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Ho una domanda,e mi piacerebbe avere un vostro parere:
secondo voi i racconti sono troppo brevi? Dovrebbero essere più lunghi e articolati?
grazie a chi risponderà 😁
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Corti!
I racconti devono essere corti!
Il piacere sta nel goderne senza stancarsi o occuparsi troppo la testa!
(io sono un pigro, comunque)
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Vivere così senza pietà
senza chiedersi perché
come il falco e la rugiada
e non dubitare mai
Non avere alcuna proprietà
rinnegare l'anima
come i sassi e i fili d'erbanon avere identità
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
perduti antichi eroi
noi due che al binario ci diciamo addio
Non volere mai la verità
ottenere l'aldilà
navigare senza vento
migliorare con l'età
C'è un amore che non muore mai
più lontano degli dei a sapervelo spiegare
che filosofo sarei
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
falliti antichi eroi
noi due che al binario salutiamo
Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano mai più
non sono come noi
innamorati eroi
noi due che al binario ci diciamo addio
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere, lo sai
Noi ci siamo amati
divertiti
pervertiti
dimenati
spaventati
rovinati
licenziati, lo saprai
Noi ci siamo persi
ritrovati
poi bucati
c'è un amore che mi lacera la carne
ed ancora tu lo sai
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
c'è un amore che mi brucia nelle vene
e che non si spegne mai
Noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere, lo sai_Baustelle-
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ghostnick0 e klaus55bs ha aggiunto una reazione
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È bellissima,anche se la mia preferita resta Le rane
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fleurdelys00 e gero124 ha aggiunto una reazione
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CHI LA FA L’ASPETTI 2parte
Mi prendi per mano e mi fai cambiare stanza.
Siamo usciti dalla camera da letto ma il continuo fermarti e farmi girare di qualche passo insieme alla benda sugli occhi ha dato il colpo di grazia al mio senso dell’orientamento.
“Arrivo” mi dici lasciandomi di nuovo.
Pochi istanti e prendi le mie mani,sento il contatto con qualcosa di liscio e freddo,un altro nastro di seta. Lo fai passare intorno ai polsi e poi sollevandomi leggermente i polsi ti sento dire soddisfatto “ecco fatto”.
Provo a girarmi verso la tua voce ma sono bloccata.
“Cosa hai fatto?” “Ho pensato che la tua insolenza merita un piccolo castigo… al momento sei affrancata alla balaustra della scala”.
“Ma sei scemo? Tua mamma meritava di vedere in funzione il tutto altro che insolenza…. però forse adesso non toccherà più i cassetti”.
Silenzio.
“Ci sei?”
“Eccome” mi sento rispondere mentre nello stesso momento mi arriva un leggero colpo sul sedere.
“Ma stai usando il frustino! Giuro che se non mi sleghi e non la pianti poi ti frusto io. Ma per davvero”
Un altro colpo. Appena spostato rispetto a prima, e un po’ più forte.
“Riflettevo che i pantaloni della tuta attutiscono i colpi,e quindi invalidano la punizione….”
“Non sei Mr.Gray,e io non sono da punire”….
Con un gesto perfino delicato li abbassi quel tanto che basta a mettere in mostra il mio sedere… non faccio in tempo a protestare che mi arriva un colpo,seguito subito da un altro vicino e da un terzo ancora spostato….
Non sono dolorosi ma così vicini rendono la pelle sensibilissima e la sensazione di bruciore è davvero forte.
“Adesso piantala! Ti urlo contro con la voce tremante”
Mi sta venendo da piangere per il nervoso.
Al volo capisci di aver oltrepassato il segno del gioco,mi sleghi,togli la benda e mi abbracci accarezzandomi i capelli.
“Scusa… mi dispiace… davvero.. mi sono fatto prendere la mano… non pensavo di ferirti ….”
Mi lascio cullare e coccolare dal tuo abbraccio. Adoro quando mi stringi e respiro il tuo profumo…
“Ok,è passato”.
Mi dai un bacio leggero e sorridi.
Ti prendo la mano e ti porto in camera.
