mie forze e nella corrente stessa della vita. 

I tempi, per me, sono giusti. Quello che avviene, la sorte… mi va bene. È lì che muovo le braccia, i piccoli passi. Mi sembra di saltare, come una giovane navigatrice dell’essere.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protago   
    Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protagonista femminile era una ragazza dalla a vita solitaria e indipendente, affascinata dal teorema di Fermat.
 Quando interrompeva la lettura, Elide pensava a quanto poco conoscesse del mondo là fuori, o come fosse digiuna di matematica, o di astronomia, o di fisica delle particelle.
 E di tutto il resto.
 Avrebbe desiderato una vita dal tempo illimitato per leggere tutto ciò che la interessava, per imparare a conoscere e pensare. Le sembrava che non ci fosse abbastanza tempo per gustare e sentire la ricchezza di tutto ciò che c’è e di tutto ciò che è stato. E immaginava che questo non fosse altro che l’introduzione a qualcosa di ancora più importante: la possibilità di contribuire in maniera feconda a costruire il futuro.
 L’orizzonte del desiderabile era talmente vasto da paralizzarla. Alla fine si doveva rassegnare, controvoglia. E si risolveva a concludere che, in qualche maniera piuttosto enigmatica, le cose potessero prendere un’altra piega. Perché altrimenti…
E voleva resistere al senso di scoramento che questi pensieri suscitavano. Voleva credere che questa inquietudine, questa sete senza limiti, fosse destinata a qualcosa di positivo, di costruttivo, nell’economia della vita.
 E, intanto, vedeva come quella inquietudine la spingesse a non fermarsi mai, a non chiudere la partita per ritirarsi in santa pace. E questo era buono.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vit   
    Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vita i pori del mio corpo. Le idee si allargano. I movimenti diventano più cadenzati, più lenti, forse. Ma molto più intensi. 
    Mi vedo stupida alla scrivania – ora che conosco il pensiero all’aperto.
     
    Amare è annaffiare nel bosco, ancora morto, i fiori della primavera.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vit   
    Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vita i pori del mio corpo. Le idee si allargano. I movimenti diventano più cadenzati, più lenti, forse. Ma molto più intensi. 
    Mi vedo stupida alla scrivania – ora che conosco il pensiero all’aperto.
     
    Amare è annaffiare nel bosco, ancora morto, i fiori della primavera.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vit   
    Penso: volare? Volare è respirare la vita. Il respiro di grande portata apre alla vita i pori del mio corpo. Le idee si allargano. I movimenti diventano più cadenzati, più lenti, forse. Ma molto più intensi. 
    Mi vedo stupida alla scrivania – ora che conosco il pensiero all’aperto.
     
