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  1. Il mio posto è

    accanto a te,

    e quando ti brillano

    gli occhi di felicità

    e il buon umore

    ti sprizza fuori

    da ogni poro,

    e quando l’angoscia

    e la disperazione,

    la paura e il pessimismo

    ti attanagliano il cuore.

    Al sorgere del nuovo

    giorno e al calar del sole,                                                                        

    sempre mi avvinghio te

    e attendo speranzoso

    le tue ambite effusioni

    e paradisiache dolcezze.

    1. gerbera0

      gerbera0

      belle parole... sembra Montale, dico bene?

    2. fel55

      fel55

      Grazie per il lusinghiero accostamento.

       

      2019

       Ch’io ricordi,

      l’inverno scorso

      è stato tra i più duri,

      pertanto percepito                                                                         

      lunghissimo ( geniale

      pensiero di Einstein ).

      Non è mancata però

      La consolazione

      Delle manifestazioni

      D’affetto familiari

      Di moglie, figli e nipoti.

      Per loro io paterfamilias

      Dovrei esser eterno,

      ma l’eternità appartiene

      solo ai sentimenti

      e alla poesia, come voleva

      il Romanticismo ottocentesco.

       

    3. fel55

      fel55

      CARDUCCI

      Per le nozze di mia figlia ( 1880-81 )

       

      O nata quando su la mia povera

      casa passava come uccel profugo

      la speranza, e io disdegnoso

      battea le porte de l’avvenire;

       

      or che il piè fermai su ‘l termine

      cui combattendo valsi raggiungere

      e rauchi squittiscon da torno

      i pappagalli lusingatori;

       

      tu mia colomba t’involi, trepida

      il nuovo nido voli a contessere

      oltre Appennino, nel nativo

      aere dolce de’ colli tòschi.

       

       

      Va’ con l’amore, va’ con la gioia,

      va’ con la fede candida.  L’umide

      pupille fise al vel fuggente,

      la mia Camena tace e ripensa.

       

      Ripensa i giorni quando tu parvola

      coglievi fiori sotto le acacie,

      ed ella reggendoti a mano

      fantasmi e forme spiava in cielo.

       

      Ripensa i giorni quando a la morbida

      tua chioma intorno rozze strisciavano

      le strofe contro a gli oligarchi

      librate e al vulgo vile d’Italia.

       

      E tu crescevi pensosa vergine,

      quand’ella prese d’assalto intrepida

      i clivi de l’arte e piantovvi

      la sua bandiera garibaldina.

       

      Riguarda, e pensa. De gli anni il tramite

      teco fìa dolce forse ritessere,

       

       

      e risognare i cari sogni

      nel blando riso de’ figli tuoi?

       

      O forse meglio giova combattere

      fino a che l’ora sacra richiamine?

      Allora, o mia figlia, - nessuna

      me  Beatrice  ne’ cieli attende –

       

      allora al passo che Omèro ellenico

      e il cristiano Dante passarono

      mi sgorga il tuo sguardo soave

      la nota voce tua m’accompagni.