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Com’è che abbiamo disimparato a muovere il corpo, a rispettarne le esigenze, in maniera così diffusa? Le abitudini imposte dalla civiltà industriale, l’orario di lavoro, lo sfruttamento unidimensionale (produrre, lavorare, dare prestazioni…) delle nostre risorse ci hanno decurtato del corpo e non solo dei sogni a largo raggio della nostra sete di vita?
Non sentite il desiderio di ripensare tutto daccapo? Liberandoci dalla presa non solo delle idee dominanti, ma anche dai legami di dipendenza nel lavoro, nel mercato, nell’uso del tempo di vita?
Stare bene, liberamente, avendo cura del corpo e tenendo il cervello fresco e il cuore aperto è un desiderio programma troppo infantile? Troppo elementare?
È chiaro: per realizzarlo, dobbiamo diventare “alternativi”. Chi è il vero alternativo? Quello che fa di tutto per essere diverso dagli altri? Ma neanche per sogno. Il vero alternativo è colui che fa di tutto per essere pienamente se stesso. Ed è proprio per questo che si distingue dal gregge.