”Adesso ti devi far perdonare….” ti sussurro all’orecchio iniziando a sbottonarti la camicia….
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AD HONOREM
Ora lo sai
Che le bugie costano niente
È quello che vuole la gente
Quando si vuole riposare
Dentro un sogno elettorale
Poi va bene, poi va male
Tanto lo sai chi va a pagare
E se non lo vuoi fare
Non ti stanno ad ascolatare
Ora lo sai
E non vuoi più sentire niente
Hai già uno schema nella mente
Di cambiamenti e gesti estremi
Ma la vita non è a schemi
Non sei dentro un videogioco
Non si puo spegnere col fuoco
Che in fondo dura poco
Fai sempre il loro gioco
Per ogni sbaglio sento mille storie
Per ogni gioia perdo mille ore
Io non ho avuto mai niente ad honorem
Nemmeno la tua pelle e il tuo sapore
Per quando non ci credi alle mie svolte
Per quando giuro tutto mille volte
Per quando scrivo cose sopra un foglio
Per quando dico smetto quando voglio
_Scarda_
La adoro
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CHI LA FA L’ASPETTI
ghostnick06 gennaio 2019Senza categoria
Tua madre nonostante i km che ci separano ha il dono di comparire a casa nostra nei giorni e nei momenti sbagliati.
Ovviamente non avvisa, compare e basta.
Anche due settimane fa è arrivata senza nemmeno una telefonata perché non mi sarei di certo fatta trovare sul divano con il plaid, la tazza del tea e il gatto acciambellato vicino, non per pigrizia, ma per la febbre. Vista la sua mania di mettere le mani ovunque mi sarei fatta forza e avrei messo via almeno i panni della settimana….Invece no. Eccola che sfreccia da una stanza all’altra aprendo cassetti, armadi, spostando indumenti, dividendo le camicie per colore……Ma la cosa peggiore sei tu.
Tu che sai benissimo quanto detesti che tua madre ronzi come un’ape regina per casa non dici nulla, anzi, hai la faccia tosta di farle notare che non rammendo bene come lei.
Sarà la febbre, ma comincio a pensare ad una sottile vendetta, che zittisca te e i tuoi rammendi mal fatti e soprattutto faccia passare a lei la voglia di aprire tutti i miei cassetti.
Ha già detto che tornerà domenica perché se non sto bene tu potresti rimanere senza vestiti se non viene lei a metterli a posto.
Martedì sono in piedi. E vado in centro. In un sexy shop per la precisione.
Compro di tutto: intimo, accessori, manette di peluche, sexy toys, anche un frustino, così giusto per far scena……Lo sguardo del commesso è divertito e ammiccante, infatti quando esco mi fa l’occhiolino e mi augura buon divertimento.
Aspetto sabato sera, e con studiata noncuranza infilo in ogni cassetto qualche oggetto o indumento…un po’ nascosto, ma non troppo. E aspetto la domenica.
Eccola. Appena arrivata si mette all’opera. Viaggia per casa con pile di panni divisi come soldatini, ogni cosa al suo posto sta dicendo dalla camera da letto….ma non finisce la frase…..farfuglia qualcosa che ti fa accorrere da lei pensando le stia venendo un colpo. Ti seguo perché non voglio perdermi la scena e voglio vedere la sua espressione.
E’ li in piedi davanti al settimanale aperto che ti guarda e indica il contenuto del cassetto…”Ma…tu….Oddio…Il mio bambino….io…io….non so cosa dire….”
Si rifugia in sala a riprendersi dallo shock di aver scoperto che il suo bambino di 38 anni fa sesso e si diverte, mentre tu mi fissi con aria furiosa.
Maman dalla sala sta dicendo che preferisce andare a casa ,forse un calo di pressione, sente il bisogno di stendersi….La saluti a stento, e inizi a tirare fuori dai cassetti tutto quello che io vi ho nascosto, compreso il frustino. “Vorrei dartelo su quel tuo bel sedere, così impari a farmi certi scherzi”…Poi sorridi e Inizi a scegliere con cura alcuni oggetti.
