• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Su di me

  • Compleanno
    12 marzo
  • Situazione sentimentale
    Fidanzato/a
  • Altezza
    168 cm
  • Occhi
    Marroni
  • Capelli
    Castano scuro
  • Figli
    1 figlio
  • Segno Zodiacale
    Pesci

Mi piace un sacco

Sport Libri Cinema Musica Tv e Serie Tv Cucina Viaggi Running Calcetto Ballo Yoga Arte Moda Fotografia HI-Tech Natura e Animali Videogiochi

Visite recenti

194090 visite al Profilo

Chi seguo Vedi tutti

Singolo aggiornamento

Visualizza tutti gli aggiornamenti di odessa1920

  1. Anche a me, fin da bambina – soprattutto da bambina – piacciono i cavalli. Quelli degli indiani mi piacevano più di quelli dei cow boy, perché più naturali e liberi – meno soggiogati alla disciplina dell’addestramento. 

    

Il cavallo, senza sella e redini, è sempre stato ai miei occhi un simbolo di libertà. Correre nelle praterie. Vigore ed elasticità. Nomade. Tutto sommato, senza appartenenza. Irriducibile. Cittadino di quell’altrove che non si lascia assorbire da nessun paese, gruppo, cultura. Ma desideroso di attraversarne tanti, come farebbe un esule. Vivere in luoghi diversi, parlare in più lingue, conoscere più culture. 



    Tutto questo è oltremodo attraente. E il nostro tempo offre la possibilità di questa esperienza a tanti. Le culture, a ben vedere, si stanno compenetrando, sono una a fianco dell’altra negli stessi luoghi. 

    

E io dovrei rinchiudermi in una etnia, in una regione, in una confessione religiosa, in una ideologia? 

    

I recinti diventano routine e generano noia. Pretendono di tenere nelle loro gabbie l’inquieto e inarrestabile potenziale umano, quello che si esprime nelle scoperte e nelle creazioni. E che vuole una lingua viva, generosa, audace, spregiudicata per diventare esperienza nuova. La lingua di un esule, di un nomade. 

    

Lo sguardo di una cavalla. 

     

     

    IMG_9695.JPG