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Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920

  1. Che succede? 


    – Succede quel che succede.
 A me è successo che i miei desideri incominciavano a dare forma agli eventi e che gli eventi sembravano desiderare di prendere la forma dei miei desideri. Non senza inghippi, e giravolte, e passi indietro. Ma, nel lungo periodo, sì, succedeva proprio questo.

    – E l’arte del desiderio?


    – L’arte del desiderio è paradossale. Comporta una cosa difficilissima ma estremamente importante da apprendere.


    – Parlami dell’arte del desiderare.

    – Allora comincerò con la parte più dolorosa. Il distacco.
 L’arte del desiderare comporta l’apprendimento del distacco.
 Poiché il distacco sembra proprio il contrario del desiderare, uno subisce una sorta di violenza. Sembra proprio un cazzotto in un occhio di chi desidera. Eppure, questo è un passo decisivo. È proprio necessario. Nessuno te la venderà edulcorata questa pillola. E quindi, conviene proprio che  tu faccia i conti con questa affermazione.

    – Ma allora?

    – Allora s’impara che, nel distacco, si desidera in un’altra maniera. Ed è questo il modo efficace di desiderare. E risulta anche il modo in cui si ottiene ciò da cui ci si è distaccati…

    – Ed io dovrei vivere questa faccenda?

    – Se ci pensi bene, non hai scampo. Puoi passare il resto della vita a coltivare risentimento per chi ti ha fatto in questo modo. E quello che ottieni lo conosci già.
 Oppure, puoi buttarti…
 Sperando il meglio.

    – E la realtà?

    – Quando hai imparato a credere nei tuoi sogni e a distaccartene, cambi atteggiamento anche nei confronti della realtà. Gli eventi tu li guardi con uno sguardo nuovo. Che vede in essi degli alleati, e delle opportunità, e degli insegnamenti. Tu puoi seguirli, mentre piloti la tua barca in mezzo a loro. Un marinaio va avanti utilizzando la forza del vento e le correnti. Si riposa con la bonaccia e prende cibo pescando. Si orienta guardando le stelle e il sole. E gode della forza che la vita di mare gli inocula nel corpo.

     

     

     

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    1. fashionista0

      fashionista0

      bel pensiero!

    2. tacchialti94

      tacchialti94

      che bel set!

    3. fleurdelys00

      fleurdelys00

      cosa stavi aspettando? :)

  2. I sogni tendono a fuggire al tramonto.

    Lasciano la buccia del mondo come astronavi scontente.

    I sogni ci stanno troppo stretti quaggiù.
    
I poeti guardano oltre i tetti con nostalgia.

    Ma si raffreddano, se si allontanano troppo.
    
Perché il fuoco acceso è nel cuore.

    Nel camino di casa. 
    Qui dentro.

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    1. ciribi72

      ciribi72

      panorama pazzesco!

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      che cielo! dove eri?

    3. odessa1920

      odessa1920

      Lungo il Mincio

  3. Le cose e le persone nel corso della nostra vita cambiano. Sembra che non muti nulla, che tutto sia cristallizzato intorno a noi ma in verità se proviamo a voltarci indietro notiamo che in uno, due, tre anni qualcosa intorno a noi è cambiato. Se si sente il peso insopportabile dello stallo questo peso non è ancora abbastanza affinché non si è indotti a darci un taglio. Non è affatto saggio lottare per un equilibrio artificioso, lottare con il disordine che si insinua dentro e fuori di noi senza posa di notte, di giorno, sotto la doccia, in mezzo al mare, durante un film che ci piace tanto... non è saggio.
    Poi ognuno vive come può. Non è da biasimare chi esplora il proibito, chi cerca emozioni fuori dalla propria realtà e chi non riesce ad abbandonare. I binari delle emozioni non sono sempre dritti e così chiari. La vita è fatta di meandri morti e piccole stazioni dismesse. Non solo di linee ad alta velocità
    .

     

     

     

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    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      bisognerebbe adeguarsi al mutamento, avere abbastanza elasticià per seguire la corrente senza perdersi in essa :)

    2. hocuradite

      hocuradite

      Saggie parole le tue.

      I cambiamenti anche se non si vedono procedono e sono inesorabili; come l'albero della cui crescita ci si accorge solo dopo. Lo stallo inaccettabile invece non si scioglie fino a quando non c'è il punto di rottura, fino a quando non è venuto a maturazione il cambiamento.

