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Ora che il giorno volge al
crepuscolo, nel cuore
s’insinua furtiva la
malinconia.
Solo tu – spero – potrai
dissolverla come nube,
quando il vento la
sospinge e la riduce a
brandelli. Tu mi farai
rinascere alla gioia e alla
speranza dell’anima, per
tornare a credere
nell’avvenire e
recuperare
il senso della vita.
-
MONTALE
Da “ Satura “
Xenia I
Non ho mai capito se io fossi
Il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell’alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello :
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
-
Bello come il sole, il tuo
viso mi tiene come in
prigionia e null’altro
avrò
desiderio di rivedere,
appena spunterà l’alba
e l’usignolo canterà la
sua
dolce melodia in cerca
della compagna.
Così farò anch’io, per
salutare il nuovo giorno e
per rinnovarti il mio
messaggio d’amore, che
non cessa mai
d’infiammare il mio
cuore.
-
MONTALE
Maestrale
S’è rifatta la calma
nell’aria : tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.
Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.
Lameggia nella chiarìa
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera mia
vita turbata.
O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda :
sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai : perché tutte le immagini portano scritto :
“ più in là “.
-
L’amore per te mi tiene
come in mare procelloso,
poiché mi dimeno tra
speranza e disperazione.
A volte m’incendio
sognando che Cupìdo
ha veramente trafitto il
tuo cuore, altre volte mi
opprime l’amara
sensazione ch’io m’illuda
soltanto,e perciò tu sia
lontana un miglio da me.
Sogno o realtà? Il dubbio
è gravoso e mi preclude
la felicità. Svelami tu il
segreto della tua anima,
per lenire la mia pena e
porre fine ai miei sospiri.
-
M’è dolce guardare
intensamente le tue mani
eburnee ed affusolate
e sbaciucchiarle più e più
volte. E’ quel che sogno
ad occhi aperti, stando
disteso sul letto, in
piacevole ascolto di
musica . Distesa in
poltrona ora t’immagino,
mentre sussulti al calore
dei miei baci. Mi guardi
intenerita e ricambi il
trasporto? Oh, se così
fosse! Non chiedo altro,
mi basterebbe e sarei
felice più che mai.
Felicità immensa sarebbe
svegliarti al mattino
all’ora giusta o al
pomeriggio, dopo la
siesta ; darti gioia
prima di
addormentarci, ,forse
prima di sognarci
sprofondati nel primo
sonno della notte.
-
Nel silenzio, ora la
musica s’insinua
nell’anima. Parole tante
volte dette avranno nuovo
senso e si trasformeranno
in canto, sospiri e respiri
soffocati da interminabili
baci.
-
MONTALE
Da “ Mediterraneo “
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
scheggia fuori del tempo, testimone
di una volontà fredda che non passa.
Altro fui : uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore
della vita fugace – uomo che tarda
all’atto, che nessuno, poi, distrugge.
Volli cercare il male
che tarla il mondo, la piccola stortura
d’una leva che arresta
l’ordegno universale; e tutti vidi
gli eventi del minuto
come pronti a disgiungersi in un crollo.
Seguìto il solco d’un sentiero, m’ebbi
l’opposto in cuore col suo invito; e forse
m’occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
Altri libri occorrevano
a me, non la tua pagina rombante.
Ma nulla so rimpiangere . tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai.
-
Non mi stancherò di
guardare il tuo viso
rosato
e luminoso, i tuoi grandi
occhi castani e il collo
color latte; seguirò il
moto delle tue labbra
e, certo, avrò voglia di
baciarle. Lo so che, solo
se nessuno è nei pressi,
mi consentirai di farlo
e forse ti abbandonerai
sul mio petto.
-
MONTALE
A K.
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire , o lontana,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…
-
Sotto questo azzurro e terso cielo
nella luce abbacinante del mattino
vedo danzare nei tuoi occhi
i raggi del sole ridente,
mentre tu inneggi alla vita
ed io canto l'amore di sempre.
Qui che respiriamo l'aria sottile, fresca,
ch'accarezza il "campo del lago",
la conca ampia di Seefeld,
bianca di neve sui tetti spioventi
delle ville e degli alberghi,
sulle cime zigzagate della corona dei monti
e sui pendii delle piste
e nell'ampia piana dello sci di fondo.
Vieni, confondiamoci tra la folla variopinta
dei turisti, fanciulli, giovani e anziani
spensierati e felici
di questo mondo di favola,
lontani dal grigio quotidiano,
almeno per altri trenta giorni.
-
Amore esclusivo
Tu non ci credevi,
amico mio di gioventù,
quando ti confessavo
che ero refrattario
e non provavo niente
per altra donna.
Era, invero, quel segnale
misterioso che fa riconoscere
l’amore vero e unico,
l’amore della vita.
Ed era colei cui
pensavo continuamente
e di cui ti parlavo
tanto spesso!
-
SABA
Ecco, adesso tu sai
Ecco, adesso tu sai, che tra i beati
non è dimora per noi. Che la vita,
come un avido sguardo, è tutta piena
di lacrime nascoste.
