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Contenuti pubblicati da odessa1920

  1. Importante imparare a dire di no alle mille cose per dire di sì solo a quelle poche che ti portano dove vuoi andare.

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  2. Là dove si perde tempo e si riesce ad ascoltare il sussurro del vento
    Vengono a galla i sogni
    Che sono la vera ragion d'essere
    Della nostra breve avventura nel mondo.

     

     

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  3. Questa esplosione di verde mi rasserena, mi dà pace.

    
Mi riconnette con l’energia vitale. 
Mi ricorda l’infanzia. 
Allora ero una ragazzina selvatica che preferiva vivere sulle piante piuttosto che nella piazza e nei viali del paese.
Tra la società e la natura avevo scelto la natura.


    Ci sarà stato un motivo per questo. Io andavo a istinto.

    Oggi il contatto con la natura ha un carattere più spirituale (se si può dire così). O forse semplicemente energetico: mi rivolgo alla natura per ricaricare energia buona che poi vado a spendere nelle mie relazioni.
    Oltre alla meditazione, in natura, io mi porto da leggere e da scrivere. Elaboro idee. 

    Mi spingo anche fino a progettare iniziative di cui ho avuto ispirazione.

     

     

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  4. Tutto ciò è sulla terra e che si può provare o toccare e che credo sia infinito:
    ogni tipo di carta è infinita
    il petrolio, la benzina, il metano, tutti i carburanti delle auto sono infiniti
    l’acqua è infinita
    il legno è infinito
    l’aria è infinita
    una pagina di excel è infinita
    Beautiful è infinito
    i libri sono infiniti
    la rete è infinita
    gli esseri umani sono infiniti
    le cellule, i microorganismi, gli acari sono infiniti
    la polvere è infinita
    l’energia elettrica è infinita
    i cibi nei supermercati sono infiniti
    poi altro non so (pure ciò che non so è infinito).

     

     

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    1. martymartina1

      martymartina1

      dove si trova questo posto?

    2. odessa1920

      odessa1920

      Provincia di Rimini 

  5. I'm looking for...

    something unexpected

    oh
     
     
     
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    1. diegodelavega0

      diegodelavega0

      bellissima donna e bellissimo posto :) 

    2. fabulousme

      fabulousme

      wow che bello! 

  6. Maria e Anna sono due amiche in vacanza al mare. Ogni mattina, quando è ancora fresco e c’è poca gente in giro, vanno a correre. Fanno lo stesso percorso, corrono affiancate, ma lo fanno in maniera diversa. 
Chi le osserva nota nel volto una differenza evidente. Maria è sorridente, concentrata e si vede che prova piacere. Anna ha il volto teso, sofferente. Controlla in continuazione l’orologio contapassi e misuratore delle funzioni del corpo. È protesa a raggiungere gli obiettivi che si è prefissa e che sono annotati nel suo strumento elettronico. Si vede che non vede l’ora di arrivare fino in fondo e di raggiungere l’obiettivo mettendo fine alla fatica.
Quando ne parlano, ormai sistemate sotto l’ombrellone sulla spiaggia, Maria dice ad Anna che lei corre per il piacere di correre. È talmente concentrata sulle sensazioni che prova nel corpo, che non ha altri pensieri. Si nutre di quelle sensazioni come di un’esperienza che la carica, la rende felice. Stando a quel che prova, la corsa potrebbe durare all’infinito.
Anna ascolta, poi volta la testa di lato, perplessa.


     

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  7. Ma, all’inizio, c’era del dolore. Un dolore forte e lancinante.
 Succedeva quando l’uomo o la donna che avevamo amato ci lasciava. Senza peraltro capire perché.
 C’era dolore dell’anima. Forte, lancinante. Come quando la società e il mercato sembravano dirci: non c’è spazio per questo. E noi avevamo in cuore desideri e sogni che sembravano la vita.

    C’era dolore. E il dolore stesso ci spingeva a uscire, a salire qualche gradino della scala. Se non volevi morire, finire schiacciato sotto un peso insopportabile.

    Il dolore è dolore, non c’è santi…
 Il dolore del corpo assorbe le forze, il dolore dell’anima esaurisce le energie della vitalità: la fiducia, la speranza, la gioia di vivere. Entrambi possono uccidere.

    Ma il dolore è anche una reazione vitale e mette in moto le risorse estreme, quelle fondamentali. E superare la prova del dolore rende più forti, più coraggiosi, alla fine, più umani.

    Il dolore diventò nostro amico. Come le nostre imperfezioni.
Avevamo coltivato sogni, li avevamo coltivati con cura. Avevamo immaginato scenari in cui i nostri sogni avrebbero danzato. C’era il dolore. Il dolore di constatare che le cose non stavano in quel modo.

