- Donna
- Verona (VR)
-
Ultima Visita
Aggiornamenti di stato pubblicati da odessa1920
-
Ed è così pieno ed eccitato il momento in cui il sogno che avevi in cima alla lista mostra il suo volto, salutandoti con la mano alzata tra gli eventi che arrivano imprevisti, non programmati.
Il cuore di scatto raggiunge quella frequenza di battito che è la vita piena. La mente è piacevolmente confusa perché le cose nel quadro non collimano ancora, come le tessere di un puzzle appena rovesciate sul tavolo da una scatola nuova di zecca, ma tu sai che c’è un disegno che le destina ad incastrarsi armoniosamente tra loro. D’ora in poi è quel disegno che traccerà il sentiero verso il tuo orizzonte.
Tutta la strada che hai percorso, ora acquista il suo senso. Ti accorgi che i lunghi periodi di cammino solitario, e l’inquietudine che hai sopportato con pazienza, che hai avuto compagna negli interminabili silenzi fiduciosi, e il dolore che hai accettato come un travaglio necessario, hanno aperto nella tua anima una grande dimora nuova di zecca, che ora accoglierà l’arrivo di vivaci carovane da oriente.
Dicono che il cow boy, sempre in viaggio nelle sterminate praterie del West, lasci che sia il suo cavallo a decidere la strada al bivio appena incontrato. Io lascio che siano le forti emozioni a chiamarmi, come dice il poeta: “Quando l’amore chiama, seguilo”.-
Ho cercato di non barcollare; ho fatto passi falsi lungo il cammino. Ma ho imparato che solo dopo aver scalato una grande collina, uno scopre che ci sono molte altre colline da scalare. Mi sono preso un momento per ammirare il panorama glorioso che mi circondava, per dare un’occhiata da dove ero venuto. Ma posso riposarmi solo un momento, perché con la libertà arrivano le responsabilità e non voglio indugiare, il mio lungo cammino non è finito.... Nelson Mandela
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
Quello che vedo è quanto le pene d’amore, un abbandono, una profonda delusione, aprano il territorio per una riscoperta di sé, un allineamento con il richiamo che ti abita, un flusso di genuina energia che attraversa un canale di ritrovata integrità. Un territorio dimenticato dove puoi ristabilire il tuo rapporto con la Vita, nel suo insieme, globalmente.
-
sembra tratta da un film!!!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
bellissima!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
La buona morte
Zio Tonino, detto Tati,
vi dirò come morì.
Un mattino in mezzo ai prati
molto presto lui partì.
Con il sole all'orizzonte
una musica ascoltò:
gli fluiva nella mente ...
e con essa se ne andò.
Così quello che alla gente,
giustamente, fa temere
per lui, allor, senza far niente,
fu un momento di piacere.-
bellissime immagini!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
È tutto musica intorno.
Il vento e l’acqua,
l’erba tra le rocce.
Sto zitta e la mano evoca un’orchestra
tra le pieghe delle cose.
La vita riempie le pause tra i passi.
Spazi incredibili tra un battito di ciglio e il successivo.
Voci e profumi che sanno di segreto
soffiano tra i capelli
una brezza vivace
che nel cuore percola sospeso.
-
-
Frullato di arancio mango e banana per colazione.Un disegno per cominciare.È meglio cominciare con un disegno colorato. Tanto più che oggi piove e il cielo è grigio.Certo i romantici troveranno incantevole il ticchettio della pioggia contro le inferriate. Ma sono i romantici che non sono incantevoli in queste circostanze. Oggi la vita è piuttosto dinamica e la gente preferisce essere attiva e trafficare con le cose e gli altri simili.Almeno, questa mattina la vedo in questo modo.E poiché sembra che il corpo si ritrovi addosso energie adeguate, ho deciso di dare un saluto colorato al nuovo giorno.
-
Il manifestarsi con semplicità è ormai virtù assai rara. Bisogna ricercarla come bene prezioso e raro.
-
wolfman830 ha aggiunto una reazione
-
ci vuole sempre un tocco di colore nella vita! Brava!
-
wolfman830 ha aggiunto una reazione
-
-
Il vecchio rotolò dalle macerie dirupate, catasta di legno verde in bilico, mallegata e affiumante. Lo colpì lampo d’affetto dimenticato, sbucato da non seppe mai quale specchio. La figura sottile si disfece in pezzi. Frammenti di pellame di cranio danzarono nell’aria inerte, fin sopra l’asparagina, dietro al boschetto.
Il giovane non s’avvide di quanto accadesse perché, nell’attimo, chinavasi a svellere asparagi, sotto le fronde.