      PS: se riesco la prossima volta vorrei commentare una tua foto.

       

    3. chiaraoscura4

      chiaraoscura4

      amo alla follia!

  4. E immaginavo le grandi distese squadrate d’acqua, dalle parti di Marsala. Con quelle strade strette e lunghe, costeggiate dalle saline. Sembra di perdersi in paesaggi dell’altrove. Per me così affascinanti. Un senso di casa e di smarrimento, al contempo. Per uno le cui radici sono dove sta andando, più che là dove è partito.

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  5. Meta-fisica

    Talvolta accade - negli ultimi tempi più spesso – che io guardi un ragazzo solo per apprezzarne la bellezza e l’armonia del fisico. Nulla di più, niente secondi e terzi fini. O meglio potrei dire solo tersi fini. E con questo non penso che sia male quando guardo un ragazzo solo immaginando cose sconce. No, non credo sia male. Solo che nel primo caso mi godo come mai il trascendere di ogni traccia di fisicità che in qualche modo inquina e oscura certi punti di vista: senza compiere alcuno sforzo non immagino un dopo, situazioni che non avverranno mai, circostanze improbabili, situazioni che in qualche modo usurpano il momento, il presente, l’attimo in cui sto guardando. In questo caso semplicemente non immagino nulla, guardo e basta, come potrei guardare il mare, il sole, il cielo, una nuvola, un albero o un’opera d’arte.

    Quindi, ragazzo che sei sulla scalinata con i pantaloni bianchi e il vento che ti spettina i capelli, non fraintendere il mio sguardo, continua a scendere e vai per la tua strada.

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    1. fleurdelys00

      fleurdelys00

      sfortunatamente non comprenderà mai questo messaggio ma fraintenderà le tue intenzioni

    2. ciribi72

      ciribi72

      vero, la mente dell'uomo non risiede solo nella testa :P

    3. hocuradite

      hocuradite

      Ho commentato sulla mia bacheca per evitare di strumentalizzare il tuo dialogo. Se vuoi leggere la cena è servita.

  6. A otto anni io giocavo tutto il giorno. Qualsiasi cosa facessi era gioco. Immaginavo tutto quello che veniva da immaginare e tutto diventava altro. Un altro meraviglioso.

    Meraviglioso soprattutto ora, che per giocare devo fare un certo sforzo. Meraviglioso perché ora vedo un albero e allora era una foresta sospesa tra paludi e cielo.

    Ora io vedo una casa e mi ci vuole un certo sforzo per vedervi una nave, che viaggia nell’Oceano dell’Essere, alla ricerca del tesoro, eccitata da questa avventura.

    Eppure, in un certo senso, sto ritornando a quello che facevo allora. Sto ritornando al gioco. Ho smesso di prendere così sul serio queste vicende umane. Abbandono volentieri i ragionamenti responsabili, consequenziali, che chiedono ad ogni passo una conferma oggettiva.
    Dove ci si perde? Dove ci si ritrova?
    Io mi ritrovo pienamente nel gioco, noncurante di tutti i richiami seri del mondo. E nasce un altro mondo. Migliore di quello che ci raccontano tutti i giorni.


     

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      ti stavi allenando?

    2. fashionista0

      fashionista0

      che castello è?

    3. odessa1920

      odessa1920

      Valeggio sul Mincio

  7. Ma dove cavolo credi di andare se sei sempre così negativo?
 Ma guardati. Hai due mani e due piedi, hai due occhi che possono ammirare la vita, e scommetto che hai quelle due o tre doti particolari che ti consentono di fare meglio d’altri alcune cose. E stai lì ad inchiodarti perché lui ti ha lasciato, o perché si devono fare i curricula in formato europeo? O perché il mercato del lavoro non ti offre più posti fissi e garantiti?

    Dai, mettiti con i piedi all’aria, di schiena, tu hai un tuo sogno, tiralo fuori.
    È la tua bussola. Poi smettila di compatirti, usa le tue risorse e provaci. Di fame è difficile che tu muoia – ma se anche fosse? Hai la tua bella avventura da vivere. Troverai sempre un modo per avere energie nel corpo e nell’anima. A volte basta poco, camminare, dormire, mangiare in modo adeguato… Insomma quelle cose che vengono da sole se ti prendi cura di te. E butta dalla finestra quest’abitudine a fare bilanci negativi.

