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Risposte agli aggiornamenti di stato pubblicati da marcusnolde962

  1. A seguito tua gentile richiesta... caspita che linguaggio formale! faccio seguire il racconto che è stato inserito nel primo numero della rivista "Carnaio", tanto non me l'hanno pagato e nemmeno hanno intenzione di farlo! Non è il testo originale, consideriamolo una seconda edizione... è delirante, grottesco, osceno, sconsigliato ai più... se in seguito mi toglierai il saluto, sarà per una buona ragione.

    L'ULTIMO PARTY

    stile libero - selezione da incubi & deliri

    di Marcus L. Nolde

    … il tizio che ho di fronte, un metro e mezzo d'uomo, mi scruta dal suo occhio sporgente… ˗ ti fa ribrezzo? domanda con voce roca… io fatico a respirare; la sala, enorme, smisurata, è piena del puzzo del fumo delle sigarette; mi si attanaglia la gola, e non gli do risposta … lui vuole, ritiene sia opportuno fornirmi spiegazioni e inizia a raccontare… una sera, era d'inverno, intenso il freddo! il gelo! eravamo con il culo poggiato su una banchina del porto, all'improvviso e senza che ve ne fosse motivo, una sprangata; v'era stata una discussione per un'inezia, non si trattava di nulla di importante, soldi, donne, il senso della vita, minchiate! le solite cose, insomma… non dico nulla, mi limito ad annuire, muovo la testa in su e in giù un paio di volte, come il peggiore dei coglioni … intorno a noi floride giovinette dalla pelle come la neve, danzano, ondeggiando, tutte marmocchie rispettabili e di buona famiglia, di quelle che si possono incontrare la domenica in chiesa, peccato che io in una chiesa non ci sia mai entrato! le vedo riflesse nel grande specchio a parete che ho di fronte, un ballo vorticoso, ritmato dal suono di tamburi, cimbali, pifferi, i palmi delle mani che battono sulle cosce lunghe e muscolose, amalgamano il suono, un'unica, universale vibrazione… più in là, verso il fondo della sala, in un cantone dove a fatica arriva la luce, è sprofondata su un'immensa e logora poltrona una donna adiposa, succulenta, sulla cinquantina, priva di qualsiasi indumento, eccezion fatta per un lezioso ampio cappello di raso nero poggiato sulle ventitré, a gambe divaricate mostra il suo immondo ciuffo di peli; non riesco a toglierle gli occhi di dosso; lei ride sguaiatamente, manda baci, allarga di continuo la bocca, mostrando una lingua vibrante e appassionata a tutti coloro che le passano a tiro, un rivolo di bava le cala tra le pieghe di un labbro vermiglio, per terminare la corsa sul suo ventre, tre o quattro volte pieghettato… ˗ qualcuno di voi, luridi sifilitici, mi allunghi una cancerosa! urla la baldracca picchiando con il pugno il bracciolo della poltrona; ma nessuno le dà ascolto… (c'è penuria di sigarette; e i tabaccai non riapriranno che domani mattina)… fluttuano le vergini, oscillano come i miei ricordi; non è il primo di tali convegni cui prendo parte, simposi sguaiati, lussuria nell'aria, notte d'estate, una leggera brezza, frizzantina, stuzzicante; quasi un brivido, mi si accappona la mia pelle… TUMB, TUMB, TUMB, ancora i tamburi, il fragore è incessante, coinvolgente; i sensi sono eccitati… ˗ sei già stato qui? mi domanda occhio di rospo, alzando la voce… ˗ è possibile, rispondo, ma non ricordo, mento… si ode un tonfo, un artefatto elegantone s'è accasciato al suolo, lungo disteso, gli esce un rantolo dalla bocca, forse è il suo ultimo fiato, la sua gamba sinistra si contrae in uno spasimo, poi più nulla; un altro uomo, che appare in preda ad atroci sofferenze, s'inginocchia al suo fianco e prende a dare largamente di stomaco, uno, due, tre volte, tartine al salmone, rosei gamberetti, maionese irrancidita, vino mediocre, tutto mescolato in un'unica pozza maleodorante e d'una screziata tonalità giallo scuro; un altro ancora mi passa accanto, mentre con fare svagato canticchia un motivetto allegro, indossa una giacca di gran prezzo, camicia di seta e cravatta ricercata, ed è completamente nudo dalla cintola in giù; attorno alla testa porta, quale ridicola corona, un paio di mutande di cotone… il rosposo solleva il braccio e con il dito indice m'invita a guardare il soffitto… senti che cosa accade al piano di sopra? (io non sento nulla) l'acqua putrida ha ormai ha invaso tutto il piano superiore, e tra poco il soffitto ci rovinerà sulla testa… la laida donna mi indica con un dito… tu, tu, filibustiere, vieni a gustare questo dolce nettare, mi dice, mentre si solleva in successione le mammelle in sincrono con l'eco dei tamburi; ampie corone violacee si allargano, esagerate protuberanze carnose svettano, solcate su tutta la superficie da mille pieghe più scure; attrazione e ripugnanza al tempo stesso… BANG, si ode uno sparo… ˗ che cos'è stato? sussulto… il mezzo uomo mi risponde, cortesia mista al desiderio di mostrare la propria dozzinale erudizione… ˗ nient'altro che il cervello di qualcuno che in questa notte di agosto se n'è andato a tappezzare la parete; non dartene pensiero, domani mattina vi provvederanno mosche e calabroni; ora una birra, ho il bisogno di far andar giù la polvere che ho nello stomaco… gli rispondo che anch'io berrei volentieri qualcosa, non perché abbia sete ma credo che mi sentirei meno stupido con un bicchiere in mano… ˗ probabile che non sia rimasto più nulla, è facile che questi luridi bastardi si siano scolati fino all'ultima goccia! suppone, sconsolato… guardo in basso, e mi accorgo che sto guazzando in una pozza melmosa… ˗ acqua, dico, melma! merda!… ˗ ha cominciato a filtrare dagli interstizi, lui m'informa, tra poco ci arriverà alla cintola, poi al collo e, infine, un'unica ondata, e per te sarà la fine… ˗ forse dovremmo uscire di qui, propongo… ˗ le porte sono chiuse, mio caro amico! sigillate dall'esterno; e poi, dimmi! per andare dove?… ˗ so solo che voglio andare lontano da tutto questo; mi sta facendo male… ˗ sotto due metri di cemento sarebbe stato lo stesso; se non ci credi che dico il vero, guarda nel fondo del mio occhio mostruoso!… mi avvicino al suo viso, mi ci vedo specchiato dentro il bulbo disgustoso, ma sono mille le sfaccettature, caleidoscopiche, multiformi, non riesco a fissarne nella mente una che sia una, scorrono troppo veloci, alcune nette solo per un breve istante, altre imprecise, distorte, tutte si amalgamano in una densa caligine poi, all'improvviso, un'esplosione, scintille che schizzano in tutte le direzioni; mi adopero in un colpo di reni per allontanarmi più fretta possibile da quell'occhio ma il mio scatto è rallentato, la melma mi arriva alle spalle.