Poi, sulla strada di casa, incontrò Vellutata, come sempre vestita da uomo. Il ragazzo le offrì da mangiare parte della sua caccia, per osservarle bocca e lingua umide in azione, che avrebbe voluto baciare e sporcare di seme - interminabile apnea.
La ragazza poi fu chiamata dal cugino invalido, che voleva farsi lavare - e toccare. Vellutata oltrepassò la soglia di casa con in bocca un sapore di verde.
Dal primo specchio, emerse il cranio sottile d’un vecchio, mai conosciuto. -
-
Kerouac...un'ispirazione continua.
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
- Beat, è il beat da tenere, è il beat del cuore, è l'essere beat e malmessi al mondo e come l'essere a terra ai vecchi tempi e come nelle antiche civiltà gli schiavi ai remi che spingevano le galere a un beat e i servi che facevano vasi a un beat.
Cuore.
-
beautifullmind0 e odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
ogni tanto qualche goccia di pioggia sul viso fa bene!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
Due amiche ai giardini
Con il sole che troneggia
le due amiche vanno a spasso
pei giardini della reggia
di Cianesco a Campobasso.
Sono allegre e stanno a dire
degli amori che hanno avuto
un po’ allegri un po’ a soffrire
com’è giusto e risaputo.
Ora pensano al futuro
che le aspetta lì davanti,
assomiglia forse a un muro
ma lo affrontan tutti quanti.
Noi siam donne, dice Ornella,
Siamo audaci e siamo forti.
I mariti, questa è bella,
a quest’ora son già morti.
Con le bocce e la canasta
non si vive a lungo sai
l’hanno preso proprio in tasca,
l’han voluta, non son guai.
Noi sian libere e creative,
tutto il tempo abbian per noi,
siamo belle, siamo vive,
godi e ridi fin che puoi.
Forse è meglio che il sistema
dalle donne sia guidato,
questi maschi fanno pena,
sono mosci, non han fiato. -
Dove abiti?Sei di un altro mondo o ancora nel mio?Le parole che parliamo dicono che il linguaggio è comune.Ma come faccio a credere che siamo sulla stessa terra?Ma è davvero importante?Non basta sentire quello che dentro sentiamo?E non mi è difficile dare senso alle tue parole, ai tuoi urli, ai tuoilamenti e alle tue uscite rabbiose.Tu non sei forse quello che sono stata io, e che sono ancora?Dove abiti?È forse soltanto per chiederti un appuntamento.Un luogo dove, di sfuggita, sfiorandoci, sappiamo l'essenziale l'uno dell'altro.
-
sempre delicatamente intensa
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
Accontentarsi fa male, bisogna imparare ad aevolvere il proprio pensiero verso una nuova dimensione di noi
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
Bellissime opere alla vista!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
una foto nella foto :)
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
il riflesso dell'anima!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
-
che sensualità!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
w la solitudine! nostra grande amica
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Lei diceva che la Primavera si vede da fuori nei fiori e nelle gemme, nel sole e nell’aria. Ma aggiungeva, che la Primavera è una vitalità che viene da dentro e rinnova. Ricrea, restaura, fa nascere ancora.
E lui mi diceva che è il momento, il luogo esistenziale, dove avviene il miracolo della rinascita. Può essere in qualsiasi posto, a qualsiasi età. Ma sicuramente è dentro.
-
Non è che dentro un calice per birra, un boccale o una pinta, ci si possa bere solo la birra.
Pensiero insipido, all’apparenza: eppure, stava lì, e insisteva costante dentro la testa bislunga di Roberto, il lavapiatti. Le mani di lui non sentivano le variazioni di temperatura, anche estreme, dell’acqua che scrosciava dal rubinetto.
Ogni mestiere è meccanica, e si finisce, sempre, col non avvertire nessuna emozione, o sensazione, nel farlo.
Fortuna, allora, l’opportunità di pensare, nonostante.
Nella sala da cena, la ragazza morsicava lo spiedino sorridendo per finta, con la memoria alla madre dispersa, sognata durante la pennichella del pomeriggio.
Fuori, all’apice della collina sovrastante il ristorante, l’assassino argomentava tra sé che le persone vivono non solo per vivere.
Il buttafuori del locale, invece, era ben rintanato, perché, fuori, non c’è solo la notte, no, no. -
-
Mi chiamo Ester. Ho trent’anni. Voglio volare in alto, molto in alto. Ho energia in corpo e sono libera d’inventare la mia vita. Ora vedo chiaro.
