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  1. Fantastico!
    antoniocristof ha aggiunto una reazione a odessa1920 per l'aggiornamento : Casomai ci pensassi…  A chi sto parlando?  A te che non ascolti e che pensi ad altro   
    Casomai ci pensassi…  A chi sto parlando?  A te che non ascolti e che pensi ad altro e che sei così bravo ad ignorare i fiori e il vento. Casomaii ci pensassi, io direi, tra non molto - diciamo: alla lunga - saremo morti, io e te. E saremo tutti morti, alla lunga, noialtri. La vita è breve - quanto durano i nostri desideri?  C'é qualcuno che non ama l'infinito? Quando io amai, dissi: per sempre.  Permanere mentre tutto scorre. Non ti fare ingannare da spiragli di solletico. Non lasciare che il tuo cuore - che sa - venga annebbiato da queste vaghe filosofie dell'effimero, che non fanno che carezzare le tue, le mie, debolezze. Io dissi: per sempre. Sapevo che l'eroe scorre nel tempo, rimanendo se stesso. E sapevo che tu, ed io, impregnati del fango della terra, saremmo per sempre fedeli al nostro sogno. Casomai ci pensassi. Casomai.
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    antoniocristof ha aggiunto una reazione a odessa1920 per l'aggiornamento : Finalmente. All’acero sono spuntate le foglie. È riuscito ad agguantare gli squarci d   
    Finalmente. All’acero sono spuntate le foglie. È riuscito ad agguantare gli squarci di sole sotto questo cielo giaguaro solcato da nubi ed il suo sistema fisiologico gli ha suggerito che era il caso di sbrigarsi: i segni erano sufficienti. E così, senza troppi indugi, ha fatto diligentemente il suo mestiere di albero. Mica si può stare lì a pensarci troppo su, dopotutto le riserve erano quasi esaurite.
    La chioma da magra e trasparente si sta facendo sempre più fitta ed intricata, da grigia e cinerea a verde con tenui riflessi marroni, da esile e slanciata a globosa e panciuta e pian piano i vuoti diventano pieni. Il suo stato di dormienza è terminato, la linfa elaborata torna a pulsare sotto la corteccia e la clorofilla non si lascia sfuggire neppure un fotone. Adesso al più sottile refolo di vento la chioma vibra con tutte le sue foglie nuove nuove. No, non è più lo stesso albero, è decisamente qualcosa di diverso. Coerentemente diverso. Apparentemente diverso.
    E di questo si è accorta pure la gazza: infatti non la vedo più. Ogni tanto si libra nei paraggi con il suo volo oscillante ed incostante, rallenta indecisa, ma non si ferma e prosegue oltre. Il loro sodalizio si è rotto, non si assomigliano più: le foglie occludono la vista all’uccello e l’albero non vuole più intrusi tra i suoi delicati rami.
    La gazza... chissà dove andrà adesso: magari a scrutare orizzonti liberi sulla cima di qualche altro albero ormai morto dove le foglie non spunteranno mai più. Neppure tra cento primavere.