“Chi la fa l’aspetti” mi dici prendendo un nastro di seta dalla testiera del letto e usandolo come benda suoi miei occhi….Una volta bendata mi fai girare su me stessa per disorientarmi nel modo più totale e poi mi lasci lì, in piedi senza riferimenti o punti di appoggio, dicendomi di aspettare.
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molto interessante..
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IO
ghostnick04 gennaio 2019Senza categoria
Mi chiamo Rebecca, un nome che non ho mai sopportato, infatti in 34 anni non ho ancora trovato un motivo almeno plausibile per trovarlo decente. A renderlo ancora più insopportabile la serie infinita di soprannomi e nomignoli che solo i bambini nella loro infinita stronzaggine senza filtri sanno trovare.
Ho anche un secondo nome, eredità di non so quale bisavola dalle lontane origini spagnole. Non che sia splendido, ma l’ho sempre trovato meglio di Becca. Isabel. Non è poi così male, ha un non so che di esotico….
Oltre ad avere un nome pessimo, sono sempre stata una bambina con anche un carattere pessimo, diventata un’adolescente irrequieta dal pessimo carattere, fino ad essere, oggi, una donna dal carattere complicato, sempre pessimo, e molto, ma molto, irrequieta.
Ho un lavoro che mi piace, un compagno che amo, alcuni amici ben selezionati, un cane pigro e viziato e un gatto Sphynx , unico tocco vezzoso a questa meravigliosa immagine convenzionale.
Ho anche un’intera collezione di intimo seducente, calze autoreggenti, e tacchi alti….per quando voglio essere meno convenzionale.
E poi c’è il mio mondo privato, quello dove gli amici si presentano a casa con delle graziose sfere vibranti da farti provare o dove il tuo compagno ti fa scoprire che lo zenzero non si usa con successo solo in cucina, dove l’erotismo è una dimensione fatta non solo di gesti ma anche di parole, dove i sensi ritrovano se stessi amplificando ogni percezione.
Questi sono miei racconti privati.
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.. l'eccezionalità di una persona inizia dal suo nome.....
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Purtroppo non posso cambiare il nome del blog ma ho potuto cambiare il titolo
I RACCONTI DI REBECCA
adesso è possibile iscriversi al blog e seguire i racconti.
Buona lettura!!!
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Bel nick,ricorda uno dei miei libri preferiti
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Grazie!
Hemingway non è solo velatamente citato...è un richiamo a tutti gli effetti!
Inutile dire che è uno dei miei autori preferiti, nonchè una continua fonte di ispirazione per la mia vita.
Piacere di averti conosciuta!
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Piacere mio!
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theoldandthesea ha aggiunto una reazione
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E Buongiorno a tutti
Ho deciso di racchiudere i racconti in una specie di piccolo libro
( passatemi la presunzione) quindi vorrei trasformare il blog di conseguenza,cambiando anche il nome se riesco o creandone uno ex novo
quindi per qualche giorno non pubblicherò i racconti nuovi perché ci sono un po’ di lavori in corso
a presto!!!
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E' la miglior idea per iniziare l'anno. Ci sono anch'io... e, finalmente, non per lavoro
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LO ZENZERO DI NATALE
Published on 26 dicembre 2018Dedicated.Finalmente siamo arrivati,volo in perfetto orario,noleggiata l’auto eccoci a casa. È il nostro rifugio appena possiamo staccare per più giorni,un piccolo angolo di paradiso affacciato sull’oceano. Lunghe camminate,qualche coraggiosa nuotata,e ottime mangiate di pesce.
Dobbiamo preparare il nostro pranzo di Natale: tante sfiziosita’ e il pesce spada allo zenzero.
Io adoro lo zenzero,lo metto quasi dappertutto,soprattutto nei dolci.
Mentre preparo le verdure tu hai il compito di pulire e preparare i rizomi che serviranno per il pesce.
“Ma lo sai che lo zenzero è afrodisiaco?”
“Ma va?”