Sono uscita da una grande matassa appiccicosa che mi ha avvolta per molti anni in un chimismo inconcludente e infingardo. Una matassa che ha frenato i miei movimenti verso la vita come le mille ragnatele che imprigionavano Gulliver. Ve ne voglio parlare, benché non sia facile.
Sapete quello che voglio dire. Quando corri e corri giorno dopo giorno e ti accorgi che sei sempre nello stesso posto. Quando ti rendi conto che non sapendo dove andare ti troverai sempre da qualche altra parte, ma non lì. E non ti spieghi come mai non impari niente che sia qualcosa e ti rigiri sempre negli stessi pensieri.
Bene, alla fine ho realizzato com’è cominciato tutto. E come si è andato costruendo il grande polverone dove ho smarrito la bussola. Questa grande matassa appiccicosa, come la tela di un ragno, ha il suo punto d’origine, e io lo vedo chiaro, ora.
Provo a dirvelo, benché sappia che non è facile spiegarlo. Questo punto origine risale a molti anni addietro. Non riesco a capire come si sia potuto costituire, a sua volta. Ma a un certo punto ha preso una fisionomia chiaramente riconoscibile: era il desiderio ossessivo di essere un oggetto di desiderio.
È probabilmente così che ho cominciato a costruire la mia identità. Oggi so che sono bella e so che sono desiderata. Ma è una faccenda diversa. Sto parlando di altro. E vorrei essere chiara, evitare fraintendimenti. Sto parlando di me, della mia storia. Nessun trattato generale. Nessun manifesto.
Essere desiderabile è una bella espressione. Bella quanto ambigua.
Da giovanissima ero piuttosto grassa. Mi vergognavo un casino. Chi avrebbe desiderato una ragazzina con il mio corpo? Quale ragazzo avrebbe fatto certi pensieri su di me? E su questa preoccupazione, che mi è entrata in corpo senza premeditazione, piuttosto per passività, ho costruito una storia intera. Un romanzo di lotta contro me stessa, di aggressioni al mio corpo, di forzature della mia anima. Una storia che ha assorbito quasi tutte le mie energie per un tempo lunghissimo. E, per molto tempo, con magri risultati.Ma la presa di coscienza è avvenuta dopo che i risultati, finalmente, incominciarono a farsi vedere. Sono dimagrita, ho eliminato i brufoli, ho curato la dermatite incalzante, ho ottenuto acconciature adeguate, e ho fatto le mie conquiste…
Sì, proprio quando potevo scrivere una lunga lista di obiettivi raggiunti, proprio allora mi sono resa conto che tutto questo non mi faceva sentire veramente bene, che guardandomi allo specchio, non riuscivo a vedermi bella con sincerità, che quando mi facevano dei complimenti, sorridevo, ringraziavo, ma, nel profondo del mio cuore, non ci credevo affatto.
Cos’era che andava storto?
Gli uomini non capiscono il dramma di noi donne. Stressate da una miriade di richieste, di aspettative. Ma neanche noi donne abbiamo le idee chiare. Ci siamo lasciate prendere troppo dal dover rispondere a certe aspettative. E, così facendo, ci siamo avvolte – siamo in molte – in una matassa di pensieri, preoccupazioni, cure, che ci hanno portato fuori da noi stesse, lontano dalle domande vere.
Quali sono le cose veramente importanti per me?Che cosa ho da fare di utile a questo mondo?
Dove risiede davvero il mio valore?
Quando ho cominciato a sospettare che qualcosa, in questo ambito, era andato storto, ho intrapreso una lotta a ritroso. Nient’affatto tenera. Ma qui il travaglio dava i suoi risultati. Ho incominciato a ripensare tutta la mia vita in relazione a queste domande e, alla fine, ho capito. Ho visto la matassa. Ho visto la sua ambiguità. E ne sono uscita.
Tutti quei mulinelli aggrovigliati che mi ero costruita attorno al desiderio di essere desiderabile!
Ho perforato la barriera da parte a parte. Ho raschiato la patina opaca che ottundeva il mio sguardo. E ora, finalmente, respiro l’aria fresca dei miei movimenti. Ora ho un sentiero all’aperto davanti a me, che mi porta alla mia meta.
Vedo chiaro, so cosa fare. -
Perché demonizzare la tristezza, la nostalgia, la malinconia, il dolore dell’anima, l’inquietudine d’essere vivi? Perché renderli una patologia? Questi sentimenti racchiudono le domande più dense d’umanità che ci portiamo dentro. Voglio il successo, voglio fare fortuna, ma da donna completa, non decurtata dei miei sentimenti più filosofici.