  2. PAROLE DI CERAMICA… ebbene sì, ho pubblicato un altro libro! Del resto non avrei potuto fare altrimenti: dopo il grandioso successo di "Le scimmie del tenente Nolde", che è immediatamente balzato in testa alla classifica dei libri meno venduti… un, worst-seller!, e ditemi voi se queste non sono soddisfazioni!, ho pensato di replicare con "Parole di ceramica", anche perché, come è successo in passato al geniale Ennio Flaiano, l'insuccesso mi ha dato alla testa, parole sue, non mie. Infatti, anche lui ha pubblicato un libro, un romanzo a essere più precisi, "Tempo di uccidere", di cui se ne sono vendute sì e no uno sputacchio di copie, e io sono uno dei pochi fortunati a possederne una, in formato economico, ovviamente! A proposito di tale testo potrei riportare un episodio accadutomi in una libreria in cui è sorta un'accesa discussione tra il sottoscritto e il libraio: io che sostenevo che di romanzi Flaiano ne ha scritto uno solo, tutti gli altri sono testi brevi e sceneggiature, mentre quell'altro insisteva che ne avesse scritti altri, senza però citarmi manco mezzo titolo. Gli animi si sono presto infiammati e c'è mancato poco che finissimo a schiaffoni; ma, forse di tale cronaca ne parlerò ampiamente in un prossimo racconto, se mai mi balzerà addosso la voglia di scriverlo. Ma rimaniamo sul pezzo, come dico sempre al mio amico Lucius, il quale ha la snervante predisposizione a divagare sempre, e parliamo di "Parole di ceramica". È un'antologia (florilegio direbbero le persone colte, ma io mi astengo non rientrando nella categoria) di racconti di un unico autore: Nolde, appunto!, che poi sarei io. Tali racconti si ispirano alle creazioni in ceramica dell'artista Monica Gheller, mia amica e collega in tempi remoti, quando lavoravamo per la medesima spettabile ditta in quel di Milano. La raccolta si apre con un prologo, in cui invento di capitare in una bizzarra situazione che mi porta a prendere la penna in mano e, ispirato da tali creazioni che mi ritrovo davanti al naso, a scrivere un racconto per ognuna di esse. I titoli delle opere e dei racconti (tutti inediti) coincidono, ho deciso di fare così per ridurre al minimo la confusione, e senza altro indugio procedo a elencarli:
    Prologo: Fantasia
    Ritratto 1: Colori in bilico
    Ritratto 2: Il gallo con gli stivali
    Ritratto 3: Leda e il cigno
    Ritratto 4: Giocando con l'universo
    Epilogo 1: La storia inventata
    Epilogo 2: La verità (dietro le quinte)
    Ritratto 5: Segui il tuo cuore... oltre ogni confine
    L'ultima immagine (racconto che non ha nulla a che vedere con le creazioni di Monica, ma inserito con l'intento di operare un processo inverso, cioè che da un mio racconto possa nascere una creazione di ceramica).