    Amare è annaffiare nel bosco, ancora morto, i fiori della primavera.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protago   
    Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protagonista femminile era una ragazza dalla a vita solitaria e indipendente, affascinata dal teorema di Fermat.
 Quando interrompeva la lettura, Elide pensava a quanto poco conoscesse del mondo là fuori, o come fosse digiuna di matematica, o di astronomia, o di fisica delle particelle.
 E di tutto il resto.
 Avrebbe desiderato una vita dal tempo illimitato per leggere tutto ciò che la interessava, per imparare a conoscere e pensare. Le sembrava che non ci fosse abbastanza tempo per gustare e sentire la ricchezza di tutto ciò che c’è e di tutto ciò che è stato. E immaginava che questo non fosse altro che l’introduzione a qualcosa di ancora più importante: la possibilità di contribuire in maniera feconda a costruire il futuro.
 L’orizzonte del desiderabile era talmente vasto da paralizzarla. Alla fine si doveva rassegnare, controvoglia. E si risolveva a concludere che, in qualche maniera piuttosto enigmatica, le cose potessero prendere un’altra piega. Perché altrimenti…
E voleva resistere al senso di scoramento che questi pensieri suscitavano. Voleva credere che questa inquietudine, questa sete senza limiti, fosse destinata a qualcosa di positivo, di costruttivo, nell’economia della vita.
 E, intanto, vedeva come quella inquietudine la spingesse a non fermarsi mai, a non chiudere la partita per ritirarsi in santa pace. E questo era buono.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protago   
    Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protagonista femminile era una ragazza dalla a vita solitaria e indipendente, affascinata dal teorema di Fermat.
 Quando interrompeva la lettura, Elide pensava a quanto poco conoscesse del mondo là fuori, o come fosse digiuna di matematica, o di astronomia, o di fisica delle particelle.
 E di tutto il resto.
 Avrebbe desiderato una vita dal tempo illimitato per leggere tutto ciò che la interessava, per imparare a conoscere e pensare. Le sembrava che non ci fosse abbastanza tempo per gustare e sentire la ricchezza di tutto ciò che c’è e di tutto ciò che è stato. E immaginava che questo non fosse altro che l’introduzione a qualcosa di ancora più importante: la possibilità di contribuire in maniera feconda a costruire il futuro.
 L’orizzonte del desiderabile era talmente vasto da paralizzarla. Alla fine si doveva rassegnare, controvoglia. E si risolveva a concludere che, in qualche maniera piuttosto enigmatica, le cose potessero prendere un’altra piega. Perché altrimenti…
E voleva resistere al senso di scoramento che questi pensieri suscitavano. Voleva credere che questa inquietudine, questa sete senza limiti, fosse destinata a qualcosa di positivo, di costruttivo, nell’economia della vita.
 E, intanto, vedeva come quella inquietudine la spingesse a non fermarsi mai, a non chiudere la partita per ritirarsi in santa pace. E questo era buono.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protago   
    Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protagonista femminile era una ragazza dalla a vita solitaria e indipendente, affascinata dal teorema di Fermat.
 Quando interrompeva la lettura, Elide pensava a quanto poco conoscesse del mondo là fuori, o come fosse digiuna di matematica, o di astronomia, o di fisica delle particelle.
 E di tutto il resto.
 Avrebbe desiderato una vita dal tempo illimitato per leggere tutto ciò che la interessava, per imparare a conoscere e pensare. Le sembrava che non ci fosse abbastanza tempo per gustare e sentire la ricchezza di tutto ciò che c’è e di tutto ciò che è stato. E immaginava che questo non fosse altro che l’introduzione a qualcosa di ancora più importante: la possibilità di contribuire in maniera feconda a costruire il futuro.
 L’orizzonte del desiderabile era talmente vasto da paralizzarla. Alla fine si doveva rassegnare, controvoglia. E si risolveva a concludere che, in qualche maniera piuttosto enigmatica, le cose potessero prendere un’altra piega. Perché altrimenti…
E voleva resistere al senso di scoramento che questi pensieri suscitavano. Voleva credere che questa inquietudine, questa sete senza limiti, fosse destinata a qualcosa di positivo, di costruttivo, nell’economia della vita.
 E, intanto, vedeva come quella inquietudine la spingesse a non fermarsi mai, a non chiudere la partita per ritirarsi in santa pace. E questo era buono.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da glamoursnob per l'aggiornamento : L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose”   
    L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose” è legato spesso a quel filo conduttore arguto e brillante che lega l’una alle altre le vicende meravigliose della nostra quotidianità. Noi siamo per noi stessi l’arguta Sherazade.
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da robertolinck per l'aggiornamento : 
Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei s   
    
Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei sogni. Una doccia sotto la cascata di acqua  fresca che toglie via le incrostazioni cavillose. Nudi e fiduciosi nel gioco di dare una forma bella alla nostra storia. E di goderne nell’intimo. Di goderne nell’abbondanza. Di goderne nella fantasia.

    E continuare a lavarsi ogni giorno, perché il cammino accumula polvere sulle nostre membra, e il sudore ve l’appiccica.
 Non innamorarsi della nostra polvere, non sostare troppo nella nostalgia dei ricordi che essa porta con sé.
 Lavarsi periodicamente, per ritrovare l’innocenza della voglia di vivere.