Ti metti a ridere divertito e mi fai vedere un rizoma sbucciato e trasformato in una specie di bastoncino lungo una decina di centimetri.
“Eh si,davvero afrodisiaco…comunque anziche’ fare sculture di zenzero finisci di pulire il pesce o finisce che col pranzo facciamo merenda”…
“Facciamo un gioco…e non vedrai più lo zenzero con gli stessi occhi”
Mi fai girare e appoggiare al tavolo,mi chiudi gli occhi arrotolando una maglietta. Mi viene da ridere,e per tutta risposta mi dai un pizzicotto sul sedere.
Sento la tua presenza ma non ti vedo.
Fino a quando sento il tuo respiro caldo sul mio collo. Sei in piedi dietro di me.Sposti i capelli,mi dai un bacio,fai scorrere le tue mani sotto al mio vestito leggero. Trovi il fiocco che chiude il bikini e lo slacci. Lo slip resta su solo a metà.
“Lo zenzero ti ha già dato alla testa solo sbucciandolo”
“shhhhh….” mi dici facendo scorrere qualcosa di freddo e umido lungo la mia coscia.
Essendo abbastanza schifiltosa cerco di spostarmi temendo qualcuno dei tuoi scherzi stupidi ma mi blocchi col tuo peso contro al tavolo.
La cosa fredda e viscida prosegue il suo viaggio lungo il mio interno coscia,disegnando ghirigori senza senso. Poi dalla coscia inizia a esplorare l’inguine,va e viene,non riesco a capire cosa sia e soprattutto cosa stai facendo.
Mi sto spazientendo e tu,nemmeno mi leggessi nel pensiero,senza dire nulla,mi infili dentro la cosa misteriosa. Ho un sussulto perché non mi aspettavo niente del genere e poi quello che mi hai infilato e’ davvero freddo.
Nel frattempo ho capito cosa stai usando:il rizoma di zenzero tagliato a bastoncino.
“Allora?”
“È freddo”
“Aspetta qualche istante”
Mentre lo muovi dentro di me inizio a sentire una specie di pizzicore.. che nel giro di qualche secondo diventa un bruciore e… Oddio… mi sto bagnando. Il bruciore aumenta, non fa male,è una sensazione strana,che ha come conseguenza il continuare a bagnarmi… più mi bagno più sento dentro che pizzica tutto portando la mia eccitazione a continuare a crescere.
Sono un lago. Sto letteralmente colando… e … mi sento continuamente sul punto di venire senza però che questo accada…
Nel frattempo hai tolto lo zenzero e lo stai passando sul mio clitoride che inizia a pizzicare provocando un’altra ondata di eccitazione fuori controllo.
Fatico a reggermi in piedi,so solo che voglio venire ma non vengo,mi bagno come non mi era mai successo….
E poi di colpo smetti di usare lo zenzero. E mi lasci lì,insoddisfatta,ansimante,e con gli occhi ancora bendati. Resti appoggiato a me per impedirmi di muovermi.
Il bruciore sta rapidamente calando,non però la mia voglia insoddisfatta.
Mi togli la maglietta che fa da benda,mi fai voltare dandomi un bacio.
“Forza che ho fame!!! Abbiamo un pranzo da finire di preparare!!!”
“Ma come??? Mi lasci così??? Sei perfido!!! E non pensare di concludere la giornata come vorresti… per oggi sei in castigo”.
“Ah si?”
Sorridi,e mi fai vedere un altro rizoma di zenzero con aria malandrina.
“Se fai la brava stasera ti faccio giocare ancora un po’… Buon Natale ma chérie”
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Finora bastoncini di zenzero li ho usati immergendoli nel Martini ma so già a chi far leggere il tuo racconto.
Gustoso.
Vado a scoprire il blog.
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ghostnick0 ha aggiunto una reazione
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Ti farebbe piacere se divulgassi i tuoi racconti nel mio account di Twitter [@DiScrittrice]. Ovviamente citando il tuo nick-name o quello che vuoi suggerirmi.