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    1. londoncalling6

      londoncalling6

      le energie positive portano positività!

    2. altomororicco

      altomororicco

      alla fine sei sempre in bilico!

    3. tacchialti94

      tacchialti94

      quante nuvole!!

  8. Le fotografie e i quadri fermano l'istante perché lo possiamo vedere e introiettare, oserei dire, masticare e digerire. Tutto scorre sempre, la vita è questo. Ma anche fermarsi e masticare le cose fa parte della vita. Anzi è funzionale a scorrere e scattare al momento opportuno. 

    Fermandosi a guardare le immagini si pensa!

     

     

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    1. cespuglia13

      cespuglia13

      bellissima foto e anche tu

    2. sweetlovelylips
  9. Naturale che ammiro i grandi eroi, quelli delle imprese eccezionali, dei grandi sforzi, della tenacia incrollabile. Da bambina ho letto Salgari, Kipling, Stevenson e tutti gli altri.

    Ma un po’ per volta mi sono accorta che ho più talento per le piccole imprese quotidiane, quelle capaci di aprire le porte alla gioia, con quelle piccole conquiste su di sé che non militano sotto bandiere infiammate, ma che trasformano notevolmente la qualità dell’esistenza e dispongono l’animo a vedere la bellezza, conservare la meraviglia e coltivare la gentilezza.

    Si può restare a bocca aperta di fronte allo spettacolo del mondo. E interrogarsi all’infinito con l’immaginazione su ciò che passa nella testa e nel cuore degli altri. E allora viene voglia di non toccare niente, di lasciar accadere, restando lì a guardare.

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    1. antonio-21

      antonio-21

      Come sempre fai incantare con la tua scrittura!!

    2. diegodelavega0

      diegodelavega0

      Siamo tutti spettatori in questa vita, ma purtroppo molti si credono Dei.

    3. elvis06081994

      elvis06081994

      Bellissima come sempre ^_^

  10. C’è una figura de I Ching – Il Seguire – che esercita su di me una certa attrazione. Seguire è un po’ l’arte di navigare con la vita, lasciarsi guidare, lasciarsi portare. Ma non in maniera passiva e da vittima.
    È forse un modo di procedere che, tutto sommato, richiede meno sforzo. Non è una lotta contro qualcosa. È un andare attivamente dietro i segnali che trovi tra le cose, negli eventi, nella vita – per dirla con una parola generica.
    Apparentemente il “seguire” è una rinuncia. Rinuncia a qualcosa che nella nostra cultura ha un certo apprezzamento: la volontà di imporre al destino le proprie decisioni, i propri progetti, la realizzazione dei propri obiettivi.
    Ma è un’apparenza.
    Di fatto è un modo di procedere che sceglie la linea di minore resistenza. Un po’ come fa l’acqua nel seguire la pendenza, colmando ogni avvallamento, e continuando a scorrere verso il mare. Evitando lo scontro, colloca la propria energia nelle circostanze della vita, in uno scenario di alleanza e di sinergia.
    Io non sono una conoscitrice del mondo e del mercato. Non saprei dare dei consigli di sostanza a chi vuole sfondare in un certo campo, o vincere in borsa. Non saprei proprio da dove cominciare se mi chiedessi come fare a diventare miliardaria.

    Ho imparato un po’ a gestire il mio umore, a rigenerare le energie, a ritrovare l’innocenza, la meraviglia, il gusto per le cose che faccio, ogni giorno. Si tratta del proprio benessere? Certo che sto bene. Il mio corpo è ancora giovane e le mie giornate scorrono nella gioia.

    Queste cose hanno acquistato la precedenza rispetto agli obiettivi di successo sul mercato. Solo dopo essermi occupata di queste cose, mi metto a lavorare per ottenere dei risultati materiali: i mezzi per continuare l’avventura.

    Non è certo un modello per la vita d’azienda.


    Però – a stare a quel che sento e quel che vedo – c’è da chiedersi se il dinamismo dell’azienda oggi non sia compromesso almeno un po’ dallo stato di salute, fisica e mentale, delle persone che ne subiscono la tirannia. E forse, la tirannia della disciplina d’azienda, scaturisce dalla volontà di imporre (al mercato, ai dipendenti…) i proprio obiettivi, le proprie strategie, i propri modelli di organizzazione…

    Ci sono alternative?

