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Aggiornamenti di stato pubblicati da marcusnolde962

  1.  

  2.  @tarfy5 Volume al massimo

    1. fashionista0

      fashionista0

      Un ottimo compagno di viaggio... un aspirante cantante! :D:x

  3.  

    1. ciribi72

      ciribi72

      la canzone è sublime, ma non posso fare a meno, quando la ascolto, di immaginare le storiche scene d'amore tra Brooke e Ridge Forrester xD

      E' un binomio indissolubile...

    2. ciribi72

      ciribi72

      Tipo questa....

  4.  

  5.  

    1. lullabyblue0

      lullabyblue0

      ho conosciuto musicalmente Paco de Lucia durante un viaggio a Granada...

      ho ascoltato alcuni duetti con Camaron dela Isla...fenomenali!

      In Andalusia sono delle icone nel vero senso della parola...

       

  6. L’ultimo party - racconto delirante di Marcus L. Nolde per la rivista "La nuova carne"

    https://www.lanuovacarne.it/lultimo-party/narrativa/marcus-l-nolde/

    Immagine di copertina di Frax Ciava.

    Franx-Ciava3.jpg

  7. La faccia di un maiale

    racconto di Marcus L. Nolde su La nuova carne:

    https://www.lanuovacarne.it/la-faccia-di-un-maiale/narrativa/marcus-l-nolde/

     

    porcile-1086x1536.jpg

    1. ciribi72

      ciribi72

      bellissima anche la copertina! chi è l'artista che l'ha fatta?

    2. marcusnolde962
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    2. daliahnera

      daliahnera

      oddio quale sarebbe il senso? @marcusnolde962 mi farebbe piacere saperlo :(

    3. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      Dai Marcus!! siamo curiose / i!! diccci il sensooo

    4. marcusnolde962

      marcusnolde962

      ebbene, una piccola anticipazione: il primo incontro tra il ratto e don Felix

      [...] Felix si allontanò volgendo le spalle al centro abitato per puntare in direzione della periferia… Non più gravato dal senso di soffocamento che le alte facciate dei palazzi gli avevano fino a quel momento procurato, riacquistò un parziale buon umore. Lieto di avvertire in sé tale cambio di stato, si guardò intorno, non vide nessuno e, accantonata una leggera ombra di verecondia, ne approfittò per imbastire un canto, improvvisando le parole:
      ˗ Ramingo, ruminando i pensieri miei, meglio di così ragionar non potrei, ohiei, ehi, ehi; a chi mette il carro davanti ai buoi, ohioi, ohi, ohi…
      Felix terminò di stornellare, poiché la sua attenzione fu attratta da una lattina che giaceva coricata al centro del marciapiede. Non ebbe esitazione, coordinò i movimenti e la calciò fanciullescamente, per poi commentare tra sé la propria ardita impresa, considerando quanto fosse stato valente il colpo che aveva sferrato con la punta della scarpa, la fulminea zampata a quel cilindretto di sottile lamierino, la decrescente sequenza dei tre chiassosi rimbalzi! Tempo addietro avrebbe fatto meglio, ma si considerò tuttavia soddisfatto. Seguitò, spavaldo, fronte alta e occhio rivolto al plumbeo cielo autunnale. Il freddo cominciava a farsi sentire, ma per fortuna non pioveva! Tirò su un moccio con il naso. Dalla tasca del cappotto estrasse un fazzoletto di carta e vi soffiò dentro, rumorosamente. Nel frattempo si dedicò ad ammirare i variopinti rifiuti al margine della strada. Con lo sguardo spaziò oltre, verso il centro della carreggiata. Notò l'asfalto rabberciato, chiazzato di geometrici rammendi, un taccone dietro l'altro. All'improvviso vi fu una folata di vento, e un brandello di plastica lattescente prese a librare nell'aria; Felix lo seguì con la vista. Proseguendo a calcare il marciapiede si ritrovò davanti a un ammasso di rifiuti, una catasta imponente che gli sbarrava il passo. Guardò con curiosità la singolare collezione! Si bloccò. Vide un cartoccio crepitante che si muoveva a scatti e per meglio seguire lo spostamento gli puntò contro il dito indice. Lesse con attenzione la scritta che era stampigliata sopra, in larghi caratteri policromi, originale e roboante. Dal suo interno emersero un muso affilato, lunghi baffi cinerini, e occhietti vispi e scuri.
      ˗ Che hai da guardare, con quegli occhi sgranati da civetta rimbambita? ˗ gli chiese il ratto ˗ Non hai mai visto qualcuno fare colazione?
      ˗ Con le patatine? A quest'ora? ˗ obiettò Felix, confuso per la fantastica e improvvisa apparizione e non sapendo bene che rispondere.
      ˗ Perché, non si può? ˗ lo incalzò il ratto, con fare arrogante.
      ˗ De gustibus
      Felix inserì un motto latino con l'intenzione di fare bella figura e di porre fine alla sconnessa conversazione.
      ˗ De gustibus? ˗ ripeté il ratto, pensoso ˗ Sei venuto qui in autobus?
      ˗ No, a piedi.
      ˗ Ah, mi pareva: la linea è stata soppressa!
      ˗ Ma tu chi sei? ˗ gli chiese Felix.
      ˗ Una volta ero un principe, ma adesso non più! Tu ti starai chiedendo, lo vedo dalla tua espressione da scimmia pelosa che hai stampata sul viso, se si è trattato di un incantesimo, di un maleficio o roba del genere. Niente di tutto questo, la spiegazione è più semplice: cambia il vento, sbagli ad arruffianarti, punti sul cavallo sbagliato, ed è un attimo essere radiati, gettati in un angolo buio a marcire tra i rifiuti o, peggio ancora, tra polverose scartoffie! Tenere sempre il piede in due scarpe, te lo consiglio, meglio se in tre, si è più sicuri… Tripode! Tripode! Ah perché non sono nato tripode? Mai fare affermazioni avventate! Zitto! Bocca cucita! Se proprio devi, se qualcuno te lo chiede, tu rispondi che 'sto schifo di pianeta è piatto come uno stuoino, che gli asini volano e i topi parlano; evita di comportarti alla maniera di un triste e presuntuoso imbecille e segui il mio consiglio! Ora basta, a ogni buon conto! Ti dico che è venuto il momento di risalire la china, riconquistare le vette sfavillanti, le piramidi con la punta rivestita d'oro; e lo farò con il tuo aiuto, che tu lo voglia o no! Ora baciami e poniamo termine a questo periodo di autentica e pura sfiga!…
      ˗ Baciarti? Fossi matto! Te lo puoi scordare!
      ˗ … ma prima aspetta che finisca ciò che resta di questo sacchetto di patatine; ho un untuoso lavoro da portare a termine io, che ti credi, tze!
      Il ratto riprese a sgranocchiare con gusto. Terminato anche l'ultimo frammento, balzò di nuovo fuori dal sacchetto e cominciò a girare intorno a Felix. Gli salì su una scarpa, sollevò il corpo nella parte superiore, e con le zampe prese a lisciarsi i lunghi baffi bruni. Non intenzionato a rinunciare il ratto gli domandò:
      ˗ Che facciamo? O ti abbassi tu, o salgo io. Il tempo passa, non possiamo rimanere qui come due rimbambiti ad aspettare che si faccia notte! ˗ Felix era confuso, esitava; il ratto continuò, allettandolo: ˗ Una volta tornato il magnifico campione che ero un tempo, potremmo andarcene in giro a spassarcela, al cinema, al luna-park, al night-club! T'introdurrei negli ambienti eleganti, quelli che contano, ti farei entrare nel giro, conosceresti gran signori, autentici assassini, squali camuffati da pesciolini! Potrei anche scrivere un articolo su di te, sulle imprese più o meno memorabili che stai per compiere.
      ˗ Che ne sai tu delle mie imprese?
      ˗ Io so tutto, e se non so, invento! Posso ricoprirti di onore o di fango, per me è lo stesso; ma non posso mica venire così, con le poco nobili sembianze di topo di fogna! Non puoi lasciarmi in questo posto, in questa miniera di merda a cielo aperto, maledetto! Consideralo come un atto di umanità nei confronti di un povero essere che se la sta passando male. Su, dai! Vedo che ti ho quasi persuaso, che stai per cedere. Abbassa del tutto quella tua misera guardia di cartone e molla il colpo! ˗ Poco convinto, Felix appoggiò un ginocchio a terra, allungò il braccio e stese la mano con il palmo rivolto verso l'alto; il ratto, zampettando a gran velocità, vi salì sopra e disse:
      ˗ Era ora che ti decidessi! Baciami, minchione!
      Felix piegò il gomito e avvicinò il ratto, il braccio era tremolante; avvertì i baffi ispidi fargli il solletico. Chiuse gli occhi, si fece coraggio e lo baciò. Quando riaprì gli occhi, il ratto era sparito.

