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    2. daliahnera

      daliahnera

      oddio quale sarebbe il senso? @marcusnolde962 mi farebbe piacere saperlo :(

    3. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      Dai Marcus!! siamo curiose / i!! diccci il sensooo

    4. marcusnolde962

      marcusnolde962

      ebbene, una piccola anticipazione: il primo incontro tra il ratto e don Felix

      [...] Felix si allontanò volgendo le spalle al centro abitato per puntare in direzione della periferia… Non più gravato dal senso di soffocamento che le alte facciate dei palazzi gli avevano fino a quel momento procurato, riacquistò un parziale buon umore. Lieto di avvertire in sé tale cambio di stato, si guardò intorno, non vide nessuno e, accantonata una leggera ombra di verecondia, ne approfittò per imbastire un canto, improvvisando le parole:
      ˗ Ramingo, ruminando i pensieri miei, meglio di così ragionar non potrei, ohiei, ehi, ehi; a chi mette il carro davanti ai buoi, ohioi, ohi, ohi…
      Felix terminò di stornellare, poiché la sua attenzione fu attratta da una lattina che giaceva coricata al centro del marciapiede. Non ebbe esitazione, coordinò i movimenti e la calciò fanciullescamente, per poi commentare tra sé la propria ardita impresa, considerando quanto fosse stato valente il colpo che aveva sferrato con la punta della scarpa, la fulminea zampata a quel cilindretto di sottile lamierino, la decrescente sequenza dei tre chiassosi rimbalzi! Tempo addietro avrebbe fatto meglio, ma si considerò tuttavia soddisfatto. Seguitò, spavaldo, fronte alta e occhio rivolto al plumbeo cielo autunnale. Il freddo cominciava a farsi sentire, ma per fortuna non pioveva! Tirò su un moccio con il naso. Dalla tasca del cappotto estrasse un fazzoletto di carta e vi soffiò dentro, rumorosamente. Nel frattempo si dedicò ad ammirare i variopinti rifiuti al margine della strada. Con lo sguardo spaziò oltre, verso il centro della carreggiata. Notò l'asfalto rabberciato, chiazzato di geometrici rammendi, un taccone dietro l'altro. All'improvviso vi fu una folata di vento, e un brandello di plastica lattescente prese a librare nell'aria; Felix lo seguì con la vista. Proseguendo a calcare il marciapiede si ritrovò davanti a un ammasso di rifiuti, una catasta imponente che gli sbarrava il passo. Guardò con curiosità la singolare collezione! Si bloccò. Vide un cartoccio crepitante che si muoveva a scatti e per meglio seguire lo spostamento gli puntò contro il dito indice. Lesse con attenzione la scritta che era stampigliata sopra, in larghi caratteri policromi, originale e roboante. Dal suo interno emersero un muso affilato, lunghi baffi cinerini, e occhietti vispi e scuri.
      ˗ Che hai da guardare, con quegli occhi sgranati da civetta rimbambita? ˗ gli chiese il ratto ˗ Non hai mai visto qualcuno fare colazione?
      ˗ Con le patatine? A quest'ora? ˗ obiettò Felix, confuso per la fantastica e improvvisa apparizione e non sapendo bene che rispondere.
      ˗ Perché, non si può? ˗ lo incalzò il ratto, con fare arrogante.
      ˗ De gustibus
      Felix inserì un motto latino con l'intenzione di fare bella figura e di porre fine alla sconnessa conversazione.
      ˗ De gustibus? ˗ ripeté il ratto, pensoso ˗ Sei venuto qui in autobus?
      ˗ No, a piedi.
      ˗ Ah, mi pareva: la linea è stata soppressa!
      ˗ Ma tu chi sei? ˗ gli chiese Felix.
      ˗ Una volta ero un principe, ma adesso non più! Tu ti starai chiedendo, lo vedo dalla tua espressione da scimmia pelosa che hai stampata sul viso, se si è trattato di un incantesimo, di un maleficio o roba del genere. Niente di tutto questo, la spiegazione è più semplice: cambia il vento, sbagli ad arruffianarti, punti sul cavallo sbagliato, ed è un attimo essere radiati, gettati in un angolo buio a marcire tra i rifiuti o, peggio ancora, tra polverose scartoffie! Tenere sempre il piede in due scarpe, te lo consiglio, meglio se in tre, si è più sicuri… Tripode! Tripode! Ah perché non sono nato tripode? Mai fare affermazioni avventate! Zitto! Bocca cucita! Se proprio devi, se qualcuno te lo chiede, tu rispondi che 'sto schifo di pianeta è piatto come uno stuoino, che gli asini volano e i topi parlano; evita di comportarti alla maniera di un triste e presuntuoso imbecille e segui il mio consiglio! Ora basta, a ogni buon conto! Ti dico che è venuto il momento di risalire la china, riconquistare le vette sfavillanti, le piramidi con la punta rivestita d'oro; e lo farò con il tuo aiuto, che tu lo voglia o no! Ora baciami e poniamo termine a questo periodo di autentica e pura sfiga!…
      ˗ Baciarti? Fossi matto! Te lo puoi scordare!
      ˗ … ma prima aspetta che finisca ciò che resta di questo sacchetto di patatine; ho un untuoso lavoro da portare a termine io, che ti credi, tze!
      Il ratto riprese a sgranocchiare con gusto. Terminato anche l'ultimo frammento, balzò di nuovo fuori dal sacchetto e cominciò a girare intorno a Felix. Gli salì su una scarpa, sollevò il corpo nella parte superiore, e con le zampe prese a lisciarsi i lunghi baffi bruni. Non intenzionato a rinunciare il ratto gli domandò:
      ˗ Che facciamo? O ti abbassi tu, o salgo io. Il tempo passa, non possiamo rimanere qui come due rimbambiti ad aspettare che si faccia notte! ˗ Felix era confuso, esitava; il ratto continuò, allettandolo: ˗ Una volta tornato il magnifico campione che ero un tempo, potremmo andarcene in giro a spassarcela, al cinema, al luna-park, al night-club! T'introdurrei negli ambienti eleganti, quelli che contano, ti farei entrare nel giro, conosceresti gran signori, autentici assassini, squali camuffati da pesciolini! Potrei anche scrivere un articolo su di te, sulle imprese più o meno memorabili che stai per compiere.
      ˗ Che ne sai tu delle mie imprese?
      ˗ Io so tutto, e se non so, invento! Posso ricoprirti di onore o di fango, per me è lo stesso; ma non posso mica venire così, con le poco nobili sembianze di topo di fogna! Non puoi lasciarmi in questo posto, in questa miniera di merda a cielo aperto, maledetto! Consideralo come un atto di umanità nei confronti di un povero essere che se la sta passando male. Su, dai! Vedo che ti ho quasi persuaso, che stai per cedere. Abbassa del tutto quella tua misera guardia di cartone e molla il colpo! ˗ Poco convinto, Felix appoggiò un ginocchio a terra, allungò il braccio e stese la mano con il palmo rivolto verso l'alto; il ratto, zampettando a gran velocità, vi salì sopra e disse:
      ˗ Era ora che ti decidessi! Baciami, minchione!
      Felix piegò il gomito e avvicinò il ratto, il braccio era tremolante; avvertì i baffi ispidi fargli il solletico. Chiuse gli occhi, si fece coraggio e lo baciò. Quando riaprì gli occhi, il ratto era sparito.