     

     

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    1. vincent29264

      vincent29264

      oggi si produce per guadagnare non produrre per creare ma guadagnare indipendentemente proprio dall'essere creativi ma soprattutto dall'essere sé stessi.

      il dio denaro è tutto in una azienda, guai a venir meno a tale ideologia, l'azienda fallirebbe e il dipendente creativo, il che ha bisogno del proprio tmepo, del proprio spazio per tirar fuori ciò che ha dentro finirebbe in mezzo alla strada. questo è il mondo di oggi, guadagnare per essere sociali altrimenti rimani fuori, diventi un associale .

    2. domydomy69

      domydomy69

      Bellissimo è chi riesce a scoprirsi o riscoprirsi e rimanere se stessi!

    3. domydomy69

      domydomy69

      Complimenti per la fotografia e per il senso di voluta meraviglia!

      Sostenendoti alla colonna per dare una profondità!

      👏🏻👏🏻👏🏻

  11. Un certo tipo di cose


    movimenti gratuiti per esplorare

    
ovvio anche

    
lo spirito dell'impresa


    in altri termini l'avventura umana

     

     

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    1. cespuglia13

      cespuglia13

      bellissima

       

    2. ok1803

      ok1803

      bellissima :)

    3. vitto071

      vitto071

      foto bellissime odessa  :) 

  12. Come tutti, sono un misto di forza e debolezza. Dei momenti sono debole, fragile, vulnerabile e intimorita. In altri momenti ho la grinta di una leonessa che difende i suoi piccoli. Sono coerente, a modo mio. Nel senso che non consento ai momenti di debolezza di portarmi fuori dal binario che decido nei momenti di forza e di visione nitida.

    Nei momenti di debolezza ho imparato a fidarmi delle cose che avvengono. Mi siedo nel centro del cuore e mi lascio guidare da quello che avviene, dentro e fuori. Ho fiducia. Prima o poi, vengo premiata. Le cose si risolvono bene, da sole – si direbbe. Eppure credo di contribuire con questo mio atteggiamento a che tutto proceda per il meglio.

    La consapevolezza che tutto è andato a buon fine, che c’era una logica segreta negli eventi, ce l’ho solo dopo che tutto è successo. Potrebbe essere altrimenti? Per questo, ho deciso di non strizzarmi troppo il cervello nel cercare soluzioni a priori. A priori io cerco di centrarmi, di restare connessa o di ricollegarmi. Lo dico in questo modo. Quando sono collegata, credo che tutto quel che avviene porterà a un buon fine. E credo che tutto quel che faccio colpirà nel segno, anche se non lo vedo subito.
    Quando sono forte, vedo chiaramente in anticipo. So dove andare a parare e come comportarmi. So fare piazza pulita di tutti i ragionamenti contorti e le domande stupide.

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    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      che bello sciarpone!

    2. londoncalling6

      londoncalling6

      dove passeggi di bello?

    3. nuncepenza6

      nuncepenza6

      hai sempre quel tocco in più!!

  13. La senti, vero, la bellezza dell’Eros – lo chiamiamo in questo modo, fin dai tempi dei Greci. È una bellezza selvaggia, che non tiene conto di nulla ed è pronto a scompisciare ogni ordine, ogni sistemazione. È una forza selvaggia della natura. E uomini e donne fuggono quando lo sentono arrivare. Incute paura, perché può travolgere tutto. È come un tuono che erompe all’improvviso dalla terra.

    E della natura ha il vigore, la forza, l’energia.
 

    Ma noi siamo cultura. Noi coltiviamo le forze selvagge della natura. Cerchiamo di addomesticarle, di ammansirle, di usarne il potere per costruire il nostro mondo, la nostra storia. La cultura aspira a continuare il lavoro della natura. Un lavoro che produce vita e nuove armonie. Col rischio di mandare tutto all’aria.
    Abbiamo bisogno della forza della natura – se la uccidiamo, se ci chiudiamo ad essa, siamo noi a morire. Il pozzo si alimenta dalle acque di profondità, e aspira a raccoglierle limpide, decantate, per abbeverare e rinfrescare. Per nutrire.