    Noi diventammo esperti del dolore. Del dolore dell’anima.
 Il dolore c’insegnò la via della vita.
    Smettemmo di pensarci in continuazione, non appena recuperavamo un po’ di fiato. Ci affidammo a una provvidenza misteriosa, che ci offriva intelligenza sulla nostra vita. Fummo capaci di ammettere ciò che sapevamo da tempo ma che non riuscivamo a confessare: che, così, non eravamo felici. E che dunque la felicità la dovevamo cercare altrove. Da qui a lì!


    E quando uscivamo da quei territori oscuri, da quei viaggi nell’oltretomba, e quando riuscivamo a intravedere i nuovi orizzonti nel territorio aperto, allora finivamo perfino per benedire il dolore che ci aveva visitato. E cominciava la vita. Un’altra volta.

     

    Magda era stata lasciata. L’amore della sua vita sembrava perduto. Si era allontanato, perché? Si sentiva deprivata dei suoi sogni, risucchiata da una sorta di mulinello che la portava a fondo. Tentò di resistere, di contrastare la spinta, di lottare contro la corrente. Non voleva provare quei sentimenti dolorosi. No, non voleva sentire. Poi si rassegnò. Accettò di patire. E si lasciò attraversare dall’ondata amara. Passò un tempo senza data. E non morì. Si ritrovò ancora viva, alla fine della pena.

    Non era morta. E ora che se ne rendeva conto, gli orizzonti della vita erano nuovi. Il richiamo del desiderio era fresco e genuino. Il suo cuore si era allargato. E poteva fare, con maggiore libertà, quello che voleva.

    Il dolore non l’aveva resa cinica. Al contrario, era stata come lavata da incrostazioni illusorie, e si ritrovava fresca e più giovane ad ascoltare il richiamo di quella prospettiva straordinaria che aveva a portata di mano.

     

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  8. Metterò radici nella roccia, dolcemente, poco alla volta, fino in fondo.


    Non sprecherò energie a lottare contro nemici. 


    Irradierò colore per chiunque ne voglia.

     

     

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  9. Mi piace scoprire, lungo il viaggio, che emerge più chiara la mia identità, che so – insomma – meglio quello che voglio essere e fare. Mi piace ammettere che ho scoperto gradualmente, e anche con un po’ difficoltà, i miei talenti e le mie abilità, ma che poi li ho sviluppati ed esercitatI. Qualcosa che esprime sempre meglio la mia unicità. 

    Mi piace molto uscire dal coro.

     
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  10. Di fatto, le mie giornate sono molto ricche. So che sono piccola cosa, ma il bicchiere è colmo. E questo è quel che conta. Domani si comincia daccapo. 

    E io sono nuova ogni mattina.


     

     

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  11. Non è che non abbia un progetto, o un sogno, o desideri. Al contrario. Io vivo dei miei sogni, dei miei desideri. Li considero la mia realtà decisiva, la mia verità. Li considero come già reali. Mi comporto, infatti, come se fossero già qui. Ed è così che accolgo tutto quello che capita. In esso c’è il mio sogno che si realizza. E io vi lavoro come un giardiniere, sempre più solerte. Sto coltivando il giardino in cui nascono i miei sogni.

     

     

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  12. Senza vento nel parco le cicale.


    Vociava di gente il padiglione.


    E tu cercavi la luna, 
lontana dal trambusto.

     

     

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  13. Il sogno è un Principe che si sveglia ogni mattino nella cella segreta del mio cuore. Mi seduce e m'incanta: si fa amare. E io, come un'innamorata, salto dal letto e mi do da fare.

     Mi chiede di essere, di fare, di tentare.

     

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    1. davidek1982

      davidek1982

      Ciao Odessa, sei una vera artista.

    2. maurigoli

      maurigoli

      allora hai scritto bugie sulla tua scheda di presentazione!

    3. odessa1920

      odessa1920

      No, nessuna bugia.ho una situazione di vita un po’ particolare che non rientra negli schemi 

    4. Visualizza i commenti successivi  altro %s
  14. So che della gente si ubriaca per uscire dal recinto del banale. A me credo che basti essere un po’ ebbro per vedere le cose con maggiore lucidità.  

    
Mi piace essere viva. E non è forse tanto per la gioia che provo ora nell’osservare lo spettacolo del mondo. È piuttosto per quello che credo possibile circa il vedere la realtà, come stanno le cose davvero. E probabilmente anche per il desiderio di creare qualcosa realmente. La vita è una scommessa verso l’impossibile (a stare all’esistente), ma desiderabile a stare al sogno che si è acceso non appena l’Io ha fatto capolino in questa strana faccenda. Insomma è l’impossibile la vera cosa interessante. E per perseguirlo, essere un po’ ebbri è quello che ci vuole.