    Ed è in quell’alba della vitalità che fiorisce una forma di intelligenza che non si sperpera nel collezionare le ragioni che spiegano i nostri problemi, ma, piuttosto, inventa espedienti per aprire sentieri nuovi nel bosco. Perché nulla vale, sul piano pratico, come l’acutezza ingegnosa di escogitare le favole che ci daranno i doni magici per raggiungere la meta, conquistare il nostro regno, rendendo il viaggio avventuroso e succulento.

    Che venga la nostra primavera.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Mi piace alzarmi presto al mattino e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire   
    Mi piace alzarmi presto al mattino e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire gli occhi dei sogni più belli che accompagnano il mio viaggio. 

Pellegrina della bellezza, e del sentire. Sospesa – come piace a me – in questa dimensione da cui partono scorribande per le pianure del mondo. 

Fluido lo schermo della mente, le immagini vi scorrono danzando: non ci stanno neanche tutte. Sembra tutto altrove eppure i piedi sono a terra. 

Una grande voglia di dire, di raccontare. Di inventare la mia storia impastando la terra con la fantasia, nel momento stesso in cui le cose accadono. 


    Non mi manca il passato, non ho nostalgia di qualcosa che avrei perso. Scorro via col presente verso un altrove, che è già dentro di me. Tremo di emozione davanti al possibile e ho fiducia nelle mie forze e nella corrente stessa della vita. 

I tempi, per me, sono giusti. Quello che avviene, la sorte… mi va bene. È lì che muovo le braccia, i piccoli passi. Mi sembra di saltare, come una giovane navigatrice dell’essere.
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da ok1803 per l'aggiornamento : Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protago   
    Elide sedeva sul prato vicino al fiume. Leggeva un intrigante thriller la cui protagonista femminile era una ragazza dalla a vita solitaria e indipendente, affascinata dal teorema di Fermat.
 Quando interrompeva la lettura, Elide pensava a quanto poco conoscesse del mondo là fuori, o come fosse digiuna di matematica, o di astronomia, o di fisica delle particelle.
 E di tutto il resto.
 Avrebbe desiderato una vita dal tempo illimitato per leggere tutto ciò che la interessava, per imparare a conoscere e pensare. Le sembrava che non ci fosse abbastanza tempo per gustare e sentire la ricchezza di tutto ciò che c’è e di tutto ciò che è stato. E immaginava che questo non fosse altro che l’introduzione a qualcosa di ancora più importante: la possibilità di contribuire in maniera feconda a costruire il futuro.
 L’orizzonte del desiderabile era talmente vasto da paralizzarla. Alla fine si doveva rassegnare, controvoglia. E si risolveva a concludere che, in qualche maniera piuttosto enigmatica, le cose potessero prendere un’altra piega. Perché altrimenti…
E voleva resistere al senso di scoramento che questi pensieri suscitavano. Voleva credere che questa inquietudine, questa sete senza limiti, fosse destinata a qualcosa di positivo, di costruttivo, nell’economia della vita.
 E, intanto, vedeva come quella inquietudine la spingesse a non fermarsi mai, a non chiudere la partita per ritirarsi in santa pace. E questo era buono.
     
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Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei s   
    
Il ritorno delle energie fresche, ecologiche, della vitalità e il riaccendersi dei sogni. Una doccia sotto la cascata di acqua  fresca che toglie via le incrostazioni cavillose. Nudi e fiduciosi nel gioco di dare una forma bella alla nostra storia. E di goderne nell’intimo. Di goderne nell’abbondanza. Di goderne nella fantasia.

    E continuare a lavarsi ogni giorno, perché il cammino accumula polvere sulle nostre membra, e il sudore ve l’appiccica.
 Non innamorarsi della nostra polvere, non sostare troppo nella nostalgia dei ricordi che essa porta con sé.
 Lavarsi periodicamente, per ritrovare l’innocenza della voglia di vivere.

