- Uomo
- 65 anni
- Torino (TO)
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Sono un estroverso molto introverso
Io sono un chiacchierone, a volte molto socievole e spesso disponibile verso tutti. Mi piace vedere e far ridere le persone, ma sono anche permaloso e senza pazienza, per cui mi arrabbio facilmente e, anche se la mia capacità di essere auto-ironico mi fa passare tutto velocemente, per gli altri non è sempre così.
Però mi piace sognare, sogno ad occhi aperti, ho sempre nuove idee che mi entusiasmano e mi stimolano a creare. Amo la solitudine, amo fantasticare su piccole e grandi cose e gradisco l’emozione di essere in compagnia di un’altra persona con cui condividere i miei interessi e i miei ideali e per ascoltare le sue passioni.
Insomma, a volte mi sento come di vivere in un casino dove calma e ordine sono esclusi e, alla luce di questo, ho fatto una considerazione:
c'è una cosa che ho imparato bene nella vita, ed è forse l’unica cosa che riesco a ripetere sempre e bene, anche se spero di diminuirne la frequenza, ed è quella di commettere errori!
Non è del tutto vero che il cervello impara sbagliando, riconosco che il ricordo degli errori che abbiamo fatto serve a migliorare le esperienze future, ma però penso che si debba distinguere in quale parte del nostro inconscio noi riponiamo queste esperienze. Distinguere per sapere ripescare.
Io all’interno della poca massa grigia ho due scatole, una è quella che contiene le esperienze fatte apprendendo dagli errori commessi durante delle prove, ovvero, la scatola delle competenze lavorative. Qui ripongo il risultato del “Provo faccio se non viene bene rifaccio e risolvo”
Poi ho una seconda scatola che contiene le esperienze procuratemi dalle emozioni vissute. In questa scatola, che trascuro sempre, le esperienze sono del tipo “Provo faccio se non viene bene mi scordo, tanto non sono mica tutti così, e rifaccio di nuovo come prima”.
Lo so, è impossibile riuscire perfettamente in ogni cosa, però se il problema è tecnico mi è possibile individuare delle possibili soluzioni per merito delle esperienze fatte. Ma allora perché se il problema è emotivo non riesco a fare la stessa cosa? Accetto situazioni senza pensarci, senza valutare, spinto dall’entusiasmo, affidandomi a un istinto imperfetto che non tiene conto delle esperienze avute.
Quindi sono imperfetto, ci sono dei miei elementi caratteriali che non imparano dalle esperienze fatte. Il mio comportamento in queste due tipi di esperienze è diverso e quando si mischiano, è un casino. Ma sono solo?
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Fin da piccolo sono sempre andato in montagna, per questo la amo. È un ambiente fatto di alberi e rocce, sentieri scoscesi, valli verdeggianti, picchi altissimi, nuvole dalle varie forme, torrenti e corsi d’acqua che ancora adesso mi fanno perdere ore nel vano tentativo di deviarne il corso.
Niente ha il potere di liberarmi la mente e di far sparire i pensieri cupi e negativi che a volte mi tormentano, come l’essere immerso nella natura e il sentirmi avvolto dai profumi del bosco, della terra bagnata e dell’aria pura e tersa. Niente mi stupisce come lo scorgere animali che ti guardano intimoriti seminascosti dalle frasche, udire il cinguettio soave degli uccelli, vedere fiori dai mille colori, i muschi e i licheni dalle infinite varietà di verde.
Percorro carreggiate e sentieri che si alternano dal ripido al pianeggiante, il paesaggio via via cambia, in un attimo finiscono i pini e si apre una distesa verdeggiante, le stelle alpine, le pietraie… la cima!
Bellissima è lì sembra di toccarla, il sole la illumina. Poi, la nuvola minacciosa, il tempo che cambia, il fronte di pioggia che vedi arrivare in lontananza, ti affretti nella ricerca della roccia o della baita che ti possa fornire un riparo all’arrivo del temporale. Il vento soffia sempre più forte e, mentre le nuvole corrono veloci, il riparo trovato ti accoglie e coccola. E si ritorna a casa col pensiero che poi, quella cima, la toccherò.
L’amore per la montagna non è un sentimento facile da spiegare, è difficile da far comprendere alle persone che non la conoscono. Lei non si lascia avvicinare facilmente, non sei tu a conquistarla, se glielo permetti è lei che ti conquista, ti si apre e ti stupisce regalandoti esperienze uniche e meravigliose.
E se ne sarai capace, lassù potrai esaminare la tua personalità e forse, trovare la capacità di scoprire l’aspetto fondante del tuo sistema di vita e capire che, ciò che probabilmente ti darà la serenità, non è l’avere ma l’essere!
Fine del pippotto, scusatemi ma ste zone rosse, arancioni e gialle sono una tortura.
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il mio lavoro è la mia vita.... pensavo fosse una cosa bella, invece è un'affermazione triste, molto triste! ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace, mi consente di essere creativo, di fare gli orari che voglio. potrei dire di essere fortunato perchè lavorare per me è piacevole. ma ho tante (troppe) passioni che mi accorgo di trascurare e questo trascurare mi sta iniziando a far odiare il mio lavoro. rivoglio gli spazi liberi, gli spazi aperti, la solitudine e voglio potermi abbandonare alla fantasia.
la solitudine?
a me piace parlare, ascoltare, condividere, che faccio da solo? la vita è un insieme di attimi belli e brutti, momenti di gioia e serenità e momenti di incertezza e debolezza. questi momenti devono essere spartiti con altre persone, con qualcuno che ti completi altrimenti che vita è?
qualcuno.... ecco, il problema è il qualcuno!
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la mia intenzione era di rimettermi a tenere un blog...... e appena myblog me lo permette inizierò. sarà poetico, incavolato, ma sicuramente servirà a sbarazzarmi di alcuni malesseri che mi perseguitano. rivoglio la mia libertà!
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“Egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia
a rendere così breve la vita di un gabbiano….”
io tornerò a volare e ad essere felice come Jonathan!per ora volo con la mia amante, cado con la mia amante e a volte la mia amante finisce la benzina!
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Cosa si pensa quando non si pensa a niente?
davanti a me c'è un'altra vita
la nostra è già finita
...nuove notti e nuovi giorni…ci sono momenti in cui guardo fisso nel vuoto, sento il silenzio che urla e vorrei parlare, ma non riesco a dire ed esprimere ciò che voglio e sento. Così accade che mi estraneo e i miei pensieri volano lontano dagli impegni.
La mia mente lascia il corpo, si distacca e vaga senza vincoli nel mio mondo utopistico. Lì posso finalmente pensare e fare quello che più amo perché sono libero. Quello che mi circonda non mi tocca più, sono in un mondo singolare, vivo un sogno lucido, solo mio o di chi potrà condividerlo. Coinvolgo altre persone, programmo avventure, viaggi, creo progetti oppure cammino semplicemente in riva al mare o in un verde prato montano.
i miei pensieri liberi sono proprio questo, sono sogni ad occhi aperti che liberano la mia mente dalla quotidianità e succede che, quando ritorno sulla terra, i problemi sono meno difficili da affrontare.
ho un piccolo mondo speciale in cui i pensieri e le parole sono liberi e donano conforto!