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Aggiornamenti di stato pubblicati da fel55

  1. Le poetesse nobili

     

    Del Cinquecento italiano

     

    Cantavano il loro uomo

     

    • Forse unico –

       

      Chiamandolo “ unico mio sole “.

       

      Spero non m’illuda

       

      D’esser tale anch’io

       

      Per te.

       

      Pregi e difetti certo

       

      Avevano quegli uomini,

       

      Io non son da meno,

       

      Sì che spero tu mi ami

       

      Così come sono anch’io.

       

      Sarebbe comunque bello

       

      Che tu mi idealizzassi

       

      Così come io ti canto

       

      Nei miei prosastici versi

       

      Di poeta perennemente innamorato

       

      Della tua bellezza

       

      E della tua innegabile

       

      Bontà di fondo.

       

       

  2. CARDARELLI

    Distacco

     

    Io ti sento tacere da lontano.

    Odo nel mio silenzio il tuo silenzio.

    Di giorno in giorno assisto

    all’opera che il tempo,

    complice mio solerte, va compiendo.

    E già quello che ieri era presente

    divien passato e quel che ci pareva

    incredibile accade.

    Io e te ci separiamo.

    Tu che fosti per me più che una sposa!

     

     

    Tu che volevi entrare

    nella mia vita, impavida,

    come in inferno un angelo

    e ne fosti scacciata.

    Ora che t’ho lasciata,

    la vita mi rimane

    quale un’indegna, un’inutile soma,

    da non poterne avere più alcun bene.

    Io non so più qual era

    il porto a cui miravo.

    Per tanti luoghi insospettati  e strani

    mi trattenne l’amore, ch’è nemico

    ad ogni alto destino

    come il vento contrario al navigare :

    dove persi il mio tempo

    e logorai le forze del mio cuore.

    Luoghi a cui, disertàti,

    non tornerò giammai.

    Sì che per me la terra

    non è più che un asilo

    vietato, un cimitero di memorie.

     

     

  3. Un giovane amico

     

    Scettico sul matrimonio

     

    E persino sulla convivenza

     

    Mi chiede

     

    Quali i momenti più belli e convincenti

     

    Di una vita di coppia.

     

    Ed io :

     

    • Certo, se ti guardi intorno,

       

      il panorama è desolante :

       

      parabole troppo brevi,

       

      grandi amori, creduti tali,

       

      in frantumi!

       

      Ma se c’è vero amore,

       

      fatto di sentimento profondo,

       

      prima e più ancora che                                                                                                                                                    

       

      di attrazione fisica,

       

      e dura almeno fino alla scomparsa

       

      dolorosa ma fatale del partner?

       

      I loro cuori sempre caldi,

       

      le loro menti affollate

       

      di dolci ricordi e nostalgìa

       

      dei momenti più belli :

       

      i primi sguardi sognanti,

       

      le prime carezze, i primi baci,

       

      i primi abbracci mozzafiato.

       

      E poi tanti altri come

       

      Gli amplessi al rientro dal lavoro

       

      O da un viaggio o da eventi indesiderati,

       

      la quiete dopo piccole tempeste,

       

      il primo annuncio di maternità-paternità,

       

      i primi vagiti e i primi sorrisi del neonato,

       

      i suoi primi passi,

       

      le sue prime bricconate.

       

      Dunque, amico mio,

       

      non vale la pena?

       

       

       

       

  4. CARDARELLI

    Amicizia

     

    Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni

     

     

    che, perduti nel tempo, c’incontrammo,

    alla nostra incresciosa intimità.

    Ci siamo sempre lasciati

    senza salutarci,

    con pentimenti e scuse da lontano.

    Ci siam riaspettati al passo,

    bestie caute,

    cacciatori affinati,

    a sostenere faticosamente

    la nostra parte di estranei.

    Ritrosie disperanti,

    pause vertiginose e insormontabili,

    dicevan, nelle nostre confidenze,

    il contatto evitato e il vano incanto.

