• Donna
  • Verona (VR)
  • Ultima Visita

Contenuti pubblicati da odessa1920

  1. Tutti gli esperti dicevano che la cosa non era possibile, finché venne qualcuno che non lo sapeva e la fece.

     

     

    IMG_3416.JPG
  2. Voglio aver cura del tempo.
    Anch’io ne ho perso molto, con tante occasioni, opportunità.
    Viene da rimpiangere, da pentirsi.
    Sì, mi pentirò, ma senza rimpianti.
    Non voglio la paralisi del rimpianto.
    In fondo, è come se fossi nato proprio ora. E il tempo che resta è il tempo che c’è. Quello che ho davanti agli occhi.
    “Quello” è il tempo che viene a me, fresco e nuovo. Con i vagiti di inconsapevole certezza di esserci.

     

    IMG_1453.JPG


     

     

     
  3. Mi vengono in mente questi pensieri:
    ecco una spiritualità che viene in soccorso della speranza nei momenti bui. Ma la spiritualità è così strettamente legata alla sofferenza?
    Le religioni e le saggezze che ci vengono dalla tradizione hanno tante cosa da dire e da offrire alle persone che versano in momenti difficili, dolore, malattia, angustia, angoscia, mancanza di senso…
    Dunque, è proprio vero quel che si diceva una volta del Dio tappa buchi? Che Dio sorge nel momento in cui l’uomo si riconosce debole e malato?
    Insomma, lo capisci quel che voglio dire: non mi ritrovo con senso di dignità di fronte a una spiritualità, a una religiosità, a una fede che si fa avanti proprio in forza della debolezza e della malattia.
    Penso che non sia giusto, che non sia onesto, che non sia bello.


     

    IMG_4099.JPG
  4. Come se la poesia fosse un piccolo fiore giallo 

    che fa capolino ai bordi del bosco, verso Oriente, 

    nell’ora in cui i gabbiani e le garzette 

    si contendono la riva del torrente…
     


     

    IMG_2896.JPG
  5. Il piacere di stendere i panni sul balcone ovest poco prima del tramonto! 

    Guardi quegli sbuffi di nuvole folli mentre pinzi le magliette: è la penetrante musica del silenzio

    IMG_4721.JPG
  6. Io mi domando: ma come mai sono così ignorante? Come mai sono così imbecille?
 Sarà forse per poter inventare meglio?
 

    A volte troppo sapere inibisce l’invenzione.
 

    Vorrei che fosse così.
 

    Vorrei poter essere in grado di inventare la mia storia, ancora, e ancora.
 

    Di raccontarmela. 


    Sfuggendo all’azione castrante delle notizie grigie, degli eventi pesanti.

    Allora parlerei di un amore impossibile, di una passione irresistibile, di gesta che aprono, anzi, sfondano portoni e muraglie, di creazioni di cattedrali, di ondate liberatorie che attraversano il pianeta.
 

    Parlerei del coraggio, della modestia, dell’integrità, del sostegno.

    E non pensare che sarei nell’empireo. Ci sarebbe sesso ed erotismo in ogni pagina del racconto. Ci sarebbe meraviglia e senso del mistero. Ci sarebbe corpo esterrefatto dallo stupore. E musica. 

    E le mani toccherebbero il divino.
     

     

    IMG_1949.JPG
  7. Io vorrei rifiutare ogni dogma, ogni dottrina. Anche la più straordinaria sul piano spirituale. Perché sapere le cose prima, avere in tasca un’interpretazione per ogni evento – ed è quello che le dottrine consentono e suggeriscono – impedisce in qualche modo di vivere davvero.
    Perché la vita vera è evento. È ciò che avviene. E ha la sua dimensione di sorpresa e di rischio. Che può andare a finire bene o male.
    A cui ti puoi preparare sviluppando i muscoli e l’arguzia.
    Ma ti prego: risparmiati un’interpretazione a priori.
    Pensa che ci sono grandi opportunità dentro ciò che sta accadendo, ma ancora non le hai viste. Aguzza lo sguardo per cercarle.
    Piangi e disperati finché non le vedi.
    E semmai le intraveda, allora esulta.

    E sarà come sentire la cresta dell’onda direttamente dentro di te, nel centro del cuore.
E tutto quello che sei e che ancora non è nato, incomincerà a prendere corpo.