     

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    1. diegodelavega0

      diegodelavega0

      il vino che cresce sulle vigne

    2. mcrooney

      mcrooney

      Ciao Odessa, hai fatto una buona vendemmia'

      Spero mi scriverai, bye bye. Mcrooney

  15. Le parole hanno un fascino evocativo. E qui ce ne sono due toste: libertà, prezzo. 

    Mi sembra che portino in due mondo diversi. 

    E ci sto riflettendo.

     

     

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  16. Indagando bene dentro di me scopro delle opinioni segrete che spiegano meglio il mio comportamento. Soprattutto i miei blocchi. Sono pensieri sepolti sotto la coltre delle parole che uso di solito. Ma quando affiorano queste intuizioni pare che una porta si apra su un futuro più libero e felice. E il desiderio mi conduce ad attraversare quella porta. Il passo successivo è intravedere le pietre di guado che mi consentiranno il passaggio dall’altra parte.

     

     

     

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  17. Il mondo come scenario giusto per uno stile di vita creativo, per un’operosità energica e gioiosa. “Prova solo a immaginarlo. Prova a dare un senso di ampio respiro a ciò che fai” – questo ripeteva a se stessa nel corso delle ore. 

    Non voleva mai andare a dormire, innamorata del semplice fatto di essere viva.

     

     

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  18. Ho sempre amato la campagna, l'ombra dei grandi alberi nei pomeriggi estivi, il frinire delle cicale e il gorgoglio dell'acqua nel rivo. 

    E quella voglia di piedi scalzi sull'erba e di nudità del corpo e dell’anima.

     

     

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  19. Sono stati alcuni giorni di soffocante calma piatta. Forse caldo... 

    Mi sembrava di avere la testa diluita, sparpagliata in un acquitrino. 
Ma oggi sembra che la concentrazione ritorni.  La voglia di mantenere la consapevolezza accesa. La luce nella testa. Invece della nebbia.

    
In quei momenti penso a come sia brutta la depressione e a come si sentano coloro che ne soffrono. Prego il cielo di tenermene a distanza. Non riesco a immaginare una vita che non voglia saltare giù dal letto la mattina per mettersi a fare quello che ami.


    Eppure può capitare. Siamo esseri fragili, mentre siamo anche esseri forti e coraggiosi. La vita è incartata in misteri che nessuna dottrina riesce a svelare. 
Per fortuna, credere nella vita, credere che “La vita è bella”, attiene a un altro canale rispetto a quello delle dottrine.


     



     

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  20. a vita va presa come una sorta di esperimento continuo. Tu sei un laboratorio. Tenti, rifletti, e ritenti, finché impari abbastanza da fare un altro passo in avanti. Verso ciò che riconoscerai come il luogo dove ti senti a casa. Dove farai festa e sosterai per un po’. 

    Per ripartire di nuovo: perché l’avventura continua.


     

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    1. melissa2407

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  21. Si sedettero sulla panchina, in silenzio. Odoravano l’aria di agosto. Il brusio pregno degli alberi del parco. Lo sguardo si liquefaceva, assorbito dallo spettacolo del firmamento. La luce delle stelle era  un messaggio polifonico che proveniva, tutto insieme, da anni luce inegualmente distribuiti nella stratificazione del tempo. C’era da star zitti per sempre, a quello spettacolo.

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    1. vitto071

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  22. Sì, si ottengono risultati, ma si spolpa la vita di tutto quello che la rende incantevole. Più o meno è quello che mi viene in mente quando penso al modo di vivere, operare, progettare, pensare, secondo i dettami della razionalità performativa, efficace, manageriale, economicistica. È vero, se ti disciplini in maniera da non desiderare altro che i soldi e poi comprare, questa è una macchina efficace. Ma un’unica dimensione ti dà l’impressione di vivere davvero? Allora ci sono tanti altri modi di pensare, sentire, percepire, inventare, immaginare… e non importa se non portano quattrini. Portano vita.

     

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  23. È una ricchezza, questo l’ho capito. E l’apprezzo. Avere dei sogni e cose che ti piace fare. E fare quello. 

    
Fare le cose che ami fare, per cui hai una vera passione, è come essere, è come diventare quello che sei. E ad essere la gente è felice. 
Perché essere è un verbo attivo e anche transitivo. 

    Come virgulti della vita, che non smettono mai di crescere e fiorire, e dare frutti.

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  24. Io non voglio essere buono – mi dicevi l’altra sera – io voglio essere felice.
    Mi sembra bello.
    Ma quando accetterai di essere quello che sei?
    E invece di vivere vite immaginarie, vivere la tua vita?
    Quando ti lascerai portare dalla corrente che ti scivola tra le costole e anche là fuori, negli eventi, e dirai: Questo sono io. Che sia!

     

     

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    1. fabulousme

      fabulousme

       

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  25. Ho pensato a questa cosa, oggi, dove immaginoo la Notte che si tira su la coperta del Giorno, portandosi nel  tutto quanto, per farlo suo. 

     

     

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