       

    1. tacchialti94

      tacchialti94

      Racconto autobiografico?

    2. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Cara @tacchialti94 nego tutto; anche e soprattutto per evitare spiacevoli implicazioni giudiziarie... di seguito una nota dell'autore presente nel libro, ci potete credere oppure no:

      NOTA DELL'AUTORE: Ho scelto di scrivere questo romanzo in prima persona ma ciò non implica che vi sia corrispondenza tra i fatti di seguito riportati e le mie personali esperienze contemporanee o passate, pertanto tengo a precisare che tutti i personaggi presenti nella narrazione, i loro nomi, i ruoli, le loro caratteristiche fisiche e morali, soprattutto quelle che con la moralità hanno poco a che spartire, sono stati a me suggeriti dalla fantasia, e che eventuali coincidenze si debbano attribuire soltanto alla più pura casualità.
      È anche vero che in un tempo molto remoto ho prestato servizio per il bene e la gloria della Patria in qualità di ufficiale di complemento e che qualche spunto narrativo, la descrizione di un luogo, di un volto, io l'abbia estratto in maniera inconscia dai ricordi di quel periodo, ma del resto, mica potevo inventarmi tutto di sana pianta!
      Riguardo ai pochi luoghi menzionati dove si svolge l'azione ho preferito rifarmi a località esistenti per meglio circoscrivere l'ambito territoriale e dare una parvenza di veridicità alla storia, ma in alcuni di essi confesso di non esservi mai stato, e per altri ancora la scelta è stata dettata da un dito indice puntato a caso su una cartina geografica. -M.L.N.
       

  8. UNO DEI TANTI FINALI POSSIBILI

    di Marcus L. Nolde

     

    ­… personaggio, trama… o prima la trama e poi il personaggio? bel problema! le cose vanno di pari passo! (nota: sono cazzi! fine nota)… risolvo il problema: mi servo di una bozza di un racconto che ho già scritto, uno di quelli che fanno ampiamente cagare, non che gli altri siano meglio! ma tanto non li legge nessuno, e a me chemmifrega!… ambientazione: festa di piazza, in un paesino che sarebbe meglio se non ci fosse, tutto intorno solo nutrie e montarozzi di letame fumante che gronda liquame, il posto da dove chiunque abbia un poco di cervello dovrebbe scappare… non perdo altro tempo, e inizio con la pessima narrazione…