-
Non aggiungo altro! Molto elegante
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Amo gli arbusti di ginestra. Trovo in essi una vitalità selvaggia, capace di resistere ad ogni assalto del meteo, degli animali, degli umani.
Capace di rinascere dopo ogni insulto e di affermarsi sul territorio con la ruvida, splendente, creatività delle loro forme.
Amo il loro carattere anarchico, insofferente dei giardini e delle serre. Barbari amanti della vita nomade, che si attrezzano per adattarsi dovunque.
C’è in essi un’innocenza primitiva che commuove e nutre la speranza che la vita proceda comunque, togliendo alla morte la pretesa di essere la parola finale.-
iconica
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
sembra presa da un giornale!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
C’è un’altra cosa che mi fa impressione
scorrendo le notizie sulla rete:
di quanta gente ha la vocazione
di curarti l’anima come fosse un prete,
che spuntan dappertutto terapie
per liberarti dalla depressione,
per darti l’autostima e tante vie
per esser positivo con passione.
Per dare da mangiare a questa gente
bisogna che permanga sto sistema
che crea tanto disagio nella mente
e che procura a tutti tanta pena!
-
il sistema è studiato per reprimere la vera felicità/serenità sostituendola con i valori effimeri del consumismo , tra cui i vari santoni che dilagano in rete
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
ti trovo super in forma!
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Di solito dico sì per partito preso. Mi piace pensare che sono diventata un sì, strada facendo. Essere un sì vuol dire non fare tante storie e immettersi negli eventi che ti raggiungono. Vuol dire pensare che qualcosa di buono succederà e non è il caso di fasciarsi la testa. Dico sì, senza domandarmi se possiedo la risposta al quesito che mi si propone.
-
provarci è sempre un bene, almeno per mettere sé stessi alla prova, soprattutto non lasciarsi andare al torpore mentale, quello che ti fa vedere il tutto di un solo colore.
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
bellissima foto
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
Molte pene dell’anima nascono, si sviluppano e crescono alimentate dalla nostra stessa cura. La Montagna Incantata di Tomas Mann ci ha mostrato come la malattia sia suadente e piacevole. Però fa di noi degli esseri decadenti. A meno che non siamo gli scrittori che ne descrivono le volute.
Il fatto è che – come Leopardi e Shopenhauer – crediamo ancora che ad essere intelligenti si comincia a soffrire. Ci teniamo ancora stretti a quest’idea che ad essere consapevoli è inevitabile soffrire. Meglio sarebbe, come le pecore, brucare e dormire sotto la luna, senza sapere…
Ma non potremmo cambiare questo pre-giudizio? Non potremmo sostituire al corrente concetto d’intelligenza quello che prevede che è più intelligente chi riesce a star bene, ad essere felice piuttosto che avere ragione?-
No, purtroppo non è possibile, la consapevolezza stessa è fonte di paura, non tanto per la coscienza di essere fragili nei confronti della vita, o di essere realmente solo anche nel stare in mezzo alla gente. È proprio alla base di questo nostro essere che tutte le religioni hanno prosperato al mondo, proprio per quella paura di quell'ignoto che ci circonda, di cui siamo consapevoli ma che ci illudiamo di un dio benevolo che ci circonda, ci accudisca e nel bisogno si prende cura della nostra persona. Si, l'ignoranza è una brutta bestia ma ad essa v'è rimedio, il problema è la stupidità, quella proprio non ce modo di curarla.
Tu hai parlato di pregiudizio, purtroppo non è un pregiudizio ma un dato di fatto ma v'è un rimedio, a parte la religione che dovrebbe smaltire quelle paure che si generano dalla consapevolezza di sapere che oltre quello che vediamo dovrebbe esserci di più, c'è anche la conoscenza che possiamo acquisire di quello che non sappiamo cos'è in sé, e come ben sappiamo tutti, tutto ciò che si conosce non fa più paura perché si sa soprattutto come affrontarlo.
-
-
vincent29264 ha aggiunto una reazione
-
-
-
bellissima foto, complimenti. Un fiore tra i fiori.
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
bellissima come sempre,quei girasoli ti donano tanto
-
odessa1920 ha aggiunto una reazione
-
-
La vita è un viaggio.
Le cose cambiano fuori. Ma soprattutto le cose cambiano dentro.Ognuno ha un luogo in cui si guarda allo specchio e indaga su se stesso.
Noi non siamo.Noi diveniamo.E la scoperta più interessante è proprio questa: chi stiamo diventando.
Io amo i luoghi in cui incontriamo noi stessi.
E la vita.
Che sembra essere la stessa cosa.