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Hai una prosa tagliente, più di una lametta da barba, quando mi accusi di fondamentalismo narcisistico e melenso. E chissà che non tu abbia ragione. Ma non lo sapremo ora, come vorresti decretare. Lo sapremo alla fine. E vorrei sorprenderti, Merlino.
E intanto m’interrogo sulle cose che mi rimproveri: Perché non sento il bisogno di riflettere sul quarantennale del mitico maggio francese, né sui due enormi cataclismi in Myanmar ed in Cina, né sulla morte di Charlton Heston o di Robert Rauschenberg, il piu’ grande della pop art…
Un amore non più sognato muore – mi scrive Giovanni. E io ho capito che il fatto di continuare a sognarlo è test della vitalità dell’amore che mi abita.
Il maggio francese l’ho amato a suo tempo. Il terremoto in Cina mi fa provare pena per tutte quelle vittime. Ma il mio amore guarda altrove.
Il mio amore è un ragazzo che si fa strada tra le foglie del canneto, con le gambe rinnovate nel vigore, il petto coraggioso destato dal vento e negli occhi la fiducia dell’anima bambina.È tra le canne tenere della palude che trovo i miei amici. Tutta gente in viaggio verso il futuro. Con le pupille illuminate dalla luce di un sole nuovo.