    … la musica è scadente, di una tristezza mortificante; organetto, fisarmonica e mandolino! un terzetto che da almeno venti minuti sta frantumando i coglioni al protagonista di questo disgraziatissimo racconto… più al centro, sul palco (quantunque chiamarlo palco sia una parola grossa! infatti lo hanno messo insieme con una ventina di cassette di frutta e vi hanno posato sopra delle assi da ponteggio) v'è una coppia di saltimbanchi, due idioti con tanto di patentino da idioti, il loro intento è di far ridere; poveri noi!… uno è in piedi, avvicina le labbra al collo di una bottiglia, fa finta di bere, e lo fa anche male! finalmente termina di bere, guarda il pubblico, soddisfatto, solleva la bottiglia, la pone in bella mostra, la porta ancora più in alto, la agita; mah?! il suo compagno, l'altro demente, è a terra, sdraiato su un fianco; che cazzo ci faccia in quella posizione non lo saprei proprio dire! ma andiamo avanti: mio malgrado mi trovo tra il pubblico, qualcuno mi potrebbe chiedere perché io mi trovi qui, e domandarmi se non abbia niente di meglio da fare in questo cazzo di pomeriggio di questa domenica infame… ancora un attimo di pazienza! gli direi, tra poco, mia bella testina, capirai il perché della mia presenza in questa merdosa piazzetta ad assistere a questo penoso spettacolo… il tizio che ho vicino mi rivolge la parola sebbene io non gliene abbia dato motivo; non è forse chiaro a costui che dal mio fare non sono uno che ama il chiacchiericcio? ho forse dato l'impressione di essere il tipo di persona cui si può dare confidenza?… non molla, si avvicina ancora di più, persino mi sorride! che sfacciato! lui, come se me ne fregasse qualcosa, mi dice: è una parodia… ah, sì! esclamo, e gli domando, è una parodia di che? ma non gli lascio il tempo di rispondere ed esprimo il mio autorevole giudizio, è una parodia di merda! ecco quello che è!… quell'altro insiste, forse non ha capito che cosa ho detto, e continua: è la parodia di un vincitore di un gran premio di automobilismo!… ah, allora il premio è grande, non è piccolo! fanculo, speravo di più! (lo so, è una battuta del cazzo; posso fare meglio, ma vi avevo anche avvertito che il racconto non sarebbe stato un granché)… finalmente l'uomo comprende dal mio sconclusionato discorso che non è aria e si allontana; sono contento, contento di essermelo levato dai coglioni! mi sforzo, poco in verità, a pensare quale possa essere il titolo di tale pessima rappresentazione, 1a possibilità: il pelo di babilonia, 2a possibilità: cranio canino, 3a possibilità: triplice follia stronza… credo che non sia nessuno di questi tre; forse più avanti mi informerò se ce ne sarà il tempo, anche se la cosa non è che mi interessi molto… davanti a me vi è una signora con in testa un gran cappello con le piume, è bassa, pienotta, indossa un vestitino leggero, mi viene voglia di toccarle la chiappa destra, pare soda, è invitante… la signora con in testa il gran cappello con le piume si volta e mi dice: sono davvero divertenti!… non ci vedo più dallo sdegno e le do una manata sul culo… porco! villano! mi fa quella, è evidente che non ha gradito, e si allontana… e anche questa me la sono levata dai coglioni, e fanno due!… mi faccio largo tra la folla, un paio di gomitate, pesto anche i piedi a qualcuno. finalmente arrivo fin sotto il palco… ci siamo! mi dico, ora inizia il bello! ora ci sarà da divertirsi!… estraggo la mia pistola e, bang! sparo a quello che è in piedi e che tiene la bottiglia in mano; il rumore è stato forte; tutti si sono spaventati, molti si sono gettati a terra; alcuni strisciano come vermi tentando di allontanarsi in cerca della salvezza, qualcuno, più coraggioso degli altri, si alza in piedi e fugge; finalmente il saltimbanco molla la presa e la bottiglia cade a terra, scrash! esplode in mille pezzi, mille frammenti di vetro che sul tavolato del palchetto galleggiano tra la schiuma! il guitto è bianco in volto, paralizzato, lentamente si rianima, si guarda la mano, non quella che reggeva la bottiglia, l'altra, quella che mi ha messo davanti quando stavo per sparare, di certo con l'intenzione di parare il colpo; ah, che idiota! la allontana, la avvicina, la guarda ancora, la mostra al pubblico, ma il pubblico non guarda perché è ancora con la faccia a terra; la sua mano ha un buco nel mezzo, si vede attraverso; ah che spettacolo! ah la mia che splendida mira! ma potrei anche fare meglio, per esempio ora potrei sparare di nuovo e piantargli un buco in fronte, solo che difficilmente si vedrebbe dall'altra parte, almeno non credo, e poi non sono qui per questo… mormorio, qualcuno del pubblico si alza in piedi... cazzo fate? stronzi! dico ad alta voce, poi sparo un altro colpo e, scrank! mando in frantumi una vetrina che è sull'altro lato della piazza; tutti sono di nuovo a terra… così ci siamo! continuo con voce più pacata, è così che si fa, bravi bambini!… qualcuno singhiozza; un altro bestemmia; un altro ancora prega… zitti! porca di quella puttana! non vedete che qui c'è qualcuno che sta lavorando?… ora sono tutti in silenzio, un religioso silenzio… musica! faccio al trio; e quelli si guardano stupiti… alzo la pistola, dito sul grilletto, e la punto loro contro; adesso hanno capito, e iniziano a suonare… più allegro! voglio sentire qualcosa di più allegro, porca troia! li incito, non la rottura di coglioni che avete suonato fino ad adesso!… eseguono; ora il ritmo è più veloce, la musichetta che dovrebbe essere frizzantina è, invece, sempre più angosciosa. sbagliano le note, ogni quattro ne mancano tre, un gran casino! è chiaro che hanno paura, paura che svuoti loro addosso l'intero caricatore; l'idea, in verità, mi viene, ma mi trattengo… giunge in piazza a sirene spiegate una volante della polizia; qualcuno deve avere telefonato e averli avvertiti; ne scendono in quattro, pistole in pugno… getti la pistola! mi dice uno che pare essere il capo; mi fa piacere che mi abbia dato del lei e non del tu, almeno è una persona educata!… mi volto verso di loro e domando: che volete?… getti la pistola! ripete quello; è chiaro che sebbene sia una personcina a modo, di fantasia non deve averne molta!... io non ci penso nemmeno di gettare la pistola sul lastricato di questa piazza schifosa sporca di sputi e tappezzata di cicche di sigarette, la mia pistola nuova! e la infilo alla cintura dei calzoni, stando bene attento a non tirare il grilletto e a spararmi nei coglioni… i poliziotti si avvicinano… in ginocchio! a terra! mi ordinano; bene! almeno hanno cambiato frase!… ma manco per il cazzo! rispondo, non sono venuto qui per inginocchiarmi e pregare… in ginocchio!… ancora?! dico io, ma allora non ci siamo capiti… sto per far loro notare quanto il loro vocabolario sia limitato ma non faccio in tempo ad aprire bocca; tre di loro mi sono addosso e mi gettano a terra, mentre il quarto mi tiene sotto tiro; manette! mi sollevano senza grazia; sono un po' brutali; uno mi toglie la pistola… ehi, stai attento! gli dico, è nuova nuova!… mi cacciano a viva forza dentro la volante, ci avviamo; il viaggio è di mio gusto: a tutta velocità e a sirene spiegate. in un battibaleno giungiamo al posto di polizia; mi hanno fatto accomodare, proprio così hanno detto, in una cella di sicurezza, il posto in fondo è accogliente! ho visto di peggio! attendo, e intanto mi dico che qualcosa succederà; non si fa vivo nessuno per una buona mezzora, devono essere tutti in pausa caffè, immagino… finalmente la porta si apre ed entra una giovane ragazza in gonna e giacchetta… chi cazzo sarà mai? mi chiedo io, però con una così ci farei volentieri un giro… perché ha sparato a quell'uomo? mi chiede la giovinotta senza nemmeno prima salutare… un po' di cortesia e di buona educazione non guasterebbe, e che cazzo! penso io… perché ha sparato al saltimbanco?… mi rendo conto che anche questa ha il vocabolario limitato, o forse è soltanto non in vena di fare conversazione… allora? mi incalza… è semplice! le rispondo, l'ho fatto perché avevo bisogno di uno spunto… spunto per cosa?… per scrivere una storia, e che cazzo! è mai possibile che tutti quanti voi siate così ottusi?! ora le spiego, ho trovato una bellissima immagine che raffigurava una mano con un buco nel mezzo, ma purtroppo non si vedeva dall'altra parte, ma sotto la pelle vi era qualcosa che somigliava a un foglio di carta, allora mi sono detto perché non sparare a qualcuno così da fargli un bel buco nel palmo della mano e poi vedere che cosa succede in seguito, così da poter scrivere una storia, una bella storia; ed ecco il risultato! questa è la storia cui io e lei stiamo prendendo parte… è questa sarebbe la storia? mi domanda la fichetta, vuole dirmi che io e lei in questo momento stiamo facendo parte della storia?… mia cara signorina poliziotta, per scrivere ci vuole il sangue, non basta avere l'ispirazione, quella è sufficiente per scrivere le stronzate che si leggono oggi… e per curiosità, quale sarebbe la storia?… ma allora non ha capito! io ho sparato a quel tizio perché volevo incontrarla, perché dovevo incontrarla! almeno questo era l'intento dell'autore del racconto… incontrare me? ma se nemmeno mi conosce! e poi, che cosa c'entra l'autore di questo racconto?… lasci stare! è una storia lunga e per certi versi anche triste; l'importante è che ci siamo incontrati e che ora ci conosciamo, appare lampante!… bene! dice lei, apparendo soddisfatta, l'inizio di questo suo racconto abbiamo capito com'è, c'è lei che vede un disegno e ne trae ispirazione, e per avere un maggiore riscontro visivo decide di sparare a un povero disgraziato che sta recitando su un palco… ci tengo a precisare che non era un granché come attore!… questo non ha importanza… ha importanza, eccome! se lasciassimo sempre fare non so dove andremmo a finire!… bene! e la storia come continua?… che io e lei ci innamoriamo, ci sposiamo, e abbiamo tanti bambini; una tranquilla e lunga vita insieme! ah, ci tengo a precisare che ho un affare in mezzo alle gambe che è un pennello, roba da leccarsi i baffi, anche se è meglio che le donne i baffi non li abbiano!… lei, con aria di mezzo disgusto non dà troppo peso alla mia recente rivelazione e dice: non credo proprio che le cose andranno così, pennello o non pennello! lo scenario mi appare alquanto improbabile; ma mi dica, per curiosità, e se al mio posto fosse venuto a interrogarla un mio collega uomo?… sarebbe stato lo stesso, rispondo, la storia sarebbe andata avanti con lui, figli esclusi, ovviamente! ci saremmo cacciati la lingua in bocca, toccati un poco nelle parti intime, roba da froci, insomma! poi quello avrebbe aperto la porta e saremmo scappati insieme, tenendoci per mano, entrambi con le minchie dure; non crede che questo sia possibile?… non credo proprio!… non crede che io abbia la minchia dura? e perché allora non si avvicina? su! venga! non sia timida. tasti! tasti!… il gonfiore sotto la patta dei miei calzoni si è fatto imponente, oserei dire preoccupante, sebbene non ci sia nulla da temere… la giovane donna è attratta irresistibilmente da me, mi si avvicina, iniziamo a baciarci teneramente… io, sebbene le manette mi impediscano di manovrare a dovere, le tocco delicatamente il seno, roba piccola purtroppo! avrei preferito ritrovarmi a tastare qualcosa di più consistente… lei mugola di piacere, le sollevo la gonna, lei, con un rapido movimento, mi toglie le manette, ora la posso abbracciare, stringere, le nostre lingue si incontrano di nuovo, le passo una mano dietro e le abbasso le mutandine; sono rosa, avrei immaginato un altro colore! si siede sul tavolo, allarga le gambe, è chiaro che vuole che io mi dia da fare! procedo... ma questo è solo uno dei tanti finali possibili, quello che ha scelto quella testa di carciofo dell'autore. altri ve ne potrebbero essere: potrei appiccare un bell'incendio all'interno del posto di polizia; lingue di fuoco che avvolgono le pareti, fumo, un caldo soffocante, tutti che urlano, che corrono, che cercano di mettersi in salvo, un gran casino, insomma, e io che approfitto del trambusto per darmi alla fuga, beffando i poliziotti; ah che ridere! ah che bella immagine! oppure la potrei gettare sul drammatico: impiccarmi alle sbarre della cella in cui mi hanno rinchiuso, non che la cosa mi garbi molto, ma un suicidio è sempre un bel finale a effetto, su questo non ci sono cazzi! e se invece a qualcuno venisse la bella idea di rinchiudermi in un manicomio? anche se si dovrebbe dire centro di salute mentale, detto così pare molto più grazioso! forse incontrerei persone interessanti: un giulio cesare, un napoleone. avrei la compagnia di tanti altri rincoglioniti come me, mi bombarderebbero di tranquillanti che giorno dopo giorno arriverebbero a fottermi il cervello in maniera definitiva… mettetela come vi pare; io mi sono rotto il cazzo di questo racconto. il finale sceglietelo voi!