     

     

     

    IMG_9663.JPG
  8. Sentivo con molta chiarezza che la mia vita era fatta per stare all'aperto e mi domandavo come ho potuto resistere tanto tempo a un tavolo nel chiusa di una stanza.

     

    IMG_2290.JPG
  9. C’è aria sveglia, frizzante.

    
E verranno ore di sole.

    E io correrò,

     sulla spiaggia,

    
a espormi a pensieri


    di giovinezza.

     

     

    IMG_3263.JPG
  10. l sogno urge dentro


    E prendo il mare,

     

     

    IMG_2996.JPG
  11. Mi hanno ammaliato fin da bambinia, questi personaggi.


    Quelli che sono in ricerca, che sognano la verità, o l’amore, o la fede.


    Ho sentito calde vibrazioni nel cuore alle parole con cui il figliol prodigo viene accolto al suo ritorno nella casa del padre.


    So di non essere perfetta ma sono fiera di essere al mondo e mi ritengo speciale.


    Rientro in un grande disegno che, per altro, non conosco.


    Posso, per prima, avere compassione delle mie miserie, ma gonfio il petto per certi attimi di slancio, dove sentio la presenza del dio.


    Ho pensato di avere il mio contributo da dare al miglioramento del mondo. E lo cerco ancora, mentre cerco di trovare il mio vero volto.


    Non sacrificherò la cura di tutti per la ricerca della mia perfezione.


    E, se ho trovato la pace e la calma profonda, qui, nel bosco, suderò dentro la mia maglietta per occuparmi di chi mi cammina a fianco.

    
E farò in modo che la mia morte, con tutti i suoi interrogativi, mi sorprenda ancora con il mistero di ciò che potrebbe celare dietro il suo velo.
     

     

    IMG_3731.JPG
  12. Non si pensa mai così tanto alla propria felicità come quando se ne soffre la mancanza!
     

     

     

    IMG_6670.JPG
    1. vincent29264

      vincent29264

      Se qualcosa non ti manca non occupa i tuoi pensieri poiché è già presente nela tua vita, non devi desiderarla ma viverla

  13. Non cambierà, diceva la canzone. E lo ripeteva in maniera suadente. E parlava dello stivale dei maiali che affonda nel fango. Gli fa male vedere un uomo come un animale. Non cambierà, continuava a ripetere.
    Ma poi: Sì che cambierà, vedrai che cambierà.
    Si può sperare che il mondo torni a quote più normali. Che possa contemplare il cielo e i fiori, che non si parli più di dittatura.
     

     

    IMG_9254.JPG
  14. ll grande seno della donna che nutre.

    Ci sto pensando.

    Mi sembra di poter dire: un tempo sono stata nel ventre di mia madre. Pensava a tutto lei. Io vivevo senza dovermi occupare di nulla. Sono nata col cesareo. Sarà un segno che non volevo uscire? Mi hanno tirato fuori a forza. Altrimenti sarei morta.
 La Natura è dura in questo discorso. Il ventre che ti ha concepito e nutrito, a un certo punto ti espelle, violentemente, fuori, nel mondo.

    La tua vita inizia come espulsa dal territorio che era la tua patria. È come esule nel mondo che tu diventi qualcuno. E scopri – e costruisci – il tuo potere e la tua forza. Ma sempre con la nostalgia del paradiso perduto.

    L’ambiguità della figura della madre.
 Quella che ti ha concepito, nutrito e ti ha espulso.
 Quella che ti potrebbe trattenere e soffocarti, fino alla morte.
 Quella che ha creato l’archetipo di un luogo paradisiaco la cui mancanza ti spinge a cercare e costruire.

    E dopo il ventre, il seno.
 Chi soddisferà la tua fame?
 Chi colmerà il tuo vuoto di nutrimento fino allo stordimento?
 L’ambiguità del seno materno. Ti nutre e tu hai energia per vivere la tua vita. Oppure ti riempie fino allo stordimento e tu rimani bambino.

    Il dolore della separazione e della perdita segna il passaggio, ogni passaggio. Ad ogni passaggio è come essere espulsi da una situazione piena, ma diventata a rischio di soffocamento.