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    1. gerbera0

      gerbera0

      balli in mezzo al vento?

    2. odessa1920
    3. londoncalling6

      londoncalling6

      che gambe!

  14. Okei, sto andando per la mia strada. Sono entusiasta. Mi piace. È questa la mia vita. Lo sento dentro. 



    E c’è un luogo, dove amo sostare, dove amo restare anche quando mi muovo, un luogo dove sento forte il calore dell’energia, una sorta di amore primigenio, qualcosa cui non so dare un nome, ma è un luogo dove mi ritrovo, dove sento bene, da dove sorgo, da dove vado, da dove traccio rotte… 



    La domanda è sempre la stessa. Quella da cui sono partita, non so più da quanto tempo. Cosa voglio, chi sono, che combino? 

    

E, strada facendo, ho capito che le prime risposte non devono essere prese per definitive. Farlo sarebbe come inchiodarsi. 



    La domanda è quella, ma la risposta ha una storia. La risposta è una storia. 



    Se accetti di ripetere la domanda, di farle spazio, ogni volta, di farla riecheggiare nella tua grotta, al calore del fuoco che sta in quel luogo – lo dico in questo modo – vedi che la risposta è come una pianta, che cresce, ramifica, ha una sua storia. E promette un futuro. 



    E più che la risposta è il rispondere continuamente che ti tiene in sella. 



    E io penso a questo, ora, nella gioia di questo luogo. 

    

E mi lascio portare nel momento stesso in cui metto in atto tutto quel che so fare, per cercare risposte ulteriori… 


    Che voglio? Dove vado? E chi sono?... 


     

     

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    1. vitto071

      vitto071

      foto e descrizione bellissime :)

    2. elvis06081994

      elvis06081994

      Smettila di porti domande e viviti l'attimo ^_^

    3. davidek1982

      davidek1982

      Carpe diem cara.

       

  15. Sei una forma di desiderio inespresso, ammezzato, mozzato;
    un desiderio senza nome, affondato nelle parole,
    un desiderio senza tempo, né spazio.
    Una forma d’amore non contemplata nei manuali d’amore.
    Uno di quegli amori che ci vergogniamo a raccontare in giro,
    un amore che ci teniamo dentro, che non possiamo manifestare,
    un amore senza appigli, senza radici,
    un amore nato in luogo di cui neppure noi conosciamo l’esistenza,
    un amore flebile come un guaito di un cane nella notte.
    Un amore dove non c’è nulla da imparare o da sfogliare
    un amore scuro, senza caratteri.
    Un amore che secondo i più incarna la negazione dell’amore.

     

     

     

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    1. ciribi72

      ciribi72

      bellissima gonna, l'hai comprata su asos?

    2. odessa1920
    3. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      mi confonde quello che scrivi, sei una scrittrice speciale1

  16. Avevi quel tuo modo di entrare nelle giornate, fin dal risveglio, felice di aprire gli occhi e di vedere il mondo. Muovevi il corpo come vivendo un miracolo. 
    Saltavi tra i pensieri che il vento ti portava come una ragazzina che ha visto l'altalena in giardino. Eri la magia che apre le porte del tempo e ne rivela il segreto. Partendo, hai lasciato dietro di te un'ombra profumata. L'ho raccolta e adagiata sul foglio.

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    1. beautifullmind0

      beautifullmind0

      immagine e luce stupenda, si vede che sei un aprofessionista!

    2. odessa1920

      odessa1920

      Diciamo una discreta dilettante.

    3. fleurdelys00

      fleurdelys00

      questo dinamisco mi fa impazzire! così emotivo

  17. Non è meraviglioso quando si realizza un tuo desiderio senza che te l’aspettassi, senza che tu abbia fatto qualcosa di speciale perché questo avvenisse? Oh, sì che è meraviglioso e magico. E come sarebbe bello che ce ne fossero tanti di eventi di questo genere. È bello impegnarsi e ottenere. Ma è ancora più bello ottenere senza aver fatto nulla di speciale. 
    
Un mio amico diceva sempre che una buona botta di culo è meglio di una programmazione accurata.
     