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    2. altomororicco

      altomororicco

      quoto! molto ben fatto! bravo

    3. lullabyblue0

      lullabyblue0

      mi sono forse persa dei passaggi...ma si sa quando uscirà??

    4. nuncepenza6

      nuncepenza6

      questa me la leggo bene stasera che sono libero!! 

  9. Correzione Bozze, Editing, Ghostwriting.

    Se vi si è ficcata nella testa la balzana idea di scrivere un libro con l'intento di acquisire fama, facili soldi e onori di là dall'immaginabile, forse sono ancora in tempo e posso farvi desistere; ma se proprio non c'è verso dal farvi deviare da tale insano proposito, parliamone! Almeno, insieme, si tenterà di limitare i danni.

    Se il libro lo avete già scritto e, magari, fatto leggere a parenti e amici, sono sicuro che il giudizio che ne avrete ricavato sarà stato talmente lusinghiero da farvi camminare tre spanne sopra gli altri comuni mortali, e pensarvi quale il nuovo Hemingway, Joyce o Proust, e pertanto sarete già pronti a spedirlo a qualche casa editrice; spero tanto per voi che non l'abbiate fatto! oppure prossimi a pubblicarlo in proprio attraverso il self-publishing; cosa che caldamente più vi consiglio! È bello che la pensiate a questa maniera, ma vi assicuro che il più delle volte non è così; nessuno della vostra cerchia, tutte brave persone che vi vogliono un mondo di bene, avrà mai il coraggio di dirvi che il testo che avete scritto, cui avete dedicato mesi, notti insonni, e su cui avete versato lacrime e sangue, sia ripugnante e vada oltre ogni limite della decenza. Per questo ingrato e delicato compito ci sono i professionisti che ve lo possono dire con cognizione di causa, ma al tempo stesso vi possono guidare e consigliare, e far sì che il vostro testo scorra, sia grammaticalmente corretto e abbia un senso; insomma, che non vi siano scritte troppe idiozie; così che il lettore che ha acquistato il vostro libercolo non si penta, dopo aver letto poche pagine, di aver buttato denaro e vi maledica per l'eternità.

    Qualcuno ora balzerà sulla sedia e dirà: «Ma chi diavolo è questo qui che si permette di parlare in maniera così offensiva?»… Calmi, calmi… vi posso assicurare che qualunque scrittore, anche un José Saramago o un Günter Grass, tanto per citare due premi Nobel a caso, hanno avuto bisogno di un editor; e il motivo è semplice: quando si rimane a lungo su un testo lo si fa proprio, lo si metabolizza al punto da non accorgersi di errori banali o di incongruenze che invece non sfuggono a un lettore attento e puntiglioso, il quale prende in mano il testo per la prima volta; ma di questo e di come funziona nello specifico l'attività di editing avremo modo, se vi sarà occasione, di riparlarne in seguito.

    Ora è venuto il momento di fare le presentazioni, di dirvi chi sono. Mi chiamo Marcus Nolde, e questo è uno pseudonimo che uso per firmare i miei scritti; il mio vero nome ve lo dirò quando saremo entrati un poco più in confidenza; non è per scarsa fiducia ma perché voglio lasciare intorno a me un tenue alone di mistero, non abbiatevene a male! Dal 2014 mi dedico a tempo pieno alla scrittura. Ho all'attivo la pubblicazione di sei romanzi e due raccolte di racconti. In più racconti singoli di vario genere pubblicati su riviste online e in antologie in cartaceo, oltre a collaborazioni a firma doppia o in defilata veste di ghostwriter. (per maggiori informazioni: http://marcusnolde962.wixsite.com/marcusnolde) Al contrario di come si vantano in molti, non millanterò di essere colui che vi farà scalare le classifiche facendo impallidire Stephen King o Ken Follett; a quello ci dovrete pensare voi e sperare in tanta fortuna. Io posso solo mettere mano al vostro testo e farlo diventare qualcosa di cui non dobbiate vergognarvi. Sappiate che è sufficiente fare anche una volta soltanto una magra figura ed essere screditati per sempre.