    E c’è il momento in cui ti separi, consapevolmente, dalla nostalgia della Grande Madre. È il momento in cui decidi che tu ti farai da madre. Ti darai il nutrimento e il conforto necessario per continuare la marcia, il lavoro, la realizzazione del progetto e del sogno. Ti conforterai senza aspettare che qualcun altro se ne faccia carico.
 E imparerai a diventare una persona che sa di poter provvedere a qualcun altro. Perché è diventata madre a se stessa. Ha imparato a vivere nel deserto. Ha trovato il modo di sostenere se stessa nel momento della perdita.

    Congetturo in questo modo: maschio o femmina, il nostro itinerario è questo. Avere una madre che ci nutre e che ci espelle, o da cui partiamo. Imparare a farsi da mamma in prima persona sfuggendo alla nostalgia regressiva. E diventare in questo modo padri. E come tali fecondare la vita.

    Ma pensa dove mi ha portato il pensiero, questa sera!

     

    IMG_0165.JPG



     

  15. Si alzava presto.


    A pesca di idee. 

    
Pensieri che aprono l'orizzonte, 

    
che alimentano il fuoco interiore.

    
Che danno forma ad azioni costruttive.

    
Che fanno della giornata un terreno ubertoso.

     

     

    IMG_9057.JPG
  16. Quando ero ragazzina, alle medie, erano i Poemi Omerici a disegnare gli scenari delle mie aspirazioni e di quelle dei miei compagni.

    La madre di Achille gli faceva un discorso piuttosto esplicito e diretto: se non parti per la guerra, ti sposerai, avrai figli e loro ti daranno nipoti. Parleranno di te, certamente, e ricorderanno i tuoi gesti. Ma alla terza generazione già si dimenticherà il tuo nome e tu cadrai nel nulla. Se vai alla guerra, non ritornerai, non avrai figli e nipoti, ma le tue imprese faranno parlare di te per mille e mille anni!

    Lo confesso che il richiamo della Gloria era molto forte su di me a quei tempi. E che mentre altri compagni preferivano l’umanità di Ettore alla fierezza spregiudicata e alla forza guerriera di Achille, i miei pensieri erano attratti irrimediabilmente da quest’ultimo.

    La predizione della madre di Achille è stata confermata. Ancora oggi noi parliamo di lui e di Paride, di Priamo, di Ettore, di Elena, di Ulisse…

    Forse era una faccenda da ragazzini. Ma il richiamo alla grandezza nella vita mi pare qualcosa che sfugge ai limiti di un’immaginazione necessariamente condizionata dai modelli che si hanno a disposizione. Andava oltre l’immaginabile e significava qualcosa di più profondo.

    E certamente, allora, per noi, la grandezza non separava la fama dal valore. E non c’era ancora nemmeno quella sottile e insidiosa sensibilità moralistica che metteva in guardia contro la Vanità e che suggeriva di cercare una grandezza e un valore separati e perfino indifferenti alla fama e alla gloria.

    Era qualcosa di originario e di innocente, che scaturiva – credo – dalla radice istintuale dell’essere venuti al mondo.

    Quante vicissitudini ha attraversato quel desiderio di grandezza nel corso degli anni! Quante forme ha rivestito, quanti abiti si è messo addosso!
 Con quanti fallimenti e con quante sfide ha fatto i conti! Ma anche a quante realizzazioni, e coronamenti d’imprese ha condotto, alimentando la perseveranza e il coraggio!

    E ancora vive nel fuoco dell’anima.
 Ancora impacciato e confuso nella soluzione degli interrogativi che suscita alla coscienza morale, ma ancora capace di sprigionare un potente richiamo che solleva la postura e gonfia il petto.

    Me ne sono accorta visitando il paese della mia infanzia, i luoghi in cui ho vissuto bambina – mi ha riportato indietro. In un certo senso ricongiungendomi con il mistero giovane e fresco della vita che emerge, con quel poco di consapevolezza in più che mi ritrovo addosso ora.
 Mi ha aiutato a spogliarmi almeno un po’ dalle incrostazioni e gli schemi che la cultura mi ha successivamente appiccicata addosso.

    Ora so che quel desiderio è sano e buono. È il desiderio di grandezza, il desiderio di una vita piena e significativa. È energia vitale allo stato incoativo.