    Questa notte ho sognato di correre. L’erba del grande prato era stata appena tagliata. Correvo con leggerezza attorno a un boschetto di frassini e robinie. Mi sembrava impossibile. Eppure era così reale che al risveglio ho provato una grande delusione. Ero così felice nel sogno. Pensavo che era impossibile, eppure stava accadendo.
    Mi sono ricordato di un periodo in cui sognavo sovente di volare. Avevo trovato il modo di fare un salto e mettermi orizzontale. Rimanevo sospeso nell’aria e bastava che allungassi la mano, con il dito puntato (come Superman) e partivo nella direzione voluta. Era una sensazione meravigliosa. Il sogno si era ripetuto un numero incredibile di volte. Al risveglio ero tentata di ripetere l’esperimento del salto e messa in orizzontale. Non ho mai trovato il coraggio.
 Però, questi sogni bellissimi, lasciano una scia di fiducia nell’incredibile che fa bene.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      il sole illumina tutti rpima o poi <3

    2. odessa1920
    3. fashionista0

      fashionista0

      dove corri di bello?

  18. Il silenzio di Dio

     

    Sì, a quell’ora lì, Ernst, di solito, parlava con Dio.


    Beh, ad essere più corretti, si dovrebbe affermare che parlava a Dio. Dio, infatti, stava sempre zitto. Non riuscivi a tirargli fuori una parola che fosse una parola. Ma, di Dio, sappiamo niente e quindi ritorniamo ad Ernst.


    Quella sera era quasi fine settembre.


    Insomma, i primi segnali dell’autunno, con un immenso rimpianto per l’estate… – perché Ernst amava l’estate. Amava tutto dell’estate. Ma soprattutto, andare vestito leggero e stare quasi sempre scalzo. Amava che l’essudorazione traspirasse direttamente nell’aria, senza dover attraversare diversi strati di vestiti. Amava l’acqua del fiume dove si bagnava per rimescolare il sangue, e amava quel brulicare d’esistenze che osservava nei campi e lungo i sentieri di campagna. E tutto il resto: il canto delle cicale, i pomodori d’agosto, l’ombra delle pergole e il vino bianco freddo… e le ragazze vestite appena di petali colorati.


    … Quella sera, Ernst parlava a Dio. E gli diceva:
     

    Beh, vedi, è difficile avere a che fare con te.


    Innanzi tutto, hai sempre ragione. Cioè, non ci piove… Possiamo dire perché questo? perché quello?, ma tu stai zitto e tiri dritto. Lo so, tu sei il capo, ma in questo modo, scusa se mi permetto…


    Hanno assicurato che in principio era il Logos, cioè il Verbo, la Parola. Ma tu di spiccicare due parole con me in un linguaggio schietto e comprensibile, per carità, questo proprio non ti salta in mente.
 Mi viene voglia, a volte, di inviarti lassù, da qualche parte, dove diavolo (pardon) tu sia, qualche corso di comunicazione, sai la Scuola di Palo Alto, e cose del genere. Perché forse sei rimasto indietro… Sai? Anche Dio ha bisogno di riciclarsi, insomma un bel master di outplacement…
     

    Ma tu da quell’orecchio non ci senti.
     

    No, guarda, non è per lamentarmi. Perché, a dire il vero, a me piace questa vita, e la mia avventura. E sono sorpreso di tutte le meraviglie che accadono e del fatto che i miei sogni si vanno realizzando, giorno dopo giorno, con un crescendo che a volte m’imbarazza, perché riesco a mala pena a digerire gli eventi… e la sorpresa.


    Non è per lamentarmi. Io sto bene.
Però delle volte…
     

    Insomma, quello che non capisco di te è il tuo silenzio.
 

    Sei peggio di uno psicanalista lacaniano!

    E m’interrogo, anche, sul significato di questo tuo comportamento. Sai, lo so che tu hai sempre ragione – anche se mi rompe – e, dunque, mi dico: avrà le sue ragioni. E poi cerco d’immaginare.


    Che non sia che, in questo modo – voglio dire con tutto questo silenzio (proprio non mi consideri!…) – tu l’hai studiata apposta perché noialtri ci sforzassimo da fare da soli, e crescere, e diventare dei padreterno – in qualche modo – anche noi?


    Insomma, che sia un trucco, un espediente, che, alla fine, risulta bene per noi? Che, altrimenti, ci metteremmo sotto la tua gonna – beh, a dire il vero non so se Dio abbia una gonna, ma si fa per dire – e non avremmo spinte a crescere?
     