    Non ho collaboratori, sono solo e basto e avanzo, e ci tengo a chiarire che non prendo tutti i lavori che mi capitano, ma solo quelli per cui ritengo valga la pena, e di generi narrativi che sono a me consoni: commedia, grottesco, insolito, umoristico, nonsense, avventura (anche come sceneggiature cinematografiche o teatrali). Posso fare qualche eccezione per i generi: storico, horror, thriller, giallo, fantascienza e saggi, questi ultimi se l'argomento è di mio interesse; ma non voglio sentire parlare di fantasy, rosa, erotico, fiabe e libri per bambini in genere, testi tecnici, tesi di laurea, storytelling, etc. Per questi è meglio che vi rivolgiate a qualcun altro.

    Io opero in questa maniera: dopo esserci scritti per email, parlati per telefono, o su Skype, visti di persona; ciò nel caso in cui vogliate raggiungermi, poiché io non mi sposto nemmeno se m'ammazzano! sarà mia premura inviarvi un accordo di riservatezza in cui dichiaro che il testo che mi sottoporrete non sarà divulgato in tutto o anche solo parzialmente a terzi, o a qualunque titolo utilizzato da parte mia. A quel punto m'invierete il testo in formato digitale, cui darò una prima ma attenta lettura. Dopo di che vi risponderò circa la mia volontà di mettervi mano. Per quest'operazione non è previsto alcun compenso, il che significa che non dovrete mettere mano al borsellino; sebbene, nel caso in cui lo vogliate, posso redigere una scheda di valutazione in cui evidenzio eventuali punti deboli e suggerisco come migliorare stile, dialoghi, descrizione ambienti, caratterizzazione personaggi, incipit, coerenza della trama, finale, etc. Questa scheda non è gratis; vi piacerebbe! Ma alla modica cifra di 70,00 o al massimo 100,00 euro. Con tale strumento potrete decidere se andare avanti da soli o avvalervi della mia collaborazione. A essere precisi: non è una vera e propria scheda di valutazione ma sono note inframmezzate o a margine del vostro testo.

    Ci tengo a informarvi che non faccio distinzione tra correzione di bozza e editing; da parte mia, quando metto mano a un testo, non è ammissibile, e moralmente riprovevole, correggere solamente i refusi, la punteggiatura bislacca, la grammatica creativa; se una frase non funziona, non è chiara, se vi sono incongruenze tra un capitolo e l'altro, se un paragrafo o un'intera sezione ritengo sia da riscrivere, non la posso lasciare così com'è, devo metterci mano; è più forte di me! Pertanto non farò differenziazioni o separazioni tra i vari livelli: bozza, editing formale, strutturale, etc., ma vi restituirò il testo al meglio, pur senza stravolgere concetti e adattandomi al vostro stile o cercando di avvicinarmi il più possibile a uno o più autori di vostro gradimento; starà poi a voi accettare o no i miei suggerimenti e correzioni: il testo, sia ben chiaro, è il vostro e siete sempre voi ad avere l'ultima parola.

    Detto ciò, il mio compenso varierà in base al lavoro che mi troverò a fare, ma nessuna sorpresa: saprete in anticipo quanto vi costerà. Tanto per togliervi la curiosità: potrà variare da un minimo di 1,50 euro a cartella (1800 car. spazi inclusi) nel caso in cui il testo scorra e non abbia bisogno di particolari interventi, fino a un massimo di 7,00 euro, ciò nel caso in cui debba sudare le proverbiali sette camicie per accomodarlo parola per parola e virgola dopo virgola.

    In caso di seria volontà da parte vostra sono disponibile a inviarvi gratuitamente 3/5 cartelle, in modo che possiate valutare la qualità del mio lavoro, comprendere se ci troviamo in sintonia, e pertanto decidere se affidarmi l'incarico.

    Altri servizi che vi posso offrire sono: sinossi breve o lunga, quarta di copertina, testi brevi di presentazione a uso social, impaginazione per cartaceo; per questi il prezzo è da concordare, ma non stiamo parlando di grandi cifre. Eseguo inoltre il lavoro di ghostwriter. In questo caso la collaborazione tra me e voi dovrà essere molto stretta: sarete tempestati da mie e-mail in cui vi chiederò i particolari più assurdi e che vi potranno sembrare insignificanti ma che mi serviranno per realizzare un romanzo o serie di racconti, singoli o collegati tra loro, su un episodio particolare della vostra vita, vacanze, storie divertenti o particolarmente rilevanti che vi sono capitate e che hanno lasciato in voi un segno. Questo servizio ha un costo indicativo di 40,00 euro a cartella, e un tempo previsto per un testo, ad esempio di 250000 battute, dai quattro ai sei mesi di lavoro da parte mia, più un altro mese per la revisione e l'impaginazione. Il pagamento di questo e degli altri servizi citati più sopra avverrà in modo rateale e, come se si trattasse di un'impresa edile, in base allo stato di avanzamento lavori; in ogni caso non sono tariffe definitive: litigando un pochino, discutendo, facendo il classico tira e molla, ci possiamo sempre mettere d'accordo.

    Bene! Ho terminato. Se ancora avete intenzione di far brillare a caratteri cubitali il vostro nome in prima di copertina potete scrivermi, e vedremo che cosa si potrà fare.

    marcusnolde962@gmail.com

    #servizi #correzionebozze #editing #ghostwriter #ghostwriting #autori #contemporanei #grottesco #leggere #libri #narrativa #racconti #romanzi #scrittori #scrivere #teatro #letteratura #commedia #narrativacontemporanea #nolde #marcusnolde

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  10. - La cosa migliore che possiamo fare è ballare.

    - E se ci prendono per pazzi, Signor Coniglio?

    - Lei conosce saggi felici?

    - Ha ragione; balliamo!

     

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    2. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Bellissimo passo! Non lo ricordavo.

    3. daliahnera

      daliahnera

      è una lettura con un significato che va ben oltre la favola fantastica...

       

    4. lullabyblue0

      lullabyblue0

      un libro assolutamente da rileggere da "grandi"!

  11. … mentre spiumiamo di questioni ovali nuvole di fumo dolciastro si avviluppano una con l'altra, fluttuano, s'irradiano, s'inclinano. figurine lievi salgono fino al soffitto come uccelli argentei; crollano i pennacchi devastati, i gesti sono quelli di un peccato consumato, rimangono nella penombra frammenti di piaceri che ancora mordono e si aggrappano, trafelati, impastoiati.
    un linguaggio istantaneo sotto una lente colossale.

    M.N.

