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  • Trento (TN)
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Su di me

  • Compleanno
    15 Ottobre
  • Situazione sentimentale
    Relazione complicata
  • Altezza
    180 cm
  • Occhi
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    Castano scuro
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  1. TORTELLINI IN BORDELLO

    Flavia Marchetti, già dal nome un programma. Ragazza esuberante, bolognese verace. Anche scaltra e preparata, sa il fatto suo e dove vuole arrivare. Ragazza libera ed emancipata, già da tempo vuol fare della sua vita un romanzo. Anzi un doppio romanzo. Sia perché la sua vita reale è infarcita di episodi curiosi, divertenti e avventurosi. Sia perché questi vengono trasferiti sulle pagine, nelle quali si diletta a scrivere, in chiave di diario e racconto autobiografico. Sicuramente in quello che scrive c'è anche dell'invenzione letteraria, ma questo espediente non fa altro che rendere più fruibile e divertente la lettura. Se non si è ancora capito si sta parlando di sessualità, o per meglio dire di erotismo, dal momento che questo argomento è diventato materia creativa del suo scrivere. La tematica centrale sono le relazioni e gli incontri amorosi, dove si sofferma, ben volentieri e riccamente, nella descrizione dell'amplesso. Infatti un tratto caratteristico della nostra scrittrice è il compiacimento del momento erotico. Il momento del congiungimento carnale e del gioco erotico è ampiamente descritto, volutamente, ma elegantemente, pornografico; non lascia spazio all'immaginazione, ai sottintesi, al doppio senso, tutto è descritto con chiarezza di particolari. Anche il linguaggio segue coerentemente questa linea: è dichiarato, esplicito, con termini coloriti, gergali, espressivi, di uso comune nel linguaggio popolare. Di questo ultimo aspetto ne è fiera e lo difende, perché afferma che sono i termini che usiamo tutti i giorni per parlare e fare queste cose. A mio avviso non c'è mai trivialità e pesantezza nel suo linguaggio, in quanto è sempre contro bilanciato da eleganza e grande ironia; è il tocco femminile che probabilmente fa la differenza; è semplicemente quel modo di scrivere fatto da qualsiasi donna istruita, emancipata e socialmente affermata ma con un retroterra culturale di tipo popolare. A mio parere un tratto tipico della nostra italica cultura e stile di vita: un pronunciato ma pacifico classismo sociale immerso in uno sfondo culturale interclassista. Ovviamente questo suo stile provoca le critiche proprio di coloro che sono favorevoli alla letteratura erotica, ma che per questo motivo vorrebbero che fosse trattata lasciando più spazio all'immaginazione e utilizzando un linguaggio più contenuto e colto. Lascio a voi il dibattito sulla questione, che comunque andrebbe affrontata in quanto interessante e da approfondire.

    Per addentrarci ancora di più nei meandri letterari della nostra scrittrice e dei suoi racconti possiamo prendere ad esempio il suo racconto " Flavia: una bella moretta fra i cristalli di Boemia". Viene confermato in esso il suo stile e contenuti erotici ma giocosi, pornografici ma leggeri ed eleganti. Fra i suoi pregi vi è quello di aver saputo evitare il rischio presente nella letteratura dedicata a specifici argomenti, ad esempio erotici, di orrore o di fantascienza. Cioè il rischio di cadere in una letteratura di genere; essa dà riferimenti e sicurezza, ma non ha quell'ampiezza e universalità del romanzo generalista. Il rischio appunto nella letteratura di genere, per quanto abbia una sua dignità, è di diventare un ghetto, troppo confinata, compressa e schematizzata nei confini che ne definiscono l'appartenenza e la riconoscibilità; un ghetto in cui ci si sofferma ristagnando compiaciuti e intrappolando e limitando lo scrittore e il lettore nella fantasia e nello stupore. Ecco l'espediente letterario: intrappolare e circoscrivere un episodio erotico fra un inizio e un finale di racconto dove si narra del suo quotidiano autobiografico e che ha il respiro del romanzo. Quasi l'episodio erotico passa in secondo piano, per quanto si ha voglia di seguire l'autrice nelle vicende raccontate della sua vita, che comunque rimangono sempre molto piccanti.                                                          Il passaggio più significativo a mio avviso del racconto che segnalo vi stupirà, perché non parla di erotismo ma della descrizione di uno stato emozionale e rivolto all'interiorità. In esso il personaggio appare disarmato, autentico, non recita più una parte, non è più un personaggio ma diventa la donna e la scrittrice, e lo è parlando di momenti intimi in cui noi tutti, super eroi falliti e bambini cresciuti, ci identifichiamo. Non è più la mangiatrice buongustaia di uomini, donne e di altre cosa strane, ma una ragazza come tante con i suoi teneri ricordi di infanzia. Questo contrasto, questo passaggio dalla bufera erotica e da personaggio a quella stanca e rilassata di donna autentica e scrittrice ci fa allontanare da ghetti e da ruoli imposti per stupire e darsi un tono. La Marchetti marpiona ha marchiato ormai il suo territorio letterario ed esistenziale di fluidi corporali e mentali e guai a chi sconfina. Questo breve passo del racconto ve lo lascio come finale di questo articolo, perché nell'autenticità riposa la bellezza e la purezza universale nella quale ci sentiamo finalmente a casa:                                   

    " Quello che mi torna in mente ogni volta che faccio un volo sono le sensazioni che provavo quando bambina facevo la stessa cosa: allora il viaggio aereo era un continuo dondolio che mi cullava. Adesso l’ Airbus è quanto di più stabile possa pretendersi. Eppure io continuo a provare quel dolce dondolio che fanciulla mi faceva addormentare fra le braccia di papà."

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