    Qualcosa ci è sempre rimasto,

    amaro vanto,

    di non ceduto ai nostri abbandoni,

    qualcosa ci è sempre mancato.

     

    Amore

     

    Come chi gioia e angoscia provi insieme

     

     

    gli occhi di lei così m’hanno lasciato.

    Non so pensarci. Eppure mi ritorna

    più e più insistente all’anima

    quel suo fugace sguardo di commiato.

    E un dolce tormento mi trattiene

    dal prender sonno, ora ch’è notte e s’agita

    nell’aria un che di nuovo.

    Occhi di lei, vago tumulto. Amore,

    pigro, incredulo amore, più per tedio

    che per gioco intrapreso, ora ti sento

    attaccato al mio cuore ( debol ramo )

    come frutto che geme.

    Amore e primavera vanno insieme.

     

    Quel fatale e prescritto momento

    che ci diremo addio

    è già in ogni distacco

    del tuo volto dal mio.

    Cosa lieve è il tuo corpo!

    Basta ch’io l’abbandoni per sentirti

    crudelmente lontana.

    Il più corto saluto è fra noi due

     

     

    un commiato finale.

    Ogni giorno ti perdo e ti ritrovo

    così, senza speranza.

    Se tu sapessi com’è già remoto

    il ricordo dei baci

    che poco fa mi davi,

    di quel caro abbandono,

    di quel folle tuo amore ov’io non mordo

    che sapore di morte.

  5. Parole no,

     

    solo sguardi teneri

     

    e sospiri.

     

    Mano nella mano,

     

    lungo il sentiero

     

    fra i mille colori dell’autunno.

     

    Come adolescenti tesi

     

    verso un’indefinita felicità,

     

    al riparo dai rumori del mondo.

     

     

     

     

     

     

     

    1. fel55

      fel55

      bellissima, ma troppo nota

      cordialità

  6. CARDARELLI

    Sera di Liguria

     

    Lenta e rosata sale su dal mare

    la sera di Liguria, perdizione

    di cuori amanti e di cose lontane.

    Indugiano le coppie nei giardini,

    s’accendon le finestre ad una ad una

    come tanti teatri.

    Sepolto nella bruma il mare odora.

    Le chiese sulla riva paion navi

    che stanno per salpare.

     

    Natura

     

    Per te risorgono le viete immagini.

    La tua giovane testa ricciuta è come il pomo del tirso –

    corpo inastato, festivo, tragico.

    Tu non conosci l’ampio arco impetuoso del tuo sorriso :

    come sfolgori, come si dilati una tua mossa rapida!

    Io sono il tuo martire e il tuo testimone.

    Talvolta la tua presenza mi tocca come un’immersione improvvisa nella primavera.

     

     

    Tu sei l’incanto delle mattine che non torneranno.

    Stupefatte e straordinarie mattine, da non sapere la nostra irrisorietà come entrarci!

    Ritmo, verginità, perfezione.

  7. Amore,

     

    non voglio perderti,

     

    e non per istinto maschilista

     

    di possesso o per insana gelosìa,

     

    come talora sembra

     

    tu voglia dirmi.

     

    Invero non potrei fare a meno

     

    di te,

     

    chè sei il respiro della mia anima,

     

    il senso della vita mia,

     

    la compagna da cui mai

     

    potrei separarmi,

     

    se non a rischio

     

    di profonda depressione

     

    e disprezzo della vita stessa.

     

    Amore,

     

    continua ad amarmi

     

    com’io ti amo,

     

    e sempre più.

     

    Che nemmeno l’aldilà

     

    ci separi!

     

     

     

     

  8. Bocca aulente più che rosa,

     

    petto eburneo odoroso,

     

    volto bello

     

    luminoso più che sole di maggio,

     

    persona tutta

     

    armoniosa.

     

    E’ questo il gran valore

     

    della mia sposa.