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  12. 'ORCA TROIA!
    L'Iliade di Omero come non l'avete mai letta e come fino ad ora nessuno ha mai avuto il coraggio di tradurre dal Greco
    di Marcus Nolde, traduttor del gran traduttor dei traduttori
    http://marcusnolde962.wixsite.com/marcusnolde/single-post/2020/01/06/ORCA-TROIA---LIliade-di-Omero-come-non-lavete-mai-letta-e-come-fino-ad-ora-nessuno-ha-mai-avuto-il-coraggio-di-tradurre-dal-Greco---di-Marcus-Nolde-traduttor-del-gran-traduttor-dei-traduttori

     

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    2. nuncepenza6

      nuncepenza6

      potrebbe essere interessante! do un'occhiata!

    3. theoldandthesea

      theoldandthesea

      corro immediatamente a leggere! Sono troppo curioso! 

    4. ciribi72

      ciribi72

      La leggerà stasera, tra una candela e un dolcetto

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    2. fleurdelys00

      fleurdelys00

      bellissima raccolta!

    3. nuncepenza6

      nuncepenza6

      ahaha interessante!

    4. beautifullmind0

      beautifullmind0

      ottime idee anche per i regali di natale!

    1. nuncepenza6

      nuncepenza6

      ahah delirante è il termine giusto!

      xD 

    2. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Se ti viene in mente qualche altro aggettivo, proponi pure!

  13. Anche questa è fatta! - racconto di Marcus L. Nolde su la rivista di cultura estrema "La nuova carne". - Buona lettura!

    ://www.lanuovacarne.it/anche-questa-e-fatta/narrativa/marcus-l-nolde/

     

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    2. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      bellissima, opera tua?

    3. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Certo! @scompaiomatornoTutto quello che pubblico: estratti di romanzi, racconti, testi vari, etc. arrivano dalla mia penna altrimenti cito l'autore e l'opera di riferimento. Grazie per il lusinghiero giudizio.

    4. lullabyblue0

      lullabyblue0

      interessante riflessione!

  14. Le scimmie del tenente Nolde - estratto. Quadro: Seconda polveriera. Spari al crepuscolo, il soldato Alfonzi. Ricordi della Scuola di Fanteria.

    Nota: la foto del tenente Nolde risale al tempo in cui era allievo ufficiale, e pertanto al periodo in cui si sono svolti i fatti relativi a Forte Bravetta.

    http://marcusnolde962.wixsite.com/marcusnolde/single-post/2019/03/23/Le-scimmie-del-tenente-Nolde---estratto-Quadro-Seconda-polveriera-Spari-al-crepuscolo-il-soldato-Alfonzi-Ricordi-della-Scuola-di-Fanteria

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  15. Addio Trottolina!

    Ognuno di fronte alla morte di una persona cara o di un animale domestico reagisce in modo diverso: c'è chi ne deve informare il mondo intero; il mio è quello di chiudermi in silenzio. Non è mia abitudine dare notizia di decessi e fare elogi funebri. Non li ho fatti quando è morto mio padre; altri lo hanno fatto al posto mio. Non li ho fatti quando è morta mia madre, andatasene da un momento all'altro mentre aspettava che venisse su il caffè, e come da sua volontà ne ho dato notizia sul giornale con un trafiletto a funerali ormai avvenuti; e non lo farò nemmeno questa volta; voglio solo raccontare di quanto la sfortuna si possa accanire contro un essere vivente senza alcuna colpa se non quella di essere venuto al mondo.
    È l'inizio di dicembre, una mattina; io esco per mettere la spazzatura nel bidone. Il tratto che devo fare è di una ventina di metri. A metà del percorso vedo sotto l'oleandro del vicino una massa informe, raggomitolata, di ossa e pelo. È una gattina rigida per il freddo, bagnata fin sotto pelle; penso sia morta; non potrebbe essere altrimenti!, mi dico. Rientro in casa, avverto Daniela. Insieme usciamo di nuovo. Una lieve carezza e la gattina si muove. Dà segni di vita. La prendiamo, la solleviamo con delicatezza. Il suo musetto è mostruoso: un occhio è quasi fuori dall'orbita, l'altro appannato da un velo grigio che non lascia sperare nulla di buono. Telefoniamo subito alla veterinaria; è un'emergenza. Ci dice di andare in ambulatorio, che lei sarà lì tra dieci minuti. La visita; forse c'è la speranza di salvare l'occhio meno malandato; una lieve chimera. Qualche giorno poi vedremo il dà farsi; al momento è troppo debole: non si può intervenire. La portiamo a casa, la poniamo al caldo. Mangia si riprende. Torniamo dalla veterinaria; ormai la malattia è in fase troppo avanzata: bisogna operare. Operare significa asportarle entrambi i bulbi oculari; penso al destino di questo povero essere: trascorrere il resto della sua vita al buio; ho un groppo in gola, mi manca il fiato come se mi avessero dato un cazzotto alla bocca dello stomaco. Si esegue l'operazione; tutto bene, se così si può dire. La micina torna a casa, mangia, mette su peso, le cicatrici pian piano guariscono; il suo musetto è un amore, ma ha gli occhi chiusi, sigillati per sempre dal filo chirurgico. Meow, meow... ogni tanto un sommesso miagolio, mentre si muove per la cucina e va a sbattere contro qualche ostacolo; ostacoli ve ne sono tanti, impossibile rimuoverli tutti! Di certo si chiede: "Ma com'è 'sta storia che fino a una settimana fa ci vedevo, poco ma ci vedevo... e adesso, invece, non ci vedo più nulla?". Passano alcune settimane, pare che si sia abituata al suo nuovo disgraziatissimo stato. Ti sale su per la gamba, vuole essere tenuta in braccio, fa le fusa, ti schiaccia addosso le zampine, alternando prima una e poi l'altra. La guardi e ti viene da piangere. Pensi: E se quel giorno non avessi avuto nulla da gettare nel bidone e non le fossi passato davanti, che cosa sarebbe successo? Come sarebbe finita? Lo sai, e sei contento che sia andata così... la guardi ancora, l'accarezzi: un pelo soffice come la bambagia e liscio come la seta. Non ti si staccherebbe mai di dosso, tu sei tutto il suo mondo, il suo mondo buio. Mangia con appetito, tutti quanti in casa si sono abituati alla sua discreta presenza. Gioca, fa dei brevi tratti di corsa, ricorre il topino di peluche; sono molte le volte in cui lo perde, non lo vede!, è a nemmeno una spanna da lei ma non lo vede!, e bisogna riportarglielo a portata di zampina perché possa riprendere a giocare. Poi un giorno smette di mangiare: di nuovo in ambulatorio. Analisi. Salta fuori che ha la più terribile malattia che possa capitare ai gatti, forse ereditaria, forse trasmessale dalla madre quando ancora era nel suo grembo. La sentenza è incerta, non si sa quanto ancora possa durare, qualche mese, un anno, forse più. Ci rassegniamo, e ci riportiamo a casa il batuffolino di pelo. Cure. Sembra si riprenda. Una settimana o due, e smette nuovamente di mangiare. Si ritorna in ambulatorio. Problemi ai denti, dice la veterinaria, e di questo ne eravamo già a conoscenza e sapevamo che avremmo dovuto intervenire, anche se non pensavamo così presto. Abbassiamo ancora una volta il capo e prenotiamo l'intervento per qualche giorno più tardi. Intervento eseguito. Riprende a mangiare. Tutto bene!, forse i suoi e i nostri guai sono finiti, ma pare non sia così: trascorre nemmeno una settimana e inizia a spegnersi, non gioca, non ti viene in braccio, se ne sta in disparte. Notiamo una dilatazione del ventre, repentina, dalla sera alla mattina. Telefoniamo alla veterinaria. Ahi, ahi, dice lei per telefono. Portatemela! Quel ahi, ahi, fa presagire il peggio possibile. Infatti, Trottolina ha contratto una terribile forma virale; purtroppo c'è il riscontro dalle analisi. Tre giorni, una settimana, forsanche qualcosa di più e poi il suo destino sarà la morte, una morte accompagnata dalla sofferenza. Bisogna prendere una decisione. Io, Daniela e la veterinaria, che anche lei ha preso a cuore la triste situazione della gattina e le si è affezionata, non ce la sentiamo di parlare. Ci guardiamo e non riusciamo a prendere una decisione. Non c'è nessuno dopo di noi in sala d'aspetto; non c'è fretta, e continuiamo a guardarci instupiditi, increduli. Qualche lacrima scorre. Oltre tutto c'è il rischio che con buona probabilità trasmetta la malattia agli altri mici, se non è già tardi!, malattia per cui non esiste una cura o una qualche forma di vaccinazione. Un pericolo anche per gli altri: Zorrino, Paciughina, Cipolla, e Manny, l'ultimo arrivato, dove Manny è un neologismo e sta per Manicomio. Alla fine la decisione: l'iniezione e si porrà fine alle sue sofferenze e alla sua breve vita disgraziata. Io esco dall'ambulatorio, mi accendo una sigaretta, faccio due tiri, impreco anche se so che non serve a nulla, getto la sigaretta, rientro. Già tutto fatto. Trottolina è dentro una scatola di cartone. La portiamo a casa. Oramai e buio, la seppelliremo domani, cioè oggi, vicino agli altri suoi simili. Ormai il giardino è un cimitero: Matisse, Tabata, Pallottola, Bianchina, Scimmietta, SandoGat, e anche Arghetto, anche se lui è, era, un cane. Dopo poco più due mesi di vita con noi quel batuffolino di pelo non c'è più. Fanculo! Fanculo alla sfortuna! Fanculo al mondo!