Mi piacciono molto
Fl
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LO SCONOSCIUTO 2 (conclusione)
Published on 22 dicembre 2018Sappiamo perfettamente tutti e due perché siamo qui,ma l’essere uno davanti all’altro non è la stessa cosa che essere dietro a una tastiera: l’aria è carica di aspettative,quasi tesa,nell’aspettare chi dei due farà la prima mossa.
Tante volte mi hai detto che ti sarebbe piaciuta una donna che prendesse l’iniziativa così poso il calice e con studiata lentezza mi avvicino a te,sento il tuo respiro e i tuoi occhi che mi guardano,ti passo una mano tra i capelli dietro la nuca e ti attiro a me x baciarti. Abbiamo tanto fantasticato di come sarebbe stato…tu volevi un bacio passionale di quelli che quasi ti tolgono il fiato,io un bacio dolce quasi da primo appuntamento.
Non è niente di tutto ciò. È un bacio impersonale tra due persone che hanno solo voglia in fondo di farsi una bella scopata. Però stiamo al gioco,ti lasci stuzzicare con la punta della mia lingua,mi lascio accarezzare dalle tue dita,mi metto sopra di te lasciandoti giocare con la mia pelle.. è un continuo prendersi e perdersi uno nell’altro,di gemiti spezzati,di mani che toccano,stringono…. di bocche che esplorano….
La notte è quasi finita,mi alzo per farmi una doccia. Mi trattieni a letto con un perentorio “stai qui”… mi divicolo e ridendo ti dico che non sono abituata a sentirmi dire cosa devo o non devo fare. È un secondo,ti sollevi dal letto e mi tiri un ceffone che quasi mi butta a terra.
“Ah no? Non sei abituata a sentirti dire cosa devi o non devi fare? Si tratta bene la signora…. ma io non sono tuo marito… a me devi obbedire senza fiatare.”
E’ un incubo non c’è altra spiegazione,sto sognando,ho sognato anche il ceffone… chi è quest’uomo che mi parla come se fossi un oggetto? Che si permette di alzare le mani? Cerco di ricompormi e inizio a parlarti con calma,quasi con dolcezza… “ tra non molto devo tornare in aeroporto,è meglio se torno in camera mi..”
“non hai capito un cazzo!!! Tu stai qui e fai quello che ti dico io! Non mi interessa il tuo volo,inventerai un’ altra palla… sei così brava… ma guardati…. sai cosa sei? Lo sai?”
Stai quasi urlando e io sono terrorizzata. Non riesco a muovermi,ti fisso stranita col terrore tu possa farmi del male. Ti sei trasformato in una belva per una semplice battuta…
Mi do della deficiente da sola,anche nelle nostre telefonate era successo ma ti eri immediatamente ricomposto dicendo che era solo per il gran desiderio che avevi di me… e io ho voluto crederti, non ho voluto vedere… e adesso sono qui con te,che farnetichi sull’essere tua… “ allora!!!! Hai capito cosa ti ho detto???” Non faccio in tempo a rispondere,mi arriva un altro ceffone.
Esci sul balcone a fumare,provo a uscire dalla camera ma hai chiuso e mi mostri la chiave dai vetri… Sono in trappola…
Poi ho un flash. Compongo il numero delle emergenze e riappoggio il telefono dove lo avevi messo tu… non ti sei accorto di nulla… torni in camera e ricominci a insultarmi…. riesco a schivare un altro ceffone ma non sono abbastanza veloce da non farmi prendere da te e buttare sul letto mentre mi dici che se non faccio bene il mio lavoro di ceffoni ce ne saranno molti altri….
Fuori dalla porta si sentono delle voci concitate,intimano di aprire,poi dopo pochi secondi la porta viene aperta col passpartout del concierge…. la chiamata è stata geolocalizzata. È tutto finito. Ti portano via dalla stanza e anche dalla mia vita….
Posso tornare a casa.
Tengo a precisare che pur essendo un racconto in parte autentico,la parte del pestaggio non lo è, si tratta di fantasia nel mio caso…anche se per molte donne purtroppo è stata una tragica realtà. L’invito è quello di prestare sempre la massima attenzione alle insidie della rete.
