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È molto saggio e molto zen impegnarsi nell’apprendimento di quel sapere che serve davvero alla vita, lasciando perdere quello che non serve a niente.La storia è quella del barcaiolo e del grammatico.Il grammatico dice al barcaiolo, che di grammatica sapeva niente, che aveva perso per questo metà della vita. Poi sopravviene la tempesta ed è il barcaiolo a domandare: hai imparato a nuotare? Il grammatico purtroppo no… e allora il barcaiolo gli fa notare che sta per perderla tutta la sua vita.Ma è anche semplicistico. Si presuppone che si sappia a priori cosa serve alla vita. E da questa partenza la definizione potrebbe essere piuttosto ristretta. Allora?La mia idea è che è meglio navigare a fiuto. E quando incontri un sapere che non era nelle intenzioni imparare, vedere se riesci a capire a cosa potrebbe servire. Anzi, metterei in conto di andare incontro a saperi che non servono, per scoprire come farli servire.
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sublime
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