    Ed è in quell’alba della vitalità che fiorisce una forma di intelligenza che non si sperpera nel collezionare le ragioni che spiegano i nostri problemi, ma, piuttosto, inventa espedienti per aprire sentieri nuovi nel bosco. Perché nulla vale, sul piano pratico, come l’acutezza ingegnosa di escogitare le favole che ci daranno i doni magici per raggiungere la meta, conquistare il nostro regno, rendendo il viaggio avventuroso e succulento.

    Che venga la nostra primavera.
     
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da glamoursnob per l'aggiornamento : Ti amo Pensavo che, in fondo, la faccenda degli umori è alla nostra portata. Uno cred   
    Ti amo
    Pensavo che, in fondo, la faccenda degli umori è alla nostra portata. Uno crede di essere preda degli umori. Ma non è così.

    Sognavo da tempo di incontrare un vero uomo, i cui sentimenti fossero tutt’uno con quello che lui è. È questo che desidero: incontrare un vero uomo i cui sentimenti siano esattamente lui e non un vento passeggero.

    Sugli umori, dicevo. 
È come nuotare in un fiume. Ci hai provato? Ci sono correnti che ti portano via. Sta a te muoverti verso quelle correnti che ti lascino il controllo. Delle volte, le puoi perfino sfruttare.

    È alla nostra portata.
 Più che gli eventi del mondo, che succedono senza che tu lo sappia e che tu possa. Le cose vicine sono cose su cui si può mettere le mani e lavorarci. Le cose vicine sono le cose del tuo quotidiano.
 E sono anche gli umori.

    Il controllo non è su ciò che succede nel mondo. Quello è lontano e tu ci navighi dentro. Il controllo è sul tuo nuotare tra gli eventi. Delle volte le cose rischiano di portarti via. E tu sai cosa bisogna fare. Girare verso un lato del fiume in cui tu non perdi il controllo della tua nuotata.

    Quanti anni hai, figlia mia?

    Non ha importanza.

    Io sognavo da tempo un uomo che quando ti dice ti amo, è lui. E io sognavo da tempo di essere quello che sentivo.

    Mi sveglio, al mattino, e dico: eccoci. Tutto questo desiderio di vita e sembra che non ce ne sia abbastanza. E allora mi dico: che vuoi fare? Piangere perché non hai di primo mattino il rigoglio del regno? Oppure, darti da fare e cercare di ottenere quello che ami?

    Sei pigra, al mattino? 
È perché non sai ancora i doni che ricevi mettendoti all’opera.
 Non vorrò mai cedere alla noia.
 Mi metterò a lavare i piatti, a pulire i pavimenti, a fare qualsiasi cosa, pur di uscire dal risucchio della noia.
 La noia è la fatica immaginata dai muscoli non allenati.
 Ma chiunque cammini e tagli la legna sa che a lavorare il corpo è felice.

    Io ti immaginavo così. Eri un uomo che quando diceva: ti amo, era lui in persona. Stabile come una roccia, radicata nel suo essere. Qualcuno che era. E non una bandiera svolazzante.

    Io ti immaginavo così: grande, radicato nel tuo essere. Al riparo da tutti i soffi d’aria che spazzano la città. E desideravo questo. Che la tua bocca, i tuoi occhi, dicessero cose che sono e non soltanto cose che arrivano e passano e vanno.

    E che tu sapessi di essere. E che io sapessi di essere.
 Lasciando alle spalle tutte quelle domande che rivelano la nostra incertezza.

    E io ti abbraccerò, quando verrai. E non sarà un sentimento effimero. Non ci sarà niente di effimero in questo fluire del tempo. Ciò che permane, l’essere, emergerà dal fondale. Non sarà neanche scalfito dalla corrente.

    E io ti abbraccerò. E, semplicemente, saremo.

    Lasciando tutti i morti dietro le spalle.
     
     

       
     
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    odessa1920 ha ricevuto una reazione da glamoursnob per l'aggiornamento : L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose”   
    L’incanto che mantiene la nostra vita in quelle che Spinoza chiama “passioni gioiose” è legato spesso a quel filo conduttore arguto e brillante che lega l’una alle altre le vicende meravigliose della nostra quotidianità. Noi siamo per noi stessi l’arguta Sherazade.