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Brava anche se fosse di pura fantasia.
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LO SCONOSCIUTO 1
Published on 21 dicembre 2018Questo racconto è per gran parte reale. Non lo sono ovviamente nomi e città.
Ci siamo conosciuti in una di quelle chat che promettono amici e felicità senza fatica e fanno apparire l’essere soli quasi come un vantaggio. Io non sono sola,sono solo molto annoiata. La routine domestica non fa per me e cerco qualche svago in questo mondo fittizio.
Scelgo sempre foto che attirino gli uomini col chiaro intento di incuriosirli,di far sì che vogliano sapere qualcosa di più,che si sentano provocati. Non è difficile,sono una bella donna, molto curata,attenta al fisico e,cosa che spesso colpisce,sono anche intelligente.
Come se essere belle avesse la conseguenza di essere stupide…. ma gli uomini spesso sono davvero basici.
Scrivete in tantissimi,alcuni in modo simpatico,altri in modo provocatorio,altri come maiali ingrifati. Forse pensano che un messaggio sconcio sia più interessante di uno con almeno un briciolo di senso.
E’ qualche settimana che scambio battute con perfetti sconosciuti,a volte li provoco,altre mi ritraggo.
Sto cominciando ad annoiarmi di nuovo.
Una sera mi arriva un tuo messaggio.
Lo leggo svogliatamente,ma mi colpisce subito il tuo modo elegante di scrivere,senza errori,con una sintassi curata. Sei molto educato, il tuo post è un perfetto mix di buone maniere e seduzione. Decido di non rispondere subito,voglio vedere se è un caso o se ci riproverai.
Passano un paio di giorni ed ecco un nuovo messaggio. Come il primo,corretto ed elegante.
Ti rispondo. Con educazione ed ironia,lasciando in sospeso la conversazione per poter proseguire in un nuovo messaggio.
Che puntuale arriva. Sempre più interessanti,sempre più intriganti: scriviamo di tutto quello che ci succede e di quello che vorremmo ci succedesse,siamo in sintonia e gli argomenti iniziano a farsi più personali,a volte perfino piccanti.
Se tu fossi qui… se io fossi lì… cosa vorresti che ti facessi… vorrei sentire le tue dita su di me….Dai messaggi arriviamo presto al cellulare.
La prima telefonata è tua.
Hai una voce calda,quasi avvolgente,e ironizzi sulla mia che è decisamente poco femminile perché piuttosto bassa.
Adesso non mi annoio più. Riempi le mie giornate con messaggi e telefonate anche mentre sei al lavoro. Ma è la sera che diamo il meglio di noi.
Tu sei separato,io sono bravissima a inventare scuse per ritirarmi in camera e voler stare in pace.
Ben presto le nostre conversazioni assumono i toni delle 50 sfumature. Ma tutto,purtroppo, è pura immaginazione. Ci siamo scambiati qualche foto,nulla più. Ci diciamo cose altamente erotiche ma forse,se ci trovassimo in un aeroporto non ci riconosceremmo….
Una sera ti sbilanci: “ Voglio conoscerti,voglio vederti,voglio toccare ogni centimetro della tua pelle… voglio accarezzarti i capelli dopo aver fatto l’amore…”
Ci separano quasi 1800 km, ma in quel momento le distanze si annullano,sento di volerti,voglio farti dal vero tutto quello che ti ho descritto a voce. Chiudo la telefonata con una certezza in testa: organizzare un incontro.
Te ne parlo. Sei entusiasta. Decidiamo per Roma. Tutti e due conosciamo abbastanza bene la città e per tutti e due resta circa a metà strada da dove viviamo.
Per giustificare la mia assenza invento una trasferta per lavoro, e al lavoro chiedo ferie.
Prenoto il volo per me e l’albergo per tutti e due. Camera singola. Nel dubbio tu dal vero non mi piaccia o scopra essere diverso da quanto racconti.
Il tuo volo arriva 30 minuti prima del mio.