     

    Ma più ancora

     

    La saggezza della mente sua

     

    E i suoi infallibili consigli.

     

     

  9. GUIDO  GOZZANO

    Da “ I colloqui “

    La signorina Felicita : 3

     

    Sei quasi brutta, priva di lusinga

    nelle tue vesti quasi campagnole,

    ma la tua faccia buona e casalinga,

    ma i bei capelli di color di sole,

    attorti in minutissime trecciuole,

    ti fanno un tipo di beltà fiamminga…

     

    E rivedo la tua bocca vermiglia

    così larga nel ridere e nel bere,

    e il volto quadro, senza sopracciglia,

    tutto sparso d’efelidi leggiere

    e gli occhi fermi, l’iridi sincere

    azzurre d’un azzurro di stoviglia…

     

    Tu m’hai amato. Nei begli occhi fermi

    rideva una blandizie femminina.

    Tu civettavi con sottili schermi,

     

     

    tu volevi piacermi, signorina :

    e più d’ogni conquista cittadina

    mi lusingò quel tuo voler piacermi!

     

    Ogni giorno salivo alla tua volta

    pel soleggiato ripido sentiero.

    il farmacista non pensò davvero

    un’amicizia così bene accolta,

    quando ti presentò la prima volta

    l’ignoto villeggiante forestiero.

     

    Talora – già la mensa era imbandita –

    mi trattenevi a cena. Era una cena

    d’altri tempi, col gatto e la falena

    e la stoviglia semplice e fiorita

    e il commento dei cibi e Maddalena

    decrepita, e la siesta e la partita…

     

    M’era più dolce starmene in cucina

    tra le stoviglie a vividi colori .

    Tu tacevi, tacevo, signorina :

    godevo quel silenzio e quegli odori

     

     

    tanto tanto per me consolatori

    di basilisco d’aglio di cedrina…

     

    Vedevo questa vita che m’avanza:

    chiudevo gli occhi nei presagi grevi;

    aprivo gli occhi . tu mi sorridevi,

    ed ecco rifioriva la speranza!

     

  10.  

    Ormai m’è agevole

    iI mio sogno ricorrente.

    E’ certo.

    Sia pure sotto

    mentite spoglie,

    hai ridestato

    lo schianto dell’abbandono,                                                           

     il dolore e la disperazione

    sempre vivi

    nella mia fragile esistenza.

     

  11. DI GIACOMO

    1. Tutto si scorda

     

    Tutto, tutto si scorda,

     

     

    tutto o si cambia o muore;

    e una chitarra è amore

    che non ha una sola corda.

     

    Oggi sei tu; domani,

    forse, un’altra sarà;

    e poi un’altra, chissà,

    se tempo ci rimane.

     

    Occhi celesti o neri,

    colore di giglio o di rosa,

    sempre, sempre una sola cosa,

    sempre gli stessi sospiri!

     

    Se, sospirando, io dico :

    “ Quanto mi sei costata! “,

    tale e quale a qualche altra

    tu sospiri con me…

     

    Tutto, tutto si scorda,

    tutto o si cambia o muore,

    e una chitarra è amore,

     

     

    che non ha una sola corda.

     

    Ma, tremando,questa mano

    certe volte si scorda :

    e torna la prima corda

    a tentare, piano piano.

     

    E un sogno che desta

    tante cose, o addormentate,

    o lontane, o finite,

    esce da sotto a queste dita…

     

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      ...è bello pensare che dove finiscano le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra ;)

       

  12. CASTELSARACENO

     

     

    Ecco un’altra meraviglia

     

    Della Terra dei Lucani.

     

    Castelsaraceno, pittoresco

     

    “ Paese dei due Parchi “:

     

    Ad occidente l’Alpi boscoso del Pollino,

     

    ad oriente il calvo monte Raparo

     

    ai margini del Parco della Val D’Agri – Lagonegrese.