Amore, gelosia, taciuta brama
di belle cose come prede esposte,
ti lasciano un rimpianto oscuro, aggiungono
ancora un filo nell’antica trama
che spezzerà, forse,la morte.
A galla ti riportano
non dettate virtù, ma d’altri accenti,
che un tremito confonde, la memoria.
La tua storia finisce, si nasconde…
Ma quanti cari cuori hai conquistati!
-
Meraviglioso amore che
mi avvince e mi possiede
sempre più!
Continuamente porto nel
cuore la tua immagine,
come fosse dipinta o
scolpita, identica al tuo
aspetto.Così che, quando
non ti ho davanti,con gli
gli occhi della mente
posso guardare quella
figura, come fossi tu in
persona vivente.
Come il fedele che mira il
santino,convinto di
ricevere la grazia da
quella sola immagine,
così guardo te nel mio
cuore, per rivivere la
felicità tutta intera.
-
SABA
Dopo una passeggiata
Quando fino ad un colle o lungo il mare
noi pure usciamo nelle belle sere
a passeggiare,
vedo che a tutti appare
cosa fraterna l’alleanza nostra.
Noi cui la vita tanto sangue costa
E tanta inusitata gioia rende,
nulla abbiamo che in vista il volgo offende;
siamo a tutti due buoni, due tranquilli
cittadini, a cui mèta è un buon bicchiere.
Solo nei cuori rispondono squilli,
si spiegano al vento bandiere.
E nei giorni di festa, se pur tanto
v’ha di strano, che cerco il più deserto
dei sobborghi, chi mai vedrebbe in noi
altro che due che cenano all’aperto?
Un marito che già ostenta un rimpianto
di libertà, la sua moglie gelosa;
non v’ha , dico, una cosa
che dai molti distingua, amica, noi,
noi che rechiamo in cuore
i nostri due avversi destini
d’arte e d’amore.
-
SABA
Dopo una passeggiata
Quando fino ad un colle o lungo il mare
noi pure usciamo nelle belle sere
a passeggiare,
vedo che a tutti appare
cosa fraterna l’alleanza nostra.
Noi cui la vita tanto sangue costa
E tanta inusitata gioia rende,
nulla abbiamo che in vista il volgo offende;
siamo a tutti due buoni, due tranquilli
cittadini, a cui mèta è un buon bicchiere.
Solo nei cuori rispondono squilli,
si spiegano al vento bandiere.
E nei giorni di festa, se pur tanto
v’ha di strano, che cerco il più deserto
dei sobborghi, chi mai vedrebbe in noi
altro che due che cenano all’aperto?
Un marito che già ostenta un rimpianto
di libertà, la sua moglie gelosa;
non v’ha , dico, una cosa
che dai molti distingua, amica, noi,
noi che rechiamo in cuore
i nostri due avversi destini
d’arte e d’amore.
-
Meno male che ci sei tu
che intendi la profondità
del mio sentire, del mio
gioire, e talvolta del mio
soffrire. Meno male che
che ci sei tu che mi doni il
tuo tempo, i tuoi pensieri
e le tue cure. Meno male
che ci sei tu che mi offri
tutto il tuo cuore.
-
SABA
L’ora nostra
Sai un’ora del giorno che più bella
sia della sera? tanto
più bella e meno amata? E’ quella
che di poco i suoi sacri ozi precede;
l’ora che intensa è l’opera, e si vede
la gente mareggiare nelle strade;
sulle moli quadrate delle case
una luna sfumata, una che appena
discerni nell’aria serena.
E’ l’ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara città,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d’aspetti in sua bella unità;
l’ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, l’artiere in cima all’alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell’atto, tutto questo andare
ha una parvenza d’immobilità.
E’ l’ora grande, l’ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante età.
La moglie
Quando triste rincaso e lei m’aspetta
alla finestra,se la bella e cara
moglie, ad un gesto, il mio male sospetta,
se il disgusto mi legge, od altro, in faccia,
tosto al mio collo le amorose braccia,
come due serpi vigorose, getta ;
me solo accusa la sua voce amara.
“ E’ così – dice – è così che mi torni.
Non un bacio per me, non un sorriso
per tua figlia; stai lì, muto, in disparte;
si direbbe, a vederti, che tu hai l’arte
di distruggerti. Ed io…guardami in viso,
guarda, se alle parole mie non credi,
questi solchi che v’ha lasciato il pianto.
Ero qui sola ad aspettarti; intanto
la nostra casa io l’ho rimessa, vedi?
come nel primo giorno.
Ma tu già non m’ascolti. Che passione,
e che rabbia mi fai!
Non s’ha il diritto, sai,
quando si vive con altre persone,
di tenere per sé le proprie pene;
bisogna raccontarle, farne parte
ai nostri cari che vivono in noi
e di noi “.
“ Quanto, quanto m’annoi “,
io le rispondo fra me stesso. E penso :
Come farà il mio angelo a capire
che non v’ha cosa al mondo che partire
con essa io non vorrei, tranne quest’una,
questa muta tristezza; e che i miei mali
sono miei, sono all’anima mia sola;
non li cedo per moglie e per figliola,
non ne faccio ai miei cari parti uguali.