Quando esco dal gate ho lo stomaco in subbuglio,come una quindicenne che sente le farfalle per la prima volta. Cerco un volto simile a quello delle foto,questione di momenti e i nostri occhi si incontrano. Ci sorridiamo avvicinandoci. Ci studiamo nel breve tragitto che ci separa,fino a quando,uno di fronte all’altro,ci salutiamo quasi imbarazzati scambiandoci un rapido bacio.
Decidiamo per un giro del centro,una cena in qualche trattoria tipica e poi il rientro in albergo. Per tutto il giorno sei splendido: intelligente,simpatico,galante,provocante… in una parola sei perfetto.
Forse anche troppo. Ma non me ne rendo conto. I tuoi baci improvvisi, il tuo prendermi la mano mentre passeggiamo,i tuoi sorrisi,mi hanno stregato. Non vedo l’ora di rientrare in albergo per concludere la giornata nel migliore dei modi.
Abbiamo due camere separate ma è scontato che una delle due resterà vuota. Mi inviti in camera tua a brindare al nostro incontro,e io ovviamente accetto.
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CONCLUSIONE
Published on 20 dicembre 2018La cena procede senza problemi,voi due chiacchierate senza interruzione,io ogni volta che tu tocchi il telefono inizio a sudare… lo so che lo fai apposta,ma non voglio darti soddisfazione,mi comporto come se nulla fosse… fino al momento in cui,dal divano per la partita chiedi le birre dal frigo aspettando il tuo ignaro amico che è sotto la doccia. Ho messo tutto su un vassoio, esco dalla cucina e tu con un ghigno fai partire le sfere. Mi sembra che il ronzio invada la stanza, che sovrasti la telecronaca,che possano sentirlo anche i vicini…
“Tutto ok?” con finta sollecitudine mi fai notare che sono arrossita di colpo…
“Si tutto a posto..”
Muovo ancora due passi e tu aumenti la frequenza. Altri due e aumenti ancora…. poi il nulla. Hai spento. A questo punto mi prende la frustrazione. Mi hai portato per tre volte sul punto di esplodere e per tre volte me lo hai negato.
“E’ per questo che Amelia mi trova un porco…come vedi è solo un gioco,ma lei non vuole sentire ragioni,dice che la fa sentire usata. A te invece piace e anche parecchio… basta guardare la macchia sui tuoi leggins”.
Voglio sprofondare qui adesso subito.
Sono talmente fradicia che ho davvero bagnato anche i leggins,e no,non mi sono sentita usata,e non l’ ho trovato un porco…. mi è piaciuto maledettamente.
Ti voglio,voglio che tu finisca quello che hai iniziato.
Ti alzi,prendi il vassoio e lo posi. Mi fissi negli occhi con una luce che non ti ho mai visto, ci baciamo,un bacio quasi animalesco.. nel frattempo hai rimesso in funzione le sfere. Mi sorreggi in un orgasmo accecante….
Senza dire nulla vado in bagno, tolgo le sfere,le disinfetto con cura e te le riporto.
Le prendi,le metti via.
Inizia la partita.
Vado a telefonare ad Amelia.
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IL RICATTO (3)
Published on 19 dicembre 2018Mi tendi la mano con le sfere ..”hai bisogno di spiegazioni?”
… No… credo di aver capito… grazie…
Vado in bagno muovendomi come un automa. Ma sono davvero io? Davvero ho detto di sì a questa follia a uno che non è mio marito?
A quello che Amelia dava del porco per i suoi giochi? Si…. e non gli ho dato del porco,ho accettato di giocare.
Non faccio nemmeno fatica a inserirle, e questo mi imbarazza ancora di più perché è la prova tangibile di quanto tutto questo mi abbia eccitato….
Al contatto sono fredde,ma la sensazione passa velocemente,è un lieve peso al basso ventre,un non so che, che mi sta già stimolando col solo camminare…
Sono tornata in cucina.
Mi guardi ironico “ma brava la mogliettina del mio amico …. dice sempre che sei di vedute larghe,ma non pensavo così tanto larghe… chissà quando lo saprà Amelia..”