    Vedi? Cerco di darti ragione? Ma dimmi tu se ti viene in mente di mandarmi un segnale, qualcosa che mi dica a chiare lettere: bene, sei sulla pista giusta…
     

    Era ormai il tempo delle prime avvisaglie d’autunno. Ernst parlava più o meno in questi termini con Dio – o meglio, a Dio, perché Dio rimaneva muto. Poi, finiva quasi sempre nello stesso modo.


    Beh, diceva tra sé e sé, meglio così. Stando zitto, Dio mi consente di pensarlo a modo mio. E’ forse il dono più bello che una figura così ingombrante come lui possa fare a noialtri mortali…

     
    E detto questo, passava a lavare i piatti e riordinare la cucina.

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    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      una ninfa del lago! non sarò il primo a dirtelo sicuramente ;)

    2. ciribi72

      ciribi72

      mi hai tenuta incollata allo schermo !!! bravissima

    3. tacchialti94

      tacchialti94

      che tenera che sei!

  19. Seduta al bar, cos’aveva ordinato? Scelse di fissare le nuvole senza pensare a niente, lasciandosi assorbire dal gioco del tempo. Cos’aveva ordinato? Andrea ormai se n’era andato. E lei non voleva soffrirne. Non voleva per nessuna ragione al mondo soffrire nuovamente quelle stupide pene d’amore. Cos’aveva ordinato? A me piace scrivere, pensava, e immaginava di battere con destrezza e ritmo giusto sulla tastiera del suo Mac. Cos’aveva ordinato? Il dehors del locale era grazioso, attraversato da una luce naturale soffusa, filtrata da tendine bianche. S’intravedevano i tigli adulti e posati che sbucavano da grosse ferite circolari dell’asfalto, lungo il viale. Cos’aveva ordinato? Pensava di consolarsi con il piacere della scrittura. In fondo, l’unico amore costante di tutta la sua vita. Andrea, beh, come gli altri, poteva restare un passeggero del suo cuore. Che, come gli altri, l’aveva calpestato come uno zerbino. Cos’aveva ordinato?

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    1. nancy19821

      nancy19821

      La foto è bellissima,  degna della una scena di un film

    2. odessa1920

      odessa1920

      Grazie, apprezzo molto il complimento

       

    3. theoldandthesea

      theoldandthesea

      bellissime parole, tue?

  20. Dunque, siamo in inverno.
 Il cielo stamani è intenso.


    È bene che mi metta subito a lavorare su di me.
 Aspiro a dipingere questa giornata, plasmarla in maniera che assomigli il più possibile al mondo che sogno. 
So che devo iniziare dal mio atteggiamento.
 Ho sempre, addosso, l’eco di stagioni tristi. Dietro la porta sonnecchia regolarmente il senso della pesantezza.


    Ho imparato ad averlo compagno e a neutralizzarne gli effetti.
 Non basta evitare di disperdere nell’ambiente le immondizie inquinanti.
 Bisogna coltivare il giardino, con cura.
 So orientare i miei pensieri su scenari possibili che rendono le mie azioni più creative. 
La mia storia è un’avventura.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      il contrasto è meraviglioso!

    2. nuncepenza6

      nuncepenza6

      Proprio di questo parlavo! Bellissima! 

    3. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      vorrei essere capace anche io di fare queste foto!! haha

  21. Una persona è un mistero. Anche quando ti gira per casa, anche quando la frequenti da tempo. Non puoi rinchiuderla in una definizione. Non puoi incorniciarla. Perché la perdi.

    – Una finestra! – disse.

    – Una finestra? – chiesi.

    – La chiamo la buccia del mondo…

    – La buccia del mondo…?

    – Quello che vedi è la buccia. Una persona la incontri se incontri la sua anima. Si dice così in quasi tutte le lingue…

    – Incontrare l’anima di un altro…

    – Questo è possibile se la buccia del mondo diventa una finestra. Può succedere.

    Mi rendevo conto del significato della metafora che Pietro stava mettendo in campo.


    Sapevo che la buccia del mondo poteva nascondere e impedire l’incontro. Oppure poteva diventare una finestra per accedere e accogliere l’anima di un altro.