    13/02/2019

     

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    1. ghostnick0

      ghostnick0

      già….fanculo a tutto. E so cosa si prova, come ti fa sentire quell'impotenza per non poter far niente se non rimandare… mi piace però pensare che adesso Trottolina vi guardi dall'alto miagolando felice

    2. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Grazie. Spero sia così.

    3. ciribi72

      ciribi72

      mi spiace...immagino il dispiacere...

  16. Incipit - Il diario sconcio e grottesco di Gilberto Conter

    https://marcusnolde962.wixsite.com/marcusnolde/il-diario-incipit

    Buona lettura.

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  17. Perché ho scritto Le scimmie del tenente Nolde?

    Una gentile fanciulla, di cui non farò il nome per motivi legati alla privacy, ma ne riporterò solo le iniziali: A.V., mi ha inviato una e-mail chiedendomi perché ho scritto Le scimmie del tenente Nolde. Di primo acchito mi è venuto di risponderle: "E io che cazzo ne so!", poi, ripensandoci, ho deciso per una risposta più pacata ed esaustiva... in primo luogo perché avevo voglia di pubblicare qualcosa; infatti sono passati più di sei mesi dal mio ultimo libro Tre racconti secsi, e sono ancora molto indietro con Don Felix, che mi sta impegnando da oltre due anni: la prima bozza e già arrivata a oltre 450 pagine e non sono nemmeno a metà. Pertanto, mi sono detto di dare alle stampe qualcosa di più snello, di più agevole: un libello di 140 pagine che si leggono d'un fiato. Scritto in meno di due mesi; due altri mesi per la revisione e, nota dolente!, almeno un mese per trovare una cazzo di copertina che non facesse proprio schifo. Per la cronaca: quel buffo pupazzetto stilizzato nei panni di un ufficiale in servizio di picchetto sono io, io in tutto il mio splendore in prima di copertina; la scimmia no, è un'amica.
    In questo testo troverete una nota dell'autore, che sono sempre io, la quale dice: "Ho scelto di scrivere questo romanzo in prima persona ma ciò non implica che vi sia corrispondenza tra i fatti di seguito riportati e le mie personali esperienze contemporanee o passate, pertanto tengo a precisare che tutti i personaggi presenti nella narrazione, i loro nomi, i ruoli, le loro caratteristiche fisiche e morali, soprattutto quelle che con la moralità hanno poco a che spartire, sono stati a me suggeriti dalla fantasia, e che eventuali coincidenze si debbano attribuire soltanto alla più pura casualità. È anche vero che in un tempo molto remoto ho prestato servizio per il bene e la gloria della Patria in qualità di ufficiale di complemento e che qualche spunto narrativo, la descrizione di un luogo, di un volto, io l'abbia estratto in maniera inconscia dai ricordi di quel periodo, ma del resto, mica potevo inventarmi tutto di sana pianta! Riguardo ai pochi luoghi menzionati dove si svolge l'azione ho preferito rifarmi a località esistenti per meglio circoscrivere l'ambito territoriale e dare una parvenza di veridicità alla storia, ma in alcuni di essi confesso di non esservi mai stato, e per altri ancora la scelta è stata dettata da un dito indice puntato a caso su una cartina geografica".
    Questo è quello che ho scritto; sono cazzate?! Ci potete credere oppure no, non è affar mio, come non è più nemmeno un mio problema che cosa vogliate fare di questo libro, acquistarlo o ignorarlo, farne carta da cesso, o usarlo per accendere il caminetto (esclusa la versione e-book). Non risponderò in pubblico a domande del tipo: "Ma è successo veramente quell'episodio?"... Quel personaggio è reale oppure inventato?... È possibile che il protagonista, il tenente Nolde, sia per davvero una così grande testa di cazzo?", e via dicendo. In privato forse vi potrò far scivolare qualche sibillina risposta, sussurrata a denti stretti, avvalendomi, però, della facoltà di rimangiarmi tutto dieci minuti più tardi, e di trincerarmi dietro all'oramai ben nota diceria, anche se supportata da fatti concreti, vox populi, vox Dei, che mi vede come soggetto incapace di intendere e di volere.
    Buona lettura!
    Marcus L. Nolde
     

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  18. A seguito tua gentile richiesta... caspita che linguaggio formale! faccio seguire il racconto che è stato inserito nel primo numero della rivista "Carnaio", tanto non me l'hanno pagato e nemmeno hanno intenzione di farlo! Non è il testo originale, consideriamolo una seconda edizione... è delirante, grottesco, osceno, sconsigliato ai più... se in seguito mi toglierai il saluto, sarà per una buona ragione.