     

    Habitat di lupi, aquile e gufi reali, falconi,

     

    lontre e picchi neri.

     

    E regno di faggeti, castagneti e pini loricati

     

    Che somigliano al nostro amore corazzato

     

    Contro il tempo vorace.

     

    Ah, se fossimo ancor in età giovanile!

     

    Saremmo ai piedi della compatta cascata

     

    Del Torrente Racanello

     

    E immersi nel laghetto sottostante

     

    Come timida ninfa tu

     

    E fauno famelico io.

     

    Ci basta aver risalito la china

     

    Che porta al bosco delle novelle castagne,

     

    da noi raccolte con rito quasi religioso.

     

    E aver assistito al taglio del tronco

     

    Che s’eleva come “antenna”,

     

    trofeo per l’ardito fortunato

     

    che ne farà legna per l’imminente inverno

     

    come da atavica consuetudine.

     

    E ci ha dato felicità di coppia,

     

    al rientro in pullman,

     

    tenere stretta la tua eburnea mano

     

    tra le mie amorevoli mani.

     

     

  13. S. DI GIACOMO

     

    Da “ Ariette e sonetti “

    1. Pianoforte di notte

     

    Un pianoforte di notte

    suona di lontano

    e la musica si sente

    per l’aria sospirare.

     

    E’ l’una . Dorme il vico

     

     

    su questa ninna nanna

    di un motivo antico

    di tanto tempo fa.

     

    Dio, quante stelle in cielo!

    Che luna! E che aria dolce!

    Quanto una bella voce

    vorrei sentir cantare!

     

    Ma solitario e lento

    muore il motivo antico;

    si fa più cupo il vico,

    dentro all’oscurità.

     

    L’anima mia soltanto

    rimane a questa finestra.

    Aspetta ancora. E resta,

    incantandosi, a pensare.

     

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      un ritmo delicato ma inesorabile, lontano ma profondo, la musica di un pianoforte nella notte, come una delicata e notturna pioggia estiva

  14. Cara Matilde,

    anche tu

    per la prima volta

    ti accosti all’altare

    per partecipare

    alla mensa del Signore.

    Giorno importante

    nella tua esistenza

    come quello in cui

    apristi gli occhi alla vita

    per la prima volta.

    L’abito bianco

    riflette il tuo candore

    e preannuncia

    in piena felicità

    il tuo luminoso futuro.

    Con l’augurio

    di una vita di fede

    sempre viva

    da parte di tutti i tuoi cari.

     

     

  15. SALVATORE  DI  GIACOMO

    Da “ Sonetti antichi “ (tradotti dal napoletano)

    I – Nannina

     

     

    Occhi di sogno, neri, appassionati,

    che del miele la dolcezza avete,

    perché, con questo guardare che fate,

    voi un braciere in petto m’accendete?

     

    Vi manca la parola e mi parlate,

    -pare che senza lacrime piangiate,-

    di questa faccina bianca anima siete,

    -occhi belli, occhi dolci, occhi fatati!

     

     

    Voi, che insieme ai fiori vi aprite,

    -e insieme con i fiori vi chiudete,-

    fiori di passione mi apparite.-

    Voi, sentimento degli innamorati,

    -m’avete fatto male e lo sapete,-

    occhi di sogno, neri, appassionati!

     

    Da “ Canzoni “

    A Marechiaro

    Quando spunta la luna a Marechiaro,

    anche i pesci vi fanno all’amore,

    si agitano le onde del mare,

    per la gioia cambiano colore,

    quando spunta la luna a Marechiaro…

     

    A Marechiaro c’è una finestra,

    la mia passione vi bussa,

    un garofano odora su una testa,

    passa l’acqua di sotto e mormora…

    A Marechiaro c’è una finestra…

     

    Chi dice che le stelle sono lucenti,

     

     

    non conosce questi occhi che tu hai in fronte,

    questi due occhi li conosco io solamente,

    dentro il cuore ne ho le punte.