    Le immagini delle opere di Monica Gheller, quelle che sono citate nel testo, le allego di seguito in modo che possiate trovare una corrispondenza tra le parole e la ceramica.
    Chiedo scusa per il prezzo esorbitante del libro, ma essendo a colori e di grande formato (A4) non ho potuto fare altrimenti; per la cronaca: c'è anche il formato e-book (PDF) di grande convenienza e scaricabile immediatamente dalla mia vetrina autore su Lulu.com
    Un'ultima cortesia: non acquistatelo! Ci tengo a rimanere in testa alla classifica degli autori che non vendono, ma se proprio non ne potete fare a meno, pazienza!, mi resta che augurarvi buona lettura!
    Marcus L. Nolde
     

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  3. Oggi mi sono persa nella tua bacheca, troppe emozioni, ti prego di continuare a condividere con noi questi tuoi pensieri!

  4. Buon pomeriggio, Marcus! Voglio augurarti una fantastica serata con uno degli artisti più grandi di tutti i tempi

     

  5. Oggi ho riscoperto le opere di Boccioni, tu che ne pensi? a te piace?

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  6. Anche questa è fatta! - racconto di Marcus L. Nolde su la rivista di cultura estrema "La nuova carne". - Buona lettura!

    ://www.lanuovacarne.it/anche-questa-e-fatta/narrativa/marcus-l-nolde/

     

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  8. Anche questa è fatta! - racconto di Marcus L. Nolde su la rivista di cultura estrema "La nuova carne". - Buona lettura!

    ://www.lanuovacarne.it/anche-questa-e-fatta/narrativa/marcus-l-nolde/

     

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  9. Marcus ma cosa ne pensi? 

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  10. Marcus ma cosa ne pensi? 

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  11. “Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.” xD

  12. non stai bene? che succede???

  13. Quinbdi come sta andando il romanzo??? :)

  14. For You!

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  15. Buongiorno al nostro romanziere!

    ;) 

  16. Ciao Marcus! da un po' non mi posti niente da leggere ;)

  17. Ciao Marcus! da un po' non mi posti niente da leggere ;)

  18. wow! Dove le posso trovare le tue pubblicazioni?

     

  19. Ciao Marcus! da un po' non mi posti niente da leggere ;)

  20. Ninna nanna, nanna ninna,

    er pupetto vò la zinna,

    dormi dormi, cocco bello,

    se no chiamo Farfarello,

    Farfarello e Gujermone

    che se mette a pecorone

    Gujermone e Cecco Peppe

    che s'aregge co' le zeppe:

    co' le zeppe de un impero

    mezzo giallo e mezzo nero;

    ninna nanna, pija sonno,

    che se dormi nun vedrai

    tante infamie e tanti guai

    che succedeno ner monno,

    fra le spade e li fucili

    de li popoli civili.

    Ninna nanna,

    tu nun senti

    li sospiri e li lamenti

    de la gente che se scanna

    per un matto che comanna,

    che se scanna e che s'ammazza

    a vantaggio de la razza,

    o a vantaggio de una fede,

    per un Dio che nun se vede,

    ma che serve da riparo

    ar sovrano macellaro;

    che quer covo d'assassini

    che c'insanguina la tera

    sa benone che la guera

    è un gran giro de quatrini

    che prepara le risorse

    pe li ladri de le borse.

    Fa la ninna, cocco bello,

    finché dura 'sto macello,

    fa la ninna, che domani

    rivedremo li sovrani

    che se scambieno la stima,

    boni amichi come prima;

    so' cuggini, e fra parenti

    nun se fanno complimenti!

    Torneranno più cordiali

    li rapporti personali

    e, riuniti infra de loro,

    senza l'ombra de un rimorso,

    ce faranno un ber discorso

    su la pace e sur lavoro

    pe' quer popolo cojone

    risparmiato dar cannone.

  21. Il grande Gianni canta al mondo la sua concretezza