    L'ULTIMO PARTY

    stile libero - selezione da incubi & deliri

    di Marcus L. Nolde

    … il tizio che ho di fronte, un metro e mezzo d'uomo, mi scruta dal suo occhio sporgente… ˗ ti fa ribrezzo? domanda con voce roca… io fatico a respirare; la sala, enorme, smisurata, è piena del puzzo del fumo delle sigarette; mi si attanaglia la gola, e non gli do risposta … lui vuole, ritiene sia opportuno fornirmi spiegazioni e inizia a raccontare… una sera, era d'inverno, intenso il freddo! il gelo! eravamo con il culo poggiato su una banchina del porto, all'improvviso e senza che ve ne fosse motivo, una sprangata; v'era stata una discussione per un'inezia, non si trattava di nulla di importante, soldi, donne, il senso della vita, minchiate! le solite cose, insomma… non dico nulla, mi limito ad annuire, muovo la testa in su e in giù un paio di volte, come il peggiore dei coglioni … intorno a noi floride giovinette dalla pelle come la neve, danzano, ondeggiando, tutte marmocchie rispettabili e di buona famiglia, di quelle che si possono incontrare la domenica in chiesa, peccato che io in una chiesa non ci sia mai entrato! le vedo riflesse nel grande specchio a parete che ho di fronte, un ballo vorticoso, ritmato dal suono di tamburi, cimbali, pifferi, i palmi delle mani che battono sulle cosce lunghe e muscolose, amalgamano il suono, un'unica, universale vibrazione… più in là, verso il fondo della sala, in un cantone dove a fatica arriva la luce, è sprofondata su un'immensa e logora poltrona una donna adiposa, succulenta, sulla cinquantina, priva di qualsiasi indumento, eccezion fatta per un lezioso ampio cappello di raso nero poggiato sulle ventitré, a gambe divaricate mostra il suo immondo ciuffo di peli; non riesco a toglierle gli occhi di dosso; lei ride sguaiatamente, manda baci, allarga di continuo la bocca, mostrando una lingua vibrante e appassionata a tutti coloro che le passano a tiro, un rivolo di bava le cala tra le pieghe di un labbro vermiglio, per terminare la corsa sul suo ventre, tre o quattro volte pieghettato… ˗ qualcuno di voi, luridi sifilitici, mi allunghi una cancerosa! urla la baldracca picchiando con il pugno il bracciolo della poltrona; ma nessuno le dà ascolto… (c'è penuria di sigarette; e i tabaccai non riapriranno che domani mattina)… fluttuano le vergini, oscillano come i miei ricordi; non è il primo di tali convegni cui prendo parte, simposi sguaiati, lussuria nell'aria, notte d'estate, una leggera brezza, frizzantina, stuzzicante; quasi un brivido, mi si accappona la mia pelle… TUMB, TUMB, TUMB, ancora i tamburi, il fragore è incessante, coinvolgente; i sensi sono eccitati… ˗ sei già stato qui? mi domanda occhio di rospo, alzando la voce… ˗ è possibile, rispondo, ma non ricordo, mento… si ode un tonfo, un artefatto elegantone s'è accasciato al suolo, lungo disteso, gli esce un rantolo dalla bocca, forse è il suo ultimo fiato, la sua gamba sinistra si contrae in uno spasimo, poi più nulla; un altro uomo, che appare in preda ad atroci sofferenze, s'inginocchia al suo fianco e prende a dare largamente di stomaco, uno, due, tre volte, tartine al salmone, rosei gamberetti, maionese irrancidita, vino mediocre, tutto mescolato in un'unica pozza maleodorante e d'una screziata tonalità giallo scuro; un altro ancora mi passa accanto, mentre con fare svagato canticchia un motivetto allegro, indossa una giacca di gran prezzo, camicia di seta e cravatta ricercata, ed è completamente nudo dalla cintola in giù; attorno alla testa porta, quale ridicola corona, un paio di mutande di cotone… il rosposo solleva il braccio e con il dito indice m'invita a guardare il soffitto… senti che cosa accade al piano di sopra? (io non sento nulla) l'acqua putrida ha ormai ha invaso tutto il piano superiore, e tra poco il soffitto ci rovinerà sulla testa… la laida donna mi indica con un dito… tu, tu, filibustiere, vieni a gustare questo dolce nettare, mi dice, mentre si solleva in successione le mammelle in sincrono con l'eco dei tamburi; ampie corone violacee si allargano, esagerate protuberanze carnose svettano, solcate su tutta la superficie da mille pieghe più scure; attrazione e ripugnanza al tempo stesso… BANG, si ode uno sparo… ˗ che cos'è stato? sussulto… il mezzo uomo mi risponde, cortesia mista al desiderio di mostrare la propria dozzinale erudizione… ˗ nient'altro che il cervello di qualcuno che in questa notte di agosto se n'è andato a tappezzare la parete; non dartene pensiero, domani mattina vi provvederanno mosche e calabroni; ora una birra, ho il bisogno di far andar giù la polvere che ho nello stomaco… gli rispondo che anch'io berrei volentieri qualcosa, non perché abbia sete ma credo che mi sentirei meno stupido con un bicchiere in mano… ˗ probabile che non sia rimasto più nulla, è facile che questi luridi bastardi si siano scolati fino all'ultima goccia! suppone, sconsolato… guardo in basso, e mi accorgo che sto guazzando in una pozza melmosa… ˗ acqua, dico, melma! merda!… ˗ ha cominciato a filtrare dagli interstizi, lui m'informa, tra poco ci arriverà alla cintola, poi al collo e, infine, un'unica ondata, e per te sarà la fine… ˗ forse dovremmo uscire di qui, propongo… ˗ le porte sono chiuse, mio caro amico! sigillate dall'esterno; e poi, dimmi! per andare dove?… ˗ so solo che voglio andare lontano da tutto questo; mi sta facendo male… ˗ sotto due metri di cemento sarebbe stato lo stesso; se non ci credi che dico il vero, guarda nel fondo del mio occhio mostruoso!… mi avvicino al suo viso, mi ci vedo specchiato dentro il bulbo disgustoso, ma sono mille le sfaccettature, caleidoscopiche, multiformi, non riesco a fissarne nella mente una che sia una, scorrono troppo veloci, alcune nette solo per un breve istante, altre imprecise, distorte, tutte si amalgamano in una densa caligine poi, all'improvviso, un'esplosione, scintille che schizzano in tutte le direzioni; mi adopero in un colpo di reni per allontanarmi più fretta possibile da quell'occhio ma il mio scatto è rallentato, la melma mi arriva alle spalle.

    1. hocuradite

      hocuradite

      In linea con quanto ti dissi in un precedente intervento anche questo pezzo di racconto mi è piaciuto. Spero che sia gradito a molti ma non a troppi, altrimenti ti dovresti preoccupare se siano sinceri o seguono delle mode.

    2. marcusnolde962

      marcusnolde962

      Grazie @hocuradite del commento. Ho sempre scritto senza preoccuparmi di uniformarmi a correnti o stili, ed è mia intenzione non solo continuare a farlo ma andare oltre e seguire un mio personalissimo percorso; ai miei lettori chiedo non solo di essere sinceri, ma spietati nei giudizi, e fino ad ora posso ritenermi soddisfatto per quanto ho udito. Grazie ancora, e buona giornata. Marcus