    Chi dice che le stelle sono lucenti?

     

    Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce,

    quando mai tanto tempo ho aspettato?

    Per accompagnare i suoni con la voce,

    stasera ho portato una chitarra…

    Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce!...

     

  16. SALVATORE  DI  GIACOMO

    Da “ Sonetti antichi “ (tradotti dal napoletano)

    I – Nannina

     

     

    Occhi di sogno, neri, appassionati,

    che del miele la dolcezza avete,

    perché, con questo guardare che fate,

    voi un braciere in petto m’accendete?

     

    Vi manca la parola e mi parlate,

    -pare che senza lacrime piangiate,-

    di questa faccina bianca anima siete,

    -occhi belli, occhi dolci, occhi fatati!

     

     

    Voi, che insieme ai fiori vi aprite,

    -e insieme con i fiori vi chiudete,-

    fiori di passione mi apparite.-

    Voi, sentimento degli innamorati,

    -m’avete fatto male e lo sapete,-

    occhi di sogno, neri, appassionati!

     

    Da “ Canzoni “

    A Marechiaro

    Quando spunta la luna a Marechiaro,

    anche i pesci vi fanno all’amore,

    si agitano le onde del mare,

    per la gioia cambiano colore,

    quando spunta la luna a Marechiaro…

     

    A Marechiaro c’è una finestra,

    la mia passione vi bussa,

    un garofano odora su una testa,

    passa l’acqua di sotto e mormora…

    A Marechiaro c’è una finestra…

     

    Chi dice che le stelle sono lucenti,

     

     

    non conosce questi occhi che tu hai in fronte,

    questi due occhi li conosco io solamente,

    dentro il cuore ne ho le punte.

    Chi dice che le stelle sono lucenti?

     

    Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce,

    quando mai tanto tempo ho aspettato?

    Per accompagnare i suoni con la voce,

    stasera ho portato una chitarra…

    Svegliati, Carolina, chè l’aria è dolce!...

     

    1. daliahnera

      daliahnera

      Peccato per la traduzione, in originale avrà tutta un’altra musica :)

  17. Il tempo vola

     

    E la vita è breve sogno.

     

    E pur vale la pena

     

    Viverla intensamente.

     

    Con gioie e dolori, sì,

     

    Ma giova viverla comunque la vita,

     

    Specie se l’accompagna

     

    L’amore.

     

    Che è luce, calore, fiducia,

     

    Speranza, illusione.

     

    Anche dispiaceri e delusioni,

     

    Certo,

     

    Ma il tutto dà un senso

     

    Al cammino terreno.

     

    Specialmente se fiacca

     

    È la fede in Dio

     

    E viviamo nello smarrimento.

     

    Beati coloro che si amano

     

    In una tensione verso il Creatore

    Dell’amore.

  18. Senza tempo

     

    È ormai

     

    Il nostro amore,

     

    Poi che dura

     

    Da mezzo secolo,

     

    Ossia da che primieramente

     

    Mi balzò il cuore in petto

     

    Alla vista della tua

     

    Singolare bellezza :

     

    Ovale di madonnina,

     

    Occhi luminosi e ridenti,

     

    Bocca rosata e denti di perla,

     

    Linea e rotondità perfette,

     

    voce chiara

     

    e timidezza verginale.

     

    Che schianto!

     

     

    1. daliahnera

      daliahnera

      le foglie sono cadute,

      cadute dagli alberi

      e mi ricordo

      il tuo sorriso di sole.

      In primavera mi hai fatto pensare

      a quanto belli siano stati gli occhi

      che smarrirono la mia estate

      tra i filari della vite

       

      Non c'è nessuno

      che possa svegliare il mio autunno.

      innamorato di te

      nell'incanto del cadere delle foglie,

      nella nebbia d'inverno.

       

      Le foglie sono cadute,

      cadute dagli alberi.