La mia reazione è immediata.
“Sei uno stronzo. Finiamola qui con i tuoi giochi da pervertito. Io non dirò niente e tu non dirai niente… parlerò con Amelia e cercherò di convincerla a farti tornare……”
Non riesco a finire la frase. Hai acceso l’app che regola la vibrazione e l’hai messa quasi al massimo. Poi la fai rallentare,e io riprendo a parlare. Nello stesso momento la aumenti di nuovo…“Dicevi?”…
Non riesco ad articolare una frase,è un continuo saliscendi che mi sta facendo impazzire. Sono totalmente assoggettata a te. Non mi sfiora nemmeno l’idea di tornare in bagno e semplicemente interrompere tutto… resto lì impalata a insultarti mentre tu ti diverti. E io sono ormai sull’orlo del parossismo.
Suona il citofono. È mio marito. Faccio x andare in bagno ma mi blocchi.
“Eh no tesoro il bello deve ancora venire”.
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LA TENTAZIONE
Published on 19 dicembre 2018Mentre ormai fingo palesemente di ascoltarti,ti sei alzato dal divano e sei arrivato in cucina,appoggiato allo stipite della porta osservi per un po’ in silenzio la preparazione della cena.
“E così sarebbe interessante vedere l’effetto che fa mettersi queste mentre io le controllo da remoto?”
Il tuo sguardo è indagatore e il tuo tono pare una provocazione.
Mi rendo conto di aver detto qua e là frasi tipo
interessante!
Ma dai…
Vedrai che capirà…
Ma l’ho fatto così,per sembrare attenta… e invece non lo ero…. e adesso mi ritrovo a guardare la tua mano aperta dove fanno bella mostra di se’ due sfere colorate.
“Allora? Vuoi provare?”
Finalmente mi scuoto e ti rispondo in modo indignato.. adesso capisco perché Amelia ti dava del porco…
Ti avvicini e con fare sornione ripeti la domanda… “allora? Hai detto che la trovavi una cosa interessante… hai già cambiato idea?”
Dovrei darti uno schiaffo e buttarti fuori di casa anche io,invece mi sento le gambe molli,sento il mio corpo che reagisce alla tua vicinanza e sento la mia voce dirti
“ok proviamo”.
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LA CONFESSIONE
Sono passate appena due settimane da quando tu e Amelia avete litigato. Eravate qui,su questo divano,lei furiosa e ferita a darti del porco,tu con lo sguardo basso e pentito a dire che era solo un gioco… giusto per dare un brivido al vostro rapporto di coppia,e che no,non lo avresti fatto più.
E invece lo hai fatto di nuovo.
Stavolta Amelia ti ha cacciato di casa e tu sei di nuovo qui,sullo stesso divano a dire che era solo un gioco e che Amelia è esagerata…. stavolta però non hai lo sguardo pentito. Hai la stessa espressione dei bambini che non capiscono perché li stai rimproverando. Mi fai quasi tenerezza,ma non te lo dico. È giusto che ti maceri un po’ nell’incertezza del futuro. Più tardi sentirò Amelia,non credo voglia lasciarti davvero,ti ama troppo. Anche se per arrivare a cacciarti devi aver combinato qualcosa di grosso.
Dal divano parli parli parli… ti ascolto una parola si e dieci no, non mi interessa cosa ti piace fare a letto. E poi non mi sembra educato toccare certi argomenti con la moglie del tuo migliore amico.
Tra poco sarà a casa,e seppur dispiaciuto per gli eventi sarà felice di bere un whisky in tua compagnia guardando la partita.
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Un bel flash intrigante. Brava
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PREMESSA
Published on 17 dicembre 2018Non importa chi sono, non importa cosa mi piace e cosa no.
Non mi importa neppure di socializzare.
Se sei qui,puoi leggere,oppure chiudere la pagina e andare altrove.
Non saprai mai se ciò che è scritto è realtà o fantasia… sappi solo che in ogni breve racconto o pensiero che leggerai ci sarà qualcosa di vero, come lo sono i nostri desideri più nascosti.