     

     

    IMG_5285.JPG
  17. E tra le domande, mi sono ritrovata questa nella corrente del pensiero: tutta questa bellezza di dettagli luminosi e colorati, chi la guarda quando io distolgo lo sguardo? Quando non ci sono?
    Chi la guarda e ne gode, allora, di modo che non sia sprecata?

     

     

    IMG_1527.JPG

     

    IMG_1511.JPG

     

    IMG_1553.JPG

     

    IMG_1561.JPG


     

  18. Qualcosa è tornato. Qualcosa che ho conosciuto nel passato. Qualcosa di piacevole. Qualcosa tipo vie en rose.

     

     

     

    IMG_1352.JPG

     

    IMG_1384.JPG


     

    IMG_1237.JPG

     

    IMG_1178.JPG

     

    IMG_1109.JPG

     

    IMG_0956.JPG
  19. Mi piace alzarmi e sentire l’odore di un possibile giorno. Riempire gli occhi dei sogni più belli che accompagnano il mio viaggio. 



    Pellegrina della bellezza, e del sentire. Sospesa – come piace a me – in questa dimensione da cui partono scorribande per il mondo. 



    Fluido lo schermo della mente, le immagini vi scorrono danzando: non ci stanno neanche tutte. Sembra tutto altrove eppure i piedi sono a terra. 



    Una grande voglia di dire, di raccontare. Di inventare la mia storia impastando la terra con la fantasia, nel momento stesso in cui le cose accadono. 



    Non mi manca il passato, non ho nostalgia di qualcosa che avrei perso. Scorro via col presente verso un altrove, che è già dentro di me. Tremo di emozione davanti al possibile e ho fiducia nelle mie forze e nella corrente stessa della vita. 



    I tempi, per me, sono giusti. Quello che avviene, la sorte… mi va bene. È lì che muovo le braccia, i piccoli passi e mi sembra di saltare, come un giovane navigatore dell’essere. 

     

     

    IMG_0760.JPG

     

     

     

     
    IMG_0689.JPG
     

     

     

    IMG_0277.JPG
     
    IMG_0340.JPG
     
    IMG_0375.JPG
     
    IMG_0502.JPG
     
    IMG_0581.JPG
     
    IMG_0610.JPG



     

     

  20. Chi ci spiegherà la vita?
    Spiegare la vita è troppo!
    Il desiderio di sapere fa parte di noi.
    Ma spiegare la vita è troppo!

     

     

    IMG_3672.JPG
  21. La mente può vedere subito la scena finale, meravigliosa, con tutti i dettagli, che realizza ciò che oggi appare come il tuo desiderio o il tuo sogno.
    La mente può vederlo, qualsiasi cosa capiti nella trafila dei fatti.
    La mente ci mette un istante a realizzare tutto ciò. Mentre con le gambe e le braccia, e le azioni, è un casino, spesso – un sacco di tempo e di lavoro.

    È curioso, vero?
    Ci hai pensato anche tu diverse volte.
    E poi nasce la domanda: perché? A che serve? Ha una sua utilità?
    O piuttosto è una trappola? Come dicono quelli che hanno sospetto dei sogni perché ci portano via dall’Adesso?


     

    IMG_7138.JPG
  22. Cos’era in gioco? 
Di cosa stavamo parlando? 
Cos’è che uno cercava quando decideva di troncare una lunga relazione, ormai priva di vita?
 O quando cambiava lavoro, o decideva di mettersi in proprio?
 Non era solo l’eccitazione della passione, o il desiderio di fare fortuna…
C’era qualcos’altro che sfuggiva sempre di mano, quando sembrava di esserci proprio sopra.

    Cos’è che accende lo sguardo dei ragazzi quando dicono che fanno un sacco di casino? 
E cosa ti accende in quel modo quando racconti di quella volta che…?

    Il mio amico Diego ha inventato una sorta di teoria. La chiama la Teoria del Residuo.

    Lui sostiene che nel nostro desiderio è contenuto molto di più di ciò che riusciamo a definire come l’oggetto del desiderare. Questo di più, che sfugge alla definizione dell’oggetto del desiderio, lui lo chiama Residuo.
 Tanto per dire che c’è, ma che puoi anche rassegnarti a non afferrarlo con le parole.