    2. fleurdelys00

      fleurdelys00

      Mozzafiato! di chi è?

       

  19. PASCOLI

     

    Dai “ Canti di Castelvecchio “ ( 1903 – 1911 )

     

    La tessitrice

     

    Mi son seduto su la panchetta

    come una volta…quanti anni fa?

     

     

    Ella, come una volta, s’è stretta

    su la panchetta.

     

    E non il suono d’una parola ;

    solo un sorriso tutto pietà.

    La bianca mano lascia la spola.

     

    Piango, e le dico : “ Come ho potuto,

    dolce mio bene, partir da te? “.

    Piange e mi dice d’un cenno muto :

    “ Come hai potuto? “.

     

    Con un sospiro quindi la cassa

    tira del muto pettine a sé.

    Muta la spola passa e ripassa.

     

    Piango, e le chiedo : “ Perché non suona

    dunque l’arguto pettine più ? .

    Ella mi fissa timida e buona :

    “ Perché non suona ? “.

     

    E piange, piange : “ Mio dolce amore,

     

     

    non t’hanno detto ? non lo sai tu?

    Io non son viva che nel tuo cuore.

     

    Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso

    per te soltanto; come, non so :

    in questa tela, sotto il cipresso,

    accanto  alfine ti dormirò “.

    1. lullabyblue0

      lullabyblue0

      da mozzare il fiato!

       

  20.  

     

     

    Quanti sospiri

     

    Traevo dal petto,

     

    Quante lacrime dai miei occhi.

     

    Quell’anno infausto in cui

     

    Per stupide incomprensioni

     

    E avverse circostanze familiari

     

    La vita ci tenne lontani,

     

    Tu a Boiano, io a Gravina!

     

    Gran torto subì

     

    Il nostro amore.

     

    Ancora dopo tanti anni

     

    Ti chiedo perdono

     

    Per la mia parte di colpa.

     

    Dolcissima, però, torna alla mente

     

    La memoria

     

    Della tanto attesa rappacificazione.

     

    Com’eri tenera a telefono,

     

    Mentre ti chiedevo perdono

     

    Per la prima volta

     

    E ti confermai

     

    Che il mio cuore batteva

     

    Ancora forte per te

     

    E mi eri mancata tanto!

     

    Quale non fu la consolazione

     

    A udire il tuo secondo “sì”.

     

    Sì, mi amavi ancora!

  21. Quale un’aulente rosa

     

    Fresca di rugiada,

     

    Esci dal vano doccia

     

    In accappatoio avvolta

     

    Di celestial colore.

     

    Ed io che bramoso attendo

     

    Ti cingo, tuo malgrado,

     

    Tra le braccia

     

    E bevo ad una ad una

     

    Le gocce che ti cadono sul viso.

     

    Inizia il tuo tremore

     

    E le nostre bocche

     

    Freneticamente

     

    Si cercano e si suggellano.

     

    Tale Venere

     

    S’intrecciava ad Adone

     

  22. PASCOLI

    Da “ Myricae “ – Sez. “ Tramonti “

    I – La Sirena

    La sera, fra il sussurio lento

    dell’acqua che succhia la rena,

    dal mare nebbioso un lamento

    si leva : il tuo canto, o Sirena.

     

    E sembra che salga, che salga,

    poi rompa in un gemito grave.

    E l’onda sospira tra l’alga,

    e passa una larva di nave :

     

     

     

     

    un’ombra di nave che sfuma

    nel grigio, ove muore quel grido;

    che porta con sé, nella bruma,

    dei cuori che tornano al lido :

    al lido che fugge, che scese

    già nella caligine, via;

    che porta via tutto, le chiese

    che suonano l’avemaria,

     

    le case che su per la balza

    nel grigio traspaiono appena,

    e l’ombra del fumo che s’alza

    tra forse il brusìo della cena.