-
- Di te
Ne ho fatto una donna-
-E di te io ne ho fatto un uomo -
Avevi appena
vent’anni
ancora col volto
di un’adolescente.
Ed io poco più di
ventisette ancora
nient’affatto maturo
e un po’ irrequieto.
Insieme siamo
divenuti grandi e
presto capaci di
costruire una
famiglia felice,
pur tra le consuete
difficoltà della
vita.
Quanti progetti!
-
Carmen
Torna la mia disperazione a te.
Dopo aver tanto errato, oggi il mio amore
torna al tuo fiero mutevole ardore,
più nulla chiede che la tua onestà.
In queste lunghe giornate d’affanno,
che senza lotta e senza pace vanno,
e senza la tua gaia crudeltà;
con la mia solitaria anima invisa,
ho sognato pur io d’averti uccisa,
per l’ebbrezza di piangere su te.
Incolpabile amica, austera figlia
d’amore, se la vita oggi t’esiglia,
con la musica ancora vieni a me.
Geloso sono non di don josè,
non d’Escamillo; di chi prima un canto
sciolse alla tua purezza ed al tuo santo
coraggio incontro alla tua verità.
Né tu forse da me vivi lontana,
da me che all’amor tuo faccio ritorno,
e non cerco a Siviglia il tuo soggiorno.
Solo vagavo il mattino di un giorno
di festa, e tra la folla oscura e vana
tu m’apparivi in una popolana
di Firenze; la tua mano era stesa
a sollevare le tende di una chiesa,
le gialle e rosse tende sull’entrata.
Parevi stanca, parevi ammalata,
ma t’ho riconosciuta io che t’ho amata.
Io che a fatica ho rattenuto un grido,
mi sono meritato un tuo sorriso,
-
“ Cuore mio “ –
Ti ripeto al
Risveglio di ogni
Mattino,
Anche senza parole.
“ Dolce compagna
Di un’intera vita “-
Vorrei ripeterti
Anche quando fuori
Non splende il sole
E ti svegli stanca
E di nero umore.
Vorrei che ogni Mattino
Fosse un nostro inno
All’amore,
Quello che mai muore
Pur fra tante
difficoltà.
-
UNGARETTI
Nostalgia
Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa
Su Parigi s’addensa
un oscuro colore
di pianto
In un canto
di ponte
contemplo
l’illimitato silenzio
di una ragazza
tenue
Le nostre
malattie si fondono
E come portati via
si rimane
( 28settembre1916 )
Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
( 14febbraio1917 )
-
Nocciola e argento sarebbe la tua chioma, se non la tingessi
castana o corvina. Ma ugualmente mi tiene al laccio. Né importa
se tu la sciolga al vento o la intrecci a coda di cavallo. Ugualmente
m’incendia l’anima e procura una piaga al mio cuore.
Serena e ancor bella è la tua fronte,ove appena compare qualche
grazioso solco che, a mo’ di vezzo, accende soave il mio petto.
Falci e saette son per me le tue ciglia. Languidi i tuoi occhi di Venere,
pur sempre ardenti, rapaci e rubelli. Ancor rosata è la tua bocca,
maliarda quando mi bacia e soave quando fa motto. candido
e lascivo il tuo seno bello, ancora mio tesoro e giardino ameno.
Vantano ancora bellezza e morbidezza le tue mani affusolate e calde.
Terra promessa, cielo limpido e mare di beltà tu sei ancora per me,
poi che non invecchi mai per davvero!
-
MONTALE
Clizia dice
Sebbene mezzo secolo sia scorso
potremo facilmente ritrovare
il bovindo nel quale si stette ore
spulciando il monsignore delle pulci.
Sul tetto un usignolo si sgolava
Ma non ebbe successo. Quanto al gergo
delle sagre del popolo o a quello
delle commedie o farse vive solo
in tradizioni orali, se con noi fosse
come un giorno un maestro del sermone umile
nonché del bronzeo della patrologia,
tutto sarebbe facile. Ma dove
sarà quel giorno e dove noi?
Se esiste un cielo e in esso molte lingue,
la sua fama d’interprete salirebbe
in altri cerchi ancora e il puzzle sarebbe
peggiore che all’inferno di noi sordomuti.
Clizia nel ‘34
Sempre allungata
sulla “ chaise songue “
della veranda
che dava sul giardino,
un libro in mano forse già da allora
vite di santi semisconosciuti
e poeti barocchi di scarsa reputazione
non era amore quello
era come oggi e sempre
venerazione.
-
Molto bella
-
daliahnera ha aggiunto una reazione
-
-
Se tu osservi
il dorso delle mie mani,
scorgi lo spartiacque
cui giunsi al mio ottantesimo :
a mancino quasi nulla a variante,
a destra le prime maculazioni
prenunzie di cascume o, per lo meno,
di declino.
Dunque a mezzo tra speranza di vita
e tuffo nel vuoto, certo prima di te.
Fa’, o divina, che nulla sia sprecato,
però, di quel guizzo che rimane
di vera vita,
prima che sia troppo tardi.
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