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    1. maurigoli

      maurigoli

      buon inizio settimana cara Odessa

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    2. odessa1920

      odessa1920

      grazie

    3. maurigoli

      maurigoli

      dovere cara, col cuore!!!

  22. Vedevo mia madre guardare la televisione. S’immergeva in una di quelle storie romantiche che a lei piacevano tanto. La vedevo,  risucchiata dal film, provare sentimenti, passioni, dolore e gioia. Alla fine del film chiudeva la televisione e ritornava nella sua vita quotidiana, nella sua realtà, di cui non era affatto felice, e che io immaginavo grigia.
 Ero un ragazzina stupida. Non conoscevo mia madre, lo spessore delle sue decisioni, della sua pazienza, della sua sopportazione sacrificale. 
Vedevo questa scena della televisione e pensavo che non fosse giusto.
 Che non fosse giusto vivere intensamente nell’evasione di un film, per ritornare, a trasmissione terminata, nella prosa della quotidianità. Pensavo che si trattasse di una rinuncia.
 Dicevo a me stessa: io non voglio VEDERE storie. Voglio AVERE una storia.
 Ero stupida. Non vedevo che mia madre AVEVA la sua storia, drammatica e coraggiosa. E non vedevo che io ero una delle ragioni di quella storia.
 Ma quel non voler VEDERE le storie della televisione o del cinema ma AVERE la mia storia, costruire la mia storia, questo mi è rimasto dentro per sempre e ha avuto un peso preponderante nelle zigzaganti vicende della mia esistenza.

    E ho sempre amato le persone che prendono in mano la propria vita e si costruiscono una storia seguendo ciò che amano.

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    1. daliahnera

      daliahnera

      bellissima questa prospettiva! chi ti ha scattato la foto?

    2. altomororicco

      altomororicco

      sempre tutto bellissimo: le parole, le foto, tu :) 

    3. odessa1920

      odessa1920

      La maggior parte delle mie foto le scatto da me!

  23. È soprattutto in montagna che sento di abitare in uno spazio aperto, su un pianeta, sotto un cielo immenso. Che non sono imprigionata nella mia stanza, nella mia città, nei miei problemi. 



    La bellezza dell’aperto risiede in gran parte – per me - nell’influsso liberante che esso ha sulla mente e sul cuore. I pensieri gretti e meschini si sciolgono ed evaporano rapidamente. Il pensare conosce le dimensioni della grandezza. Vola alto come un aquilone. Così pure il sentimento: il cuore diventa capace di accogliere il tutto dentro di sé. 



    E percepisco il mio essere al mondo come un dono. Sento che sono un ospite della vita, cui sono offerti doni in abbondanza e la possibilità di esplorare, di giocare, di capire almeno un po’. E anche di immettere qualcosa di proprio nel grande evento dell’universo. 

    

È in montagna che ho una percezione viva dei miei limiti. E, tuttavia, avverto questa consapevolezza non come frustrante ma, al contrario, come legame consapevole al mistero di una forza incommensurabile. 



    Rimango senza parole e pur tuttavia come se questo fosse la fonte di un discorso interminabile. 



    Mi ritrovo piena di gratitudine ancorata all’attimo, ma non come a cosa ferma: un attimo che è corrente. E il moto della mia gratitudine assume le forme molteplici del desiderio.

     

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    1. vitto071

      vitto071

      La fotografia è un arte; anzi è più che un’arte, è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole.

    2. fabulousme
    3. maurigoli

      maurigoli

      buon fine settimana simpatica amica!9_9:$:D

  24. Esiste l’Anima del Mondo – mi dissi – e la mia anima ne è un frammento.
    Mi posso lasciare guidare. Posso limitarmi a seguire.
     

    I tuoi occhi dicono che ci sei e che c’è tutto quello che rende vivi.

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    1. tacchialti94

      tacchialti94

      chissa a cosa stai pensando, sembri molto pensierosa!

    2. odessa1920

      odessa1920

      Agli occhi del mio nuovo amore 😊

    3. ciribi72

      ciribi72

      che belle scarpe che si intravedono!

  25. Non vedo, non sento, non parlo. Annullamento dei sensi in sequenza. E intorno che cosa rimane?

    Una ovattata sicurezza? Una ancora sentimentale? Un appiglio? No, rimane il buio. La mortificazione del desiderio.

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