     

    1. scompaiomatorno

      scompaiomatorno

      Le rime incrociate serratissime e le allitterazioni ti fanno davvero respirare il ritmo del frangersi delle onde sulla battigia! xD

       

    2. fel55

      fel55

       

       

       

      Quanti sospiri

       

      Traevo dal petto,

       

      Quante lacrime dai miei occhi.

       

      Quell’anno infausto in cui

       

      Per stupide incomprensioni

       

      E avverse circostanze familiari

       

      La vita ci tenne lontani,

       

      Tu a Boiano, io a Gravina!

       

      Gran torto subì

       

      Il nostro amore.

       

      Ancora dopo tanti anni

       

      Ti chiedo perdono

       

      Per la mia parte di colpa.

       

      Dolcissima, però, torna alla mente

       

      La memoria

       

      Della tanto attesa rappacificazione.

       

      Com’eri tenera a telefono,

       

      Mentre ti chiedevo perdono

       

      Per la prima volta

       

      E ti confermai

       

      Che il mio cuore batteva

       

      Ancora forte per te

       

      E mi eri mancata tanto!

       

      Quale non fu la consolazione

       

      A udire il tuo secondo “sì”.

       

      Sì, mi amavi ancora!

  23.  

    Eccomi ancora una volta

     

    A chiederti perdono

     

    Per altra motivazione.

     

    Avrei dovuto mostrare

     

    Più comprensione

     

    Del tuo momentaneo

     

    Stato di salute

     

    E dell’assillante peso

     

    Delle cure di casa e dei nipotini,

     

    Della latente paura per la mia sorte.

     

    Ma vedi come ardo,

     

    Forse senza speranza.

     

    Vedi come basse porto

     

    Le ciglia, e colme di mestizia.

     

    Quante volte ancora

     

    Dovrò supplicarti?

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      Questa non la conosco proprio :/ tua?

       

  24.  

    Eccomi ancora una volta

     

    A chiederti perdono

     

    Per altra motivazione.

     

    Avrei dovuto mostrare

     

    Più comprensione

     

    Del tuo momentaneo

     

    Stato di salute

     

    E dell’assillante peso

     

    Delle cure di casa e dei nipotini,

     

    Della latente paura per la mia sorte.

     

    Ma vedi come ardo,

     

    Forse senza speranza.

     

    Vedi come basse porto

     

    Le ciglia, e colme di mestizia.

     

    Quante volte ancora

     

    Dovrò supplicarti?

  25. MONTALE

    xxx

     

    Tergi gli occhiali appannati

    se c’è nebbia e fumo nell’aldilà,

    e guarda in giro e laggiù se mai accada

    ciò che nei tuoi anni scolari fu detto vita.

    Anche per noi viventi o sedicenti tali

    è difficile credere che siamo intrappolati

    in attesa che scatti qualche serratura

    che metta a nostro libito l’accesso

    a una più spaventevole felicità.

    E’ mezzogiorno, qualcuno col fazzoletto

    ci dirà d’affrettarci perché la cena è pronta,

    la cena o l’antipasto qualsivoglia mangime,

    ma il treno non rallenta per ora la sua corsa.

    1. theoldandthesea

      theoldandthesea

      Ad un Montale maturo le rispondo in antitesi con un montale più fresco e dolce.

      Quote

      Meriggiare pallido e assorto
      presso un rovente muro d'orto,
      ascoltare tra i pruni e gli sterpi
      schiocchi di merli, frusci di serpi.

      Nelle crepe dei suolo o su la veccia
      spiar le file di rosse formiche
      ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
      a sommo di minuscole biche.

      Osservare tra frondi il palpitare
      lontano di scaglie di mare
      mentre si levano tremuli scricchi
      di cicale dai calvi picchi.

      E andando nel sole che abbaglia
      sentire con triste meraviglia
      com'è tutta la vita e il suo travaglio
      in questo seguitare una muraglia
      che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

      a me piace ricordarlo così, raccontato dalla luce che infuoca i suoi amati muretti a secco :)