    Lui sostiene che quando ci annoiamo di qualcosa che pure abbiamo conquistato con l’eccitazione della passione, è il Residuo che fa capolino. Come se ci dicesse: fuochino, fuochino! Ci sei vicino, ma non era questo. Ed è in questo modo che ci rimette in moto. E ricominciamo daccapo…

    Il residuo è dunque l’Oggetto Oscuro del Desiderio. Ciò che cerchiamo quando cerchiamo tutte le altre cose che diciamo di cercare.
 E sarebbe proprio per questa differenza tra il residuo e gli oggetti desiderati che quando li raggiungiamo, dopo un po’, tutto si sgonfia. E a volte riusciamo perfino a tormentarci l’animo.

    Ma è anche per questa distinzione, che sarà oscura, ma non è del tutto inconsapevole, che avviene una sorta di miracolo. Avviene che, inseguendo un oggetto del desiderio, riusciamo a trovare tante altre cose, e un orizzonte più vasto, che amplia, allarga la stessa portata del desiderare…


     

     

    IMG_8784%20copia.JPG
    IMG_8549.JPG
  23. Hai voglia di mettere un po’ d’ordine tra le cose. Sperando che questo chiarisca la tua situazione. 

    Ma lo sai in anticipo che per quanto tu metta in chiaro non ce la farai mai.

     

    IMG_7249.JPG
  24. Una passeggiata nel parco. Dove il silenzio è musica. 

    Il canto degli uccelli. Pensieri come farfalle deliziose e l’ombra è colorata. 

     

    IMG_8298.JPG
  25. Ci sono un sacco di cose intriganti che incontriamo nel viaggio della vita. Certamente l’amore, sicuramente l’avventura, poi: la scoperta, la poesia, comporre musica, pensare ai figli, esprimersi, e tant’altro…
Forse la cosa meno eccitante è lavorare come un mulo per pagare le bollette, stare costantemente in guardia per non incorrere nei rischi, e pensare che sei così misero e limitato che non puoi respirare l’aria e il sole a pieni polmoni.

    Allora, io ti dico: siediti sul cesso e ascolta il cuore – dove altro troverai il tempo di pensare a te stesso?

    Allora, io ti dico: diventa un angelo.

    Stai pensando che non hai concluso niente in questi… quanti? 30, 40, 50 anni? O forse sei vicino ai 70?

    Forse stai pensando: ma come farò senza un compagno, una compagna? La sera, andando a letto da solo, senza il corpo caldo di un lui, di una lei, dove immergere il tuo bisogno di senso, sperando di trovarlo nel fondo dei buchi di cui la natura ti ha fornito.
Buchi umidi, caldi, che parlano di mistero e di profondità, e di accesso all’altrove.

    Forse stai pensando: alla mia età, non ancora sicura, non ancora emergente, non ancora garantita, che cazzo ci sto a fare a questo mondo?

    Forse stai pensando: quando entro in macchina, per recarmi al lavoro, ogni mattina… e dove lo trovo il tempo? Dove posso ascoltare quel che desidero davvero e che non sto facendo? Dove diavolo vado in tutti questi chilometri di spostamenti?

    Allora, io ti dico: diventa un angelo.

    No! Non nel senso di abbandonare ogni dimensione umana, di spiritualizzarti fino all’estremo, di vivere di meditazione, di raccoglierti sulla cima degli alberi per respirare la luna…
Diventa un angelo in carne e ossa.

    Dici che non lo sai?
 Dici che non lo sai cos’è un angelo in carne e ossa?
 Sì che lo sai. Li hai incontrati per strada, quando ti sorridevano gratuitamente e per primi. Quando si fermavano con la macchina perché ti vedevano incerto alla rotonda. Quando avevi inciampato e ti hanno soccorso e quando stavi male in casa e ti sono venuti a trovare. E quando, al supermercato, ti hanno fermato per chiederti apparentemente dove stava il sale grosso… e poi…

    Quando uno ti viene in aiuto senza chiederti niente. Quando uno ti sta vicino solo perché ti ha visto in solitudine. Quando uno dice: vediamo un po’, potrei fare questo. Quando uno ascolta le tue lamentele fino in fondo e poi ti mostra i bambini nel parco. E tante altre volte… tante altre occasioni…

    Tu lo sai cos’è un angelo.
 Diventa un angelo. È una figata!
     



     

    IMG_7798.JPG